COMUNICATO STAMPA – ANGIOLO MANTOVANELLI, PITTORE E SCENOGRAFO VENETO NE «LA MAGNIFICA CITADE» – MOSTRA RETROSPETTIVA

Angiolo Mantovanelli

Pittore e Scenografo Veneto ne «La magnifica citade» (1951-1981)

Mostra retrospettiva, a cura di Antonio Gasbarrini

One Gallery, L’Aquila, dicembre 2020 – gennaio 2021

L’AQUILA – Programmata per il 24 novembre coincidente con il Centenario della nascita a Trevenzuolo nel veronese, l’inaugurazione della retrospettiva dedicata all’artista veneto Angiolo Mantovanelli scomparso a L’Aquila nel 1981, sarà visitabile alla One Gallery – ubicata nel pieno centro storico della città – non appena le restrizioni espositive imposte dalla pandemia del Coronavirus saranno superate. Promossa e voluta dai suoi più stretti familiari e resa possibile dalla sensibile disponibilità di suoi vari collezionisti, la mostra propone l’esposizione di un nutrito numero dei suoi dipinti, disegni e grafiche realizzati a L’Aquila nei trent’anni della sua intensa attività creativa non solo come artista tout-court, ma anche come scenografo del TSA (Teatro Stabile dell’Aquila, ora Teatro Stabile d’Abruzzo).

Curata dal critico d’arte Antonio Gasbarrini, con alcuni suoi apporti testuali in catalogo, insieme a quelli del compianto Enrico Crispolti e di Errico Centofanti, la retrospettiva consente di ripercorrere i momenti salienti della sua originale quanto validissima ricerca di assoluta valenza storiografica nazionale, nonché gli eventi più significativi, in ambito visivo, verificatisi in città con le mitiche, crispoltiane «Alternative Attuali» e, nell’intero Abruzzo, con la tenuta annuale dei vari «Premi» (a cominciare dal Michetti), che lo hanno sempre visto da protagonista.

Nell’agile e raffinato catalogo edito per i tipi della «One Group Edizioni«, sono riprodotte tutte le opere esposte, nonché alcuni disegni, grafiche e documenti inerenti l’attività di scenografo. Scrive, tra l’altro il curatore nel suo testo di presentazione: “[…] E, se i visionari collages cronachistici degli anni Sessanta faranno da contrappunto alle nature morte e paesaggi dall’impianto materico informale del decennio precedente, sarà il forte richiamo d’una «pittura-pittura colta» assorbita prevalentemente nella giovinezza vissuta in terra veronese, ad affinare sia il registro espressivo che tematico ispirato ai vari Pisanello, Piero della Francesca, Rembrandt. Sfociato nel 1978 nella mostra personale «Omaggio a Le Corbusier” […]. Aveva rilevato, ancora, Enrico Crispolti, uno dei più importanti critici d’arte non solo italiani: “[…] È la costruzione plastica delle immagini umane che Mantovanelli allora definisce con grande freschezza inventiva, e con una passione al tessuto pittorico, ineguagliata. Il riscontro è verso i miti del consumismo, dei quali propone un controcanto lirico, una trasposizione fantastica sottilmente allarmante, che l’oggettività della presentazione esalta nell’efficacia d’imminenza” […].

Del profilo di Angiolo Mantovanelli scenografo, infine, ricostruisce la sua eccelsa figura – non solo memorialmente – il drammaturgo e saggista Errico Centofanti a proposito dello spettacolo “L’avventura di Maria” di Italo Svevo, rappresentato nel 1966 con grande successo dal TSA nel Festival dei due mondi di Spoleto: “[…] L’ambientazione progettata e realizzata da Angelo, infatti, esprimeva plasticamente la ragion d’essere del testo e della messinscena: il suo rigore formale, argomentato dalla sobrietà delle geometrie costruttive, dava conto con palmare evidenza di quanto l’incongruamente naturalistica lettura registica aveva trascurato e cioè della caustica ironia che innerva la decodificazione sveviana di quella tipica quanto allucinatoria deriva familiare” […].

Da aggiungere, in ultimo, ma non per importanza, che iniziative culturali come queste possono vivere, come nel passato, grazie a illuminati mecenati che le sostengono. Infatti l’affermato Studio Associato Durantini Bontempo dell’Aquila non ci ha pensato su due volte ad aderire prontamente alla proposta della One Gallery “adotta una mostra”, un sistema ideato per creare le giuste connessioni tra il mondo imprenditoriale e quello artistico culturale. Una nuova modalità di fare “branding art”.

 

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