Serena conduce operaclassica eco italiano

COMUNICATO STAMPA

Il Maggio Musicale Fiorentino annuncia la programmazione da settembre 2022 ad aprile 2023.

In complesso dalla ripresa dell’attività in settembre e fino all’85esima edizione del Festival dell’aprile 2023, 10 opere liriche più due opere dedicate alle scuole e ai bambini e una intensa attività concertistica
con 25 concerti sinfonici in sede

Prendono avvio in ottobre e febbraio il Festival d’Autunno del Maggio dedicato a Verdi
e il Festival di Carnevale del Maggio dedicato al Faust e Goethe

Firenze 13 giugno 2022 – Il Maggio Musicale Fiorentino annuncia la programmazione da settembre 2022 ad aprile 2023 durante la quale prendono avvio a fine settembre e febbraio gli annunciati Festival “satelliti”, costole di quello storico, il “Grande Festival” che nel 2023 toccherà la sua 85esima edizione. Il Festival d’Autunno del Maggio, parte il 29 settembre e sarà dedicato a Giuseppe Verdi con tre opere mature del Cigno di Busseto Il trovatore, Ernani e Don Carlo nella versione italiana in quattro atti e il Festival di Carnevale del Maggio che verrà varato il 13 gennaio e che sarà dedicato al Mito di Faust e Goethe. In complesso dalla ripresa in settembre dopo la pausa estiva (comunque dedicata ai concerti in tour a Siena, Ravello, Rimini, Macerata, Forte dei Marmi, Volterra), e fino all’85esima edizione del Festival, il Maggio mette in cartellone 10 opere liriche più due opere dedicate ai bambini e ai più giovani, alle famiglie e alle scuole, e una intensa attività concertistica con 25 concerti sinfonici nelle due sale, la Grande e la Zubin Mehta. Questi i titoli lirici in sequenza cronologica: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in settembre, Il trovatore di Giuseppe Verdi a fine settembre e ottobre, Alcina di Georg Frederich Händel (nell’allestimento del Salzburger Pfingstfestpiele) con l’Orchestra Les Musiciens du Prince – Monaco in ottobre, Ernani in novembre e Don Carlo di Giuseppe Verdi a fine dicembre e inizio di gennaio 2023 (sul palcoscenico della Sala grande finalmente completato tecnologicamente), La finta semplice di Wolfgang Amadeus Mozart in gennaio al Teatro Goldoni, Doktor Faust di Ferruccio Busoni in febbraio, La traviata di Giuseppe Verdi in febbraio, The Rake’s Progress di Igor Stravinsky in marzo e per concludere Carmen di George Bizet a fine marzo e fino a metà del mese di aprile. Due come detto, le opere dedicate ai bambini, i giovani, alle famiglie e alle scuole: Il Faust in coproduzione con Venti Lucenti con l’Orchestra Giovanile Italiana, in novembre e inizio dicembre al Teatro Goldoni, e L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini con l’Orchestra Giovanile Italiana a fine marzo e inizio aprile in Sala Mehta, per un totale di nove nuovi allestimenti, due riprese e l’allestimento del Festival di Pentecoste di Salisburgo.

Grande equilibrio nell’impegno dei due cardini artistici sui quali si poggia il Maggio Musicale Fiorentino, il direttore emerito a vita Zubin Mehta e il direttore principale Daniele Gatti: entrambi sul podio per più di 20 volte ciascuno sia per le opere – 3 titoli a testa: Il barbiere di Siviglia, Don Carlo, The Rake’s Progress per Gatti e Il trovatore, La traviata e Carmen per Mehta – che per i concerti.
Al loro fianco una sequenza di nomi di altissimo profilo direttoriale impegnati sia sul versante operistico che concertistico, Herbert Blomstedt, Theodor Guschlbauer, Charles Dutoit, Andrés Orozco-Estrada, James Conlon, Christoph Eschenbach, sir Marc Elder, Diego Fasolis, Marc Albrecht, Ingo Metzmacher Gianluca Capuano. Tra loro si segnala il debutto al Maggio di una raffinatissima interprete del repertorio mozartiano, Dame Jane Glover per un concerto sinfonico in novembre. Due le Orchestre ospiti sul fronte sinfonico la Gustav Mahler Jugendorchester diretta da Herbert Blomstedt e l’Orchestra Filarmonica di Montecarlo diretta da Charles Dutoit. Tra gli artisti solisti nei diversi concerti Andrea Lucchesini al pianoforte, Luca Benucci al corno, Marco Salvadori all’oboe, Maurizio Pollini al pianoforte, Martha Argerich al pianoforte, Alejandra Rojas Garcia al fagotto, Yefim Bronfman al pianoforte, Rudolf Buchbinder al pianoforte; i professori Benucci, Salvadori e la professoressa Rojas Garcia sono prime parti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, a loro si aggiunge anche il professor Salvatore Quaranta, spalla dell’Orchestra che sarà impegnato nelle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, presto annunciato. Il loro coinvolgimento come solisti testimonia l’eccellente livello dell’orchestra del Maggio e ne valorizza l’impegno. Le voci soliste nei differenti concerti saranno quelle di Mandy Fredrich, Marie-Claude Chappuis, Maximilian Schmitt, Tareq Nazmi, Eleonora Filipponi, Lenneke Ruiten, Lucia Cirillo, Juan Francisco Gatell, Georg Nigl, Jessica Pratt, Christiane Karg, Michèle Losier.

I registi che firmeranno i differenti allestimenti operistici, sempre in ordine cronologico sono Damiano Michieletto (Il barbiere di Siviglia e Alcina), Cesare Lievi (Il trovatore), Leo Muscato (Ernani), Manu Lalli (Faust per bambini), Roberto Andò (Don Carlo), Claudia Blersch (La finta semplice), Davide Livermore (Doktor Faust e La traviata), Frederic Wake Walker (The Rake’s Progress), Grischa Asagaroff (L’Italiana in Algeri per bambini) e Piero Faggioni (Carmen). Nelle dieci opere liriche le locandine schierano molti dei più prestigiosi e celebri nomi del panorama lirico mondiale accanto a validissimi artisti affermati nei più importanti teatri internazionali e a giovani emergenti come i talenti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Per citarne alcuni nelle diverse locandine, Vasilisa Berzhanskaya, Nicola Alaimo, Fabio Capitanucci, Carmen Buendia, Ruzil Gatin, Evgeny Stavinsky (in Il Barbiere di Siviglia); Amartushvin Enkhbat, María José Siri, Ekaterina Semenchuck, Fabio Sartori, Riccardo Fassi (in Il trovatore); Cecilia Bartoli, Carlo Vistoli, Lucia Martìn-Cartòn, Kristina Hammarstroem, Petr Nekoranec, Riccardo Novaro (in Alcina); Francesco Meli, Roberto Frontali, Vitalij Kowalijow, (in Ernani); Mikhail Petrenko, Francesco Meli, Alexander Vinogradov, Benedetta Torre (in Don Carlo), Benedetta Torre e Luca Bernard (in La finta semplice); Thomas Hampson, Wilhelm Schwinghammer, Olga Bezsmertna (in Doktor Faust); Nadine Sierra, Francesco Meli, Plácido Domingo, Caterina Piva, Caterina Meldolesi, Francesco Samuele Venuti, Emanuele Cordaro, (in La traviata); Sara Blanch, Matthew Swensen, Vito Priante, Marie-Claude Chappuis, Adriana Di Paola, Christian Collia (in The Rake’s Progress), Clémentine Margaine, Francesco Meli, Mattia Olivieri, Valentina Naforniță (in Carmen).

Il Maggio continua a viaggiare nel corso della stagione 22/23: Grosseto, Torre del Lago, Massa, Parma, Arezzo rappresentano le prime tappe confermate.

Orchestra del Teatro del Maggio.
Il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro del Maggio sono diretti da Lorenzo Fratini.

LE OPERE

La stagione operistica inizia l’8 settembre (repliche il 10, 12, 14, 15) in Sala Zubin Mehta con Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, nel rodatissimo e apprezzatissimo e sempre fresco allestimento con la regia di Damiano Michieletto, ripreso da Andrea Bernard (che al Maggio ha firmato un Don Pasquale nel 2020), che vedrà sul podio il direttore principale Daniele Gatti. Nel cast Vasilisa Berzhanskaya come Rosina, Nicola Alaimo come Figaro, Fabio Capitanucci con Don Bartolo, Berta sarà Carmen Buendia, Lindoro/Conte sarà Ruzil Gatin e Don Basilio sarà interpretato da Evgeny Stavinskiy. Costumi di Carla Teti, Luci di Alessandro Tutini. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel primo decennio dell’Ottocento il ventenne Gioachino Rossini aveva già conquistato le scene teatrali con Tancredi e L’Italiana in Algeri. Alla fine del 1815 firmò un contratto con l’impresario del Teatro Argentina di Roma per scrivere un’opera, da inserire nel cartellone di Carnevale dell’anno seguente, intitolata Almaviva, o sia L’inutile precauzione. Il soggetto era ben noto perché tratto dalla commedia Le barbier de Séville di Beaumarchais già messo in musica da molti altri autori: tra essi il celebre Giovanni Paisiello, il cui Barbiere di Siviglia (1782) aveva furoreggiato nei teatri di mezza Europa. L’impresa di proporre il remake di un titolo famoso mentre era ancora in vita Paisiello era oltremodo temeraria e così Rossini, per mettersi al riparo da possibili accuse, scelse un titolo diverso – Almaviva appunto – e decise di stampare nel libretto un avvertimento al pubblico in cui dichiarava che per rispetto nei confronti del più anziano maestro aveva chiesto al poeta Cesare Sterbini di scrivere per l’occasione un nuovo libretto. Ma la precauzione si rivelò inutile poiché al debutto, il 20 febbraio 1816, l’opera fu fischiata e la serata degenerò in bagarre come raccontato da Rossini stesso. Il compositore pesarese tuttavia non si ingannava sul valore del suo lavoro, e dopo le prime repliche il suo Barbiere incassò il plauso meritatissimo che gli spettava surclassando l’opera di Paisiello e diventando in breve l’opera più amata e rappresentata. Qualche anno più tardi, un compositore del calibro di Giuseppe Verdi avrebbe dato al Barbiere di Siviglia rossiniano la palma di “opera buffa più bella che esista, per abbondanza di idee musicali, per verve comica e per verità di declamazione”.

Con il secondo titolo prende avvio il Festival d’Autunno del Maggio, dedicato nella sua prima edizione a Giuseppe Verdi. Il 29 settembre con repliche il 2, 5, 7 ottobre in Sala Mehta va in scena un nuovo allestimento di Il trovatore. Sul podio il direttore emerito del Maggio Zubin Mehta; la regia è di Cesare Lievi, le scene e i costumi sono di Luigi Perego, le luci di Luigi Saccomandi. In locandina, il conte di Luna di Amartushvin Enkhbat, la Leonora di María José Siri che tornerà anche nella compagnia di canto di Ernani, l’Azucena di Ekaterina Semenchuck, il Manrico di Fabio Sartori e il Ferrando di Riccardo Fassi. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel marzo del 1851, mentre si trova ancora a Venezia per il successo di Rigoletto, Giuseppe Verdi suggerisce un nuovo progetto operistico al poeta Salvatore Cammarano, fidato collaboratore delle precedenti Alzira, Battaglia di Legnano e Luisa Miller. La fonte proposta è El trovator di Antonio Garcia Gutierrez, un dramma romantico rappresentato a Madrid nel 1836 e mai tradotto in italiano fino ad allora. Nonostante l’entusiasmo del Maestro, i lavori vanno a rilento, forse per una mancata condivisione del soggetto da parte di Cammarano. A complicare la situazione l’improvvisa e inaspettata morte del librettista, nel luglio del 1852 a libretto quasi ultimato, che costringe Verdi a chiedere l’intervento di Leone Emanuele Bardare per ritoccare alcune parti del dramma. Come già sperimentato in Rigoletto, anche nel Trovatore il compositore si concentra su un personaggio anticonvenzionale: la zingara Azucena, protagonista indiscussa dell’opera. Dominata da passioni contrastanti – la sete di vendetta per la morte atroce della madre, arsa viva con l’accusa di stregoneria, e l’amore per il figlio adottivo Manrico – Azucena richiede una voce drammatica in grado di definire il carattere oscuro del personaggio, continuamente in bilico tra allucinazioni ed esplosioni cariche di pathos. Rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma, Il trovatore, per la felicità di invenzioni melodiche, l’appassionato lirismo e l’orchestrazione coinvolgente e sempre attenta a sottolineare i caratteri dei quattro protagonisti, divenne in breve l’opera più amata ai tempi di Verdi.

Il terzo titolo, l’opera fiabesca e malinconica Alcina di Geog Frederich Händel va in scena il 18 ottobre con repliche il 20, 22, 24, 26, nella Sala Zubin Mehta. La produzione è quella del Salzburger Pfingstfestpiele messa in scena con grandissimo successo a Salisburgo nel 2019. In buca l’Orchestra Les Musiciens du Prince – Monaco diretta da Gianluca Capuano. La regia è di Damiano Michieletto. Nel ruolo di Alcina, torna al Maggio dopo il trionfale concerto dell’8 ottobre 2020 Cecilia Bartoli. Con lei Carlo Vistoli come Ruggiero, Lucía Martín-Cartón come Morgana, Kristina Hammarström come Bradamante, Petr Nekoranec come Oronte e Riccardo Novaro come Melisso. Le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Agostino Cavalca, le luci di Alessandro Carletti, i video di RoCa Film, la coreografia di Thomas Wilhelm.
Alcina di Händel debuttò al Covent Garden di Londra il 16 aprile 1735 riscuotendo un enorme successo. Due anni prima il compositore aveva dovuto lasciare il King’s Theatre, preso in gestione da un’impresa rivale, per trasferirsi nel nuovo teatro londinese. Lì diede vita alle sue ultime opere, tra cui Alcina, nate con l’intento di primeggiare sulle produzioni dell’impresa rivale e pertanto particolarmente curate e sontuose negli allestimenti. Al Covent Garden Händel poté disporre anche di un corpo di ballo, ragion per cui integrò la partitura con numeri di danza ed episodi corali sulla falsariga dell’opera francese. Il libretto anonimo dell’opera – che vede al centro il tema dell’incantamento d’amore – era ispirato al canto VII dell’Orlando furioso e a L’isola di Alcina, un’opera di Riccardo Broschi. La maga Alcina, grazie a un sortilegio, tiene legato a sé il cavaliere Ruggiero in un’isola incantata, ma grazie all’intervento di Bradamante, Ruggiero riacquisterà coscienza e abbandonerà la maga nella disperazione. Tra apparizioni, magie, travestimenti e cambi di scena a vista svettano ovviamente le arie dei solisti, vero cuore pulsante dell’opera barocca. Per la maga e il suo amato il compositore realizzò infatti alcune tra le arie più apprezzate come “Ombre pallide”, cantata da Alcina o “Verdi prati, selve amene”, intonata da Ruggiero.

Secondo titolo verdiano del Festival d’Autunno del Maggio, e quarta opera in cartellone, è Ernani. Va in scena il 10 novembre con repliche il 13, 15, 18, 20 in Sala Zubin Mehta. La direzione è affidata a James Conlon e la regia a Leo Muscato. Nel cast come Ernani, il tenore Francesco Meli, nella prima della quattro opere nelle quali sarà impegnato in questa stagione al Maggio. Le prossime sono Don Carlo, La traviata e infine sarà don José in Carmen. Come Elvira torna dopo l’interpretazione di Leonora in Il trovatore Maria José Siri. Don Carlo è interpretato da Roberto Frontali; De Silva è Vitalij Kowaljow. Le scene sono di Federica Parolini, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Alessandro Verazzi. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Francesco Maria Piave, Ernani debuttò al Teatro la Fenice di Venezia il 9 marzo 1844. Per Verdi era il primo ingaggio in un teatro diverso dalla Scala che gli consentì non solo di cimentarsi con un nuovo pubblico e nuove esigenze, ma anche di incontrare il giovane poeta muranese Piave, con cui avrebbe instaurato un lungo rapporto lavorativo e di amicizia. Il libretto fu tratto dal dramma di Victor Hugo Hernani, considerato all’epoca un caposaldo del romanticismo teatrale e letterario francese. La trama, ambientata nella Spagna di inizio Cinquecento, intreccia i due piani narrativi dell’azione e del sentimento. Ernani, bandito a capo della congiura contro re Carlo e sotto le cui mentite spoglie si nasconde il nobile Don Giovanni d’Aragona, ama perdutamente Elvira, già promessa sposa allo zio Don Ruy de Silva, ma desiderata anche dal re. Oltre al quadrilatero amoroso caratterizzato dall’eterno conflitto amore verso onore, nell’opera si susseguono duelli, rivolte, mascheramenti e colpi di scena accompagnati da una musica dal ritmo incalzante, con continui cambi di marcia e con il piglio appassionato delle melodie solistiche e corali che garantirono al quinto titolo verdiano il favore del pubblico fin dalle prime repliche.

Il terzo titolo verdiano Don Carlo nella versione italiana in quattro atti, e quinta opera in cartellone coincide con la riapertura operistica della Sala grande del Teatro del Maggio, dopo i necessari lavori di adeguamento tecnologico del grande palcoscenico, ora uno dei più moderni ed efficienti al mondo. Daniele Gatti, direttore principale del Maggio torna a confrontarsi con il dramma di Schiller musicato da Verdi. La regia è di Roberto Andò che torna al Maggio dopo Siberia di Umberto Giordano andata in scena nel Festival del Maggio nel luglio 2021. Torna nel ruolo del titolo per la seconda volta in stagione il tenore Francesco Meli, con lui in locandina per ora si leggono i nomi di Alexander Vinogradov come Il Grande Inquisitore, di Ekaterina Semenchuk come la Principessa Eboli e di Benedetta Torre, come la Voce dal cielo. Scene e luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Nanà Cecchi. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Don Carlo, versione italiana del Don Carlos, è la quarta e ultima opera di Verdi su soggetto schilleriano. La fonte del libretto, scritto a quattro mani da François-Joseph Méry e Camille Du Locle, era Don Carlos, Infant von Spanien, una tragedia in cinque atti di Friedrich Schiller ispirata a fatti storici accaduti in Spagna a metà Cinquecento. Lo scontro tra un sistema politico oppressivo e l’aspirazione alla libertà individuale, nonché il contrasto padre-figlio, che corre sul doppio binario della sfera politica e di quella privata, affascinarono Verdi che iniziò la composizione dell’opera dopo la commissione ricevuta dall’Opéra, dove Don Carlos debuttò l’11 marzo 1867. Articolato inizialmente in cinque atti, con balli e scene di massa grandiose, in linea con le esigenze spettacolari del tempio della lirica francese, Don Carlos non ottenne il successo sperato e l’autore, insoddisfatto, decise di rimettervi mano qualche anno dopo per una ripresa al Teatro alla Scala il 10 gennaio 1884. In tale occasione Verdi ridusse gli atti da cinque a quattro – eliminando tutto il primo atto ad eccezione dell’aria del protagonista “Io la vidi e il suo sorriso”- e tagliò i ballabili. La critica italiana, tuttavia, tacciò l’opera di ‘wagnerismo’ per l’importanza assunta dall’orchestra e per la scrittura flessibile e fluida adottata da Verdi in cui è sempre meno netta la scansione tra numeri chiusi.

A testimoniare il “risveglio” del piccolo e delizioso teatro ottocentesco Goldoni, il palcoscenico in Oltrarno del Teatro del Maggio ospiterà – dopo la messinscena di Faust (in collaborazione con Venti Lucenti) di fine novembre – la produzione La finta semplice inserita nel calendario del secondo Festival del Maggio, quello di Carnevale. La prima opera di in italiano di Wolfgang Amadeus Mozart ancora fanciullo e basata su un libretto di Goldoni va in scena a partire dal 24 gennaio 2023 e con repliche il 26, 28 e 29 gennaio. Sul podio, dopo il concerto sinfonico a Grosseto dell’1 settembre e il primo iniziale di stagione 22/23 al Maggio del 2 settembre e dopo il suo grande successo alla direzione di Le nozze di Figaro al Teatro la Pergola per l’84esima edizione del Festival del Maggio, torna Theodor Guschlbauer. La regia è affidata a Claudia Blersch. Le scene e costumi sono degli allievi di Margherita Palli del NABA, Nuova accademia di Belle Arti di Milano. Il ruolo di Rosina è interpretato da Benedetta Torre, quello di suo fratello Don Polidoro da Luca Bernard. In locandina si leggeranno poi anche i nomi degli altri interpreti provenienti dalle file dei giovani talenti in formazione all’ Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Tra l’autunno del 1767 e la fine dell’anno seguente Mozart si trova a Vienna assieme al padre Leopold. Nella capitale dell’impero compone alcune pagine di musica sacra e qualche sinfonia ma soprattutto ha modo di assistere alle opere dei più illustri maestri del suo tempo, assimilandone la lezione con rapidità e naturalezza. La finta semplice, dramma giocoso in tre atti su libretto originale di Carlo Goldoni riadattato da Marco Coltellini, fu commissionata a un Mozart poco più che fanciullo da Giuseppe II. Ma il gesto dell’imperatore suscitò non pochi malumori e invidie nell’ambiente musicale viennese tanto che il debutto dell’opera, dopo ripetuti slittamenti, non avvenne a Vienna come previsto ma a Salisburgo nel 1769. Nonostante la giovanissima età e la poca esperienza teatrale, Mozart ne La finta semplice già dimostra di padroneggiare con disinvoltura gli stilemi dell’opera buffa italiana. Al soggetto di matrice goldoniana, già garanzia di brillantezza drammaturgica, il giovanissimo compositore aggiunge un’impronta musicale briosa e spumeggiante degna dell’enfant prodige più noto d’Europa.

Dopo il delizioso titolo mozartiano il Festival di Carnevale del Maggio entra nel vivo della programmazione dedicata al mito di Faust di Goethe con la messa in scena di Doktor Faust di Ferruccio Busoni compositore italiano, nato a Empoli, e uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi. La prima, sul palcoscenico della Sala grande del Teatro del maggio è in calendario il 7 febbraio con repliche l’11, il 14, 19 e 21 febbraio 2023. La direzione è di Ingo Metzmacher e la regia di questo nuovo allestimento è Davide Livermore. Composta nell’arco di circa dieci anni e rimasta ancora incompiuta al momento della morte del compositore nel 1924, ha visto la sua prima assoluta in Italia, proprio a Firenze nell’ambito dell’ottavo Festival del Maggio nel 28 maggio 1942. Dopo quell’occasione il titolo ha inaugurato il “Maggio Espressionista” nel 1964 e da allora nelle stagioni del Maggio non è mai stato più ripreso, dunque manca a Firenze da 59 anni. Nei ruoli principali tra gli interpreti, il ruolo di Doktor Faust è interpretato da Thomas Hampson che torna dopo Il Così fan tutte, quello di Wagner da Wilhelm Schwinghammer; Mefistofele è AJ Glueckert, recentemente nel cast di Ariadne auf Naxos e la duchessa di Parma è Olga Bezsmertna, che è stata ascoltata al Maggio ne Il pipistrello di Johann Strauss jr come Rosalinde. Coro e Orchestra del maggio Musicale Fiorentino.
Come molti artisti anche Busoni idealizzò la figura di Faust e per oltre un decennio si dedicò alla composizione di Doktor Faust, sua ultima opera rimasta incompiuta alla sua morte (sarà completata in seguito dall’allievo e collaboratore Philipp Jarnach). Ritenendo impossibile un confronto diretto con la più illustre fonte letteraria – il Faust di Goethe – Busoni preferì prendere in esame più fonti per la stesura del libretto tra cui gli spettacoli di marionette di tradizione tedesca, il dramma The Tragical History of Doctor Faustus di Christopher Marlowe, senza ovviamente tralasciare il sommo Goethe. Nacque così un’opera dal valore fortemente simbolico accentuato anche dall’articolazione formale ad arco impiegata, che prevede una sinfonia iniziale, due interventi recitati, due prologhi, un intermezzo scenico e tre quadri. L’episodio centrale, che vede Faust nelle vesti di prestigiatore alla corte di Parma durante i festeggiamenti per le nozze del duca e della duchessa, è infatti contornato dagli altri episodi che come antecedenti o precedenti si collocano in maniera speculare secondo analogie e rimandi simbolici e musicali. Senza rinnegare la lezione del passato, Busoni adotta una scrittura multiforme che combina parimenti dissonanze, scale diatoniche e cromatiche, contrappunto, danze rinascimentali e arie d’opera.

Il 12 febbraio 2023 con repliche l 15, 17, e 22, sempre nel Festival di Carnevale – e nella Sala grande – torna in programmazione uno dei titoli più rappresentati, celebri e amati al mondo La traviata, di Giuseppe Verdi, che sarà diretta dal direttore emerito del Maggio, Zubin Mehta, nel bellissimo allestimento firmato da Davide Livermore per il Maggio nel 2021. Il cast conferma al completo quello di eccellenza dell’edizione precedente con Nadine Sierra come Violetta e (terza presenza in cartellone in questa stagione) Francesco Meli come Alfredo, ruolo a lui tra i più congeniali. Germont sarà il carismatico Plácido Domingo, Flora sarà Caterina Piva, il Barone Duphol sarà interpretato da Francesco Venuti, il dottor Grenvil da Emanuele Cordaro, Annina da Caterina Meldolesi. Le scene sono di Giò Forma, i costumi di Mariana Fracasso, le luci di Antonio Castro. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Il regista Davide Livermore ambienta la tragedia di Violetta in una Parigi del 1968 negli anni della contestazione. “Non per provocare – dice Livermore – ma per raccontare più da vicino questa storia, per sviluppare la ricchezza e la modernità del capolavoro verdiano e anche lo scandalo che creò nella società di allora, nel 1853. Ciò nel rispetto totale, parola per parola, nota per nota, del libretto e della partitura”. “Anche l’amore tra Violetta e Alfredo è altrettanto forte e rivoluzionario” continua il regista “è quello di una giovane e bellissima prostituta, Violetta, che grazie a esso intraprende un vero e proprio percorso di redenzione personale”.

The Rake’s Progress, favola lirica in tre atti di Igor Stravinskij, in Sala Mehta il 12 marzo, con repliche il 14, 16, 19, e 26 marzo 2023 vede il ritorno operistico sul podio per il direttore principale del Maggio Daniele Gatti che ha affrontato la partitura già altre volte nel corso della sua carriera. La regia è firmata da Frederic Wake-Walker, per la sua terza regia al Maggio dopo Adriana Lecouvreur e Roméo et Juliette negli ultimi due Festival. Le scene e costumi sono di Anna Jones, i video di Ergo Phizmiz. Nel cast come Anne, torna Sara Blanch, calorosamente apprezzata nell’Orphée et Euridice di Gluck che ha inaugurato l’84 esima edizione del Festival del Maggio e che ha inoltre recentemente ottenuto uno strepitoso successo personale come Zerbinetta alla prima di Ariadne auf Naxos di Strauss sostituendo l’indisposta Jessica Pratt a La Pergola nella programmazione dello stesso Festival dedicato al “Mito, Amore e Fabula”. Negli altri ruoli si citano per ora nomi bel noti al pubblico del Maggio: Matthew Swensen come Tom Rakewell, Vito Priante come Nick Shadow, Marie-Claude Chappuis come Mother Goose, Christian Collia, come Sellem. Adriana Di Paola come Baba la turca è al suo debutto fiorentino. Coro e Orchestra del maggio Musicale Fiorentino.
Dopo il trasferimento negli anni Stati Uniti nel 1939, Igor Stravinskij accarezzò l’idea di scrivere un’opera in inglese. Il progetto prese forma solo dopo alcuni anni quando nel 1947 il compositore rimase colpito dal ciclo di tele di William Hogarth esposte al Chicago Art Institute, che descrivevano l’ascesa e la caduta di Tom Rakewell, uno spendaccione che dilapida dissennatamente i propri averi e finisce i suoi giorni in manicomio. Stravinskij pensò subito di farne un’opera e si rivolse per la stesura del libretto al poeta britannico Wystan Hugh Auden a cui si affiancherà anche Chester Kallmann. Nel marzo del 1948 il libretto fu pronto, mentre per la musica Stravinskij si prese più tempo, concludendo la partitura solo tre anni dopo. The Rake’s Progress debuttò al Teatro La Fenice di Venezia l’11 settembre 1951 con lo stesso autore sul podio per la prima assoluta. Organizzata in arie, recitativi, cori e pezzi d’insieme in linea con lo schema teatrale settecentesco, l’opera mostra un carattere decisamente retrospettivo e rappresenta l’ultima tappa del periodo ‘neoclassico’ di Stravinskij. E se il modello di riferimento dichiarato è il teatro di Mozart e Da Ponte – in particolare il Così fan tutte – nel Rake’s Progress si affastellano numerose citazioni e rimandi a epoche e autori diversi, sottolineando ancora una volta la capacità di Stravinskij di assimilare in maniera organica ogni elemento della tradizione musicale.

Ultimo e decimo titolo della programmazione prima del successivo Festival nella sua 85esima edizione è Carmen di George Bizet con la direzione del direttore emerito Zubin Mehta alla sua seconda opera in stagione e la regia e le scene di Piero Faggioni. Nel cast come Carmen, Clémentine Margaine in un ruolo a lei particolarmente congeniale e che ha sostenuto con successo nei più importanti teatri al mondo e come Don José Francesco Meli (al quarto titolo) anche lui in un ruolo che gli ha portato più di un alloro nella sua carriera. Al loro fianco in locandina l’Escamillo di Mattia Olivieri e la Michaela di Valentina Naforniță. Coro, Coro di voci bianche e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Carmen debuttò il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi. Fu l’ultima fatica di George Bizet, che pochi mesi dopo il debutto morirà in circostanze misteriose deluso dall’insuccesso ottenuto dall’opera. Quello che oggi all’unanimità è riconosciuto come il capolavoro assoluto del maestro francese, all’epoca della prima rappresentazione non fu invece apprezzato né tantomeno compreso dal pubblico parigino che rimase scandalizzato dal crudo realismo della vicenda trattata e dai suoi protagonisti, assai lontani dai canoni tradizionali. Carmen racconta infatti una storia di amore violento e morboso che i librettisti Henri Meilhac e Ludovic Halévy trassero dall’omonima novella di Prosper Mérimée. L’opera venne accusata di volgarità a causa della protagonista Carmen, una zingara sensuale e volitiva che vive i suoi amori con estrema libertà e senza remore. Di lei si innamora perdutamente Don José che al suo fianco si trasforma gradualmente da amante appassionato a brutale assassino. Una vicenda torbida e popolata di personaggi loschi e poco rassicuranti dunque, ma con una veste musicale di fattura raffinatissima che destò l’ammirazione, tra gli altri, di numerosi compositori come Brahms, Wagner e Čajkovskij.

I CONCERTI

Molto nutrita la programmazione concertistica del Maggio alla ripresa in settembre e fino al 24 marzo 2023 con 25 appuntamenti sinfonici e sinfonico corali (compreso il concerto del Gruppo di Musica d’Insieme Astrolabio) alla guida dei quali figurano Zubin Mehta e Daniele Gatti per 13 concerti complessivamente e, sul podio per le altre occasioni, Theodor Guschlbauer, Herbert Blomsted alla guida della Gustav Mahler Jugendorchester, Andrés Orozco-Estrada, Charles Dutoit sul podio dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, James Conlon, Dame Jane Glover, Christoph Eschenbach, Sir Marc Elder, Diego Fasolis, Marc Albrecht, Ingo Metzmacher. I maestri Guschlbauer, Conlon e Metzmacher saranno impegnati anche sul fronte operistico con le opere, in ordine, La finta semplice, Ernani, e Doktor Faust.

Tra alcuni degli artisti solisti nei diversi concerti è importante evidenziare i nomi dei professori Luca Benucci al corno (nel concerto diretto da Dame Jane Glover), di Marco Salvadori all’oboe (nel concerto diretto da Andrés Orozco-Estrada) , della professoressa Alejandra Rojas Garcia al fagotto (nel concerto diretto Sir Marc Elder) e del professor Salvatore Quaranta (spalla dell’Orchestra che sarà impegnato nelle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi in un concerto presto annunciato) che sono prime parti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Il loro coinvolgimento come solisti testimonia la validità di ogni musicista e dell’intera compagine, un complesso eccellente di alta levatura internazionale. Tra gli altri solisti si schierano i nomi di grandi pianisti come Andrea Lucchesini (in concerto con Theodor Guschlbauer), Maurizio Pollini (con Zubin Mehta), Martha Argerich (con Charles Dutoit), Yefim Bronfman (con Zubin Mehta), Rudolf Buchbinder (con Daniele Gatti); le voci soliste nei differenti concerti saranno quelle di Mandy Fredrich, Marie-Claude Chappuis, Maximilian Schmitt, Tareq Nazmi (con Zubin Mehta), Eleonora Filipponi (con Zubin Mehta), Lucia Cirillo, Juan Francisco Gatell, Georg Nigl (con Diego Fasolis), Jessica Pratt (con Daniele Gatti), Christiane Karg, Michèle Losier (con Zubin Mehta). Lenneke Ruiten, Eleonora Filipponi e Maximilian Schmitt sono impegnati anche con Daniele Gatti.

La stagione sinfonica che apre dunque il 2 settembre nella Sala grande del Maggio nel segno del classicismo viennese, con Theodor Guschlbauer impegnato nell’esecuzione delle Sinfonie di Mozart ‘Haffner ‘e ‘Linz’ e nel Concerto in do maggiore op.15 per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven con solista Andrea Lucchesini. Il giorno precedente, 1 settembre, il maestro Guschlbauer anticiperà con l’Orchestra del Maggio lo stesso concerto a Grosseto. Prosegue il 4 settembre sempre nella Sala grande con Herbert Blomstedt, 93 enne direttore di grandissimo rango alla guida della Gustav Mahler Jugendorchester che impagina un programma con la Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner e la Sinfonia n. 3 in re maggiore D.200 di Franz Schubert.
Il 9 settembre torna in Sala grande il maestro Mehta per il recupero del concerto del ciclo Beethoven (in programma precedentemente nel dicembre del 2020 e poi spostato al gennaio del 2022), in programma la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op.93 e la Sinfonia n. 9 in re minore op.125 per soli coro e orchestra. Le voci soliste sono quelle di Mandy Fredrich, Marie-Claude Chappuis, Maximilian Schmitt, Tareq Nazmi. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
Il 6 ottobre, iniziato il Festival d’Autunno del Maggio, Zubin Mehta torna sul podio della Sala grande per un concerto in cui eseguirà l’ouverture da La Griselda di Pietro Alessandro Guglielmi, la Sinfonia in re maggiore di Luigi Cherubini e la Sinfonia n. 4 in re minore op.120 di Robert Schumann. Lo stesso concerto sarà eseguito il 4 ottobre a Massa per l’apertura del Teatro Guglielmi intitolato al più illustre compositore massese.
L’ 11 ottobre il maestro Mehta proporrà la grandiosa Sinfonia n. 8 in do minore di Anton Bruckner, la più vasta e ambiziosa composizione del musicista austriaco. Il concerto è tenuto nella Sala grande.
Sempre nella stessa Sala, il maestro Gatti nel concerto del 16 ottobre affiancherà l’ultimo Wagner con il Preludio dal I° atto del Parsifal e Verwandlungsmusik e poi dal terzo atto L’incantesimo del Venerdì Santo, e l’ultimo Verdi con i Quattro Pezzi Sacri. Questo concerto sarà oggetto di una anteprima nell’esecuzione a Torre del Lago (Viareggio) il 17 settembre e inoltre verrà eseguito, nell’ambito della XXII edizione del Festival Verdi di Parma, il 15 ottobre al Teatro Regio di Parma. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
Il 21 ottobre Zubin Mehta sarà impegnato, in Sala grande, nella colossale Sinfonia n. 3 in re minore per contralto, coro, femminile e coro di bambini e orchestra di Gustav Mahler, la più lunga della sua produzione. Voce solista Eleonora Filipponi. Il Coro e il Coro di voci bianche del Maggio sono diretti da Lorenzo Fratini.
Nel concerto del 23 ottobre diretto da Andrés Orozco-Estrada, al suo debutto al Maggio, nella Sala grande, ascolteremo opere di Franz Joseph Haydn: in programma la Sinfonia n. 97 in do magg. e il Concerto per oboe e orchestra in do magg nel quale sarà impegnato come oboe solista il professor Marco Salvadori, primo oboe dell’Orchestra del Maggio. A fianco alle due composizioni di Haydn, due composizioni novecentesche tra le più emblematiche dedicate al Valzer: La Valse di Maurice Ravel e la Suite dal Der Rosenkavalier di Richard Strauss. Questo stesso concerto sarà replicato il 25 ottobre ad Arezzo.
Il 29 ottobre a recupero del concerto in calendario il 19 gennaio 2022, Zubin Mehta sul podio e Maurizio Pollini al pianoforte, sul palcoscenico della Sala grande, insieme nell’esecuzione dell’ultimo concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore KV 595 di Wolfgang Amadeus Mozart. Ad aprire l’attesa serata sarà la Sinfonia n. 1 in re maggiore D.82 di Franz Schubert e a chiuderla la Sinfonia n. 104 London di Franz Joseph Haydn.
Un altro recupero di un concerto che era previsto nello scorso gennaio 2022 è l’omaggio il 30 ottobre a Maurice Ravel con l’attesa direzione Charles Dutoit alla testa dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo e con Martha Argerich al pianoforte. In programma Valses nobles et sentimentales e il Concert in sol maggiore per pianoforte e Orchestra, mentre nella seconda parte la compagine monegasca sarà impegnata in Le Sacre du printemps di Igor Stravinskij. Il concerto è nella Sala grande del Teatro del Maggio.
Il 12 novembre mentre sarà impegnato della direzione dell’opera Ernani, sempre nella Sala Mehta il maestro James Conlon dirigerà un concerto sinfonico con un programma con il Trittico Botticelliano per orchestra P 151 di Ottorino Respighi e di Dmitrij Šostakovič la Sinfonia n. 4 in do minore op.43.
Il 19 novembre in Sala grande, segna il debutto al Maggio di una raffinatissima direttrice d’orchestra Dame Jane Glover. La direttrice e musicologa con una intensa carriera alla guida delle più prestigiose orchestre statunitensi ed europee, grande esperta mozartiana offre ancora un omaggio al classicismo con pagine di Haydn e Mozart ma anche con la Sinfonia n. 1 in re maggiore di Prokof’ev detta ‘Classica’ proprio perché pensata nello stile di Haydn che apre proprio il concerto. Di Wolfgang Amadeus Mozart dirigerà il mottetto Exultate Jubilate in fa maggiore K. 165, la sinfonia in fa maggiore K. 112 e il concerto in re maggiore K.412 pere corno e orchestra con solista il professor Luca Benucci, primo corno dell’Orchestra del Maggio. Di Franz Joseph hayd verrà proposta la sinfonia in si bemolle maggiore Hob .102.
Il 24 novembre, in Sala Mehta, il direttore principale del Maggio Daniele Gatti torna sul podio per un concerto dedicato a due esponenti della musica italiana di primo Novecento: Goffredo Petrassi, Giorgio Federico Ghedini e Alfredo Casella. Del primo verrà eseguito il Primo concerto per orchestra e del secondo Musica Notturna per Orchestra e del terzo il Concerto per orchestra op. 61.
Il 27 novembre in Sala Mehta il maestro Christoph Eschenbach sarà alle prese con la più wagneriana delle Sinfonie di Anton Bruckner: la Settima in mi maggiore. Christoph Eschenbach è anche un celebre pianista ed è in questa veste che il pubblico del Maggio ha potuto già apprezzarlo in passato: nel 1969, 1971, 1972 e più recentemente nel 2016.
Il 4 dicembre in Sala Mehta un concerto di ispirazione spagnola sotto la bacchetta di Daniele Gatti. Dalle suite n.1 e 2 dal Cappello a tre punte dello spagnolo Manuel de Falla, alla Spagna celebrata da Claude Debussy in Iberia per concludere con Bolèro, il brano orchestrale più famoso di Maurice Ravel.
La Sala Mehta continua ad ospitare, il 15 dicembre, un concerto sinfonico. Sir Marc Elder propone il Concerto per fagotto e orchestra op. 75 di Carl Maria von Weber e la Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler. Al fagotto per il concerto weberiano, la professoressa Alejandra Rojas Garcia, prima parte dell’Orchestra del Maggio.
Il periodo natalizio questa volta è sottolineato da due concerti il primo dei quali, quello del 18 dicembre in Sala Mehta è quello oramai tradizionale del Gruppo Astrolabio affiancato dal Coro di Voci bianche del Teatro del Maggio diretto da Lorenzo Fratini. Il concerto di Natale del 22 dicembre è affidato alla direzione di Diego Fasolis che dirigerà un programma tutto di Johann Sebastian Bach dall’Oratorio di Natale BWV 248 con le prime tre Cantate. Voci soliste: Lenneke Ruiten, Lucia Cirillo, Juan Francisco Gatell
Georg Nigl. Il coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
L’ultimo concerto dell’anno il 31 dicembre sarà diretto dal maestro Daniele Gatti; in programma la Nona sinfonia in re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven. Le voci soliste impegnate nella partitura sono quelle di Lenneke Ruiten, Eleonora Filipponi e Maximilian Schmitt. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
Dà avvio il 13 gennaio al Festival di Carnevale del Maggio dedicato a Faust e Goethe, il maestro Marc Albrecht che in Sala Mehta dirige di Franz Liszt la Faust-Symphonie S 108. La sinfonia corale dedicata dal compositore ungherese è ispirata direttamente dal dramma di Johann Wolfgang von Goethe, Faust. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
Il 22 gennaio in Sala Mehta Ingo Metzmacher che a partire dal 7 febbraio dirigerà il Doktor Faust di Busoni, affiancherà il ciclo dei Rückert-Lieder di Gustav Mahler all’ultima sinfonia di Franz Schubert, la n. 9 in do maggiore detta ‘La Grande’. Il 18 febbraio il maestro Mehta, nella Sala che porta il suo nome, dirige di Johannes Brahms, l’Overture Tragica in re minore Op. 8, di Béla Bartòk il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra SZ95, con Yefim Bronfman al pianoforte e in chiusura, di Brahms la Sinfonia n.4 in mi minore op. 98. Il 26 febbraio, Daniele Gatti, in Sala Mehta, sarà impegnato con un programma sinfonico che prevede di Richard Wagner Faust Ouvertüre, di Ludwig van Beethoven il Concerto in do minore op. 37 con Rudolph Buchbinder al pianoforte; di Modest P. Musorgskij Una notte sul Monte Calvo e di Igor Stravinskij L’uccello di fuoco-Suite (versione 1919).
Il 10 marzo il maestro Daniele Gatti (che in Sala Mehta dirige nel frattempo l’opera The Rake’s Progress) sul palcoscenico della Sala grande del Maggio, propone un concerto sinfonico che offre pagine di Antonio Vivaldi con il suo Concerto in re minore op.3 RV 565; di Johann Sebastian Bach la cantata Jauchzet Gott in allen Landen con la voce solista del soprano Jessica Pratt ma anche lo Stravinskij neoclassico di Pulchinella.

Il 24 marzo si chiude la stagione sinfonica e la programmazione del Festival di Carnevale con il maestro Zubin Mehta che dirigerà nella Sala Mehta la Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” di Gustav Mahler: una meditazione sulla vita, la morte e la vita dopo la morte. Le voci soliste sono quelle di Christiane Karg e di Michèle Losier. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Il maestro Mehta a partire dal 28 marzo, nella Sala grande, dirigerà la nuova messinscena di Carmen che altrettanto chiuderà la programmazione operistica della stagione e del Festival di Carnevale.

Il Teatro del Maggio ringrazia i soci fondatori e i soci privati.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci di diritto Fondatori Pubblici: Repubblica Italiana nel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Firenze e Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci Fondatori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Enel; Baker Hughes, Allianz, Kuehne+Nagel, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Rolex Italia, American Friends of Florence Music, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Mecenati, i Sostenitori, i Benemeriti, i Soci effettivi, i Soci effettivi junior, i Soci e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.

il barbiere di Siviglia

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

il trovatore

zubin mehta – firenze novembre 2015

Alcina

Ernani

don Carlo

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

la finta semplice

doktor Faust

A.J. Glueckert

la traviata

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

the Rake’s progress

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Carmen

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

stagione sinfonica

zubin mehta – firenze novembre 2015

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

zubin mehta – firenze novembre 2015

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Firenze, dicembre 2015. Il concerto «Angeliche voci e arpe» al Teatro Goldoni con il coro femminile del Maggio Musicale Fiorentino, Susanna Bertuccioli all’arpa, Gianfranco Dini e Simone Cinque ai corni.
Florence, December 2015. The concert «Angelic voices and harps» at the Teatro Goldoni with the female chorus of the Maggio Musicale Fiorentino, Susanna Bertuccioli harp, Gianfranco Dini and Simone Five horns.

Firenze, febbraio 2017, un momento del concerto di Marc Albrecht all’Opera di Firenze insieme all’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Florence, February 2017, a moment of the concert by Marc Albrecht at the Opera of Florence with the Orchestra of the Maggio Musicale Fiorentino.

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Jessica Pratt
Photographed at Bermondsey Studio and by the Thames, London 16 May 2015, for Opera News. Commissioned by Greg Downer.
Hair & make up byJackie Tyson
(c) Benjamin Ealovega 2015 // benjaminealovega.com // benjamin@ealovega.com // +44 7786 263823

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

spettacoli per i bambini, le famiglie e le scuole.

tournée

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

Daniele Gatti– Chiefconductor Royal Concertgebouw Orchestra.Photo: Marco Borggreve

manifesti stagione lirica, stagione sinfonica, stagione del maggio musicale fiorentino in trasferta.

dichiarazioni degli sponsor

Fondazione CR Firenze e le iniziative per promuovere la partecipazione dei fiorentini a teatro

La programmazione del Maggio Musicale Fiorentino piace ai fiorentini. Lo conferma il successo del nostro programma ‘Al Maggio con Fondazione CR Firenze’ che consente uno sconto del 50% sul prezzo del biglietto alle opere dell’84/o Festival del Maggio Musicale Fiorentino in calendario fino al 14 luglio. Lo abbiamo pensato in quanto la Fondazione, nell’ambito della sua attività statutaria, cerca di favorire la massima promozione e diffusione della cultura e dell’arte e, in quanto Socio di diritto privato del Teatro del Maggio, ha stipulato una convenzione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per favorire la massima partecipazione alle proposte operistiche del Festival.
Il nostro intento, che ci auguriamo di poter replicare anche per la programmazione autunnale, annunciata oggi dal sindaco Dario Nardella, dal sovrintendente Alexander Pereira e dal maestro Daniele Gatti, è garantire maggiormente la possibilità di avvicinarsi alla musica a quelle fasce di spettatori, che per i motivi più diversi, stanno attraversando una sensibile riduzione del reddito e si vedono costretti a rinunciare all’offerta culturale di programmazione del Teatro del Maggio. La musica è una importante modalità educativa di forte impatto che la nostra Fondazione cerca di sostenere da tempo. Con questo scopo, promuove da anni il bellissimo progetto ‘All’Opera… Le scuole al Maggio’, a cura di Venti Lucenti in collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino che, anche quest’anno, ha visto sulla scena 400 studenti delle scuole cittadine che hanno proposto un originale allestimento di ‘Aida’ di Giuseppe Verdi, uno dei capisaldi del melodramma mondiale.

LUIGI SALVADORI
Presidente Fondazione CR Firenze

INTESA SANPAOLO CONFERMA IL SOSTEGNO
ALLA FONDAZIONE DEL TEATRO
DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Si rinnova la lunga collaborazione tra il Gruppo bancario e la Fondazione
nel solco dell’attenzione al settore e al territorio
Firenze, 13 giugno 2022 – Si rinnova anche per la stagione 2022-2023 la partnership tra Intesa Sanpaolo e Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, di cui la Banca è Socio Sostenitore Privato dal 2018. Il rinnovato intervento di Intesa Sanpaolo a sostegno del Maggio testimonia l’impegno costante e fattivo verso il settore lirico-sinfonico e nei confronti di Firenze e del suo territorio che da molti anni il Gruppo bancario presidia, concorrendone allo sviluppo non solo sul piano economico.
Intesa Sanpaolo considera da sempre l’arte e la cultura come una risorsa strategica del Paese in grado di innescare processi di crescita anche sul piano sociale, economico e occupazionale. Inserito a pieno titolo nel proprio Piano di Impresa 2022-2025, l’impegno della Banca verso la cultura e l’arte è una componente significativa del programma di sostenibilità ESG di Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno alla Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il Gruppo Intesa Sanpaolo afferma ancora una volta la centralità del rapporto della Banca con il territorio fiorentino e la partecipazione diretta allo sviluppo culturale della sua comunità.
Intesa Sanpaolo supporta numerose iniziative collegate all’ambito artistico musicale in tutta Italia. In particolare, è Socio Fondatore Sostenitore del Teatro alla Scala di Milano, Socio Fondatore del Teatro Regio di Torino, Socio Sostenitore del Teatro La Fenice di Venezia, Socio Sostenitore del Teatro Comunale di Bologna, Socio Sostenitore del Teatro di San Carlo di Napoli e Socio Fondatore del ROF – Rossini Opera Festival. La Banca sostiene inoltre numerose rassegne musicali come JAZZMI, Torino Jazz Festival, Umbria Jazz e MITO SettembreMusica.
Per informazioni:
Gruppo Intesa Sanpaolo
Ufficio Media Banca dei Territori e Media Locali
stampa@intesasanpaolo.com

Caffè Borbone, il valore della tradizione al Festival del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze, 13 giugno 2022. Continua il legame tra Maggio Musicale e Caffè Borbone, sostenitore del Teatro e della Stagione Lirico Sinfonica 2022/23, che prende avvio l’8 settembre con il Barbiere di Siviglia diretto da Daniele Gatti e prevederà il già annunciato tribuito del Maggio Fiorentino al grande compositore Giuseppe Verdi.
Oltre ad offrire a ospiti di prestigio ed artisti, nel corso dell’intera stagione, un ottimo caffè, l’aroma, il gusto e tutto il valore dell’espresso napoletano di Caffè Borbone accompagneranno anche il programma di questa edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino, punto di riferimento per direttori d’orchestra, registi, artisti di primissima importanza, caratterizzato da una forte vocazione internazionale.
Un incontro tra cultura e tradizione che accumuna Caffè Borbone e Maggio Musicale in un percorso di crescita e valorizzazione delle reciproche eccellenze.
Da sempre ambasciatore dell’italianità e sostenitore della cultura e della tradizione, Caffè Borbone prosegue nel proprio impegno a sostegno dei valori sociali, culturali e artistici italiani, attraverso la partnership con il Festival del Maggio Musicale Fiorentino, il più antico in Italia, primato che in Europa condivide con quelli di Salisburgo e Bayreuth.
Caffè Borbone entra nella vita delle persone con profumi, aromi e sapori veri, raccontando l’amore per la sua terra, l’impegno per l’eccellenza e portando la magia di un caffè buono, che nasce dalla passione e dal rispetto. La cialda 100% amica della natura ne è l’esempio più vivido.
Caffè Borbone è oggi uno dei principali produttori specializzati di caffè in cialde compostabili e capsule compatibili. Aggiungere a un prodotto di qualità riconosciuta valore sostenibile è per Caffè Borbone una chiara linea strategica: caffè eccellente, prodotto con senso di responsabilità globale e capace di promuovere i valori sociali, culturali e artistici italiani.

Le meraviglie di Firenze. Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella a fianco del Festival del Maggio Fiorentino.
Firenze, 13 giugno 2022. Il fascino e la bellezza di Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, sostenitore del Teatro, saranno protagoniste della Stagione Lirico Sinfonica 2022/23, che prenderà avvio l’8 settembre con il Barbiere di Siviglia diretto da Daniele Gatti e prevederà il già annunciato tribuito del Maggio Fiorentino al grande compositore Giuseppe Verdi.
Il supporto ad uno dei Festival più antichi d’Europa conferma la volontà del marchio fiorentino di essere protagonista nello sforzo di piena rivalorizzazione dell’immenso patrimonio della città, continuando ad accrescere lo splendore e la magnificenza che hanno reso e continuano a rendere Firenze città amata ed ammirata a livello internazionale.
Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, inestimabile patrimonio della sua città natale ed emblema del Made in Italy nel mondo, è una storia di bellezza che, collaborando anche con le prestigiose Istituzioni della città, vuole contribuire ad accrescere e omaggiare le “meraviglie” di Firenze, di cui l’Officina ed il Teatro sono simboli nel mondo.
Questo know-how storico italiano ha celebrato lo scorso novembre 800 anni di attività: un percorso che, attraversando i secoli, ha reso Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella non solo la più antica farmacia del mondo, ma anche un marchio iconico capace di unire l’artigianalità dei suoi prodotti ai bisogni dei consumatori moderni.
Oggi la location storica in Via della Scala 16 a Firenze è il flagship-museo dell’Officina: oltre alle antiche sale dedicate alla vendita, lo spazio si distingue per essere uno tra i primi musei fiorentini per numero di visitatori e contribuisce a definire l’identità di un brand che ha saputo custodire e valorizzare nel tempo i grandi pregi dell’Italia, di Firenze, del Rinascimento: creatività, sapienza artigianale, riguardo verso qualità e bellezza.

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