«Con le sue labbra le suggella le labbra spiranti» edito da Pellegrini, fa vibrare la passionalità del tema – titolo. Porta come sottotitolo: «Eleonora e Gabriele». Tra finzioni e maschere il gioco del dialogare diventa una potentissima esaltazione lirica.
Pierfranco Bruni intreccia la sua vita con il viaggio di Eleonora e Gabriele. Bruni sottolinea: «Ho sempre amato Eleonora Duse. La teatralità la recita il tragico. Da quando ero ragazzo ho visto in lei la metafora del fascino del mistero del mito. La Divina, come la chiamò Gabriele, resta dentro di me. La letteratura solleva e vive di luce».
Raccontando la genesi del romanzo metaforizzando il tutto Pierfranco Bruni afferma: «La letteratura mi ha fatto amare l’amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità. Ho trovato in un cassetto della scrivania di mio padre, nella casa in Calabria, il testo che segue. Non so se sia mio o di un altro io o di mio padre. Non cambierebbe nulla. Anzi. L’ho rubato da un cassetto e ora lo pubblico così come l’ho trovato. Commetto il reato di appropriazione indebita. Non ho corretto nulla. I lettori possono fare tutte le considerazioni opportune e anche correggere con il blu o il rosso. Eleonora resterà sempre la Divina!».
Metafore, sogni, allegorie? L’intreccio con donne come Sarah Bernhardt e Mata Hari che abitano le pagine del libro è unico e sono un percorso tra amore e bellezza. È un testo tutto da leggere proprio in occasione del centenario della edizione definitiva del «Notturno», che vide la pubblicazione del testo definitivo nel 1921. Pierfranco Bruni dopo cinque libri su Gabriele D’Annunzio racconta Eleonora e Gabriele narrando il loro amore – destino.