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Domenica 10 aprile 2022 alle ore 20 il maestro Sir Mark Philip Elder, in sostituzione di Franz Welser-Möst, sul podio della sala “Zubin Mehta” per l’ultimo appuntamento sinfonico prima dell’inizio dell’84ºFestival del Maggio Musicale Fiorentino: in programma le musiche di Franz Joseph Haydn e di Wolfgang Amadeus Mozart.  

Al fianco del maestro quattro solisti: Lenneke Ruiten, Marie-Claude Chappuis, Matthew Swensen e Alessandro Luongo. 

 

Il ricavato del concerto verrà devoluto al Comune di Firenze per le iniziative che la Città sta organizzando

per il sostegno dei profughi ucraini a Firenze. 

 

 

Firenze, 8 aprile 2022 – Ultimo concerto sinfonico prima dell’inizio dell’84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino: il maestro Sir Mark Philip Elder, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio Musicale torna sul podio del Maggio in sostituzione di Franz Welser-Möst che ha dovuto rinunciare per una indisposizione. Sir Mark torna a Firenze a distanza di quasi vent’anni dalla sua ultima direzione: nel settembre del 2003, diresse Il Trovatore di Giuseppe Verdi, con la regia di Pier Luigi Pizzi. In programma per il concerto del 10 aprile, il Preludio dall’oratorio di Die Schöpfung (“La Creazione”) di Franz Joseph Haydn, rappresentato la prima volta in forma privata il 29 aprile 1798 per essere poi presentato pubblicamente l’anno successivo; l’aria «Ah, lo previdi/Ah, t’invola agli occhi miei» K. 272 per soprano e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, appartenente al gruppo di arie da concerto firmate da Mozart negli anni salisburghesi e in conclusione la Missa in tempore belli (o Paukenmesse) in do maggiore Hob. XXII.9 per soli, coro e orchestra di Franz Joseph Haydn: seconda delle sei messe composte fra il 1796 e il 1802, fu scritta al ritorno di Haydn da Londra nel 1796.

Al fianco del maestro quattro solisti: Lenneke RuitenMarie-Claude ChappuisMatthew Swensen e Alessandro Luongo. Il maestro del coro è Lorenzo Fratini.

Sir Mark Philip Elder torna dunque sul podio del Maggio a quasi vent’anni di distanza dal suo ultimo impegno al Maggio. Il maestro Elder è direttore musicale della Hallé Orchestra di Manchester dal settembre 2000, è stato direttore musicale della English National Opera (1979-1993), direttore ospite principale della Symphony Orchestra di Birmingham (1992 – 1995) e direttore musicale della Rochester Philharmonic Orchestra, USA (1989 – 1994). Ha ricoperto inoltre incarichi come direttore ospite principale della BBC Symphony Orchestra e dei London Mozart Players.

Ha lavorato con molte delle più importanti orchestre sinfoniche del mondo, tra cui la Filarmonica di Berlino, l’Orchestre de Paris, la Chicago Symphony, la Boston Symphony, la Royal Concertgebouw, la Budapest Festival Orchestra e la London Philharmonic. È un artista principale dell’Orchestra of the Age of Enlightenment e lavora regolarmente con la London Symphony Orchestra. Lavora regolarmente nei più importanti teatri d’opera internazionali, tra cui Royal Opera House Covent Garden, Metropolitan Opera New York, Opéra National de Paris, Lyric Opera of Chicago e il Glyndebourne Festival Opera. Altri impegni come direttore ospite lo hanno portato al Festival di Bayreuth (dove è stato il primo direttore d’orchestra inglese a dirigere una nuova produzione), Monaco, Amsterdam, Zurigo, Ginevra, Berlino e al Festival di Bregenz.

Sir Mark Philip Elder ha effettuato numerose registrazioni con orchestre tra cui la Hallé, la London Philharmonic, la Royal Concertgebouw Orchestra, la City of Birmingham Symphony Orchestra, la BBC Symphony, con un repertorio che spazia da Verdi, Strauss e Wagner alla musica contemporanea. Nel 2003 la Hallé ha lanciato la propria etichetta discografica e le pubblicazioni hanno riscosso il plauso universale della critica, culminando con i Gramophone Awards per Il sogno di Gerontius di Edward Elgar nel 2009 e Götterdämmerung ed Elgar’s Violin Concerto nel 2010. La recente uscita di Siegfried ha completato il suo Der Ring des Nibelungen su disco con la Hallé. Una registrazione dal vivo di Lohengrin è stata recentemente pubblicata dalla Royal Concertgebouw Orchestra.

Sir Mark è stato nominato “Companion of Honor” ai Queen’s Birthday Honours del 2017 ed è stato nominato cavaliere nel 2008. Ha vinto un “Olivier Award” nel 1991 per il suo eccezionale lavoro presso la English National Orchestra e nel maggio 2006 è stato nominato “Direttore del Anno” dalla Royal Philharmonic Society. Nel 2011 è stato nominato membro onorario della Royal Philharmonic Society.

Lenneke Ruiten, al suo debutto sul palco della sala Mehta, torna al Maggio a pochi anni di distanza dalla sua ultima esibizione, avvenuta nel dicembre del 2019 sotto la direzione del maestro Ádám Fischer nel corso di un concerto sinfonico. Il soprano è una delle voci più stimate e apprezzate degli ultimi anni: dopo aver studiato al Conservatorio dell’Aia e all’Accademia Teatrale di Monaco ha vinto numerosi premi, tra cui quello del “Concorso internazionale Hertogenbosch”. Nei primi 10 anni della sua carriera si è concentrata principalmente sulle esibizioni concertistiche: insieme al maestro John Eliot Gardiner ha affrontato diverse tournée con la English Baroque Orchestra e il Monteverdi Choir, eseguendo i Vespri di Monteverdi, le cantate soliste di Bach (Jauchzet Gott in allen Landen e Weichet nur, betrübte Schatten) e la Messa in si minore. Nel 2019 ha cantato il suo primo Requiem di Verdi con Gardiner durante il Festival Saint Denis di Parigi.
È una presenza stabile su numerosi palcoscenici internazionali nei ruoli mozartiani di Konstanze (Il ratto dal serraglio), Pamina (Die Zauberflöte), Susanna (Le nozze di Figaro), Fiordiligi (Così fan tutte) e Donna Anna (Don Giovanni), oltre a Almirena (Rinaldo), Ophélie, Xenia, Iphigénie (Iphigénie en Tauride) e Lucia (Lucia di Lammermoor).
Marie-Claude Chappuis, anch’essa di ritorno al Teatro del Maggio dopo il concerto di fine anno diretto dal maestro Zubin Mehta, ha compiuto i suoi studi presso il conservatorio di musica della di Friburgo in Svizzera e presso l’ “Università Mozarteum” di Salisburgo. Essendo stata per la prima volta un membro fisso dell’ensemble dell’Opera di Innsbruck, guidato all’epoca da Brigitte Fassbaender, è riuscita presto a raggiungere i più importanti palcoscenici musicali internazionali. È stata anche ospite del Theatre an der Wien, del Teatro alla Scala, del Teatro Real di Madrid, del Teatro di San Gallo e del Grand Théâtre de Genève. Parallelamente è attiva sul palcoscenico concertistico avendo recentemente cantato con l’Orchestre de la Suisse Romande, il Giardino Armonico, la New Japan Philharmonic e la London Philharmonic Orchestra.

Il tenore Matthew Swensen, che al Maggio ha già preso parte a numerosi spettacoli, ultimo il Falstaff andato in scena fra il novembre e il dicembre del 2021 diretto da John Eliot Gardiner per la regia di Sven-Erich Bechtolf, si è laureato alla Juilliard School, dove ha studiato con Robert C. White. Ha completato gli studi presso la “Eastman School of Music” sotto la guida dei suoi genitori Robert Swensen e Kathryn Cowdrick. Dal suo debutto nel 2017 con la Bavarian State Radio Orchestra, si è esibito in gran parte d’Europa: all’Oper Frankfurt, alla Staatsoper di Hannover, all’Hamburg Symphoniker, alla Residenz Kammer Orchester München e al Theater Basel.

Alessandro Luongo, fra i protagonisti della recente Madama Butterfly andata in scena a dicembre 2021 diretta da Francesco Ivan Ciampa per la regia di Chaira Muti, è uno dei baritoni più promettenti della sua generazione e ha già avuto modo di calcare alcuni fra i più importanti palcoscenici del mondo, fra i quali Teatro Real di Madrid, Teatro alla Scala, Théâtre des Champs-Élysées de Paris, Teatro Regio di Torino, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Teatro di San Carlo, Filarmonico di Verona, Ravenna Festival, Teatro Carlo Felice di Genova. Ha collaborato con prestigiosi direttori quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Fabio Luisi, Michele Mariotti, Seiji Ozawa, Bruno Campanella ed Evelino Pidò, e con registi come Pier Luigi Pizzi, Jean-Louis Grinda, Cristina Mazzavillani, Andrea De Rosa e Damiano Micheletto. Luongo tornerà inoltre nel volgere di poche settimane al Maggio nel ruolo de Il conte di Almavia nelle Nozze di Figaro previste nel corso del 84º Maggio Musicale Fiorentino.

Il programma:

Franz Joseph Haydn  

Die Schöpfung (“La Creazione”), preludio dall’oratorio 

Dopo il secondo soggiorno londinese, nel 1795 Haydn rientrò a Vienna con un bagaglio pieno di successi e soddisfazioni ma anche di nuovi progetti. L’impresario Salomon infatti, ritenendo Haydn il degno erede di Händel nel genere dell’oratorio, aveva fornito al compositore prima della partenza un libretto sulla creazione del mondo che Haydn metterà in musica poco tempo dopo, tra il 1796 e il 1798. L’oratorio per soli, coro e orchestra Die Schöpfung (La creazione) fu rappresentato la prima volta in forma privata il 29 aprile 1798 a Palazzo Schwarzenberg per essere poi presentato pubblicamente l’anno successivo (19 marzo 1799) al Teatro di Porta Carinzia, dove fu accolto da un successo grandioso. Il testo della Creazione, firmato da un tale sig. Lidley e tradotto in tedesco per Haydn dal barone Gottfried van Swieten, si basa su tre fonti distinte: i libri della Genesi e dei Salmi della Bibbia e il Paradiso perduto di John Milton. La partitura è divisa in tre sezioni: le prime due seguono fedelmente la narrazione della Genesi e vedono impegnate le tre voci soliste degli arcangeli – Gabriel (soprano), Uriel (tenore) e Raphael (basso) – nella descrizione dei sei giorni in cui Dio creò dal caos primordiale gli elementi, la natura benevola, il mondo animale e infine l’uomo. La terza e ultima sezione è dedicata invece alla descrizione del Giardino dell’Eden in cui il soprano e il basso solisti sono chiamati a dar voce ad Adamo ed Eva. Gli interventi in recitativo degli arcangeli costituiscono dunque il filo conduttore di una narrazione che alterna arie solistiche e duetti di incantevole bellezza sonora, interventi corali monumentali, atti a celebrare la grandezza di Dio e del suo operato, ed episodi orchestrali descrittivi degli elementi di natura (luce, vento, tuono, pioggia, onde del mare) e della fauna (insetti, cervi, animali feroci). Un esempio su tutti è l’ouverture iniziale in cui Haydn rappresenta il disordine cosmico attraverso modulazioni continue e cromatismi che accrescono la suspense fino al luminoso e perentorio accordo che sigla il ‘Fiat lux’ annunciato dal coro.

Wolfgang Amadeus Mozart

«Ah, lo previdi/Ah, t’invola agli occhi miei» K. 272 per soprano e orchestra 

Il Recitativo e aria in do minore per soprano e orchestra Ah, lo previdi! Ah, t’invola agli occhi miei K. 272appartiene alle gruppo di arie da concerto firmate da Mozart negli anni salisburghesi. La lunga scena drammatica, articolata in quattro sezioni di forte impatto, fu realizzata nel 1777 per l’amica Josepha Duschek, soprano praghese dalle doti eccezionali. In questa pagina Mozart è particolarmente attento a restituire fedelmente in musica il carattere della protagonista Andromeda, disperata e affranta per la morte di Perseo. Se infatti il recitativo iniziale è scandito da accenti decisi e veementi, la cavatina finale (Deh, non varcar quell’onda) è un’aria sublime costruita su una struggente melodia accompagnata dal timbro malinconico dell’oboe.

Franz Joseph Haydn 

Missa in tempore belli (o Paukenmesse) in do maggiore Hob. XXII.9 per soli, coro e orchestra 

Al rientro dai fortunati soggiorni londinesi, nel 1795 Haydn riprese le sue funzioni di Kappelmeister presso la famiglia Esterházy. Alle dipendenze del nuovo principe Nicolaus II le mansioni di Haydn erano tuttavia più limitate e l’unico impegno ufficiale richiesto prevedeva la composizione di una messa ogni anno da eseguirsi a Eisenstadt in occasione dell’onomastico della principessa Maria Ermenegilda. Così nell’arco di sei anni, tra il 1796 e il 1802, Haydn produsse sei opere di ampie proporzioni e dalle sonorità sfarzose che testimoniano la maturità stilistica raggiunta nel genere. La Missa in tempore belli o Paukenmesse per soli, coro e orchestra, seconda delle sei messe, fu composta nel 1796. Il doppio epiteto è legato da un lato alle vicende belliche che vedevano coinvolto in quel momento l’impero austro-ungarico, il cui esercito era stato sconfitto in Italia dalle armate di Napoleone, e dall’altro al particolare impiego dei timpani in partitura, soprattutto nell’Agnus Dei. Nella Missa in tempore belli ogni sezione dell’ordinarium Missae – KyrieGloriaCredoSanctusBenedictus,Agnus Dei – è divisa in sottosezioni contrastanti in cui si alternano brani in contrappunto (come la scrittura fugata del Credo) e altri di gusto spiccatamente profano in cui emergono le voci dei solisti (come nel Sanctus e nel Benedictus). Il brano più noto e peculiare della messa rimane l’Agnus Dei finale dove Haydn inserisce elementi musicali militareschi – i famosi interventi dei timpani e gli squilli di tromba – per alludere agli eventi bellici in corso e sottolineare la drammaticità dell’intonazione corale. Una pagina di grande suggestione a cui guardò anche Beethoven per la sua Missa solemnis. 

Direttore
Sir Mark Philip Elder

Soprano Lenneke Ruiten

Mezzosoprano Marie-Claude Chappuis

Tenore Matthew Swensen
Baritono Alessandro Luongo 

Prezzi: Settore D: 25€  Settore C: 40€  Settore B: 70€  Settore A: 100€

 

 

 

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