COMUNICATO STAMPA
Una nuova trasferta internazionale per il Maggio Musicale Fiorentino.
Il 14 giugno ad Atene, per il Megaron Gala, il maestro Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio e il violinista Pinchas Zukerman in un concerto nell’Acropoli al teatro Odeon Herodes Atticus.
Firenze 12 giugno 2021 – Dopo l’importante presenza al Festival di Pentecoste di Salisburgo, una nuova trasferta internazionale per il Maggio Musicale Fiorentino. Per festeggiare il trentennale del Megaron, il 14 giugno ad Atene, il maestro Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio e il violinista Pinchas Zukerman in un concerto di gala ospitato nell’Acropoli nello spettacolare teatro Herodes Atticus con un programma tutto brahmsiano che prevede il concerto il re minore op77 per violino e orchestra e la sinfonia n 2 in re maggiore op. 73, due composizioni appena eseguite al Maggio in occasione dei primi due concerti del “Ciclo Brahms”, ciclo che mette in locandina, a Firenze, l’esecuzione – fino al 6 luglio – delle quattro sinfonie e di quattro concerti eseguiti da importanti solisti come Pinchas Zukerman (8 giugno), per l’appunto, poi Amanda Forsyth (12 giugno), Daniil Trifonov (18 e 21 giugno) e Daniel Barenboim (6 luglio).
Il Maggio continua la sua intensa attività di programmazione, contemplando anche la scena internazionale ed essendo in questo caso praticamente ancora l’unica istituzione musicale italiana a varcare i confini del Paese; la trasferta di Atene precede quelle previste a metà agosto per festeggiare il quindicesimo della fondazione del Festival di Grafenegg in Austria il 14 agosto , e poi il 15 a Budapest dove sempre con la direzione del maestro Zubin Mehta sono in programma due concerti con l’Orchestra del Maggio e il solista Rudolf Buchbinder in un programma con composizioni di Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms.
Il programma della serata ad Atene si apre con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 composto in un periodo in cui Brahms stava vivendo una delle sue stagioni creative più tranquille e feconde, con la soddisfazione di essere riuscito a cimentarsi – e per ben due volte consecutive, secondo una costante del suo modo di lavorare – con la Sinfonia. Una delle prime ragioni del fascino irripetibile del concerto è infatti il senso di tranquillità formale che vi si respira quasi ininterrottamente legato direttamente anche la naturalezza con la quale il sinfonismo vigoroso della partitura si equilibra con la parte del solista. A concludere, la Sinfonia n. 2 in re maggiore composta con una rapidità sorprendente se paragonata alla lunghissima gestazione, durata quasi un ventennio, che accompagnò la sua prima composizione sinfonica. Se la Prima era stata salutata come ‘decima sinfonia’, alludendo all’eredità beethoveniana di cui Brahms si fa custode e garante, la Seconda fu denominata ‘pastorale’ per il suo carattere prevalentemente lirico e melodico, ma anche ‘viennese’ per l’impiego del ritmo di valzer in due dei quattro movimenti.
Paolo Klun
Responsabile
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