STAGIONE 2022 – 2023
DEL TEATRO REGIO DI PARMA
STAGIONE LIRICA
Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart,
Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa,
Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea,
Les Noces di Igor’ Stravinskji insieme a Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
5 titoli e 16 recite da gennaio a maggio compongono la Stagione Lirica.
Per Capodanno al Regio due appuntamenti speciali.
STAGIONE CONCERTISTICA
La Filarmonica Arturo Toscanini con Valery Sokolov diretta da Stanislav Kochanovsky inaugura la Stagione Concertistica, realizzata da Società dei Concerti di Parma, nel primo dei 6 concerti che, da gennaio a maggio, vedono protagonisti
Mario Brunello, Giovanni Sollima, l’Orchestra da Camera di Perugia diretta da Enrico Bronzi con Giuseppe Gibboni, Grigory Sokolov, Leonora Armellini,
Zoran Dukic e Aniello Desiderio.
PARMADANZA
Don Juan FND/Aterballetto, Giselle Compagnia Daniele Cipriani,
L’Heure Exquise Alessandra Ferri e Thomas Whitehead,
Nozze di sangue e Suite flamenca Compagnia Antonio Gades
4 appuntamenti da gennaio a maggio compongono ParmaDanza
REGIOYOUNG
La nuova opera per l’infanzia Il libro della giungla,
Cartoons!, Va’, Peppino, Il matrimonio segreto,
Il flauto magico, Acquaprofonda, l’esperienza di Una notte all’opera,
Imparolopera e Opera meno nove, i laboratori per gli insegnanti: tornano i classici di di RegioYoung insieme a tante novità per bambini e ragazzi da 0 a 14 anni, per divertirsi e scoprire il mondo dell’opera sin da piccoli.
INCONTRI, LABORATORI, PROVE APERTE
La IV edizione del workshop e del concorso Scrivere d’Opera, gli inviti all’ascolto di Prima che si alzi il sipario, le prove riservate agli under30 e al pubblico,
il 194° compleanno del Regio celebrato col prestigioso volume edito da Scripta Maneant
CAPODANNO AL REGIO
Due occasioni per festeggiare insieme al Teatro Regio di Parma il nuovo anno in un’atmosfera di gioia e leggerezza.
L’operetta in tre atti Il paese dei campanelli musica di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato su libretto di Carlo Lombardo, va in scena sabato 31 dicembre 2022, ore 21.00, alla vigilia dell’anno in cui ricorre il centenario del titolo, rappresentato per la prima volta il 23 novembre 1923. La Compagnia Corrado Abbati porta in scena l’operetta nell’allestimento del Teatro Verdi di Trieste, con la regia di Corrado Abbati, la direzione di Alberto Orlandi, le coreografie di Francesco Frola.
Il Concerto di Capodanno, domenica 1 gennaio 2023, ore 18.00, realizzato da Società dei Concerti di Parma, vede protagonisti i Filarmonici di Busseto con Corrado Giuffredi (clarinetto), Cesare Chiacchiaretta (fisarmonica), Giampaolo Bandini (chitarra), Roger Catino (percussioni), Antonio Mercurio (contrabbasso), che eseguiranno musiche di Johann Strauss, Giuseppe Verdi, Nino Rota, Ennio Morricone, George Gershwin, Astor Piazzolla.
STAGIONE LIRICA
5 titoli e 16 recite, da gennaio a maggio, compongono la Stagione Lirica 2023 del Teatro Regio di Parma: Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, Les noces di Igor’ Stravinskji insieme a Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Don Giovanni, dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, torna al Teatro Regio di Parma dopo 29 anni giovedì 12 gennaio 2023 ore 20.00 (recite domenica 15 gennaio ore 20.00, giovedì 19 gennaio ore 20.00, sabato 21 gennaio, ore 15.30) nell’allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli, in coproduzione con As.Li.Co. e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. Tratto dal dramma El burlador de Sevilla y convidado de piedra di Tirso de Molina attraverso il libretto Don Giovanni o sia Il convitato di pietra di Giovanni Bertati per Giuseppe Gazzaniga, l’opera va in scena con la regia di Mario Martone ripresa da Raffele Di Florio, le scene e i costumi di Sergio Tramonti, le luci di Pasquale Mari, i movimenti coreografici di Anna Redi. Corrado Ravaris dirige l’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. In scena Vito Priante (Don Giovanni), Mariangela Sicilia (Donna Anna), Marco Ciaponi (Don Ottavio), Giacomo Prestia (Il Commendatore), Carmela Remigio (Donna Elvira), Riccardo Fassi (Leporello), Fabio Previati (Masetto), Enkeleda Kamani (Zerlina).
“Ho avuto la visione della tribuna di questo Don Giovanni in una notte insonne – racconta il regista Mario Martone. Un’apparizione improvvisa, generata da chissà quale gorgo psichico, qualcosa tra il teatro elisabettiano, una arena spagnola, degli scranni di tribunale: tutti i personaggi dell’opera di Mozart e Da Ponte schierati insieme, in una sintesi sincronica dell’insieme vitale che lo slancio di Don Giovanni fende, conquista e offende, tutti, attori e spettatori allo stesso tempo. Nel sogno la tribuna progressivamente si svuotava, e venivano a galla la solitudine, l’apparizione del castigo e della morte, il crollo, e infine il senso di vuoto che avvolge l’ascoltatore nell’apparente lieto fine dell’opera. A quel sogno ho provato a restare fedele. Lo spettacolo si protende verso la platea attraverso dei bracci che avvolgono l’orchestra e che è costituito da un solo elemento scenografico (la tribuna), esattamente come nelle altre mie messe in scena delle opere della trilogia di Mozart e Da Ponte. Teatro fluido, dunque, e non schematizzato per immagini definite, nel tentativo di far arrivare musica e parole dritte all’inconscio degli spettatori. Del resto, se gli si volesse scattare una fotografia, Don Giovanni verrebbe mosso: in quanto tempo si svolge l’azione dell’opera? Quanti anni ha? È giovane o è un uomo maturo? Domande a cui è impossibile dare una risposta certa. Travestimenti, luoghi oscuri e porte smarrite serpeggiano lungo la partitura. Il congegno narrativo di quest’opera è un labirinto, stranamente più simile a una sceneggiatura che a un canovaccio teatrale. Lo spettacolo che abbiamo creato prova ad assecondarne il mistero”.
Il matrimonio segreto, dramma giocoso in due atti di Domenico Cimarosa, su libretto di Giovanni Bertati, torna al Teatro Regio di Parma dopo 58 anni venerdì 10 febbraio 2023 ore 20.00 (recite domenica 12 febbraio ore 20.00, venerdì 17 febbraio ore 20.00, domenica 19 febbraio, ore 15.30). Roberto Catalano firma la regia del nuovo allestimento realizzato in coproduzione con Ópera de Tenerife e Teatro Massimo di Palermo, con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Fiammetta Baldiserri, i movimenti coreografici di Sandhya Nagaraja, la direzione di Davide Levi sul podio dell’Orchestra Cupiditas. Protagonisti Giulia Mazzola / Veronika Seghers (Carolina), Antonio Mandrillo / Bekir Serbest (Paolino), Claire Gascoin / Maria Gaudenzi (Fidalma), Francesco Leone / Ignas Melnikas (Geronimo), Eleonora Nota / Marilena Ruta (Elisetta), Jan Antem / Ramiro Maturana (Conte Robinson).
“Geronimo indugia di fronte alla foto della sua città, Napoli, assorto in quella certa malinconia che coglie chi ha abbandonato il proprio paese per cercare fortuna altrove – racconta il regista Roberto Catalano. Siamo nella New York degli anni ’50, siamo a Broadway, all’interno della Geronimo & Co., la boutique del dolce dove viene confezionato il babà più prestigioso che sia mai stato prodotto. Carolina, figlia di Geronimo, la più piccola della famiglia, ha trascorso ogni giorno desiderando di poter correre verso uno dei tanti teatri che circondano la pasticceria del padre. E così, sfuggendo ai compiti che il lavoro le impone, lei danza. Ogni giorno, ogni momento in cui può non essere vista, danza, sperando di poter un domani affiancare il suo idolo di sempre: Gene Kelly. In cuor suo nasconde però un segreto. Ha sposato il ragazzo delle consegne, il semplice Paolino, di cui è tanto innamorata (…). In questo piccolo mondo, fatto di desideri e aspirazioni più o meno sincere, si muovono personaggi che tendono verso ciò che credono possa essere un’idea di felicità; l’affannosa e svelta ricerca a cui sembriamo tutti così devoti che, il più delle volte, non porta da nessuna parte. E poi, ci sono i due sposi con la loro felicità semplice, coi loro sogni e la loro immaginazione che sempre può sollevarli dal peso del bisogno di ciò che è sempre più lontano da dove ci si trova. È questo che probabilmente li ha uniti ed è questo che li terrà sempre al sicuro. Geronimo & Co. è il piccolo mondo dove per un giorno intero, nascono e vivono sentimenti più vicini a noi di quanto si possa immaginare”.
Il nuovo allestimento di Adriana Lecouvreur, opera in quattro atti di Francesco Cilea, libretto di Arturo Colautti, in coproduzione con Teatro Comunale di Modena e Teatro Municipale di Piacenza, debutta al Teatro Regio di Parma, dove l’opera torna in scena dopo 42 anni, venerdì 24 marzo 2023 ore 20.00 (recite domenica 26 marzo, ore 20.00, venerdì 31 marzo ore 20.00, domenica 2 aprile ore 15.30). Italo Nunziata firma la regia, con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Artemio Cabassi, le luci di Fiammetta Baldiserri. Francesco Ivan Ciampa dirige l’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. Nel cast Roberto Aronica 24, 26 / Azer Zada 31, 2 (Maurizio), Adriano Gramigni (Il Principe di Bouillon), Saverio Pugliese (L’abate di Chazeuil), Claudio Sgura (Michonnet), Stefano Consolini (Poisson), Steponas Zonys (Quinault), Maria Teresa Leva (Adriana Lecouvreur), Sonia Ganassi (La Principessa di Bouillon), Vittoriana De Amicis (Mademoiselle Jouvenot), Carlotta Vichi (Mademoiselle Dangeville).
Il parallelo tra vita reale e vita artistica ricreata sulla scena, come specchio della vita reale, è il tema centrale di questo allestimento, che mette in scena la vicenda di Adriana, attrice acclamata dal pubblico e dalla società, in uno spazio che riflette lo straniamento della protagonista passando dal nucleo protettivo delle quattro mura del teatro alla vita reale, che non segue un copione prestabilito. “Abbiamo immaginato uno spazio scenico d’azione che suggerisse più che descrivesse i luoghi dell’azione scenica, proprio per evitare di sminuire l’opera a sola commedia di ambiente o a solo realismo psicologico – scrive il regista Italo Nunziata. Abolita la classica inquadratura a quinte, l’azione trova vita in una sorta di stanza/palcoscenico, tagliata diagonalmente dall’immagine di un grande sipario strappato, come un diaframma lacerato che permette il passaggio dal palcoscenico del teatro al palcoscenico della vita senza soluzione di continuità. Abbiamo spostato l’azione temporale agli anni ’50 del secolo scorso, anni in cui grandeur dei teatri, glamour di vita e galatei di comportamento sociale sembravano essere posti da baluardo estremo all’ondata rivoluzionaria degli anni ’60, che cambierà modi di vita e regole sociali. Glamour e vite “patinate” della gente del bel mondo e della gente di teatro, tutto in un bianco e nero lucido e patinato come le foto degli appuntamenti sociali più importanti di questi due mondi che apparivano nelle riviste dell’epoca. Un mondo “vestito” in bianco e nero, tranne gli abiti della gente di teatro, che pur nella loro teatralità sembrano invece essere gli unici ad avere vita grazie al colore (…). In tutto questo mondo scenico e della vita, bidimensionale e in un patinato bianco e nero, vi è un unico elemento di colore tridimensionale e di una consistenza “reale”: un grande sipario rosso.
Serata a dittico per la chiusura della Stagione Lirica al Teatro Regio di Parma venerdì 5 maggio 2023 ore 20.00, (recite domenica 7 maggio ore 20.00, venerdì 12 maggio ore 20.00, domenica 14 maggio, ore 15.30) con Les noces, di Igor’ Stravinskji, eseguita in forma di concerto, e Pagliacci, dramma in un prologo e due atti di Ruggero Leoncavallo. Andrea Battistoni dirige l’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina. Les noces sarà eseguito in forma di concerto con i solisti Yulia Tkachenko, soprano; Veta Pilipenko, mezzosoprano; Vasyl Solodkyy, tenore; Allen Boxer, basso.
Pagliacci va in scena nello spettacolo con la regia di Franco Zeffirelli ripresa da Stefano Trespidi, le scene di Carlo Centolavigna, i costumi Raimonda Gaetani, le luci di Andrea Borelli. Nel cast Valeria Sepe (Nedda, nella commedia Colombina), Gregory Kunde (Canio, nella commedia Pagliaccio), Vladimir Stoyanov (Tonio, nella commedia Taddeo lo scemo), Matteo Mezzaro (Peppe, nella commedia Arlecchino), Alessandro Luongo (Silvio, contadino). A proposito di questa sua regia, Franco Zeffirelli ha ricordato come Pagliacci sia “l’unica opera che ho realizzato in abiti contemporanei, poiché Leoncavallo aveva preso spunto proprio da un episodio di sangue dell’epoca che suo padre (un magistrato) era stato chiamato a giudicare. Questa attualizzazione, l’unica nella mia carriera, è stata possibile grazie al preziosissimo contributo della costumista Raimonda Gaetani, da anni mia collaboratrice”.
STAGIONE CONCERTISTICA
Le grandi leggende della classica al fianco delle giovani stelle del concertismo internazionale: sei concerti da gennaio a maggio 2023 rinnovano il prestigioso cartellone della Stagione Concertistica realizzata dalla Società dei Concerti di Parma con il sostegno di Chiesi, in collaborazione con Casa della Musica. I due appuntamenti con la Filarmonica Arturo Toscanini e l’Orchestra da Camera di Perugia segnano il ritorno sul palcoscenico del Teatro Regio di compagini orchestrali, assenti negli ultimi quattro anni, insieme a solisti e direttori di fama internazionale; due recital pianistici vedranno protagonisti due diverse generazioni di virtuosi della tastiera, Grigory Sokolov e Leonora Armellini; i violoncelli di Mario Brunello e Giovanni Sollima sconfinano tra generi e linguaggi con Suite Italienne; i chitarristi Zoran Dukic e Aniello Desiderio chiudono la Stagione e il Paganini Guitar Festival.
A inaugurare la Stagione Concertistica domenica 29 gennaio 2023 ore 20.30 sarà la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Stanislav Kochanovksy, con il violinista Valeriy Sokolov: un appuntamento fortemente atteso, frutto della sinergia tra il Teatro Regio di Parma, la Società dei Concerti di Parma e la Fondazione Arturo Toscanini, le tre principali istituzioni musicali della città. Il violinista ucraino e il direttore d’orchestra russo condivideranno il palcoscenico in una serata che porterà un messaggio di pace e speranza, dimostrando, ancora, il potere della musica di unire popoli e abbattere ogni barriera, anche quelle generate dalla violenza. In programma musiche di Sergej Rachmaninov e di Pëtr Il’ič Čajkovskij, del quale cui sarà eseguito il celebre Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35.
Da Bach a Stravinsky, da Verdi ai Queen: la grande musica al di là dei generi con Mario Brunello e Giovanni Sollima. Ambasciatori della cultura italiana – l’uno di Castelfranco Veneto, l’altro di Palermo – domenica 26 febbraio 2023 ore 17.30 i due fuoriclasse del violoncello portano sul palcoscenico del Teatro Regio Suite italienne, un programma originale e oltre confini, che vedrà l’esecuzione anche di musiche originali dello stesso Giovanni Sollima.
L’Orchestra da Camera di Perugia con il suo direttore stabile, il violoncellista parmigiano Enrico Bronzi, sarà protagonista domenica 5 marzo 2023 ore 17.30 insieme all’astro nascente del violino Giuseppe Gibboni. In programma musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Schubert e Niccolò Paganini, del quale il giovane virtuoso salernitano eseguirà il Concerto n. 1 per violino e orchestra, che l’ha visto trionfare all’ultima edizione del prestigioso Concorso Internazionale Niccolò Paganini di Genova.
Gigante del pianoforte amatissimo dal pubblico di Parma, Grigory Sokolov torna al Teatro Regio lunedì 27 marzo 2023 ore 20.30. Ammirato dalle platee di tutto il mondo per l’espressività della sua arte, per le sue interpretazioni profondamente poetiche, il maestro russo si esibisce regolarmente per la Società dei Concerti, ottenendo sempre un’accoglienza molto calorosa. Anche questa volta, come è sua abitudine, annuncerà il programma musicale soltanto poco tempo prima del concerto.
Un’altra serata nel segno del pianoforte quella di martedì 4 aprile 2023 ore 20.30: a calcare il palcoscenico del Teatro Regio sarà la padovana Leonora Armellini, prima donna italiana a scalare le vette del prestigioso Concorso Chopin di Varsavia, conquistando il quinto premio nel 2021. Il programma sarà naturalmente tutto dedicato a Fryderyc Chopin.
Il 28 maggio 2023 ore 17.30 chiuderanno la Stagione Concertistica due esponenti di punta della scena chitarristica internazionale: il croato Zoran Dukic e il napoletano Aniello Desiderio. Un appuntamento imperdibile che sarà anche l’evento conclusivo del “Paganini Guitar Festival”, vivace rassegna internazionale dedicata a Niccolò Paganini, virtuoso della chitarra oltre che del violino, che da vent’anni attira a Parma migliaia di appassionati delle sei corde.
PARMADANZA
Da gennaio a maggio 2023, quattro prestigiosi appuntamenti con compagnie di danza internazionali scandiscono il cartellone di ParmaDanza 2023, la rassegna dedicata alla danza classica e contemporanea. Protagoniste le compagnie FND/Aterballetto, Daniele Cipriani Entertainment, Alessandra Ferri, Compagnia Antonio Gades.
Don Juan, lo spettacolo di FND/Aterballetto, vincitore del premio Danza&Danza 2020 come “Miglior Produzione”, debutta finalmente al Teatro Regio di Parma sabato 28 gennaio 2023 ore 20.30. Il regista e coreografo Johan Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl rileggono il mito di Don Giovanni attingendo a venticinque diverse fonti letterarie, dal soggetto originale di Tirso de Molina, alle piéce di Moliére, Bertolt Brecht, Suzanne Lilar, calandolo in un’ambientazione non connotata geograficamente e storicamente, che, nelle scene di Curt Allen Wilmer, assume un carattere neutro dove domina il bianco e il nero, in contrasto con i costumi di Bregje Van Balen e le luci di Fabiana Piccioli, fortemente connotati, con la musica originale di Marc Álvarez orchestrata da Manuel Busto con Orquesta de Extremadura.
“Il mio Don Juan porta con sé un trauma, – scrive Johan Inger – che lo ha plasmato nel suo discutibile comportamento. Non è in grado di impegnarsi e può trovare soddisfazione solo nel qui e ora. Ha una personalità tendente alla dipendenza. Don Juan riflette sulle sue azioni? È qui che nel nostro concept un nuovo personaggio, Leo, entra in gioco, si contrappone a Don Juan e attraverso di lui abbiamo cercato di creare uno specchio (…). Ho scelto di indagare la figura di Don Giovanni perché penso sia una grande sfida confrontarsi con un mito e forse lo è anche di più con Don Giovanni per il suo carattere molto discutibile. Avvicinarmi a un personaggio complicato come Don Giovanni mi spinge a mettere in discussione il comportamento maschile. Penso che sarà intrigante cercare di incontrarlo, non difenderlo ma magari spiegarlo (…). Nel nostro Don Juan non vedremo la caduta all’inferno di un peccatore, ma lasceremo aperta l’interpretazione allo spettatore. Forse Don Juan finalmente, troppo tardi, prende coscienza dei suoi crimini e si arrende voracemente al suo destino fatto di vizi e fantasmi del passato? O è solo vittima di qualcosa di più grande di lui?”
Giselle, balletto in due atti su soggetto di Théophile Gautier e Vernoy De Saint-Georges, su musica di Adolphe-Charles Adam va in scena venerdì 24 febbraio 2023 ore 20.30 nell’allestimento di Daniele Cipriani Entertainment e del Teatro dell’Opera di Roma. Eleonora Abbagnato rilegge la coreografia originale di Jean Coralli e Jules Perrot, caposaldo del repertorio per balletto, con le scene dipinte da Andrea Miglio, i costumi di Anna Biagiotti, le luci di Alessandro Caso. In scena, solisti e corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani. “È una Giselle nel pieno rispetto della tradizione, eppure, diversa dalle altre – racconta Eleonora Abbagnato. Interamente nuova è la scrittura del balletto, la coreografia: ha il sapore romantico del balletto originale, ma con infusa un’energia più moderna, soprattutto nelle scene d’insieme, in sintonia con l’energia dei ballerini di oggi e con la loro tecnica assai più audace rispetto a quella di un corpo di ballo nel 1841, anno in cui il lavoro debuttava a Parigi. Gli spettatori vedranno infatti un corpo di ballo meno statico di quello della coreografia Coralli-Perrot, partecipe anche nei celebri passi a due, sia del primo atto sia del secondo: ci saranno i momenti di pantomima, nonché la celebre scena della pazzia e della morte di Giselle come nel balletto che tutti conosciamo, ma avranno un sentire più moderno e leggibile dallo spettatore”.
Alessandra Ferri e Thomas Whitehead portano in scena sabato 4 marzo 2023, ore 20.30 L’Heure Exquise, variazioni su un tema di Samuel Beckett “Oh, les beaux jours”. Maina Gielgud rimonta la regia e la coreografia originale di Maurice Béjart creata per Carla Fracci e Micha Van Hoecke nel 1998, ispirata al dramma Oh, les beaux jours (Giorni felici) di Samuel Beckett, con musiche di Anton Webern, Gustav Mahler, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Lehar. Le scene sono di Roger Bernard, le luci di Maina Gielgud e Marcello Marchi, i costumi di Luisa Spinatelli.
“Non si tratta di un adattamento danzato – ha scritto Maurice Béjart, ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica. La musica è un montaggio su temi di Webern in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine il silenzio: l’elemento principe di questa liturgia”.
“Per celebrare e festeggiare i quarant’anni dall’inizio della mia carriera – racconta Alessandra Ferri, cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio ho trovato una pagina che parlava di un lavoro di Maurice Béjart basato su uno straordinario testo di Samuel Beckett: Giorni Felici. Un caso? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date, anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno 60 anni da quando Beckett scrisse la piéce. Il ruolo della protagonista, immaginato da Béjart nel 1998 è assolutamente fantastico, la sua Winnie è una ballerina “âgée” che nella sua malinconica solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici, il suo Willy, è un suo ex-partner e la famosa collina di sabbia che la sommerge è una montagna di vecchie scarpette da punta. Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo”.
La Compagnia Antonio Gades porta in scena i due balletti Nozze di sangue e Suite flamenca del coreografo Antonio Gades sabato 27 maggio 2023 ore 20.30.
Nozze di sangue, balletto in sei scene ispirato a Bodas De Sangre di Federico García Lorca, va in scena nell’allestimento del 1974 con l’adattamento di Alfredo Manas, le luci di Antonio Gades, le scene e i costumi di Francisco Nieva, le musiche di Emilio De Diego, Perelló Y Monreal, Felipe Campuzano, Pepa Flores.
“Con Bodas de Sangre – ha affermato Antonio Gades – ho voluto rendere omaggio allo scrittore García Lorca. La cultura mediterranea, in cui sono nato, è fatta di gelosia, amore e morte, aspetti che si riflettono nella danza, nella letteratura, nella pittura e in altre forme d’arte. La tragedia fa parte della nostra cultura, Bodas de Sangre è una vera storia spagnola, una tragedia impregnata di folklore. Ho sempre amato le opere di García Lorca, perché descrivono in profondità la ricchezza e le attitudini del popolo andaluso.”
Suite flamenca, offre una visione dell’estetica del ballo flamenco, con assoli, duetti e balli di gruppo, tutti gli aspetti del ballo flamenco visti dalla prospettiva di Antonio Gades: Soleá, Soleá por Bulerías, Farruca, Zapateado, Tanguillo, Tangos de Málaga, Rumba sono i sette numeri che compongono la suite, con le coreografie di Antonio Gades, che ha firmato anche il disegno luci, e di Cristina Hoyos (per Soleá por Bulerías e Tanguillo), con le musiche di Antonio Solera, Antonio Gades, Ricardo Freire.
REGIOYOUNG
La musica, il teatro, l’opera abbracciano i più piccoli, le loro famiglie, le scuole, per incontrarsi, divertirsi e conoscersi da vicino, attraverso storie e melodie sorprendenti ed emozionanti.
10 titoli, tra spettacoli e laboratori, per un totale di 31 appuntamenti per famiglie, scuole, bambini e ragazzi da 0 a 14 anni, da ottobre 2022 a maggio 2023 sono i numeri di RegioYoung 2022-2023, la stagione del Teatro Regio di Parma dedicata al pubblico dei più giovani, sulle note della musica jazz e di quella di Verdi, Cimarosa, Mozart e molto altro.
Cartoons! Un concerto da brividi! è la produzione di Parma Frontiere per i bambini a partire dai 6 anni in scena sabato 29 ottobre 2022, ore 15.30 e 18.00 al Ridotto del Teatro Regio di Parma. In scena un ensemble composto da Matteo Valentini, sassofono, Francesco Cannito, pianoforte, Giancarlo Patris, contrabbasso, Benedetta Rositano, batteria, Diletta Longhi, voce, insieme alla voce narrante di Sabina Borelli darà vita a un viaggio fantastico nel regno di Mostrojazzlandia, dove paurosi, ma simpatici mostri intonano fantastiche canzoni. Un’avventura da brividi che finisce per trasformarsi un vero e proprio concerto, una festa coinvolgente che sa affrontare con spirito il tema della diversità.
Opera meno 9, il viaggio musicale per le famiglie in attesa, torna a RegioYoung sabato 5 novembre 2022, ore 10.30, sabato 26 novembre 2022, ore 10.30, sabato 3 dicembre 2022, ore 10.30 al Ridotto del Teatro Regio di Parma. Un percorso laboratoriale a cura di As.Li.Co. alla scoperta della musica e della propria voce dedicato alle famiglie in attesa, alle mamme, ai papà e ai bimbi in arrivo, consigliato dal quinto all’ottavo mese di gravidanza, quando il bambino comincia a percepire e reagire ai suoni provenienti dall’esterno. Il costo del biglietto comprende un kit ludico musicale con inviti all’ascolto e per chi acquista l’abbonamento a tutti e tre gli appuntamenti, 2 biglietti in omaggio per lo spettacolo Il flauto magico, per vivere le prime emozioni del teatro e innamorarsi della musica.
La nuova commissione d’opera del Teatro Regio di Parma per l’infanzia Il libro della giungla, con la musica di Giovanni Sollima su libretto di Pier Francesco Maestrini per bambini a partire da 6 anni va in scena mercoledì 30 novembre, giovedì 1 dicembre, venerdì 2 dicembre 2022, ore 11.00, per le scuole e sabato 3 e domenica 4 dicembre 2022, ore 15.00 e 18.00 per le famiglie, con la regia di Pier Francesco Maestrini, i cartoons di Joshua Held, i costumi di Luca Dall’Alpi, le luci di Giorgio Valerio. Gianluca Martinenghi dirige l’Orchestra Cupiditas e in scena i cantanti Giulia Bolcato (Mowgli), Cecilia Bernini (Bagheera), Matteo Mollica (Shere-Khan/Gurilla), Roberto Maietta (Baloo), Valentino Buzza (Akela/Kaa). Lo spettacolo è una nuova produzione del Teatro Regio di Parma in coproduzione con Theater Lübeck, Theater Kiel, Teatro Coccia di Novara, Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
Il piccolo Mowgli perde i genitori e cresce con i lupi nella giungla, che lo salvano dalla tigre Shere-Khan. L’orso Baloo diventa suo maestro ed amico e lo inizia alle leggi della giungla, aiutato dalla pantera Bagheera. Ma Shere-Khan non tollera gli uomini nella giungla e convince i lupi che Mowgli non è uno di loro e dev’essere allontanato. Riuscirà Mowgli a lasciare la giungla e a trovare il suo posto tra gli umani?
Un piccolo, grande spettacolo in cui si fondono i linguaggi della musica, del canto, della prosa: Va’, Peppino, commissione di Verdi Off, dedicato ai bambini dai 6 anni e alle famiglie, va in scena sabato 4 febbraio 2023 ore 15.30 e ore 18.00 al Ridotto del Teatro Regio di Parma con la regia di Manuel Renga, i testi di Simone Dini Gandini, le scene di Chiara Laferlita.
Protagonisti, Giuseppe Verdi, la moglie Giuseppina Strepponi e i personaggi dell’opera Nabucco, gli Spiriti della Musica, che escono dal pianoforte e ispirano i grandi maestri nella scrittura di un capolavoro.
Torna l’amatissimo appuntamento con Imparolopera, dedicato quest’anno al capolavoro mozartiano Don Giovanni martedì 14 febbraio 2023, ore 9.00 e ore 11.00, dedicato alle scuole. Uno spettacolo scritto e diretto da Bruno Stori, in scena anche come attore, con i cantanti del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma coordinati da Donatella Saccardi, che condurranno i giovani spettatori dai 6 ai 13 anni in un viaggio alla scoperta del mondo dell’opera, in un intreccio di parole e note nel racconto inedito del capolavoro di Mozart. Perché con l’ironia e la leggerezza anche i tragici destini e le passioni travolgenti possono divertire e strappare un sorriso.
Il matrimonio segreto, dramma giocoso in due atti di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati, va in scena in forma ridotta per bambini e ragazzi da 11 a 18 anni sabato 11 febbraio ore 16.00 e sabato 18 febbraio 2023 ore 15.00 e 17.30 per le famiglie e mercoledì 15 febbraio 2023, ore 10.00 per le scuole, con la regia di Roberto Catalano e la direzione di Davide Levi e Pietro Mazzetti che si alterneranno sul podio dell’Orchestra Cupiditas, le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Fiammetta Baldiserri, i movimenti coreografici di Sandhya Nagaraja. In scena Giulia Mazzola/Veronika Seghers (Carolina), Antonio Mandrillo/Bekir Serbest (Paolino), Claire Gascoin/Maria Gaudenzi (Fidalma), Francesco Leone/Ignas Melnikas (Geronimo), Eleonora Nota/Marilena Ruta (Elisetta) Jan Antem/Ramiro Maturana (Conte Robinson).
Il Flauto Magico è lo spettacolo musicale di As.Li.Co.-Opera Kids tratto da Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, per i bambini da 3 a 6 anni in programma al Ridotto del Teatro Regio di Parma venerdì 24 marzo 2023 ore 9.00 e ore 11.00 per le scuole e sabato 25 marzo 2023 ore 15.30 e ore 18.00 per le famiglie, con la regia di Emanuela Dall’Aglio la collaborazione artistica di Vincenzo Picone, la drammaturgia di As.Li.Co. In scena un cantante, due attori e un pianista raccontano le vicende di una compagnia di attori che, giunti in un piccolo teatro abbandonato, decide di ridare vita alla magica storia musicale del principe Tamino e del suo fidato Papageno, che dovranno affrontare le lunatiche pretese della Regina della notte e le terribili sfide dell’impetuoso Sarastro, per raggiungere l’amata principessa Pamina, con l’aiuto del pubblico. Lo spettacolo per le scuole è introdotto dalla formazione per insegnanti della scuola dell’infanzia.
Le melodie del singspiel di Mozart diventano un invito all’ascolto per i più piccoli, nello spettacolo di di As.Li.Co. Il flauto magico – Opera Baby al Ridotto del Teatro Regio di Parma sabato 22 aprile 2023 ore 15.30 e ore 18.00 per le famiglie e i bambini da 6 mesi a 3 anni con regia di Sara Zanobbio e la drammaturgia musicale di Anna Pedrazzini. Uno spettacolo esperienziale che dà risalto alle melodie ricorrenti dell’opera mozartiana per invitare all’ascolto e stimolare tutti i sensi con colori, forme, materiali e linguaggi pensati per una configurazione scenica a misura di neonato.
Sacco a pelo, tappetino, pigiama, ciabatte, spazzolino da denti e borraccia: è tutto ciò che serve per vivere Una notte all’opera, la coinvolgente esperienza riservata a circa 50 bambini, da 7 a 10 anni, che potranno trascorrere una notte indimenticabile al Teatro Regio di Parma venerdì 13 maggio 2023, ore 20.00. Un’avventura formativa e divertente dedicata ai ragazzi – che hanno prenotato la propria partecipazione – che saranno protagonisti di un’avvincente caccia al tesoro a tema verdiano tra gli stucchi e i velluti della sala del Regio, realizzata in collaborazione con il Club dei 27. Dopo la cena al Gran Caffè del Teatro, i bambini, divisi in squadre, scopriranno il Teatro e i suoi segreti alla ricerca di spartiti, oggetti di scena, costumi, ritratti, parrucche, libri nascosti in foyer, nei palchi, in Sala, in Ridotto. Risolvendo indovinelli e trovando la giusta risposta ad alcuni quesiti, potranno imparare divertendosi la storia di Giuseppe Verdi e del Regio. Al termine della caccia al tesoro, i bambini raggiungeranno la sala di Scenografia, proprio sotto il tetto del Teatro e assistititi dal personale del Teatro potranno preparare il loro giaciglio per la notte sul pavimento di assi su cui provano cantanti, ballerini e musicisti, e addormentarsi così sotto lo scintillio delle stelle che brillano dai lucernai. Prima della buonanotte ci sarà ancora una sorpresa per tutti loro. All’indomani, dopo una golosa colazione al Gran Caffè del Teatro, il sogno di una notte al Regio sarà compiuto e i bambini potranno iniziare la nuova giornata con le emozioni di un’esperienza indimenticabile.
Acquaprofonda, opera di Giovanni Sollima su libretto di Giancarlo De Cataldo, nuova commissione di As.Li.Co. Opera Domani in coproduzione con Teatro dell’Opera di Roma Civic Opera domani, arriva sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma venerdì 19 maggio 2023, ore 9.00 e 11.00 per le scuole e sabato 20 maggio ore 2023, ore 15.30 e 18.00 per le famiglie. Lo spettacolo, rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, vede la regia di Luis Ernesto Doñas, le scene di Chiara La Ferlita, i costumi di Elisa Cobello, le luci di Camilla Piccioni. Riccardo Bisatti dirige l’Orchestra 1813 e i cantanti di As.Li.Co. Una spiaggia, una casetta, un’imponente fabbrica: la quotidianità della piccola Serena, di suo padre e del proprietario della fabbrica viene sconvolta dall’arrivo di una gigantesca creatura marina. Grazie all’aiuto del Vecchio marinaio Serena aiuterà la balena a liberarsi dalla tanta plastica nella pancia. Lo spettacolo per le scuole è preceduto da attività di formazione per insegnanti riconosciuta dal MIUR.
CONTRAPPUNTI
Incontri, Concerti, Prove Under 30 Prove aperte,
Il compositore, lo stile, la genesi delle opere, i capolavori letterari che ne hanno ispirato la produzione sono alcuni dei temi approfonditi da Giuseppe Martini in Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri di presentazione delle opere in programma al Teatro Regio: Don Giovanni (sabato 7 gennaio 2023 ore 17.00), Il matrimonio segreto (sabato 28 gennaio 2023 ore 17.00), Adriana Lecouvreur (sabato 18 marzo 2023 ore 17.00) Les noces / Pagliacci (sabato 29 aprile 2023 ore 17.00) con la partecipazione dei giovani cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, coordinati da Donatella Saccardi, che ne interpreteranno i brani più celebri.
Sono aperte al pubblico le prove delle opere in programma nella Stagione Lirica nei giorni che precedono il debutto: momenti cruciali nei quali la complessità del lavoro in scena e dietro le quinte trova un’emozionante sintesi. Sono riservate al pubblico degli under30 le prove di Don Giovanni domenica 8 gennaio ore 18.00, Il matrimonio segreto martedì 7 febbraio ore 20.00, Adriana Lecouvreur lunedì 20 marzo ore 20.00, Les noces / Pagliacci domenica 30 aprile, ore 18.00. Sono aperte a tutta la cittadinanza le prove generali di Don Giovanni martedì 10 gennaio 2023 ore 15.30, Il matrimonio segreto mercoledì 8 febbraio 2023 ore 15.30, Adriana Lecouvreur mercoledì 22 marzo 2023 ore 15.30, Les noces / Pagliacci mercoledì 3 maggio 2023 ore 15.30.
Nel 122° anniversario dalla morte del Maestro venerdì 27 gennaio 2023 ore 11.30 avrà luogo la Cerimonia in memoria di Giuseppe Verdi, il ricordo grato e appassionato della Città presso il Monumento a lui dedicato in Piazza della Pace, con il tradizionale omaggio sulle note del Va’, pensiero cantato dal Coro del Teatro Regio di Parma e dalla Corale Verdi, con la partecipazione delle istituzioni, delle associazioni cittadine e dell’Associazione Viva Verdi di Norimberga.
Nel giorno del 194° anniversario dell’inaugurazione del Nuovo Teatro Ducale, martedì 16 maggio 2023, ore 17.00, una nuova tappa verso la grande festa per i 200 anni del teatro cittadino, sarà presentato al Ridotto del Teatro Regio di parma il volume dedicato al Teatro Regio di Parma, edito da Scripta Maneant, in cui, alle pagine ricche di dettagli e particolari inediti e suggestivi, si aggiunge il ricco apparato proveniente dall’archivio storico, comprendente manifesti e locandine, foto di scena, bozzetti, disegni, figurini. Un grande omaggio editoriale al Teatro Regio di Parma, per celebrarne, insieme al racconto dell’autore Piero Mioli e alle fotografie di , la gloriosa storia e l’immutata bellezza.
SCRIVERE D’OPERA – IV edizione
Workshop di introduzione alla scrittura critica in occasione dell’opera Don Giovanni
Il Teatro Regio di Parma, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Critici Musicali e dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro, promuove la IV edizione di Scrivere d’Opera workshop di introduzione alla scrittura critica gratuito e riservato a insegnanti e studenti delle classi III, IV e V delle scuole secondarie di II grado di Parma e provincia, in occasione dell’opera Don Giovanni, musica di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Lorenzo Da Ponte, opera inaugurale della Stagione Lirica 2023. Le lezioni, che si svolgeranno al Teatro Regio di Parma da settembre 2021 a gennaio 2022 per un totale di 9 incontri di 4 ore alla mattina e 2 ore e mezza al pomeriggio, saranno curate da Angelo Foletto, Presidente ANCM e critico musicale de La Repubblica, Carla Moreni, Direttivo di ANCM e critico musicale de Il Sole 24 Ore e Valeria Ottolenghi, responsabile delle relazioni esterne ANCT e critico teatrale della Gazzetta di Parma. L’opera lirica e la macchina teatrale, allestimenti e produzioni a confronto, letture e analisi di recensioni d’opera, esercizi di scrittura critica sono alcuni dei temi e delle attività che saranno approfonditi durante le lezioni. Agli incontri programmati si aggiungeranno quello con gli artisti dell’opera e la visita guidata dedicata del Teatro Regio. Agli incontri si aggiungono la partecipazione alla prova aperta dell’opera (con biglietto a 5 euro), la visita guidata (gratuita) del Teatro e dell’allestimento di Don Giovanni (in palcoscenico e in sartoria, con la partecipazione di sarti e scenografi realizzatori), l’incontro con il team creativo e i cantanti dell’opera. Il workshop è proposto quale progetto di percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento degli studenti e di formazione continua per gli insegnanti, per complessive 45 ore. Per informazioni scriveredopera@teatroregioparma.it.
PREMIO SCRIVERE D’OPERA “ELENA FORMICA” – IV edizione –
Concorso di scrittura critica
Gli studenti delle classi III, IV e V delle scuole secondarie di II grado di Parma e provincia, anche quelli che non hanno partecipato al workshop, potranno partecipare al Premio Scrivere d’Opera “Elena Formica” scrivendo una recensione dello spettacolo. Le recensioni selezionate saranno valutate da una giuria composta da giornalisti e critici teatrali; le migliori saranno pubblicate sulla Gazzetta di Parma e i vincitori riceveranno in premio, in una cerimonia pubblica, biglietti e abbonamenti al Teatro Regio di Parma. Il concorso di scrittura critica è in ricordo della giornalista della Gazzetta di Parma Elena Formica e realizzato con il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali e dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, in collaborazione con Gazzetta di Parma.
PARTNER E SPONSOR
La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partners Chiesi, Crédit Agricole. Main sponsor Iren, Barilla. Sponsor GloveICT, CePIM, Grasselli, Parmalat, GHC, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Metronotte, Oinoe, Parmacotto. Con il contributo di Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Ascom Parma Confcommercio, Camera di Commercio Parma, Fondazione Monteparma. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io ci sto!”. Partner artistici Conservatorio “Arrigo Boito”, Coro del Teatro Regio di Parma. Partner istituzionale La Toscanini. La Stagione Concertistica è realizzata da Società dei Concerti di Parma, con il sostegno di Chiesi, in collaborazione con Casa della Musica. Radio Ufficiale Radio Monte Carlo. Sostenitori tecnici Cavalca, Macrocoop, De Simoni, Graphital. Il Teatro Regio di Parma aderisce a Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture.
Parma, 30 maggio 2022
Paolo Maier
Responsabile Comunicazione, Ufficio Stampa, Progetti speciali
Teatro Regio di Parma strada Garibaldi, 16/A, 43121 Parma – Italia
Tel. +39 0521 203969
p.maier@teatroregioparma.it
stampa@teatroregioparma.it
www.teatroregioparma.it
BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it
ORARI DI APERTURA dal martedì al sabato ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00 e un’ora precedente lo spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora precedente lo spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. È inoltre possibile utilizzare i voucher di rimborso ricevuti a fronte degli spettacoli annullati per l’emergenza sanitaria. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili online su teatroregioparma.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.
PROMOZIONI E AGEVOLAZIONI
UNDER 30 I giovani fino a 30 anni hanno diritto a una riduzione del 50% sul prezzo di abbonamenti e biglietti della Stagione Lirica e del 20% su quelli della Stagione Concertistica e di ParmaDanza (eccetto Ezralow Dance, Parsons Dance), per i posti di platea e di palco. La promozione è valida fino a esaurimento posti.
OVER 65 Gli spettatori che hanno compiuto 65 anni hanno diritto a una riduzione del 5% sul prezzo di abbonamenti e biglietti della Stagione Concertistica per i posti di platea e di palco. La promozione è valida fino a esaurimento posti.
SCUOLE DI DANZA Gli allievi delle scuole di danza hanno diritto a una riduzione del 20% sul prezzo di abbonamenti e biglietti di ParmaDanza (eccetto Ezralow Dance, Parsons Dance) per i posti di platea e di palco. La promozione è valida fino a esaurimento posti
BONUS CULTURA 18APP E CARTA DEL DOCENTE Il Teatro Regio di Parma aderisce a 18App e Carta del Docente, le iniziative a cura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Istruzione riservate ai neo-maggiorenni e ai docenti. Per informazioni www.18App.italia.it; www.cartadeldocente.istruzione.it
SPECIALE GRUPPI Si accettano via email richieste di prenotazioni per gruppi organizzati. Ai gruppi composti da più di 20 persone è riservata una riduzione del 5% sui biglietti degli spettacoli al Teatro Regio. I palchi sono venduti per l’intera capienza e i posti all’interno del palco non sono numerati. È possibile usufruire di alcuni retropalchi in cui intrattenersi prima dell’inizio dello spettacolo e durante gli intervalli; è prevista in questo caso, in aggiunta al costo del biglietto, una quota da concordare con la Direzione del Teatro. Per informazioni groups@teatroregioparma.it
CALENDARIO DI VENDITA
Stagione Lirica
ABBONAMENTI Prelazione abbonati Stagione Lirica 2021-22 dal 25 ottobre al 3 novembre 2022. Nuovi abbonamenti dal 4 novembre 2022 in biglietteria e online.
BIGLIETTI dal 16 novembre in Biglietteria e online dal 17 novembre 2022. Nuovi abbonamenti dal 30 novembre 2022 in biglietteria e online. Biglietti in vendita dall’1 dicembre e online dal 2 dicembre 2022.
Capodanno al Regio
Il paese dei campanelli Biglietti in vendita dall’8 settembre e online dal 9 settembre 2022.
Concerto di capodanno Biglietti in vendita dal 22 novembre e online dal 23 novembre 2022
Stagione Concertistica
ABBONAMENTO Prelazione abbonati Stagione Concertistica 2019-20 dal 22 al 29 novembre 2022.
(FUORI ABBONAMENTO: Fil. Toscanini/Sokolov/Kochanovsky domenica 29 gennaio 2023 ore 20.30) BIGLIETTI dal 19 ottobre e online dal 20 ottobre 2021
ParmaDanza
ABBONAMENTO Prelazione abbonati ParmaDanza 2022 dal 6 al 14 dicembre 2022. Nuovi abbonamenti in biglietteria e online dal 15 dicembre 2022.
BIGLIETTI In vendita dal 20 dicembre e online dal 21 dicembre 2022
Regio Young
BIGLIETTI PER FAMIGLIE I biglietti per gli spettacoli per le famiglie sono in vendita presso la biglietteria del Teatro Regio di Parma dal 19 ottobre 2022 e online su teatroregioparma.it dal 20 ottobre 2022.
BIGLIETTI PER SCUOLE I biglietti per gli spettacoli per le scuole devono essere prenotati all’indirizzo educational@teatroregioparma.it e ritirati presso la Biglietteria del Teatro Regio entro le date riportate nelle pagine precedenti per ciascuno spettacolo. L’eventuale fatturazione elettronica dev’essere richiesta al momento della prenotazione, fornendo i dati obbligatori e definitivi.
STAGIONE LIRICA 2023
Teatro Regio di Parma
12, 15, 19, 21 gennaio 2023
DON GIOVANNI
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
10, 12, 17, 19 febbraio 2023
IL MATRIMONIO SEGRETO
Musica di Domenico Cimarosa
24, 26, 31 marzo, 2 aprile 2023
ADRIANA LECOUVREUR
Musica di Francesco Cilea
5, 7, 12, 14 maggio 2023
LES NOCES
Musica di Igor’ Stravinskji
PAGLIACCI
Musica di Ruggero Leoncavallo
STAGIONE CONCERTISTICA 2023
Teatro Regio di Parma
29 gennaio 2023
FILARMONICA ARURO TOSCANINI
Violino VALERIY SOKOLOV
Direttore STANISLAV KOCHANOVSKY
Musiche di Pëtr Il’ic Cajkovskij, Sergei Rachmaninov
4 dicembre 2021
MARIO BRUNELLO & GIOVANNI SOLLIMA
Suite italienne
Musiche di Giuseppe Verdi, Igor’ Stravinskij, Antonio Bertali, Johann Sebastian Bach, Giovanni Battista Costanzi, Giovanni Sollima, Queen
5 marzo 2023 ore 17.30
ORCHESTRA DA CAMERA DI PERUGIA
Violino GIUSEPPE GIBBONI
Direttore ENRICO BRONZI
Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart,
Niccolò Paganini, Franz Schubert
27 marzo 2023
Pianoforte GRIGORY SOKOLOV
Il programma del concerto sarà pubblicato, appena disponibile, su teatroregioparma.it
4 aprile 2023
Pianoforte LEONORA ARMELLINI
Musiche di Fryderyc Chopin
28 maggio 2023
Concerto di chiusura Paganini Guitar Festival 2023
Chitarra ZORAN DUKIC, ANIELLO DESIDERIO
Il programma del concerto sarà pubblicato, appena disponibile, su teatroregioparma.it
PARMADANZA 2023
Teatro Regio di Parma
28 gennaio 2023
FND / ATERBALLETTO
Don Juan
24 febbraio 2023
COMPAGNIA
DANIELE CIPRIANI
Giselle
4 marzo 2023
ALESSANDRA FERRI
L’Heure Exquise
27 maggio 2023
COMPAGNIA
ANTONIO GADES
Nozze di sangue
Suite flamenca
REGIOYOUNG 2022-2023
Teatro Regio di Parma
Per le Famiglie
29 ottobre 2022
CARTOONS! Un concerto da brividi!
5, 26 novembre, 3 dicembre 2022
OPERA MENO 9
3, 4 dicembre 2022
IL LIBRO DELLA GIUNGLA
4 febbraio 2023
VA’, PEPPINO
11, 18 febbraio 2023
IL MATRIMONIO SEGRETO
25 marzo 2023
IL FLAUTO MAGICO Opera kids
22 aprile 2023
IL FLAUTO MAGICO Opera baby
13 maggio 2023
UNA NOTTE ALL’OPERA
20 maggio 2023
ACQUAPROFONDA Opera domani
Per le Scuole
30 novembre, 1, 2 dicembre 2022
IL LIBRO DELLA GIUNGLA
14 febbraio 2023
IMPAROLOPERA Don Giovanni
15 febbraio 2023
IL MATRIMONIO SEGRETO
24 marzo 2023
IL FLAUTO MAGICO Opera kids
19 maggio 2023
ACQUAPROFONDA Opera domani
CALENDARIO
OTTOBRE 2022
29 sab 15.30 e 18.00 CARTOONS! per le famiglie
NOVEMBRE 2021
5 sab 10.30 OPERA MENO NOVE per le famiglie
26 sab 10.30 OPERA MENO NOVE per le famiglie
30 mer 11.00 IL LIBRO DELLA GIUNGLA per le scuole
DICEMBRE 2021
1 gio 11.00 IL LIBRO DELLA GIUNGLA per le scuole
2 ven 11.00 IL LIBRO DELLA GIUNGLA per le scuole
3 sab 10.30 OPERA MENO NOVE per le famiglie
15.00 e 18.00 IL LIBRO DELLA GIUNGLA per le famiglie
4 dom 15.00 e 18.00 IL LIBRO DELLA GIUNGLA per le famiglie
31 sab 21.00 IL PAESE DEI CAMPANELLI
GENNAIO 2022
1 dom 18.00 CONCERTO DI CAPODANNO
7 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO Don Giovanni
8 dom 18.00 DON GIOVANNI Prova under30
10 mar 15.30 DON GIOVANNI Prova aperta al pubblico
12 gio 20.00 DON GIOVANNI Opera A
15 dom 20.00 DON GIOVANNI Opera B
19 gio 20.00 DON GIOVANNI Opera C
21 sab 15.30 DON GIOVANNI Opera D
27 ven 11.30 CERIMONIA IN MEMORIA DI VERDI
28 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO Il matrimonio segreto
20.30 FND/ATERBALLETTO Don Juan
29 dom 20.30 FILARMONICA TOSCANINI / SOKOLOV / KOCHANOVSKY fuori abb
FEBBRAIO 2022
4 sab 15.30 e 18.00 VA’, PEPPINO per le famiglie
7 mar 20.00 IL MATRIMONIO SEGRETO Prova under30
8 mer 15.30 IL MATRIMONIO SEGRETO Prova aperta al pubblico
10 ven 20.00 IL MATRIMONIO SEGRETO Opera A
11 sab 16.00 IL MATRIMONIO SEGRETO RegioYoung per le famiglie
12 dom 20.00 IL MATRIMONIO SEGRETO Opera B
14 mar 9.00 e 11.00 IMPAROLOPERA Don Giovanni per le scuole
15 mer 10.00 IL MATRIMONIO SEGRETO RegioYoung per le scuole
17 ven 20.00 IL MATRIMONIO SEGRETO Opera C
18 sab 15.00 e 17.30 IL MATRIMONIO SEGRETO RegioYoung per le famiglie
19 dom 15.30 IL MATRIMONIO SEGRETO Opera D
24 ven 20.30 COMPAGNIA DANIELE CIPRIANI Giselle
26 dom 17.30 BRUNELLO / SOLLIMA
MARZO 2022
4 sab 20.30 ALESSANDRA FERRI L’Heure Exquise
5 dom 17.30 ORCHESTRA DI PERUGIA / GIBBONI / BRONZI
18 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO Adriana Lecouvreur
20 lun 20.00 ADRIANA LECOUVREUR Prova under30
22 mer 15.30 ADRIANA LECOUVREUR Prova aperta al pubblico
24 ven 9.00 e 11.00 IL FLAUTO MAGICO Opera kids per le scuole
20.00 ADRIANA LECOUVREUR Opera A
25 sab 15.30 e 18.00 IL FLAUTO MAGICO Opera kids per le famiglie
26 dom 20.00 ADRIANA LECOUVREUR Opera B
27 lun 20.30 GRIGORY SOKOLOV
31 ven 20.00 ADRIANA LECOUVREUR Opera C
APRILE 2022
2 dom 15.30 ADRIANA LECOUVREUR Opera D
4 mar 20.30 LEONORA ARMELLINI
22 sab 15.30 e 18.00 IL FLAUTO MAGICO Opera baby per le famiglie
29 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO Les Noces/Pagliacci
30 dom 18.00 LES NOCES/PAGLIACCI Prova under30
MAGGIO 2022
3 mer 15.30 LES NOCES/PAGLIACCI Prova aperta al pubblico
5 ven 20.00 LES NOCES/PAGLIACCI Opera A
7 dom 20.00 LES NOCES/PAGLIACCI Opera B
12 ven 20.00 LES NOCES/PAGLIACCI Opera C
13 ven 20.00 UNA NOTTE ALL’OPERA
14 dom 15.30 LES NOCES/PAGLIACCI Opera D
16 mar 17.00 REGIO194 Presentazione del libro ed. Scripta Maneant
19 ven 9.00 e 11.00 ACQUAPROFONDA Opera domani per le scuole
20 sab 15.30 e 18.00 ACQUAPROFONDA Opera domani per le famiglie
27 sab 20.30 COMPAGNIA ANTONIO GADES Nozze di sangue / Suite flamenca
28 dom 17.30 DUKIC / DESIDERIO
don Giovanni
Ho avuto la visione della tribuna di questo Don Giovanni in una notte insonne. Un’apparizione improvvisa, generata da chissà quale gorgo psichico, qualcosa tra il teatro elisabettiano, una arena spagnola, degli scranni di tribunale: tutti i personaggi dell’opera di Mozart e Da Ponte schierati insieme, in una sintesi sincronica dell’insieme vitale che lo slancio di Don Giovanni fende, conquista e offende, tutti attori e spettatori allo stesso tempo. Nel sogno la tribuna progressivamente si svuotava, e venivano a galla la solitudine, l’apparizione del castigo e della morte, il crollo, e infine il senso di vuoto che avvolge l’ascoltatore nell’apparente lieto fine dell’opera. A quel sogno ho provato a restare fedele. Lo spettacolo si protende verso la platea attraverso dei bracci che avvolgono l’orchestra e che è costituito da un solo elemento scenografico (la tribuna), esattamente come nelle altre mie messe in scena delle opere della trilogia di Mozart e Da Ponte. Teatro fluido, dunque, e non schematizzato per immagini definite, nel tentativo di far arrivare musica e parole dritte all’inconscio degli spettatori. Del resto, se gli si volesse scattare una fotografia, Don Giovanni verrebbe mosso: in quanto tempo si svolge l’azione dell’opera? Quanti anni ha? È giovane o è un uomo maturo? Domande a cui è impossibile dare una risposta certa. Travestimenti, luoghi oscuri e porte smarrite serpeggiano lungo la partitura. Il congegno narrativo di quest’opera è un labirinto, stranamente più simile a una sceneggiatura che a un canovaccio teatrale. Lo spettacolo che abbiamo creato prova ad assecondarne il mistero.
Mario Martone
il matrimonio segreto
IL MATRIMONIO SEGRETO_NOTA BREVE
C’è un negozio che va aperto. La città lì fuori aspetta.
Geronimo indugia di fronte alla foto della sua città, Napoli, assorto in quella certa malinconia che coglie chi ha abbandonato il proprio paese per cercare fortuna altrove.
Siamo nella New York degli anni ‘50, siamo a Broadway, all’interno della Geronimo & Co. la boutique del dolce dove viene confezionato il babà più prestigioso che sia mai stato prodotto. Il via vai di artisti sulla strada appena fuori dal negozio è fonte di grandi sogni per chi in quel posto è cresciuto. Carolina, figlia di Geronimo, la più piccola della famiglia, ha trascorso ogni giorno desiderando di poter correre verso uno dei tanti teatri che circondano la pasticceria del padre. E così, sfuggendo ai compiti che il lavoro le impone, lei danza. Ogni giorno, ogni momento in cui può non essere vista, danza sperando di poter un domani affiancare il suo idolo di sempre: Gene Kelly.
In cuor suo nasconde però un segreto. Ha sposato il ragazzo delle consegne, il semplice Paolino, di cui è tanto innamorata. Un matrimonio segreto che potrebbe non essere accettato da nessuno della sua famiglia, tutti troppo impegnati nell’affannosa ricerca di una felicità personale che li vede costantemente distratti dalla brama di conquista di qualcosa che, credono, potrà arricchirli ancora di più.
Ciascuno a suo modo. Ognuno di loro con la paura di non arrivare in tempo, rischiando di permanere in una condizione che si fatica ad accettare.
Da lì a poco avrà luogo un intreccio che vedrà sovrapporsi intenti, desideri e sentimenti di ciascuno, mentre il negozio resterà aperto e i clienti osserveranno, come fossero degli spettatori, la folle giornata in cui tutto questo accade.
In questo piccolo mondo, fatto di desideri e aspirazioni più o meno sincere, si muovono personaggi che tendono verso ciò che credono possa essere un’idea di felicità; l’affannosa e svelta ricerca a cui sembriamo tutti così devoti che, il più delle volte, non porta da nessuna parte.
E poi, ci sono i due sposi con la loro felicità semplice, coi loro sogni e la loro immaginazione che sempre può sollevarli dal peso del bisogno di ciò che è sempre più lontano da dove ci si trova.
È questo che probabilmente li ha uniti ed è questo che li terrà sempre al sicuro.
Geronimo & Co. è il piccolo mondo dove per un giorno intero, nascono e vivono sentimenti più vicini a noi di quanto si possa immaginare.
Adriana Lecouvreur
NOTE DI REGIA
“I drammi hanno un inizio, uno sviluppo e una fine… Le nostre vite, al contrario,
si svolgono continuamente all’interno di una fitta nebbia di assoluta incertezza”
(TATSUHIKO TAKIMOTO)
“Mi piace il teatro, bella copia della vita”
(FRANCA VALERI)
IL PROGETTO REGISTICO
Del rapporto tra vita e teatro si è scritto e discusso da sempre. Il parallelo tra vita reale vissuta e vita artistica ricreata sulla scena, quasi come specchio di rimando della vita reale, ha da sempre affascinato l’uomo e lo ha portato ad indagare sui confini tra queste due realtà. Seneca affermava che la vita è una commedia e non importa quanto è lunga ma come è recitata, Shakespeare che tutto il mondo è teatro e che tutti gli uomini e le donne non sono che attori, De Filippo che solo nel teatro si vive sul serio quello che gli uomini recitano male nella vita. Se la vita reale è una sorta di dramma dove gli uomini stessi sono attori che ne scrivono la sceneggiatura la cui fine è soggetta però a varianti imponderabili, la vita artistica del teatro è un mezzo per “giocare” alla vita, diventarne il regista e conoscerne con certezza la fine. Adriana vive nel mondo del teatro, ne è la regina incontrastata, la diva ammirata e idolatrata dal pubblico, dalla società teatrale e dalla società civile. Come tutti gli attori, o buona parte di loro, vive solo per quelle poche ore in scena, passa la maggior parte della sua vita tra le quattro mura di un teatro, in un microcosmo sociale di cui conosce perfettamente le regole di comportamento e di gioco. Un luogo che la protegge dal mondo esterno e dove soprattutto ha la certezza di quale sarà il divenire della vita del suo personaggio sul palcoscenico. Nessuna variazione o cambiamento di copione è ammessa o prevista. Nell’abbandonarsi a quel nuovo sentimento d’amore con Maurizio che arriva dal mondo esterno pensa di poterlo gestire e seguire come una trama di teatro, ma la scena del mondo reale è ben diversa.
Abbandonato il grembo protettivo del teatro del primo atto per un luogo della vita reale nel secondo atto, Adriana si ritrova in un mondo in cui le scene non seguono la sceneggiatura prevista e su quel palcoscenico della vita ci sono attori molto più bravi e preparati di lei a saper “giocare” i propri ruoli (Maurizio, la Principessa, il Principe, l’abatino).Troppi cambiamenti imprevisti di copione; ed è proprio in questo momento che inizia per Adriana una sorta di “straniamento” dell’attrice dalla donna. Uno straniamento sempre più psicologicamente distruttivo che aumenterà nella festa del terzo atto a casa del principe, dove oltre agli “attori principali” del mondo reale del secondo atto, troverà una folla di attori secondari e di figuranti che seguono un copione a lei sconosciuto. L’unico mezzo di sopravvivenza è quello di esaudire il desiderio del pubblico della festa di ascoltarla in un suo brano di teatro. Nel recitare Adriana ritrova la sua forza e nella scelta del monologo di Fedra la possibilità di svelare, attraverso parole teatrali, il sordido legame che esiste tra la Principessa e Maurizio.
Seguendo questo tormentato percorso psicologico di Adriana, ho immaginato che la nostra protagonista, abbandonata la festa, cercasse rifugio nell’unico spazio sicuro della sua esistenza: il suo teatro. Nell’andante triste che preludia l’ultimo atto, Adriana si ritroverà sola in teatro a fare i conti con sé stessa, cadendo nel baratro di quello sfasamento psichico a cui solo uno stanco sonno permette l’oblio. Se per un momento l’affetto di Michonnet e degli altri compagni di vita che festeggiano il suo compleanno sembrano ridestarla dal suo torpore, l’arrivo delle violette, pegno d’amore di Adriana a Maurizio nel primo atto ed ora inviategli dalla Principessa, sembrano inoculare in lei il veleno del ricordo, del dubbio e dei suoi tormenti, facendola precipitare in una sorte di follia straniante, che la condurrà alla morte. A niente varrà l’arrivo di un pavido Maurizio, che non sa e non può aiutarla e che fuggirà alla vista del suo tormentato stato d’animo. Adriana morirà sulle tavole del suo palcoscenico, circondata da suoi compagni di vita e di teatro.
“Il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali”
(Vittorio Gasmann)
IL PROGETTO SCENICO
In accordo sul progetto registico con tutto lo staff degli altri creativi che collaborano alla totale messa in scena dello spettacolo, abbiamo immaginato uno spazio scenico d’azione che suggerisse più che descrivesse i luoghi dell’azione scenica, proprio per evitare di sminuire l’opera a sola commedia di ambiente o a solo realismo psicologico. Abolita la classica “inquadratura a quinte”, l’azione trova vita in una sorta di stanza/palcoscenico, tagliata diagonalmente dall’immagine di un grande sipario strappato, come un diaframma lacerato che permette il passaggio dal palcoscenico del teatro al palcoscenico della vita senza soluzione di continuità. Abbiamo spostato l’azione temporale agli anni ‘50 del secolo scorso, anni in cui grandeur dei teatri, glamour di vita e galatei di comportamento sociale sembravano essere posti da baluardo estremo all’ondata rivoluzionaria degli anni’60, che cambierà modi di vita e regole sociali. Glamour e vite “patinate” della gente del bel mondo e della gente di teatro, tutto in un bianco e nero lucido e patinato come le foto degli appuntamenti sociali più importanti di questi due mondi che apparivano nelle riviste dell’epoca. Un mondo “vestito” in bianco e nero, tranne gli abiti della gente di teatro, che pur nella loro teatralità sembrano invece essere gli unici ad avere vita grazie al colore. Il pubblico del teatro è lo stesso pubblico delle feste del gran mondo, curioso e famelico di vedere ed applaudire qualsiasi novità, come nella festa in casa del principe, che stupisce i suoi ospiti con una serie di performers che si esibiscono non su un palcoscenico, ma nella sala stessa della festa che diventa “palcoscenico” di un avvenimento imperdibile. Se Adriana con il suo moderno modo di recitare è la curiosità del momento, i performers/danzatori stupiscono con le loro esibizioni di coreografi contemporanei in mezzo agli stessi invitati, rendendoli quasi parte attiva di questo cotillon teatrale.
In tutto questo mondo scenico e della vita, bidimensionale e in un patinato bianco e nero, vi è un unico elemento di colore tridimensionale e di una consistenza “reale”: un grande sipario rosso.
les noces e pagliacci
DON JUAN
Creazione a serata intera per sedici danzatori – 1h 40’ (incluso intervallo)
COREOGRAFIA: JOHAN INGER
MUSICA ORIGINALE: MARC ÁLVAREZ, orchestrata con la direzione di MANUEL BUSTO con l’ORQUESTA DE EXTREMADURA
DRAMATURG: GREGOR ACUÑA-POHL
SCENE: CURT ALLEN WILMER (ASOCIACIÓN DE ARTISTAS PLÁSTICOS ESCÉNICOS DE ESPAÑA) CON ESTUDIODEDOS
COSTUMI: BREGJE VAN BALEN
LUCI: FABIANA PICCIOLI
DIRETTORE DELL’ALLESTIMENTO: CARLO CERRI
ASSISTENTE ALLA COREOGRAFIA: YVAN DUBREUIL
Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Coproduttori Ravenna Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia/ Festival Aperto, Fondazione Teatro Regio di Parma, Associazione Sferisterio Macerata, Festspielhaus St. Poelten, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di Verona, Teatro Comunale di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona)
Anteprima: 6 ottobre 2020, Reggio Emilia – Festival Aperto, Teatro Municipale Romolo Valli
Prima rappresentazione: 9 ottobre 2020, Ferrara – Teatro Comunale Claudio Abbado
Le maschere dei danzatori sono state realizzate artigianalmente da Bam!Bam!Teatro Roberto Maria Macchi (Verona, Italy).
PREMIO DANZA&DANZA ‘MIGLIOR PRODUZIONE’ 2020
L’editoriale?
Se pensassimo alla nuova identità della Fondazione Nazionale della Danza come a un giornale, rivolto a lettori differenti, ricco di sezioni articolate, attento a temi e problematiche diversi, il Don Juan potrebbe corrispondere all’editoriale in prima pagina.
Nei prossimi mesi si compie il nostro viaggio accelerato verso la pluralità del tempo presente, che ci ha regalato l’esplorazione dei linguaggi di bambini e disabili, l’incontro approfondito con la musica, l’arte e la fotografia, l’appassionata partecipazione a ricerche ibride, e la volontà di incontrare lo spettatore fuori dai teatri e dalla nostra confort zone.
Abbiamo coinvolto, in questi tre anni, coreografi di primissimo piano, come Naharin, Kylián o Shechter, ma il Don Juan è la creazione d’autore attesa su un piano europeo. Ha lo charme speciale che deriva dal progetto condiviso non solo con l’artista conosciuto e amato, ma anche con l’uomo garbato e intelligente. Ha un tema al centro, che vorrei sottrarre per un attimo all’immediata corrispondenza con il drammatico contorcersi odierno di molti rapporti di coppia, permettendo alla nostra attenzione di sintonizzarsi sul viaggio spaesato della persona, nell’universo invaso da fantasmi del passato e del presente.
Può non esserci al tempo stesso interesse e fastidio per Don Giovanni – e per i suoi gemelli letterari, dai mille nomi diversi? Non a caso la ricerca di Inger e del drammaturgo Gregor Acuña-Pohl si è aperta a 360°, accettando di uscire dagli schemi e rinunciando a personaggi iconici ma oggi incomprensibili come il Commendatore. In verità, oggi sarebbe difficile proprio il distribuire colpe e punizioni, ma tale constatazione è lontanissima dal mood contemporaneo, più incline al conservare, senza approfondire, il proprio punto di vista.
Se ripenso ai pochi momenti nei quali sono riuscito ad entrare in teatro per seguire le prove, a volte accompagnato da qualcuno dei nostri amici coproduttori, devo ammettere che mi sono chiesto a lungo quali contorni avrebbe preso alla fine il nostro Juan. Ora so che la mia risposta è probabilmente diversa da quella di altri spettatori. In questi tratti che trascolorano risiede una moderna sensibilità che si diffonde in palcoscenico, senza davvero avere profumi o toni facilmente schematizzabili.
Esattamente come l’editoriale di un giornale, che ci voglia raccontare una storia, qualche emozione e delle scoperte magari sorprendenti, ma suggerendole senza imporle.
Grazie anche alla sensibilità di chi ha condiviso il percorso: il pool di artisti che circonda Inger, la nostra compagnia ormai radicalmente rinnovata, il nostro staff e le istituzioni sempre più convinte di sostenerci. E un gruppo di straordinari coproduttori, provenienti da orizzonti che vanno dalla musica al teatro e alla danza, che ha permesso una sfida di questa portata. Ricorderemo tutti quest’avventura, resa così simile a un viaggio di Ulisse dalle incredibili vicende del 2020.
Gigi Cristoforetti – Direttore generale e della programmazione
IL DON JUAN DI JOHAN INGER:
“Nulla può arrestare l’impeto dei miei desideri”
Di Maria Luisa Buzzi
Inger, domanda scontata, ma punto di partenza imprescindibile: il suo “Don Juan” sarà un lavoro narrativo in senso tradizionale?
Sì, sarà un titolo narrativo. Tradizionale? Non vorrei. Quando affronto una creazione narrativa mi sforzo di trovare una mia visione, un motivo, una ragione che giustifichi la voglia di affrontare quel particolare personaggio letterario. Penso e spero che non sarà tradizionale pur nella fedeltà alla storia. Ci sono così tanti Don Giovanni realizzati! Con il mio drammaturgo Gregor Acuña-Pohl siamo arrivati alla consultazione di venticinque diversi testi ispirati al personaggio. Non pochi direi! Prenderemo spunto da diverse versioni e autori.
Glielo chiedo perché nel suo ricco repertorio di creazioni realizzate per le principali compagnie del mondo non ci sono molti titoli ‘narrativi’. A memoria, una “Carmen” di successo creata per la Compañia Nacional de Danza di Madrid, poi entrata nel repertorio al Balletto dell’Opera di Dresda, un “Peer Gynt” per il Balletto di Basilea e un “Petrushka” creato per Les Ballets de Monte-Carlo. Cosa l’ha spinta verso la figura di Don Giovanni?
È vero, non ho realizzato molti titoli narrativi fino ad ora…
Ho scelto di indagare la figura di Don Giovanni perché penso sia una grande sfida confrontarsi con un mito, e forse lo è anche di più con Don Giovanni per il suo carattere molto discutibile. Avvicinarmi a un personaggio complicato come Don Giovanni mi spinge a mettere in discussione il comportamento maschile. Penso che sarà intrigante cercare di incontrarlo, non difenderlo ma magari spiegarlo.
ph. Celeste Lombardi
Quali allora le fonti di riferimento?
Io e il drammaturgo (Gregor Acuña-Pohl, ndr.) abbiamo discusso molto. Nei mesi preparatori abbiamo letto le versioni di Bertolt Brecht, di Molière ovviamente, la commedia originale di Tirso de Molina, ma ci siamo rivolti anche ad altro: un’interessante opera teatrale di Suzanne Lilar (‘Le Burlador’, una rivisitazione del mito di Don Giovanni in chiave femminista, ndr.), che ci ha molto stimolato.
Mi dica di più: chi è il suo Don Juan?
Il mio Don Juan porta con sé un trauma, che lo ha plasmato nel suo discutibile comportamento. Non è in grado di impegnarsi e può trovare soddisfazione solo nel qui e ora. Ha una personalità tendente alla dipendenza. Don Juan riflette sulle sue azioni? È qui che Leo entra in gioco nel nostro concept, si contrappone a Don Juan e attraverso di lui abbiamo cercato di creare uno specchio.
Lettura psicanalitica…Il pensiero corre a Ingmar Bergman, alla sua cinematografia psicologica-analitica e anche a Mats Ek, autore per altro di una versione teatrale di “Don Giovanni”. Sente delle affinità con i suoi connazionali?
Io sono cresciuto con questi due artisti e loro sono stati una grande fonte d’ispirazione, soprattutto Mats Ek, che considero un padre artistico. Sebbene il nostro Don Juan possa essere letto anche in chiave psicanalitica non ci sono riferimenti alla poetica di Bergman. Riguardo alla pièce di Mats Ek, non ho avuto il piacere di vederla, per cui non saprei. Il nostro protagonista cerca la madre in ogni incontro con l’altro perché lei lo ha lasciato da piccolo. Non sappiamo per quale motivo e in che modo ma siamo certi che l’abbandono abbia determinato nel piccolo Don Juan un grande vuoto interiore e un’immaturità nella sfera emotiva, sentimentale. Per colmare questo vuoto, per far fronte alla separazione dal ventre materno Don Juan ha bisogno di collezionare grembi femminili. C’è una frase nel testo di Molière cardine a questo proposito: “Nulla può arrestare l’impeto dei miei desideri: mi sento un cuore capace d’amare il mondo intero e vorrei, come Alessandro, che ci fossero altri mondi ancora per potervi estendere le mie conquiste amorose”.
Il fatto che non riesca a impegnarsi seriamente in alcuna relazione lo rende vuoto e superficiale. È anche spietato il suo Don Juan?
In verità non è un ‘carnefice’ anche se, man mano che scivola in più guai, finisce per diventare un assassino. La drammaturgia abbraccia la versione di Suzanne Lilar di cui le accennavo prima: Don Juan è un giocattolo nelle mani delle donne, è una ‘vittima’. Lui riesce a dare alle donne che incontra quello che loro vogliono: a Zerlina l’ultima avventura prima del matrimonio e della vita coniugale; a Tisbea l’illusione che sia lei a condurre il gioco sessuale; a Donna Ana la passionalità e il piacere che il marito Ottavio non sa darle. Don Juan si adatta alle donne…
Presentato così, sembra proprio che il suo Don Juan non scenderà all’inferno…
Il personaggio potrebbe essere interpretato in senso religioso come nella pièce originale, in cui si parla della dicotomia tra paradiso e inferno e dove Don Giovanni viene condannato per aver ucciso il padre della fidanzata e per aver spezzato tanti cuori, ma per noi non sarà così. La nostra concezione atea del mondo ci porta a trovare il giudice in noi stessi. Così nel nostro Don Juan non vedremo la caduta all’inferno di un peccatore, ma lasceremo aperta l’interpretazione allo spettatore. Forse Don Juan finalmente, troppo tardi, prende coscienza dei suoi crimini e si arrende voracemente al suo destino fatto di vizi e fantasmi del passato? O è solo vittima di qualcosa di più grande di lui? Non voglio rivelarlo. Ma posso dire che nella mia versione Don Juan ha diverse opportunità e possibilità di sfuggire al giudizio e di cambiare grazie a Leporello.
In che termini questo legame tra Don Juan e Leporello ci riporta al tema del giudizio?
Nel senso che sono l’uno l’alter ego dell’altro. Leporello non è un servo nella nostra versione, sarebbe inattuale come figura. Per noi Leporello, che chiameremo Leo, è il lato virtuoso e puro di Don Juan, che invece è arrogante, spavaldo e sempre in fuga. Leo sa che Don Juan sta sbagliando, cerca di distoglierlo dalle azioni malvagie ma non viene ascoltato.
E il Commendatore ci sarà nella sua versione?
La figura del Commendatore coincide con la madre di Don Juan, l’unico vero ‘giudice’ della sua vita. Tanto che nella scena dello stupro della giovane Ines (una studentessa liceale) Don Juan inconsciamente vede la madre al posto della ragazza, e in quel momento capisce che sta sbagliando. E come se sentisse la madre sussurrargli: “Cosa stai facendo, figlio mio?”.
Basterà l’ammonimento materno per fermarlo?
No, no, è troppo tardi! Immaginiamo un tossicodipendente, lui sa quell’iniezione di droga potrebbe ucciderlo, ma la prenderà comunque. Il rimorso dura pochissimo. È un “addict”, un “drogato” e continuerà a cercare la sua prossima «dose». E anche quando all’improvviso compaiono i fantasmi delle sue vittime, lui rimane impassibile.
ph. Celeste Lombardi
Parliamo della musica commissionata al compositore Marc Álvarez a partire dalla versione di Christoph Willibald von Gluck.
Marc Álvarez sta componendo una partitura completamente nuova, con qualche riferimento a Gluck. Ci stiamo lavorando. La verità è che il compositore è riluttante a utilizzare soltanto la musica di Gluck. Il processo è in pieno svolgimento, ma l’orientamento è quello dell’inserimento di riferimenti melodici delle versioni del passato nella nuova partitura, per relazionarci con la storia pur pensando a qualcosa di totalmente nuovo, a una composizione originale.
Una partitura originale per orchestra?
Insieme alla Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto valutiamo la possibilità di orchestrare la partitura di Álvarez per poter rappresentare lo spettacolo anche con orchestra dal vivo.
Riguardo all’allestimento, Curt Allen Wilmer, il suo scenografo, cosa ha ideato?
Lo spazio scenico non ha connotazioni definite dal punto di vista geografico o storico. Sarà moderno e neutrale con elementi scenici semoventi: nel corso dello spettacolo diventeranno sempre più neri a simboleggiare lo stato di perdizione progressiva di Don Juan. Al contrario per i costumi (di Bregje van Balen, ndr.) stiamo lavorando a precise connotazioni e fogge. Mi immagino un mix intrigante di moderno e passato, del resto mi è sempre piaciuto giocare con i contrasti e i ribaltamenti del piani. Un esempio: nella scena del carnevale Don Juan, il cattivo, è vestito da angelo mentre Leo, il buono, da diavolo.
“Don Juan” è una creazione per tutta la compagnia? Sì, lavoro con l’intero organico di Aterballetto, sedici danzatori, alternando i ruoli solistici e il gruppo in due diversi cast in modo che tutti possano sentirsi parte integrante della produzione. Immagino Don Juan come un Kammerspiel, e vedo tre grandi momenti corali: il matrimonio, il carnevale e la scena finale. Per il resto sto creando scene più intime. Sono contento di lavorare con una compagnia di dimensioni contenute: mi consente un’indagine più approfondita sugli aspetti psicologici di ciascun personaggio.
I ballerini di Aterballetto sono coinvolti nel processo creativo?
Certamente! Sebbene il mio metodo di lavoro si basi sull’entrare in sala prove con idee molto chiare, non preparo i passi prima e nell’incontro con i danzatori chiedo loro di seguire nel movimento il mio pensiero, di condividerlo. Ma non si tratta però di un lavoro di improvvisazione: non chiedo di restituirmi movimenti, né fornisco loro dei tasks.
Quale per lei la relazione tra musica e composizione?
Per me la musica è estremamente importante. Mi ispira e mi guida nella composizione. Lavorare su una partitura originale come in questo caso rende il processo complicato e più ‘cieco’. Dobbiamo partire dalla drammaturgia e dalla singole scene per poi trovare la musica adatta insieme al compositore. Processi paralleli che comportano un lavoro più articolato e indubbiamente… più struggente! Molto diverso dal realizzare ad esempio una Carmen sulla musica di Bizet, dove la partitura è sicuro riferimento.
Su Don Juan, Johan e me
Il mio rapporto con Don Giovanni/Don Juan risale a molti anni fa. La prima volta che ho incontrato questo personaggio è stato nel 1988, al liceo, quando ho interpretato il ruolo di Ciutti (il servo di Don Giovanni) in Don Giovanni Tenorio, scritto da José Zorrilla nel 1844. Più tardi, alla Scuola di Arti dello Spettacolo, ho studiato El Burlador de Sevilla di Tirso de Molina. Come attore professionista, ho interpretato i ruoli del Duca Ottavio ne Il Dissoluto di Goldoni e la parte di Sganarelle nella versione di Molière/Brecht, entrambe produzioni per il Centro Andaluz de Teatro. Nel 2006 ho diretto il mio adattamento della pièce teatrale di Zorrilla, trasformandola in un musical con brani di Cole Porter.
Negli ultimi 5 anni ho lavorato a una nuova interpretazione del Don Giovanni di Mozart, cercando di renderlo più attuale e accessibile al pubblico più giovane, portando questo racconto nella Siviglia del terzo millennio. Nel corso degli anni ho letto molte versioni diverse della storia del Don Giovanni, non solo opere teatrali, ma romanzi, sceneggiature di film e poesie di scrittori da Byron a Dumas, da Handke a Puškin, da Fellini a Bergman. Ci sono più di 500 versioni basate sulla storia di Don Giovanni, ma secondo me la più interessante e sorprendente di tutte è stata scritta nel 1946 da Suzanne Lilar, scrittrice teatrale belga e una delle poche donne ad avvicinarsi a questo racconto nella sua opera teatrale Le Burlador ou l’Ange du Démon. Questo pezzo unico mostra un Don Giovanni vittima di tutte le donne che ha conquistato.
La mia collaborazione con Johan Inger è iniziata circa dieci anni fa. Ci siamo conosciuti a Siviglia, dove vivevamo entrambi. A quei tempi avevo la mia scuola di teatro, così invitai Johan a tenere un workshop, e questo fu l’inizio di una forte amicizia che continua ancora oggi. La nostra prima collaborazione è stata una coproduzione per il Festival Internazionale di Danza ‘Itálica’, basato sullo Stabat Mater di Vivaldi. Poi nel 2015 la Compañía Nacional de Danza ha invitato Johan a creare il suo primo balletto a serata intera, basato su una storia spagnola. Abbiamo guardato tre grandi storie spagnole: Don Quijote, Carmen e Don Juan. Infine, è stata la versione di Rodion Shchedrin della musica di Bizet per Carmen che ha dato a Johan l’ispirazione di cui aveva bisogno, e ha deciso di lavorare sulla sua visione di questo stereotipo di femme fatal.
Ma Don Juan non ha mai abbandonato i nostri pensieri e speravamo che forse un giorno avremmo potuto lavorare a un progetto che avrebbe reso vivo Don Juan in modo da ispirare entrambi.
Quel giorno è arrivato con l’invito di Aterballetto a creare una nuova coreografia. Immediatamente i nostri pensieri tornarono a Don Juan, così abbiamo parlato per ore e ore di quale nuovo approccio potevamo trovare per la nostra versione Le due domande che ci premevano erano: Perché un altro Don Juan? E quale sarà il nostro contributo a Don Juan?
Per poter rispondere a queste due domande era importante per noi capire non solo la commedia, ma anche il messaggio che volevamo lasciare al pubblico. Don Giovanni è lo stereotipo del latin lover. Il suo unico obiettivo nella vita è sedurre quante più donne possibile. È un cacciatore e collezionista di donne. Ma, alla fine della sua vita, in tutte le 500 versioni, giustizia è fatta, e deve pagare (o non pagare) per i suoi peccati. In molte di queste versioni il «Commendatore» è una figura di giustizia divina, che lo condanna all’inferno. Solo in alcune versioni romantiche è salvato dall’amore di una giovane donna. Dio è sempre presente in questo mito e ha anche un messaggio religioso.
Questo è stato il nostro primo «problema». Purtroppo non crediamo in Dio e quindi abbiamo dovuto cercare di trovare un approccio autentico a questa storia per dare a noi stessi una fine coerente. Ci siamo anche resi conto che non potevamo fare a meno del personaggio del Commendatore, perché qualsiasi Don Juan senza questo personaggio non sarà mai un autentico Don Juan. Per noi un finale perfetto dell’opera sarebbe stato il confronto con uno dei genitori che ti giudica e condanna per tutti i crimini compiuti in vita.
Ci siamo chiesti cosa abbia reso Don Juan il personaggio che è. Abbiamo cercato di capire da dove venisse questo comportamento e il suo trattamento delle donne. Per noi il nostro personaggio è ovviamente segnato dalle esperienze della sua infanzia. Allora, cosa è successo nella sua infanzia che può averlo portato a comportarsi in questo modo?
Abbiamo scoperto l’indizio per rispondere a questa domanda in una frase che abbiamo trovato in un testo: «Don Giovanni cerca sua madre in ogni conquista». Abbiamo quindi pensato che forse un’esperienza traumatica nei primi anni della sua vita è stata la ragione del suo comportamento e abbiamo deciso di includere la scomparsa di sua madre come punto cruciale di non ritorno. Si sarebbe sentito abbandonato e forse tradito dalla madre. La madre diventa come un fantasma nella sua mente e lui cercherà sempre di trovarla, cercandola in ogni donna che seduce.
Era chiaro: Don Juan alla fine si sarebbe confrontato con la madre, lei sarebbe stata il nostro ‘Commendatore’. ph. Viola Berlanda
Ora che avevamo trovato la nostra ‘Commendatora’ c’era un’altra questione da risolvere, quella del servo che accompagna sempre Don Juan: non è possibile concepire Don Giovanni senza il suo compagno Catalinón, Leporello, Sganarelle, Ciutti o qualsiasi altro nome gli sia stato dato, ma, nel cercare di fare un pezzo senza tempo e senza spazio, dove l’azione potesse svolgersi ovunque e in qualsiasi momento, abbiamo pensato che un servo non fosse più rilevante. Alcune delle versioni più recenti di Don Juan presentano il suo servo come suo fratello o migliore amico. Queste sono opzioni particolarmente buone, ma per noi abbiamo trovato una soluzione molto più ispirata. Siamo stati influenzati nel nostro pensiero da film e storie come Vita di Pi di Y. Martel, The Fight Club di C. Palahniuk, Cosmétique de l’ennemi di A. Nothomb o il grande classico Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde. Hanno tutti una cosa in comune: presentano due personaggi diversi che finiscono per essere entrambi i lati della stessa persona. Questo è esattamente quello che abbiamo cercato di presentare. Abbiamo creato il personaggio di Leo come il lato buono di Don Juan. Lui fa l’esatto contrario di lui. Rappresenta la sua moralità e la sua coscienza, nelle sue relazioni e nelle sue azioni nella vita. Alla fine della nostra storia è lui che si fonde con lo spirito di sua madre, seguendola nel lato «giusto» dell’esistenza e oltre.
Non è mai stata nostra intenzione giudicare o accusare Don Juan. Possiamo pensare che Don Juan sia malvagio: mente, abusa, uccide, tradisce, rapisce, stupra. Ma a questo punto voglio tornare alla versione di Suzanne Lilar Le Burlador ou l’Ange du Démon dove presenta un uomo che è in grado di dare, in qualsiasi momento e in qualsiasi momento, ad ogni donna esattamente ciò che merita e di cui ha bisogno. Il suo unico crimine è l’impossibilità di rimanere fedele alle sue parole e alle sue azioni, mostrandoci una persona infantile e immatura, incapace di assumersi responsabilità e di impegnarsi con altre persone. Sta attraversando un costante crollo, cercando di sfuggire alle sue responsabilità. Questo comportamento non può durare per sempre, poiché distrugge vite umane, la responsabilità del suo comportamento diventa per lui più difficile da mettere a nudo, finché non arriva il momento della resa dei conti. Dopo aver ucciso un uomo e stuprato una adolescente ha superato tutti i limiti del comportamento morale, e ora è il momento di far apparire il fantasma di sua madre. Forse tutto accade nella sua mente, e la Commendatora è solo l’immagine della sua stessa coscienza, che si chiede di rimpiangere le sue azioni e di cambiare per sempre. Ma Don Juan non cambierà mai, nemmeno davanti al volto della madre. Questa è la base del mito e della leggenda, questa è l’essenza di Don Juan, e lo stesso vale per il nostro protagonista.
Ricordando le parole di Molière, Don Juan ha «un cuore abbastanza grande da amare il mondo intero» e questa è la sua ossessione, la sua virtù, ma anche la sua dannazione! Non possiamo sfuggire al suo carisma e al suo magnetismo, cadendo tra le sue braccia e svenendo per amore. Ma quando ci svegliamo dal nostro sogno d’amore, ci rendiamo conto che è diventato un incubo terribile e siamo solo un’altra vittima di questo meraviglioso angelo del diavolo.
Gregor Acuña-Pohl – dramaturg
Creare una nuova musica
In questo Don Juan, la drammaturgia, la storia personale dei personaggi, le loro passioni e i loro conflitti, sono i miei punti d’appoggio per creare la musica. Ciascun personaggio vive una situazione personale che influisce sulle azioni e le reazioni degli altri. La mia ossessione è che almeno io possa vedere plasmato il mondo interiore di ogni personaggio. Se tutti lo vedranno, lo considererò un successo. Nella prima scena, ad esempio, si presenta la figura della madre e del figlio. Inizio prima di tutto dandole la forma di una ninna nanna, intima e delicata, che mi servirà a chiarire la relazione parentale per poi passare a descrivere le difficoltà che affronta la madre per prendersi cura del figlio. Cerco di plasmare il conflitto “voglio, ma non so se sono capace” attraverso piccole dissonanze delle corde per tornare poi alla stabilità del principio. Una stabilità instabile, se questo ha senso. O, come nella scena successiva, in cui appaiono due ragazzi alla scoperta del primo amore: la giovane Donna Elvira e il giovane Don Juan. Qui, la musica doveva avere una brillantezza innocente, quasi naïf, giocosa e molto ottimista. Devo vedere questi due ragazzi quando ascolto questa pièce e voglio ancor di più che anche gli altri possano vederli.
Continuo così con le diverse scene, cercando di ascoltare quello che mi dicono i personaggi, conferendoli un viso e aspettando che mi mostrino il cammino.
Un filo dal quale tirare. A volte ho una piccola idea, un bozzetto, lo faccio vedere a Johan e prendo nota di tutti i suggerimenti, sia a livello di stile che di dinamica, persino di durata o di mixaggio, per avvicinarmi, passo a passo, al risultato finale.
Come tutti i lavori creativi, questo è iniziato con i grandi tratti del principio ed è giunto fino ai minuti dettagli del finale. Procedendo lentamente, ma assicurandoci che il risultato possa piacerci e ispirarci tutti.
Per quanto riguarda la sonorità mi sono basato su quattro colonne: violoncello e violino, chitarra elettrica e percussioni. Mi sento a mio agio mischiando corde e chitarra. Con il passare degli anni, mi rendo conto che si tratta dell’estetica musicale da cui traggo maggior piacere. Questo e la mia fissazione per i frattali, la ripetizione e le strutture che si complementano per dare vita ad altre strutture.
Qualche tocco di Gluck. In un paio di momenti ho usato come supporto delle melodie di Gluck. Nella scena del matrimonio ad esempio, con l’indicazione da parte del coreografo di creare un festeggiamento di gente semplice, con un tocco tradizionale, quasi campestre, ho utilizzato la melodia del suo Don Giovanni: XXIII Allegretto per la prima parte e del XIII Allegro per la seconda, riconducendole a quell’ambiente festivo e allegro de un matrimonio di persone umili di campagna.
Verso il finale della pièce, nella parte che noi chiamiamo “La Commendatora”, ho usato la melodia iniziale che si trova nel XXXI Allegro ma non troppo della stessa opera, per svilupparla poi durante tutta la scena finale. Di fatti, terminiamo la rappresentazione con quelle note, rendendogli così anche omaggio.
Marc Álvarez – compositore
Bianco e nero in scena
Dei quattro progetti presentati per la scena è stato alla fine scelto l’ultimo, ma tutti questi diversi concept avevano un unico Leitmotiv. In ciascuno il bianco e il nero erano presenti nella scenografia. Il bianco e il nero non solo rappresentano il bene e il male, ma sono anche metafora di sensi opposti, sentimenti, personaggi. Il nero è l’assenza di colore e il bianco ha tutti i colori.
Fin dalla prima stesura della drammaturgia scritta da Gregor Acuña Pohl e Johan Inger, Leporello è stato in questa versione non solo il servo, ma una sorta di «alter ego» di Don Juan, che riflette la complessità e la dicotomia del suo personaggio.
La scacchiera era all’inizio un riferimento progettuale, che aveva anche un legame con i pavimenti in marmo bianco e nero, che ci portano inconsciamente negli spazi di Don Juan. Gli scacchi erano troppo letterali, ma ciò che era interessante era che si trattava di un gioco, e questo ci ha portato all’idea dei blocchi del domino. Pezzi di un gioco con due lati opposti. Lì abbiamo trovato un riferimento interessante. Blocchi che potevano anche essere una collezione di pezzi diversi dello stesso genere.
Così abbiamo progettato blocchi con i lati in bianco e nero con una finitura pittorica ispirata ai dipinti di Barnett Newman e Pierre Soulages. L’idea era quella di dipingere strisce più o meno nere sulla superficie bianca e anche sulla superficie nera per creare diversi neri. Ogni blocco ha una finitura pittorica diversa ed è unico. È stata un’esperienza interessante essere presenti a dipingere e a condurre la verniciatura finale dei pezzi in laboratorio.
Abbiamo iniziato a lavorare con 32 pezzi nel modello del set, ma una volta costruito il set era troppo difficile gestirne così tanti. Così il lavoro è andato avanti con 16 e alla fine è finito con 12 di essi, che in realtà è un numero molto interessante per questo spettacolo.
I ballerini gestiscono autonomamente i blocchi, facendoli scorrere i blocchi sul palco e costruendo diverse combinazioni di spazi. Sono anche in grado di usarli come pavimento e di ballarci sopra. Questa versione del Don Juan presenta tutti i personaggi importanti del mito, ma la scenografia non ha alcuna connotazione storica.
Solo alla fine rimane un unico blocco e lo spazio si riempie di cenere nera.
Curt Allen Wilmer (aapee) con estudiodedos – Set design
ph. Celeste Lombardi
Contrasti di luce
L’idea delle luci per il Don Juan è nata inizialmente dalla scenografia.
I monoliti bianchi e neri, evocavano uno spazio infinito, dove il gioco delle loro diverse disposizioni potesse essere amplificato dalle ombre proiettate dai volumi.
Le luci vogliono significare la piazza, la società, la comunità giudicante che osserva il seduttore, facendo eco alla sua arroganza, magnificandone i successi, ma allo stesso tempo suggerendone la condanna e la rovina.
Il tipo di luce usata è calda e solare. Così da acuirne il contrasto con i momenti in cui la favola bella si interrompe: il potere di seduzione di Don Juan degenera e così degenera l’atmosfera intorno a lui, in qualcosa di malato e non più divino.
Per esempio, nella scena in cui gli uomini picchiano Don Juan, la sensazione che si vuole dare è che la stessa piazza, qui nella forma notturna del parcheggio abbandonato o del vicolo appena illuminato dalle lampade stradali al sodio, non riserva all’eroe alcuna protezione.
Nella scena con Tisbea, la luce vorrebbe suggerire una situazione borderline, al limite del dicibile, un esperimento da laboratorio male illuminato da un neon sbiadito.
Anche a livello geometrico, i fasci di luce aperti, soffusi a pioggia da quelle che sembrano altissime finestre, vogliono creare un’atmosfera apparentemente positiva, solare e epica.
In forte contrasto con questa possibilità, ci sono le scene illuminate in modo claustrofobico e grafico, a delimitare spazi angusti, corridoi di servizio, labirinti contorti.
A volte la frontalità della luce in alcune scene (Ines) vorrebbe esprimere la brutalità stessa incarnata da Don Juan, illuminando chiaramente le espressioni dei volti, quando non c’è altra possibilità che guardare l’abisso in faccia.
Fabiana Piccioli – lighting designer
Johan Inger
Lo svedese Johan Inger (Stoccolma, 1967) è entrato a far parte del Nederlands Dans Theater 1 nel 1990 ed è stato un ballerino di alto profilo della compagnia fino al 2002.
Il suo debutto come coreografo (1995), sempre per il Nederlands Dans Theater, è stato sin da subito promettente con un riconoscimento immediato: per i suoi balletti Dream Play e Walking Mad ha ricevuto nell’ottobre 2001 il Lucas Hoving Production Award. Walking Mad ha ricevuto in seguito anche il Premio Danza & Danza 2005.
Johan ha lasciato il Nederlands Dans Theater per assumere la direzione artistica del Cullberg Ballet di Stoccolma nel 2003, dove ha creato numerose opere.
Dal 2008, Johan lavora come coreografo freelance e crea per molte compagnie in tutto il mondo come GoteborgsOperan, Ballet Basel, Swedish National Ballet, Compañía Nacional de Danza, Aterballetto, Lyon Opera Ballet, Les Ballets de Monte Carlo e naturalmente Nederlands Dans Theater, ricoprendo il ruolo di coreografo associato dal 2009 al 2016.
Tra il 2016 e il 2020, Johan ha coreografato (tra l’altro) le proprie versioni dei brani narrativi Petrushka, e come serate complete Carmen e Peer Gynt.
Nel 2016 è stato premiato con il Premio Benois de la Danse per la sua Carmen (CND- Madrid), con il pezzo One on One (NDT2) e con il premio Danza & Danza per il suo pezzo Bliss (Aterballetto).
Di Inger Aterballetto ha in repertorio Rain Dogs, Birdland e Bliss che insieme compongono la serata Golden Days.
ph. Celeste Lombardi
Video
Trailer:
Video 18’:
Intervista a Johan Inger / Save the Date Rai5:
Prove:
Verso la Premiere:
Don Juan, Leo ed Elvira:
Don Juan e la Madre:
Video full (ripresa a Festpielhaus St. Poelten):
https://vimeo.com/477095842 password: DJ24102020
Chi siamo
La FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA nasce nel 2003 con soci fondatori la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia, svolgendo la sua attività principale di produzione e distribuzione di spettacoli di danza con il marchio ATERBALLETTO, la principale compagnia in Italia e la prima realtà stabile al di fuori delle Fondazioni Liriche. Nata nel 1977 come Compagnia di Balletto dei Teatri dell’Emilia – Romagna, dal 1979 ha assunto la denominazione di Aterballetto. Grazie ai suoi danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili, Aterballetto nel corso della sua storia ha goduto di ampi riconoscimenti sia in Italia sia all’estero.
Accanto alla sua attività principale di produzione e distribuzione di spettacoli di danza – sviluppata con il marchio Aterballetto – la Fondazione Nazionale della Danza si sta aprendo a una rinnovata dinamica progettuale. Sul piano artistico, alle produzioni con alcuni tra i coreografi più importanti del panorama internazionale si affianca l’attenzione per stili differenti e giovani generazioni. Inoltre la Fondazione intende stimolare in Italia la diffusione di una cultura della danza a 360°, e per questo produce in partnership con enti pubblici o privati, provenienti da orizzonti disciplinari diversi e senza trascurare la vocazione sociale e formativa. Site-specific, produzioni su commissione, spettacoli dedicati al mondo della fragilità o ai bambini, vr experience contribuiscono al nuovo repertorio in costruzione.
L’Heure Exquise
Variazioni su un tema di Samuel Beckett
“Oh,les beaux jours”
Regia e coreografia : Maurice Béjart
Rimontata da Maina Gielgud
su gentile concessione Fondation Maurice Béjart
Interpreti :
Lei Alessandra Ferri
Lui Thomas Whitehead
Musiche :
Five pieces for orchestra / Anton Webern : London Symphony Orchestra / dir. Antal Dorati
Symphony no.4 III moviment (Poco Adagio) / Gustav Mahler : Berliner Philharmonic Orchestra / dir. Herbert von Karajan
Fantasia in C Minor K.475 / W.A.Mozart : Piano : Glenn Gould
La Veuve Joyeuse ( Heure Exquise Qui Nous Grise )/ Franz Lehar
Tea for Two (song from »No No Nanette)
Scene : Roger Bernard
Luci : Maina Gielgud, Marcello Marchi
Costumi : Luisa Spinatelli
Creato al Teatro Carignano di Torino il 13 settembre 1998
Nuovo allestimento co-produzione : AF DANCE , Ravenna Festival, The Royal Ballet,
Ministero della Cultura, “Progetti Speciali”
Progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo
Un ringraziamento speciale a Lady Angela Bernstein CBE
Si ringraziano inoltre :
Oriente Occidente Dance Festival – Passo Nord e Comune di Rovereto per gli spazi della residenza creativa,
Freed of London Official Pointe Shoes Sponsor
Royal Ballet Londra, Hamburg Ballet John Neumeier, Balletto del Teatro alla Scala, English National Ballet Londra per la fornitura delle scarpette utilizzate per la scenografia realizzata da Laboratorio Scenografia Pesaro.
Compagnia Italiana della Moda e del Costume per la realizzazione costumi Alessandra Ferri
Hamburg Ballet_John Neumeier per la realizzazione costumi Carsten Jung
RGE
Distribuzione italiana : International Music and Arts
Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni “ su un tema di un altro grande….
Variazioni di Brahms su un tema di Haydn, di Chopin su un tema di Mozart, di Beethoven su Diabelli, e così via.
Io mi sono permesso di lavorare su una pièces tra le più importanti del ventunesimo secolo : Oh,les beaux jours!
In verità non si tratta di un adattamento danzato ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica.
La musica è un montaggio su temi di Webern in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo.
Infine il SILENZIO : l’elemento principe di questa liturgia.
Maurice Bèjart
Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo.
Per me un altro personaggio femminile, come sono state Virginia Woolf, Eleonora Duse e la Léa di Chéri, donne straordinarie che appartengono a questo secondo capitolo della mia vita.
Nel 2021 sono 40 anni da quando sono entrata al Royal Ballet a Londra iniziando così il mio viaggio artistico.
Per celebrare e festeggiare con il pubblico questo traguardo cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio ho trovato una pagina che parlava di un lavoro di Maurice Béjart basato su uno straordinario testo di Samuel Beckett: Giorni Felici. Un caso? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date,
anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno 60 anni da quando Beckett scrisse il famoso play.
Il ruolo della protagonista, immaginato da Béjart nel 1998 è assolutamente fantastico, la sua Winnie è una ballerina “âgée” che nella sua malinconica solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici, il suo Willy, è un suo ex-partner e la famosa collina di sabbia che la sommerge è una montagna di vecchie scarpette da punta .
Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo.
Per me un altro personaggio femminile, come sono state Virginia Woolf, Eleonora Duse e la Léa di Chéri, donne straordinarie che appartengono a questo secondo capitolo della mia vita.
Alessandra Ferri
Altro testo
Alessandra Ferri è uno di quei nomi che hanno bisogno di ben poche presentazioni. Un’autentica icona della danza con alle spalle una carriera di quarant’anni che l’ha portata ad essere considerata internazionalmente una delle più importanti ballerine drammatiche del nostro tempo.
Quattro decenni di grandissima carriera artistica nei quali l’étoile ha lavorato con alcuni tra i più grandi coreografi del nostro tempo (Sir Frederick Aston, Sir Kenneth McMillan, Roland Petit, John Cranko, John Neumeier, William Forsythe, solo per citarne alcuni), esibendosi sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi al mondo e facendo incetta di illustri premi e riconoscimenti: dal Sir Lawrence Olivier Award al Dance Magazine Award e al Benois de la Danse, arrivando fino alla nomina a Cavaliere della Repubblica ricevuta nel 2006 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Insomma, in poche parole, una vera e propria leggenda. Per celebrare questi 40 anni di carriera, Alessandra Ferri ha deciso di confrontarsi con L’Heure Exquise, variazioni
su un tema di Samuel Beckett “Oh, les beaux jours”.
Uno spettacolo creato per Carla Fracci e Micha Van Hoecke nel 1998 dall’indimenticato danzatore e coreografo franceseMaurice Béjart (regia e coreografia) e ispirato al dramma Oh, les beaux jours (Giorni felici) del celebre drammaturgo inglese, e che vede ora protagonista sul palco Alessandra Ferri
insieme a Thomas Whitehead, danzatore del Royal Ballet.
MAURICE BEJART
Figlio del filosofo Gaston Berger, Maurice Béjart nasce a Marsiglia li 1° gennaio 1927. Ballerino poi coreografo, debutta a Parigi dove, nel 1954, fonda la compagnia « Les ballets de l’Etoile » che diventerà nel 1957 il « Ballet-Théâtre de Paris ».
Nel 1960 si trasferisce a Bruxelles dove fonda la compagnia « Ballet du XXè Siècle. Un quarto di secolo più tardi, tranferisce la sua compagnia a Losanna per ribattezzarla « Béjart Ballet Lausanne » ; a Losanna pianta le sue radici professionali e personali.
Béjart acquisicse gran parte della sua formazione di ballerino da Madame Egorova, da Madame Rousanne et Leo Staats. Rinnova il suo bagaglio culturale classico a Vichy (1946), poi con Janine Charrat, Roland Petit e soprattutto a Londra con l’International Ballet. La tournée in Svezia con il Ballet Cullberg (1949) gli permette di scoprire le fonti dell’espressionismo coreografico e il contratto per un film svedese lo mette a confronto per la prima volta con Stravinskij.
E, tuttavia, su alcuni brani di Chopin che, ritornato a Parigi, Maurice Béjart fonda la sua esperienza di ballerino sotto l’egida del critico Jean Laurent. In seguito, inizia a dedicarsi alla coreografia : nel 1955, con les Ballets de l’Etoile, sperimenta nuove forme con Symphonie pour un homme seul (musica : Pierre Henry e Pierre Schaeffer). Gli spettacoli che seguono lo vedono ormai padrone di un proprio linguaggio : Haut voltage, Prométhée, Sonate à trois (da Huit clos di J.-P Sartre).
Notato da Maurice Huissman, il nuovo direttore del Théâtre Royal de la Monnaie, Béjart crea le coreografie per Le Sacre du printemps (1959) ; l’anno successivo, con la fondazione della compagnia internazionale Ballet du XX e Siècle, si esibisce in tutto il mondo. Gli spettacoli realizzati in seguito: Bolero (1961), Messe pour le temps present (1967) e l’Oiseau de feu (1970), esprimo un gusto marcato per il cosmopolitismo culturale ch, alla coperta delle diverse civiltà Bhakti, Golestan, Kabuki, Dibouk, Pyramide, ne trasforma le formule espressive in illustrazioni di un ricco repertorio musicale (da Boulez a Wagner).
Nel 1970 fonda l’Ecole Mudra à Bruxelles, e poi la stessa a Dakar (1977) e finalmente l’Ecole-Atelier-Rudra a Losanna (1992). Il 1987 segna il passaggio dal Ballet du XX è Siècle al Béjart Ballet Lausanne, senza però determinare discontinuità nell’opera di Béjart. Nel 1992, decide di ridurre le dimensioni della propria compagnia a una trentina di ballerini per ritrovare l’essenza dell’interprete ». Tra i numerosi balletti creati per questa compagnia, citiamo Ring um den Ring, Le Mandarin merveilleux, King Lear – Prospero, A propos de Sheherazade, Le Presbytère… !, MutationX, La Route de la soie, Le Manteau, Enfant-Roi, La Lumière des eaux, Lumière, Tokyo Gesture, Il Flauto Magico, Ciao Federico e La Mer.
Regista di teatro La Reine verte, Casta Diva, Cinq Nô Modernes, A-6 Roc, di opere Salomé, La Traviata e Don Giovanni e di film Bhakti, Paradoxe sur le comédien…, Maurice Béjart pubblica anche diversi libri (romanzi, memorie, diari, commedie). Dopo essere stato insignito del premio Erasme nel 1974, l’ Imperatore Hirohito gli conferisce l’Ordine del Sol Levante (1986) e il Re Baldovino lo nomina Grande Officiale dell’Ordine della Corona (1988). La Japan Art Association gli conferisce il prestigioso Premio Imperiale (1993) e l’Inamori Foundation gli consegna il Premio Kyoto (1999). Nel 1994, Maurice Béjart è nominato membro libero dell’Accademia delle Belle-Arti dell’Istituto di Francia. Li 4 dicembre 1995 riceve il prezzo Together for Peace Foundation dalle mani di Papa Giovanni Paolo II. La città di Losanna gli conferisce la bourgeoisie d’honneur il 3 dicembre 1996. Il 22 novembre 2001 riceve anche il primo Grand siècle Laurent-Perrier e, lo scorso 31 ottobre 2003, la nomina a Commendatore delle Arti e delle Lettere conferita dal Ministro della Cultura Francese.
Grazie alla sua diversità e alla sua complessità, l’opera di Maurice Béjart è considerata tra le più singolari ; il coreografo non segue una linea unica, ricusando persino l’idea di « stile ». Béjart afferma di adattare, sempre, il modo alla materia, di modellare, in fase creativa, le forme espressive al progetto. Una musica unica, Boléro, o più musiche, La Route de la soie , la danza sola, Le Mandarin merveilleux, o l’uso di un testo Enfant-roi ; una storia Le Manteau, un tema Mutationx, o l’astratto, Mouvement, rythme, étude. Per il suo modo di dire « io » nel suo Schiaccionoci, di tradurre le preoccupazioni e gli interrogativi dei suoi contemporanei, Maurice Béjart tocca il grande pubblico della danza.
ALESSANDRA FERRI
E’ considerata internazionalmente una delle più importanti ballerine drammatiche del nostro tempo. Nata a Milano, ha iniziato gli studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e successivamente ha studiato alla Royal Ballet School di Londra.
Nel 1980 dopo aver vinto il Prix de Lausanne é entrata a far parte del Royal Ballet e ne diventa prima ballerina a soli 19 anni quando Sir Kenneth McMillan la sceglie per interpretare i ruoli più importanti dei suoi balletti , Romeo e Giulietta, Manon e Mayerling : appositamente per lei inoltre il famoso coreografo ha creato altri ruoli, come Marie in Different Drummer e Micol in Valley of Shadows.
Nel 1985, Michail Baryshnikov la invita all’ American Ballet Theatre dove rimarrà Prima Ballerina fino al 2007. Nel 1992 e’ nominata Prima Ballerina Assoluta al Teatro alla Scala dove resterà fino al 2007 .Ha lavorato con i più grandi coreografi del nostro tempo: Sir Frederick Ashton,Sir Kenneth McMillan, Jerome Robbins, Jiri Kylian, Twyla Tharp, John Neumeier, William Forsythe, Roland Petit.
Ha danzato nei teatri più prestigiosi del mondo. Tra i numerosi premi ricevuti il Sir Lawrence Olivier Award ,il Dance Magazine Award e il Benois de la Danse. Nel 2006 é stata nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2013 , dopo sei anni di assenza dalle scene, torna a danzare e firma la sua prima coreografia, The Piano Upstairs, un dance play presentato al Festival dei Due Mondi a Spoleto. Nello stesso anno viene creato per lei il ruolo di Lea in Chérie al Signature Theater di New York . Nel 2015 al Royal Ballet Wayne McGregor crea per lei il ruolo di Virginia Woolf in Woolf Works, per il quale nel 2016 vince il secondo Oliver Award ed il National Dance Award . Nello stesso anno John Neumeier crea per lei il ruolo di Eleonora Duse nel balletto DUSE con l’Hamburg Ballet . Nel maggio 2018 debutta in Afterite al Metropolitan Theatre di New York ,nuova creazione di Wayne McGregor per l’American Ballet Theatre. Nel gennaio 2019 a Londra inaugura il Linbury Theatre ,nuova sala alla Royal Opera House ,con lo spettacolo Trio ConcertDance. Nel giugno 2021 debutta ne L’Heure Exquise, variazioni su un tema di Samuel Beckett “Oh,les beaux jours” coreografia e regia di Maurice Béjart.
THOMAS WHITEHEAD
Nato nel West Yorkshire, ha studiato alla The Arts Educational Schools ed alla Scuola del The Royal Ballet . Nel 1994 entra a far parte della compagnia del Royal Ballet di Londra , promosso solista nel 2002 e nel 2017 promosso Principal Character Artist.
Nei ventotto anni di carriera ha interpretato i ruoli nei balletti dei più importanti coreografi presenti nel repertorio della compagnia , tra questi Sir Kenneth Macmillan, Sir Frederik Ashton, John Cranko,Peter Wright ,Mats Ek , Carlos Acosta, Alastair Mariott, Wayne McGregor.
Nella stagione 2006/2007 ha danzato nel tour mondiale, il ruolo del “Cigno” nell’iconica produzione de Il Lago dei Cigni a firma di Matthew Bourne
E’ stato nominato nel 2010 nella categoria “Best Male Performance at the National Dance Awards” .
A partire dal 2010 ha collaborato in numerosi progetti teatrali e tra questi : con Sir Richard Eyre e Viviana Durante per l’adattamento di Truly,Madly,Deeply; con Kristen Mcnally per Don’t Hate the Player, Hate the Game.
Dal 2020 collabora con il Royal Ballet anche come terapista del respiro.
Compagnia Corrado Abbati
Il Paese dei Campanelli
Il Paese dei Campanelli, l’operetta italiana più famosa, compie in questa stagione 100 anni!
Ancora vivo e vitale questo lavoro del binomio Ranzato – Lombardo lega il suo successo alla particolare leggerezza ed allegria del testo, unito alle melodie facili e dall’impatto immediato. Si racconta infatti che, già all’indomani della prima rappresentazione al Teatro Lirico di Milano, molti brani venissero cantati o fischiettati per le strade dai milanesi.
Un canovaccio fantasioso con un tocco di esotismo, un variopinto ed immaginario villaggio fiabesco, i colorati i costumi dei protagonisti ed una elegante e garbata drammaturgia, sono i punti di forza di questa edizione del centenario. La storia ci porta su un’immaginaria isola olandese dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile con un campanello. Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che si verifica un tradimento e a seminare il disordine nel tranquillo Paese dei Campanelli arriva una nave di marinai. In 100 anni è cambiato tutto e non è cambiato niente: il dilemma tra amore coniugale ed extra coniugale è eterno, gli equivoci di una sana commedia che divertono il pubblico senza malizia sono sempre gli stessi, da Plauto in poi.
Cent’anni fa a suonare erano i campanelli… oggi i telefoni cellulari!