Serena conduce operaclassica eco italiano

COMUNICATO STAMPA

84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino

Lunedì 4 luglio 2022 alle ore 20 ultima opera in programma nell’ambito dell’84º Festival del Maggio, alla sua prima rappresentazione italiana: “Acis et Galatée” di Giovanni Battista Lulli. Sul podio il maestro Federico Maria Sardelli alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la regia è di Benjamin Lazar.
L’Orchestra del Maggio suona su strumenti originali.

Firenze, 28 giugno 2022 – Ultima opera nell’ambito del cartellone dell’ 84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino: Acis et Galatée di Giovanni Battista Lulli, in programma lunedì 4 luglio alle ore 20 nella sala Zubin Mehta; mai rappresentata a Firenze e in Italia. Sul podio, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio il maestro Federico Maria Sardelli, che torna al Maggio dopo il Rinaldo di Händel del settembre 2020, la regia è di Benjamin Lazar e le scene di Adeline Caron. In questa nuova produzione i costumi sono curati da Alain Blanchot, le luci da Christophe Naillet e le coreografie da Gudrun Skamletz.

Sul palcoscenico un cast caratterizzato da numerosi debutti e formato da Jean François Lombard nel ruolo di Acis, Elena Harsányi nel ruolo di Galatée, Luigi De Donato come Polyphème, Sebastien Monti come Apollon, Télème, Le Prêtre de Junon, Guido Loconsolo è Neptune, Mark van Arsdale come Comus, Tircis, Valeria La Grotta nel ruolo di Diane, Deuxième Naïade, Scylla, Francesca Lombardi Mazzulli come L’Abondance, Aminte, Première Naïade, Francesca Longari è Une Dryade e Davide Piva è Un Sylvain. L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino suona su strumenti originali.

Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini. L’opera, questa edizione del Maggio viene rappresentata in due parti con un intervallo.

Acis et Galatée, opera su libretto di Jean Galbert de Campistron, è l’ultimo lavoro compiuto di Giovanni Battista Lulli. Dopo decenni dedicati alla tragédie lyrique, genere da lui stesso inaugurato, nel 1686 Lully concludeva la sua lunga carriera teatrale con una pastorale-héroïque, un genere intermedio che combinava sulla scena personaggi divini e mortali, nobili e pastori, commissionatagli dal duca di Vendôme per omaggiare il Delfino di Francia ospite nel castello di Anet. ll libretto è ispirato alla leggenda di Aci e Galatea descritta nel libro XIII delle Metamorfosi di Ovidio. Il pastore Aci ama, ricambiato, la ninfa delle acque Galatea, ma anche il mostruoso ciclope Polifemo ama la ninfa e vedendosi respinto uccide per gelosia Aci, schiacciandolo sotto una roccia. Tuttavia, grazie all’intervento del dio Nettuno, Aci sarà riportato in vita e trasformato in un fiume. Pur cimentandosi con un genere minore, che si articola in soli tre atti rispetto ai canonici cinque delle tragédies lyriques e prevede un numero inferiore di numeri musicali, Lully non rinuncia al tono aulico che caratterizza tutta la sua produzione maggiore. In Acis et Galatée la declamazione è sempre estremamente curata e attenta a ogni inflessione del verso così come la musica, che possiede i medesimi toni sontuosi e imponenti delle grandi tragédies. Per tali ragioni l’opera riscosse fin dall’esordio il plauso del pubblico, entrando di diritto nella storia del teatro musicale francese.

Dopo la prima, altre tre le recite previste: il 6 e 11 luglio 2022 alle ore 20 e 9 luglio alle ore 18.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 11/07/2022 è in vendita con uno sconto del 50% su i biglietti di ogni settore.

Per il ciclo “Oltre il sipario”, conferenze sulle opere del Festival realizzato in collaborazione con Publiacqua, venerdì 1 luglio alle ore 17:30 Giovanni Vitali, responsabile della Promozione culturale del Maggio, parlerà dell’opera. L’incontro si svolgerà nel Foyer di galleria del Teatro con la partecipazione degli Artisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino.

Il maestro Federico Maria Sardelli, che al Maggio ha debuttato alla direzione nel dicembre 2002 in occasione di un concerto sinfonico, è uno dei più autorevoli interpreti del repertorio barocco, ha inoltre fondato nel 1984 l’orchestra barocca Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore nei maggiori festival di musica antica. Direttore principale ospite dell’Orchestra Filarmonica di Torino, il maestro Sardelli ha diretto in alcuni dei principali teatri d’Europa come il Concertgebouw di Amsterdam, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia e l’orchestra della Fondazione Arena di Verona. Ha inciso numerosi dischi per etichette come Naïve e Deutsche Grammophon. Ha al suo attivo più di quaranta pubblicazioni discografiche, sempre in veste direttore e di solista; importantissima la sua ricostruzione e prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli. Nel Febbraio del 1997 ha ricevuto a New York, per il suo disco “Vivaldi, Concerti per molti Stromenti”, la nomination ai Grammy Awards, il massimo riconoscimento per l’attività discografica; nel 2000 una seconda nomination è giunta a premiare la sua ricostruzione dei Concerti Grossi di Corelli. Il maestro Sardelli ha detto: “Gian Battista Lulli lo chiamo col nome italiano e non per un fatto di campanilismo o nazionalismo, ma perché Lulli ha vissuto i primi 14 anni della sua vita a Firenze e Firenze, e l’Italia in generale, si è dimenticata di questo suo figlio. Oggi, con questa produzione, torna in patria in maniera piuttosto sontuosa, una maniera finalmente degna di tutto quello che ci ha lasciato. In Francia viene eseguito stabilmente, il Paese dove del resto ha trovato la sua fortuna e ha creato la musica francese barocca; la Francia, almeno fino alla rivoluzione  è stata impregnata dalla sua impronta fortissima, quindi è giusto che i francesi lo considerino un loro figlio e che lo celebrino. Ma anche noi italiani dobbiamo ricordarci di questo gigante. Altrimenti abbiamo un buco. Noi abbiamo Monteverdi nella prima metà del 600 e nella seconda metà c’è questo portento che è stato Gian Battista Lulli. Facendo un paragone, sarebbe quasi come dimenticarsi di Gianlorenzo Bernini, una cosa simile. Per fortuna il Maggio Musicale Fiorentino e il sovrintende Pereira hanno voluto fare questo sforzo produttivo, che consiste non soltanto nel programmare un titolo così difficile, così particolare, ma di dotare per la prima volta nella sua storia l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino di strumenti originali, strumenti d’epoca, e questo è un passo storico. Consente di cominciare a riguadagnare tutto il repertorio primo Settecentesco e Seicentesco e poterlo anche eseguire con questa compagine. Quindi Lulli torna a Firenze, torna in Italia, torna in Patria.

Dal punto di vista musicale questa musica ha bisogno di essere eseguita con un codice complicatissimo di abbellimenti, di notine, c’è tutta una tabella di abbellimenti che Lulli ha impresso nella sua tabella musicale, come fossero tantissime spezie con cui la sua musica viene condita, si scrive in una maniera ma si legge in un’altra. È questo il problema della musica francese, ha bisogno di essere decodificata. Tutto questo lavoro  lo abbiamo fatto insieme in questi giorni di prova sia con i cantanti che con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.

La cosa che mi rende felice è questo ritorno di Lulli in Patria. E proprio oggi il Comune di Firenze, il Sindaco Dario Nardella, ha diramato un comunicato stampa dove annuncia non solo questo grande ritorno, bensì un progetto persino un po’ più ambizioso, che è quello di riconoscere finalmente il posto che merita a Gianbattista Lulli cominciando da Firenze con la creazione dell’istituto Gianbattista Lulli a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, la sala che meglio identifica questo connubio tra Firenze e la Francia. A settembre vedrà la luce e, a novembre, per il 390esimo compleanno di Lulli organizzeremo il primo grande evento. Che sarà concertistico sicuramente, ma forse anche una giornata intera di studi in cui ci dedicheremo a puntare il faro sui documenti della vita di Lulli; il capitolo dei suoi primi 14 anni è ancora da dissodare. Gli archivi fiorentini conservano documenti che ci aiuteranno a tracciare il suo profilo biografico. Insieme al Sindaco e al sovrintendente Pereira, al Centre de Musique Baroque de Versailles, all’Istituto francese qui a Firenze, all’Università, studiando la sua vita e le sue partiture, ed eseguendo le sue opere, vogliamo creare un connubio virtuoso di enti culturali che si dedicheranno a questo progetto.”

Benjamin Lazar, al suo debutto alla regia al Teatro del Maggio, e in occasione del suo primo allestimento fiorentino ha detto: “Per me è un grande onore poter essere parte di questa produzione a Firenze, proprio la città di Lulli. Io credo che quest’opera, l’ultima scritta dal compositore, sia un vero e proprio capolavoro: è splendido constatare come si passi, all’interno di Acis et Galatée, da momenti tragici a momenti comici e più distensivi. Insieme a essi, pur essendo l’opera breve nel suo complesso, troviamo anche momenti toccanti e sentimentali, che rendono questa pastorale heroique un vero e proprio manifesto di emozioni umane in musica. Grazie anche alla collaborazione con Adeline Caron, la scenografa, abbiamo quasi “creato” una mitologia, come se fosse sospesa fra il nostro tempo e l’epoca dell’opera. Anche i cantanti e le loro movenze saranno legate a questo concetto: abbiamo “unito” il gesto e i movimenti  moderni al modo di recitare, anche e soprattutto fisico, del 17° e 18º secolo, creando così un ponte fra questi due mondi. Per me questa è la prima produzione assoluta a Firenze, e sono rimasto assolutamente ammirato dal lavoro che abbiamo svolto insieme a tutto il nostro team, davvero fantastico. Anche il lavoro fatto in scena, con i dipinti appositamente realizzati per quest’opera è stato davvero formidabile.” Benajmin Lazar durante la sua carriera ha spaziato fra tutti i generi musicali e teatrali di diverse epoche: ha studiato declamazione barocca e gestualità con Eugène Green dall’età di 11 anni, e quindi violino alla Schola Cantorum e canto con Dominique Moaty, diplomandosi infine alla Scuola di recitazione Claude Mathieu e all’Accademia d’Arte di Minsk. Nel 2004, con l’ensemble Le Poème Harmonique, ha messo in scena, all’Opéra Royal du Château de Versailles, Le bourgeois gentilhomme di Molière, in una versione di commedia-balletto, con grande e unanime successo di critica, che lo hanno riconosciuto come uno dei protagonist del revival del Teatro Barocco. Nello stesso anno, Benjamin Lazar ha fondato la sua compagnia Le Théâtre de l’Incrédule, i cui maggiori successi includono: L’Autre monde ou les états et empires de la luneLes Amours tragiques de Pyrame et ThisbéLes Caractères di La Bruyère e Les Fables di La Fontaine. Ha firmato regie, dal barocco alla musica contemporanea, in molti dei più importanti teatri d’opera di Europa, collaborando fra gli altri, con Le Poème Harmonique, Les Arts Florissants, Les Musiciens du Louvre, Les Cris de Paris e Le Balcon. In 2015, ha realizzato Le Dibbouk de Shalom Anski alle Printemps des Comédiens di Montpellier, andato in scena anche al Théâtre du Nord di Lille nel 2016, mentre il suo spettacolo Traviata / Vous méritez un avenir meilleur ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica. Nella stagione 2018/19, ha firmato la première francese di Donnerstag aus Licht di Stockhausen al Théâtre national de l’Opéra-Comique e il nuovo spettacolo Heptaméron, récits de la chambre obscure con il Théâtre de l’Incrédule e Les Cris de Paris. Tra i suoi più recenti successi ricordiamo: Pelléas et Mélisande a Montpellier, Tolomeo di Händel a Karlsruhe e Actéon di Charpentier a Reims, mentre nella prossima stagione metterà in scena Der fliegende Holländer di Wagner a Colonia.

Jean François Lombard, al suo debutto sulle scene del Maggio, è Acis: nel corso della sua carriera, iniziata fin quasi da bambino, ha studiato canto, teoria musicale e analisi al “Conservatoire National de Région” di Rouen. Successivamente è entrato a far parte della Maîtrise du Centre de Musique Baroque de Versailles ed è stato immediatamente riconosciuto per la sua rara tessitura di haute-contre. Da allora ha lavorato insieme ad un grande numero di ensemble e direttori come Le Poème Harmonique (Vincent Dumestre), Les Paladins (Jérôme Correas), La Petite Bande (Sigiswald Kuijken), La Chapelle Rhénane (Benoît Haller), Les Folies Françoises (Patrick Cohën-Akenine), Les Musiciens du Louvre (Marc Minkowski) e Les Arts Florissants (William Christie).

Inoltre, Lombard e il regista Benjamin Lazar hanno già collaborato insieme nel corso di un’altra produzione di un’opera di Lulli, poi incisa in DVD, nel gennaio 2008: Cadmus et Hermione.

Il giovane soprano Elena Harsányi, che interpreta Galatée, è al suo debutto sia nel ruolo che al Teatro del Maggio: dopo le lezioni di canto con Barbara Hebborn a Bonn, Elena ha vinto il suo primo concorso al “Jugend Musiziert”. Successivamente si è laureata presso l’Università di Musica e ottenuto un Master in canto concertistico presso l’Università di Musica e Danza di Monaco. Oltre al repertorio barocco, di cui è un’appassionata interprete, ha già affrontato numerosi e diversi ruoli in carriera come come Gretel nell’opera da favola di Humperdinck Hänsel und Gretel, Sophie nel Rosenkavalier di Strauss, Lauretta nel Gianni Schicchi di Puccini e Alphise in Les Boréades di Rameau, Servilia ne La Clemenza di Tito di Mozart e Pierrot Lunaire di Arnold Schoenberg.

Luigi De Donato, che torna al Maggio dopo le recite de La Traviata andata in scena nel novembre 2005 con la direzione di Renato Palumbo e la regia di Cristina Comencini, interpreta Polyphème: ha iniziato la sua formazione musicale presso il “Conservatorio di Musica Stanislao Giacomantonio” e in seguito ha studiato con Margaret Baker, Gianni Raimondi, Regina Resnik e Bonaldo Giaiotti. Ha vinto diversi concorsi internazionali di canto e ha ricevuto il Premio per la migliore Voce di Basso al “Concorso Internazionale per Cantanti Lirici Francesco Paolo Tosti”. Musicista e cantante poliedrico, De Donato si è distinto come uno dei massimi interpreti del repertorio del Seicento e Settecento collaborando con importanti direttori d’orchestra e orchestre barocche. Ha cantato Orfeo (Caronte) di Monteverdi e Il Ritorno d’Ulisse in patria (Il Tempo e Nettuno) diretto da Rinaldo Alessandrini e diretto da Robert Wilson per la Scala, ma anche a Beaune e Versailles al fianco di Stéphane Fuget. Ha interpretato gli stessi ruoli ancora una volta per il Teatro Real di Madrid sotto la direzione di William Christie in una produzione messa in scena da Pier Luigi Pizzi. Con Jean-Christophe Spinosi, è apparso come Seneca ne L’Incoronazione di Poppea al Teatro Colón di Buenos Aires.

Sebastien Monti, al suo debutto fiorentino, è Apollon/Télème/Le Prêtre de Junon: ha iniziato suonando il violino e l’organo all’età di 10 anni all’Accademia Couperin de Tournan-en-Brie. Affascinato dalla musica del 17° e 18° secolo, si interessa anche al repertorio vocale. Nel 2004 si iscrive al “Centro di Musica Barocca” di Versailles come allievo-bardo dove si dedica al canto e si avvicina al repertorio barocco con Gaël de Kerret, Hélène Dufour, Julie Hassler, Frédéric Desenclos e Arnaud Pumir. Ha anche partecipato al master di Marteen Konigsberger, Alain Buet, Isabelle Poulenard, Isabelle Desrochers, Christine Schweitzer, Pierre Mervant e Valérie Guillorit. Nel 2007, Jean-Claude Malgoire, François Bazola, Benoît Haller e Christine Schweitzer gli conferiscono all’unanimità il diploma di studi musicali del canto con un’ottima menzione. Parallelamente si avvicina al repertorio classico e romantico con Micaela Etcheverry.

Guido Loconsolo, alla sua seconda produzione al Maggio dopo Il ritorno di Ulisse in patria andato in scena lo scorso 83º Festival del Maggio diretto da Ottavio Dantone per la regia di Robert Carsen, interpreta Neptune: intraprende i suoi studi musicali al Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano, dove consegue il diploma di V corso di Clarinetto nel 1998 dove nel 2006 si diploma con il massimo dei voti nella classe del soprano M. Hayward. Ha partecipato a numerosi masterclass con artisti quali Renato Bruson, Mirella Freni, Sherman Lowe e Jaume Aragall.

Debutta a Orvieto nell’estate del 2003 nell’ opera di Verdi Un Ballo in Maschera nel ruolo di Sam al Teatro Mancinelli di Orvieto. Dotato di un ampio repertorio, ha affrontato più volte opere come Don Giovanni e La clemenza di Tito di Wolfgang Amadeus Mozart, Falstaff di Verdi e Il turco in Italia di Gioachino Rossini.

Mark van Arsdale, anche lui al suo debutto al Maggio, interpreta Comus/Tircis; ha ricevuto la sua formazione vocale presso la Northwestern University e l’Indiana University prima di trasferirsi in Francia all’Opéra national du Rhin a Strasburgo e l’Accademia dell’Opéra Comique a Parigi. Ha debuttato come Don Ottavio in Don Giovanni al Tanglewood Festival 2009 sotto la direzione di James Levine. All’Opéra du Rhin di Strasburgo e Mulhouse, ha cantato parti come Alberto (L’Occasione fa il Ladro), Ramiro (La Cenerentola), Ernesto (Don Pasquale), Tamino (Die Zauberflöte), Nadir (Ali Baba di Cherubini), Bois-Rosé (Les Huguenots), Borsa (Rigoletto), Marcellus (Amleto), Federico (L’Amico Fritz), Gastone (La Traviata) e il II Ebreo (Salomè). Ha affrontato inoltre i ruoli di Belmonte (Die Entführung aus dem Serail) al Sédières Festival, Arturo in Lucia di Lammermoor all’Opéra de Tours e Toulon e Poisson di Adriana Lecouvreur.

Un altro debutto sulle scene del Maggio è quello di Valeria La Grotta nel ruolo di Diane/Deuxième Naïade/Scylla: nata a Taranto, si diploma in Canto lirico con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore sotto la guida di Domenico Colaianni presso il Conservatorio «N. Piccinni» di Bari. Si specializza nell’ambito della musica barocca completando con lode il biennio di Canto rinascimentale e barocco del Conservatorio «B. Maderna» di Cesena con Roberta Invernizzi, e il Master di II livello di Musica Antica del Conservatorio «S.Pietro a Majella» di Napoli con Antonio Florio. Nel 2018 ha vinto il I Premio al “Concorso Nazionale di Musica Barocca”  di Vinci, nel 2017 è finalista della IX edizione del concorso internazionale di musica barocca “Principe Francesco Maria Ruspoli” di Vignanello ed è vincitrice del I Premio, sezione Musica da Camera del “Wanda Landowska Competition” di Ruvo di Puglia. Ha eseguito, inoltre, importanti pagine del repertorio barocco e classico tra cui: Aminta e Fillide HWV 83 di Händel diretta da Rinaldo Alessandrini (nel ruolo di Aminta); Festino nella sera del Giovedì Grasso avanti cena di Banchieri con il Florilegium Vocis diretto da Sabino Manzo; Oster-Oratorium BWV 249 e Christ lag in Todes Banden BWV 4, Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit BWV 106, Weichet nur, betrübte Schatten BWV 202 e Wer sich selbst erhöhet, der soll erniedriget werden BWV 47 di Bach.

Francesca Lombardi Mazzulli, che torna al Maggio dopo L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, opera che segnò inoltre il suo debutto a Firenze, interpreta L’Abondance/Aminte/Première Naïade: diplomata presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, ha quindi conseguito con il massimo dei voti e la lode il diploma accademico di secondo livello presso il “Conservatorio Girolamo Frescobaldi” di Ferrara sotto la guida di Mirella Freni. La sua attività concertistica e operistica l’ha vista protagonista fin dal suo debutto accanto a orchestre ed ensemble votati al recupero storicamente informato del repertorio sei-settecentesco quali l’ “Accademia Bizantina” diretta da Ottavio Dantone e l’ “Ensemble barocco di Limoges” diretto da Christophe Coin e la “Venexiana” diretta da Claudio Cavina.

Completano il cast Francesca Longari, soprano, che si è formata all’Accademia del Maggio che torna sulle scene fiorentine dopo le recite de La rondine di Giacomo Puccini diretta da Marco Armiliato per la regia di Denis Krief e Davide Piva, artista tra i talenti dell’Accademia del Maggio Musicale, nel ruolo di Un Sylvain.

La locandina:

ACIS ET GALATÉE

Pastorale héroïque en trois actes et un prologue

Livret de Jean Galbert de Campistron

(d’après Le Metamorfosi d’Ovide)

Musique de Giovanni Battista Lulli (Jean-Baptiste Lully)

Edizione critica a cura di Bernardo Tucci – maggio 2022

Edizione: BTE – Bernardo Ticci Edizioni 2022

Prima rappresentazione in Italia

Nuovo allestimento

Maestro concertatore e direttore Federico Maria Sardelli

Regia Benjamin Lazar

Co-regia Elizabeth Calleo

Scene Adelin Caron

Costumi Alain Blanchot

Luci Christophe Naillet

Coreografia (e danzatrice) Gudrun Skamletz

Acis                                                                      Jean-François Lombard

Galatée                                                                Elena Harsányi

Diane / Deuxième Naïade / Scylla                      Valeria La Grotta

L’Abondance / Aminte / Première Naïade          Francesca Lombardi Mazzulli

Comus / Tircis                                                     Markus Van Arsdale

Apollon / Le Prêtre de Junon / Télème               Sebastian Monti

Poliphème                                                           Luigi De Donato

Neptune                                                               Guido Loconsolo

Une Dryade                                                         Francesca Longari

Un Sylvain                                                           Davide Piva

Danzatori Caroline Ducrest, Robert Le Nuz, Alberto Arcos

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Assistente costumista Mathilda Benmoussa

Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

In lingua originale

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

SALA ZUBIN MEHTA

Lunedì 4 luglio 2022, ore 20

Mercoledì 6 luglio, ore 20

Sabato 9 luglio, ore 18

Lunedì 11 luglio, ore 20

Prezzi:

Settore D: 30€  – Settore C: 60€  – Settore B: 100€  – Settore A: 160€

—————–
– paolo klun –
—————–

Federico SardelliMusicista, Fumettista e Pittore

 

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *