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IL TRIO DI PARMA
PER LA STAGIONE CONCERTISTICA 2021-2022
DEL TEATRO REGIO DI PARMA
REALIZZATA DA SOCIETÀ DEI CONCERTI DI PARMA
Un concerto che affianca due capolavori della musica da camera dell’Ottocento,
il Trio op. 8 di Johannes Brahms e il Trio op. 50 di Pëtr Il’ič Čajkovskij,
eseguiti da Ivan Rabaglia al violino, Enrico Bronzi violoncello,
Alberto Miodini al pianoforte.
Teatro Regio di Parma
sabato 4 dicembre 2021, ore 20.30

Eccellenza della musica da camera a livello internazionale, il Trio di Parma è protagonista al Teatro Regio di Parma, sabato 4 dicembre 2021, ore 20.30, per la Stagione Concertistica 2021-2022, realizzata da Società dei Concerti di Parma in collaborazione con Casa della Musica e con il sostegno di Chiesi.

Ivan Rabaglia al violino, Enrico Bronzi al violoncello e Alberto Miodini al pianoforte interpreteranno il Trio op.8 di Johannes Brahms composto tra il 1853 e il 1854 ed eseguito nella seconda versione del 1891 e il Trio op. 50 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composto tra il 1881 e il 1882, dedicato alla memoria dell’amico pianista Nicolaj Rubinstejn appena scomparso. Due capolavori della musica da camera del secondo Ottocento, nati sullo sfondo di circostanze diverse e frutto di due approcci del tutto differenti: alla naturale vocazione di un giovane Brahms al genere cameristico, di cui il Trio op. 8 costituisce la prima prova matura, si contrappone l’avversione da parte di Čajkovskij rispetto all’accostamento timbrico tra archi e pianoforte (e infatti nella sua produzione il Trio op. 50 costituisce un unicum).

Composto da un Brahms appena ventenne negli anni della sua affermazione come compositore, consacrata da Robert Schumann con un entusiastico articolo che lo celebrava come un genio precursore di una nuova sensibilità musicale, in grado di oscurare i compositori a lui contemporanei, il Trio op. 8 costituisce la prima composizione importante nella produzione cameristica brahmsiana: quasi trent’anni separarono questo dai successivi lavori per trio, eppure nei lavori del giovane compositore si riflette un approccio alla musica da camera all’insegna della naturalezza e della spontaneità del discorso musicale tra gli strumenti. Come spiega Giuseppe Martini, la revisione del 1891, che eliminò circa due terzi di musica, “ha depennato inutili difficoltà e prolissità, ma il Trio ha tutta l’aria di un ritrovo di amici in cui c’è chi racconta una rocambolesca peripezia (Allegro con brio), chi rievoca una burla che stava per finire in dramma (Scherzo), chi canticchia una canzoncina di campagna (Adagio non troppo) e chi si scambia opinioni senza prendersi sul serio (Finale)”.

Le diverse circostanze che fanno da sfondo al Trio op. 50 di Čajkovskij “non implicano che il Trio op. 50 sia freddo” scrive Giuseppe Martini. “È semmai al contempo intellettuale (per la presenza di una fuga) e intimista (nel primo tempo, e nei riferimenti alle nenie russe nel secondo), nostalgico e commosso (la decima variazione è un omaggio al Rubinstejn interprete di Chopin)”. Strutturato in due movimenti, un Pezzo elegiaco e un Tema con variazioni, è un lavoro che riflette “una perentorietà e un ottimismo della ragione che sembrano eludere la repulsione fisica di quella morte che si aggira per tutto il pezzo, e non a caso – sarà pure l’avversione per archi con pianoforte – gli strumenti si dispongono in modo da evitare densità, dove gli archi si rarefanno, il pianoforte si assottiglia e viceversa, ma esce vittorioso da ogni difficoltà senza doverci più tornare sopra”.

Formatosi nel 1990 nelle aule del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, nella classe di musica da camera di Pierpaolo Maurizzi, il Trio di Parma si è perfezionato sotto la guida del Trio di Trieste la Scuola di Musica di Fiesole e l’Accademia Chigiana di Siena. Si afferma nel panorama cameristico internazionale ottenendo riconoscimenti prestigiosi, quali Concorso Internazionale “Vittorio Gui” di Firenze, al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Melbourne, al Concorso Internazionale della ARD di Monaco ed al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Lione e, nel 1994, il “Premio Abbiati” come migliore formazione cameristica. Nel 2000 è stato scelto per partecipare all’Isaac Stern Chamber Music Workshop presso la Carnegie Hall di New York. Si esibisce nell’ambito delle più importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero, tra cui Accademia di S. Cecilia di Roma, Società del Quartetto di Milano, Amici della Musica di Firenze, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Filarmonica di Berlino, Carnegie Hall e Lincoln Center di New York, Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Vienna, Sala Moliere di Lione, Filarmonica di S. Pietroburgo, Teatro Colon e Coliseum di Buenos Aires. Ha collaborato con importanti musicisti quali Vladimir Delman, Carl Melles, Anton Nanut, Bruno Giuranna, Simonide Braconi, Alessandro Carbonare, Eduard Brunner e Guglielmo Pellarin; ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI e per numerose emittenti estere (Bayerischer Rundfunk, NDR, WDR, MDR, Radio Bremen, ORT, BBC Londra, ABC-Classic Australia). Ha inciso le opere integrali di Brahms per l’UNICEF, di Beethoven e Ravel per la rivista Amadeus, Schostakovich per Stradivarius (premiato come miglior disco dell’anno 2008 dalla rivista Classic Voice) Pizzetti, Liszt, Schumann e Dvorak per l’etichetta Concerto e Schubert per la Decca. I componenti del Trio di Parma affiancano all’attività concertistica un intenso e costante impegno didattico al Conservatorio di Novara, al Mozarteum di Salisburgo e al Conservatorio di Parma, dove il Trio tiene anche un Master di Alto Perfezionamento in Musica da Camera. Ivan Rabaglia suona un Santo Serafino costruito a Venezia nel 1740 (gentile concessione della Fondazione Pro Canale onlus) ed Enrico Bronzi un Vincenzo Panormo costruito a Londra nel 1775.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Biglietti da 10 a 35 euro. Biglietteria del Teatro Regio di Parma strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it Aperta dal martedì al sabato ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. È inoltre possibile utilizzare i voucher di rimborso ricevuti a fronte degli spettacoli annullati per l’emergenza sanitaria.

PARTNER E SPONSOR DEL TEATRO REGIO DI PARMA

La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Parma Capitale Italiana della Cultura 2021, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partners Chiesi, Crédit Agricole. Main sponsor Iren, Barilla. Sponsor Unione Parmense degli Industriali, Dallara, Opem. Sostenitori GHC Garofalo Health Care, Poliambulatori Dalla Rosa Prati, Glove ICT, CePIM, Oinoe, La Giovane, Agugiaro&Figna, Sicim, Mutti, Parmalat, Colser, Parmacotto, Grasselli. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io ci sto!”. Advisor AGFM. Hospitality Partner Novotel. Con il contributo di Ascom e Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Camera di Commercio di Parma Fondazione Monte Parma. La Stagione Concertistica è realizzati da Società dei Concerti di Parma, con il sostegno di Chiesi, in collaborazione con Casa della Musica. ParmaDanza è realizzata in collaborazione con Arci Caos. Il Concorso Voci Verdiane è realizzato in collaborazione con Comune di Busseto, Verdi l’Italiano. Radio Ufficiale Radio Monte Carlo. Sostenitori tecnici Azzali editori, De Simoni, Milosped, MacroCoop, IgpDecaux, Cavalca, Graphital. Il Teatro Regio di Parma aderisce a Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture.

Parma, 26 novembre 2021

Paolo Maier
Responsabile Area Comunicazione, Ufficio stampa, Progetti speciali
Teatro Regio di Parma, strada Garibaldi, 16/A 43121 Parma – Italia
Tel. +39 0521 203969
p.maier@teatroregioparma.it; stampa@teatroregioparma.it
www.teatroregioparma.it

Teatro Regio di Parma
Sabato 4 dicembre 2021, ore 20.30

Durata 1 ora e 50 minuti circa, compreso un intervallo

TRIO DI PARMA

Violino Ivan Rabaglia
Violoncello Enrico Bronzi
Pianoforte Alberto Miodini

Johannes Brahms

Trio in si maggiore, op. 8 (seconda versione, 1891)

Allegro con brio. Con moto
Scherzo: Allegro molto – Trio: Meno allegro
Adagio non troppo
Finale. Allegro molto agitato

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Trio in la minore, op. 50

Pezzo elegiaco (Moderato assai. Allegro giusto)
Tema con variazioni
Tema. Andante con moto
I. L’ìstesso tempo
II. Più mosso
III. Allegro moderato
IV. L’istesso tempo
V. L’istesso tempo
VI. Tempo di Valse
VII. Allegro moderato
VIII. Fuga: Allegro moderato
IX. Andante flebile, ma non tanto
X. Tempo di Mazurka: Con brio
XI. Moderato – Variazione finale e Coda. Allegro risoluto e con fuoco. Andante con moto. Lugubre

STAGIONE CONCERTISTICA 2021-2022
DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Teatro Regio di Parma

mercoledì 3 novembre 2021 ore 20.30
Pianoforte ALEXANDER LONQUICH

Robert Schumann
Arabeske in do maggiore per pianoforte, op. 18

Robert Schumann
Novelette, op. 21 n. 8

Karl Amadeus Hartmann
Sonata “27 Aprile 1945” (prima versione)

Robert Schumann
Sonata n. 1 in fa diesis minore per pianoforte, op. 11

domenica 28 novembre 2021 ore 20.30
Pianoforte BEATRICE RANA

Fryderyk Chopin
Quattro Scherzi

Claude Debussy
Études, Livre I

Igor Stravinsky
Trois mouvements de Petrouchka

sabato 4 dicembre 2021 ore 20.30
TRIO DI PARMA
Violino Ivan Rabaglia Violoncello Enrico Bronzi Pianoforte Alberto Miodini

Johannes Brahms
Trio, op. 8 (seconda versione, 1891)

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Trio, op. 50

giovedì 3 febbraio 2022 ore 20.30
Pianoforte GIUSEPPE ALBANESE

Carl Maria von Weber
Invito alla danza – trascr. di Carl Tausig

Léo Delibes
“Valzer” da Coppélia – trascr. Ernst von Dohnányi

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Suite da “Lo schiaccianoci” – trascr. di Mikhail Pletnev

Igor Stravinskij
Suite da “L’uccello di fuoco” –  trascr. di Guido Agosti

Claude Debussy
Prélude à l’Après-midi d’un faune – trascr. di Leonard Borwick

Maurice Ravel
La Valse

giovedì 17 febbraio 2022 ore 20.30
Pianoforte ANDRÀS SCHIFF
Il programma verrà presentato dall’artista all’inizio del concerto

domenica 20 febbraio 2022 ore 20.30
Passion Galliano un percorso sui suoi cinquant’anni di carriera
Fisarmonica RICHARD GALLIANO

lunedì 21 marzo 2022 ore 20.30
Violino ANNA TIFU, Pianoforte GIUSEPPE ANDALORO

César Franck
Sonata per violino e pianoforte in la maggiore

Maurice Ravel
Tzigane per violino e pianoforte, in re maggiore, op. 76

Ernest Chausson
Poème, op. 25

Pablo Sarasate
Fantasia da concerto sulla Carmen, op. 25

domenica 29 maggio 2022 ore 17.30
Concerto di chiusura Paganini Guitar Festival 2022
Chitarra DAVID RUSSELL
Musiche di Johann Sebastian Bach, Domenico Scarlatti, Isaac Albéniz, Granados, Goss.

Sabato 4 dicembre 2021, ore 20.30

TRIO DI PARMA
Violino Ivan Rabaglia
Violoncello Enrico Bronzi
Pianoforte Alberto Miodini

Johannes Brahms (1833-1897)
Trio in si maggiore, op. 8
Allegro con brio. Con moto
Scherzo: Allegro molto – Trio: Meno allegro
Adagio non troppo
Finale. Allegro molto agitato

Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Trio in la minore, op. 50
Pezzo elegiaco (Moderato assai. Allegro giusto)
Tema con variazioni
(Andante con moto – I. L’ìstesso tempo – II. Più mosso – III. Allegro moderato –
IV. L’istesso tempo – V. L’istesso tempo – VI. Tempo di Valse – VII. Allegro moderato –
VIII. Fuga: Allegro moderato – IX. Andante flebile, ma non tanto – X. Tempo di Mazurka: Con brio –
XI. Moderato – Variazione finale e Coda. Allegro risoluto e con fuoco. Andante con moto. Lugubre)

Sul primo Trio per archi e pianoforte di Brahms si è soliti snocciolare la solita litania, Brahms giovane e ingenuo, Brahms e la vocazione per la musica da camera, Brahms che chissà se vola alto oppure tra i fiori (si chiedeva Schumann in quei giorni), Brahms che rifà e migliora il Trio trentacinque anni dopo. Anche sul Trio di Čajkovskij si ripete sempre che lo ha fatto come per una mattana, visto che non sopportava la mistura timbrica di quei tre strumenti. Ma se si affiancano i due Trii, ecco che analogie e differenze si specchiano.
Brahms scrive l’op. 8 a vent’anni, Čajkovskij l’op. 50 a quarantadue; Brahms ha sempre fatto fatica con la scrittura sinfonica (il che non ha escluso capolavori), Čajkovskij decisamente no; Čajkovskij scrive in mortem dell’amico compositore Nikolaj Rubinstejn, Brahms alla vigilia di quella del suo mèntore Robert Schumann; il Trio di Brahms nasce non tra i fiori ma nella bruma nordica di Hannover, quello di Čajkovskij nell’inverno mite di Roma. Ed è persino divertente osservare che Čajkovskij fa un Trio in due movimenti, come l’ultima sonata per pianoforte di quel Beethoven che passa per essere il totem di Brahms e, come quella, con il secondo basato su variazioni, che in teoria sono il grimaldello formale che secondo Schönberg farebbe di Brahms un progressista prenovecentesco.
Insomma, non è tutto vero quello che sembra. E volendo cercare un briciolo di calore in più fra i due Trii, non è il sole romano ad averlo offerto, ma la rude Hannover. È vero, la revisione ha depennato inutili difficoltà e prolissità, ma il Trio di Brahms ha tutta l’aria di un ritrovo di amici in cui c’è chi racconta una rocambolesca peripezia (Allegro con brio), chi rievoca una burla che stava per finire in dramma (Scherzo), chi canticchia una canzoncina di campagna (Adagio non troppo) e chi si scambia opinioni senza prendersi sul serio (Finale), anche se dopo il maquillage del 1891 in cui Brahms diceva di non aver messo la parrucca al Trio ma solo di avergli «pettinati e ravviati un po’ i capelli» (in realtà ha fatto fuori due quinti di musica), la combriccola ora assomiglia all’incontro non di giovanotti ma di pacati borghesi in vacanza in una di quelle località alpine che il Brahms cinquantenne frequentava per rinfrescare l’ispirazione e occhieggiare alla postina del paese.
Ciò non significa che il Trio di Čajkovskij sia freddo. È semmai al contempo intellettuale (ci mette una fuga) e intimista (il primo tempo, i profumi di nenie russe nel secondo), nostalgico e commosso (la decima variazione è un omaggio al Rubinstejn interprete di Chopin), con una perentorietà e un ottimismo della ragione che sembrano eludere la repulsione fisica di quella morte che si aggira per tutto il pezzo, e non a caso – sarà pure l’avversione per archi con pianoforte – gli strumenti si dispongono in modo da evitare densità, dove gli archi si rarefanno, il pianoforte si assottiglia e viceversa, ma esce vittorioso da ogni difficoltà senza doverci più tornare sopra.
Giuseppe Martini.

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