Serena conduce operaclassica eco italiano.

Teatro di San Carlo

MeMus, il Pubblico si mette in Mostra
Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo
Il Lirico di Napoli inaugura un nuovo percorso espositivo
dedicato ai propri spettatori
Da sabato 18 dicembre

Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo è la nuova Mostra con cui il Teatro di San Carlo, a partire da sabato 18 dicembre, ha deciso di celebrare il proprio pubblico, dopo un lunghissimo periodo in cui è stato il grande assente.
In una prospettiva ribaltata, in cui è il Teatro a guardare ai propri spettatori, il pubblico diventa protagonista assoluto di un racconto che si sviluppa negli spazi del MeMus, all’interno del Palazzo Reale di Napoli.
Questa narrazione visiva e audiovisiva che parte per lo più dagli anni Cinquanta del Novecento e arriva fino alla contemporaneità, si snoda attraverso fotografie, libretti, biglietti, abbonamenti, oggetti vari, abiti e accessori, ma anche testimonianze dirette del pubblico di oggi.
Gli spettatori, che nel rito dell’andare a teatro cambiano mode e gusti, sono lo specchio di una società che si evolve, cambia pelle, muta lo stile, sono un caleidoscopio attraverso cui poter riconoscere tutte le trasformazioni culturali e storiche dei tempi.
L’allestimento museale valorizza le raccolte documentarie che costituiscono il patrimonio archivistico del Teatro di San Carlo, in particolare, il fondo fotografico dell’Archivio Storico del San Carlo, oggetto di un recente intervento di digitalizzazione dell’intera serie di fotografie di scena, ritratti, album, cartelloni, sostenuto dalla Regione Campania nell’ambito di una serie di azioni supportate dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania.
Non mancano alcuni storici scatti dell’Archivio fotografico “Riccardo Carbone”, partner nell’ambito della fitta rete istituzionale attivata sul progetto, nella quale trova posto anche il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone – Museo del tessile e dell’abbigliamento “Elena Aldobrandini”.
Usi e costumi del pubblico sancarliano vengono fuori anche da racconti di storici frequentatori del Teatro, come Sergio Ragni, curatore di diverse iniziative, progetti editoriali e mostre realizzate a MeMus negli ultimi dieci anni.

“Il rapporto del pubblico con lo spettacolo – afferma il sovrintendente Stéphane Lissner – si vede anche nel modo in cui lo spettatore si veste per andare a teatro. Come ho potuto constatare sia Alla Scala che al San Carlo, l’eleganza non è solo un fattore generazionale, perché anche i giovani hanno più cura del loro abbigliamento quando hanno in programma una serata ad un teatro d’opera; dunque qual è il motivo di questa attenzione, e perché è così legata all’opera e non ad un’altra rappresentazione? Io credo che, particolarmente in Italia, questa consuetudine nasca da un retaggio storico e culturale, la lirica rappresenta nella storia dell’uomo un evento sociale ed intellettuale in cui la comunità aveva modo di assistere ad uno spettacolo straordinario insieme al Re e alla nobiltà, e per dimostrare di essere all’altezza di questa comunione doveva apparire nel migliore dei modi possibili. Ancora oggi, sebbene assente la monarchia, all’interno dei teatri d’Europa e principalmente al San Carlo di Napoli, si respira un’atmosfera sospesa nel tempo in grado di evocarci un passato lontano, facendoci vivere una età dell’oro che abbiamo sempre immaginato e che arricchendosi, colorandosi, mutandosi è ancora nostra”.
“Abito questo teatro da oltre vent’anni – racconta la direttrice generale Emmanuela Spedaliere che della mostra è ideatrice e curatrice assieme a Giovanna Tinaro e Giusi Giustino – e sono stata testimone di oltre quattromila alzate di sipario. Sotto i miei occhi un pubblico di appassionati e non, di ogni età e provenienza. Ogni volta ho assistito alla funzione che il pubblico svolge in un luogo in cui si possono recitare regole sociali e valori. E accanto al rito ho visto riflesse, all’interno della platea, le abitudini della società rappresentata: in scena tutti, come attori di un’opera che si svolgeva dall’altra parte del palcoscenico. Frequentare l’opera ha un significato diverso rispetto alle altre forme d’arte: è un’esperienza emozionale ma anche sociale. Il teatro d’ opera nella storia è sempre stato strettamente connesso alla moda. A teatro come al cinema, i registi e i costumisti hanno da sempre decretato mode e modi di essere nella società reale”.

Rossana Russo,
Responsabile della comunicazione creativa e strategica e relazioni con la Stampa
r.russo@teatrosancarlo.it
cell 3357431980

Giulia Romito,
Comunicazione e Stampa
g.romito@teatrosancarlo.it 0817972301

1952 Prova generale dell’opera Otello al Teatro San CarloIngridBergman@aRCHIVIOcARBONE scn_026_0719_009@

1952_San Carlo_Otello 1952_Rossellini_Bergman_10004

1967 Sophia Loren alla prima del film C’era una volta scn_591_6251_008@ArchivioCarbone

Teatro di San Carlo
A Natale regala il San Carlo con Card2Natale
E la nuova pochette targata Zizì bags

Anche quest’anno con la Card2Natale o la nuova borsa da sera del San Carlo realizzata da Zizì bags sarà possibile regalare l’emozione della grande musica e sorprendere una persona cara.
La speciale gift card, disponibile in edizione limitata fino al 6 gennaio, include infatti l’ingresso per due spettacoli a scelta tre le opere, gli spettacoli di danza e i concerti della Stagione 2021/22 in programma al Teatro di San Carlo al prezzo di 120 euro.
In alternativa è possibile convertire i due tagliandi in due ingressi per uno stesso spettacolo e venire a teatro in compagnia.

Ultima arrivata tra i gadget e il merchandising disponibili allo shop del Teatro (https://shop.teatrosancarlo.it/it/12-merchandising), è la nuova pochette da sera del Teatro di San Carlo realizzata interamente a mano da Zizì bags con decorazioni ispirate agli elementi architettonici della sala del Teatro.

Le Zizì bags sono borse originali ed eleganti, interamente realizzate a mano. Ogni creazione è stata ideata e realizzata dall’81enne Carmela Piscopo, che ha dedicato una vita intera alle realizzazioni artigianali. La creatrice, Carmela Piscopo, originaria di Napoli e rimasta vedova giovanissima all’età di 25 anni con due bambini, ha messo al centro di tutto, con grande impegno amorevole, la famiglia.
Le caratteristiche delle “Zizì bags”, interamente realizzate a mano in crochet, utilizzano materiali accuratamente ricercati e già utilizzati in altre occasioni – come le fodere e le fettucce in velluto – così da dare un significato anche storico ad ogni prodotto.
Ogni creazione prodotta artigianalmente è rifinita con cura e originalità. Le borse inoltre presentano spesso delle fibbie simboliche e alcune sono impreziosite dai gioielli realizzati a mano dalla designer Antonella Lanini che ha realizzato anche un gioiello che simboleggia lo stemma del Teatro San Carlo, con i caratteristici angeli realizzati in argento, bronzo e in ceramica. Tutto ciò aggiunge quel tocco di esclusivo alle Zizì Bags.
Zizì a 80 anni ha iniziato ad intrecciare borse senza sosta, la Sirena – di “Gioielli Leucosia” di Antonella Lanini – ha posato sopra i suoi bronzi e i suoi argenti e la più giovane Brenda, con spirito di innovazione, ha sfruttato le potenzialità del web e della contemporaneità.
Indossare una Zizì bag vuol dire anche indossare tanta energia, sinergia, amore e women power!

 

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *