L’edificio è caratterizzato da un grande cilindro centrale che collega diversi i piani e gli spazi abitativi, quelli di studio e quelli espositivi, in una continua compenetrazione. La raccolta, nella quale sono pure inserite opere dello stesso Brindisi, comprende circa duemila esemplari e documenta molte delle principali correnti artistiche del Novecento a livello internazionale, con un particolare accento sulla Milano degli anni compresi tra i Cinquanta e i Settanta. Sono da segnalare, in particolare, le grandi opere integrate all’architettura, tra cui il graffito di Lucio Fontana, le sculture di Arturo Martini e di Giò Pomodoro. Nella collezione del museo figurano, tra i maestri del primo Novecento, Medardo Rosso, Alberto Savinio, Giacomo Balla, mentre il secondo Novecento è rappresentato da esponenti di importanti correnti quali lo Spazialismo e il Movimento Nucleare, Nouveau Réalisme, Pop (tra cui Arman, Cèsar, Rotella, Hains, Schifano, Warhol) e molti altri. Tra i maestri del design, oltre a Nanda Vigo, opere e arredi originali di epoca di Bruno Munari, Achille Castiglioni, Giò Colombo.
Dopo la scomparsa dell’artista, il museo e l’intero patrimonio in esso conservato sono stati acquisiti dal Comune di Comacchio, per volontà testamentaria dello stesso Brindisi.
Si ricorda che il programma culturale della Casa Museo Renzo Savini propone per la stagione 2022 i seguenti incontri:
- Giovedì 5 Maggio 2022 ore 18.30 – Presentazione del libro “L’arte dello styling. Come raccontarsi attraverso i vestiti”, di Antonio Mancinelli e Susanna Ausoni, in collaborazione con Daniela Campogrande di Campogrande Concept.
- 11 Maggio 2022 – Lavinia Savini, avvocato specializzato in proprietà intellettuale e diritto dell’arte, tratterà il tema attualissimo dell’Arte digitale e NFT Art.
- 13-15 Maggio 2022 – Apertura dei salotti della Casa Museo in concomitanza con Arte Fiera.
CENNI BIOGRAFICI SU REMO BRINDISI
Remo Brindisi (Roma, Roma, 25 aprile 1918 – Lido di Spina, 25 luglio 1996) trascorre la sua infanzia tra Roma e Pescara. Compie la sua formazione da artista seguendo i corsi di scenografia presso il Centro Sperimentale di Roma e parallelamente le lezioni serali alla Scuola Libera di nudo dell’Accademia di Belle Arti; poi vince una borsa di studio presso l’Istituto Superiore d’Arte per l’Illustrazione del Libro di Urbino. Dopo il diploma si trasferisce a Firenze, dove entra in contatto con il circolo di Ardengo Soffici e Ottone Rosai, che gravitava attorno alle riunioni al Caffè delle Giubbe Rosse. Nel 1947 si trasferisce a Milano e il suo successo comincia a consolidarsi. Partecipa a tre Biennali veneziane nel 1948, 1950 e 1952. Alla metà degli anni Cinquanta trascorre qualche tempo a Parigi, frequentando l’ambiente esistenzialista e lo stesso Jean Paul Sartre.
La sua sensibilità verso la fruizione libera e pubblica dell’arte come occasione di crescita personale e di vita, si concretizza soprattutto nell’esperimento del Museo del Lido di Spina, realizzato senza nessun contributo pubblico. Il museo era da lui definito con il termine “alternativo” per sottolineare l’apertura verso la sperimentazione e la democratizzazione dell’arte.
Brindisi è stato pittore, scultore, illustratore, scrittore, scenografo, curatore di iniziative culturali. Fu inoltre presidente della Triennale di Milano, commissario alla Biennale di Venezia, insignito della medaglia d’oro per meriti culturali dal Ministro della Pubblica Istruzione.
Il Comune di Comacchio gli ha tributato la cittadinanza onoraria per il contributo offerto al patrimonio culturale della città con la creazione del suo museo, dove ha scelto di trascorrere gli ultimi tempi della sua vita.
CENNI BIOGRAFICI SU RENZO SAVINI
Renzo Savini (19 settembre 1931 – 13 luglio 2018) è stato un umanista di formazione classica, originario di Bagnacavallo (RA), e ha frequentato l’esclusivo Collegio La Quercie, laureandosi poi in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna.
Grande collezionista ed artista, anticipava i tempi per la sua sensibilità e con ingegno sapeva cercare e accostare oggetti, creando una commistione di materiali e contrasti tra epoche diverse. Questi accostamenti avvenivano con meticolosità e puntualità, soprattutto nel fedele utilizzo dei materiali di supporto, come ad esempio chiodi di cornici o vetri spesso coevi al dipinto.
Savini era inoltre un collezionista di curiosità: dai bastoni di passeggio ai burattini, dai giocattoli alle sculture lignee, dalle maioliche emiliane alle gigantesche scenografie teatrali, ogni singolo oggetto rappresentava un frammento della sua vita e dei momenti da cui essa era scandita.
L’assemblaggio degli oggetti nelle sue opere rappresenta l’espressione massima dell’Uomo/Artista, del suo temperamento, della sua creatività, del suo gusto e della sua raffinata conoscenza e cultura, della sua genialità.