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Nel segno di Wagner il nuovo appuntamento della Stagione di Concerti:
Juraj Valčuha dirige l’Orchestra del Teatro di San Carlo

Domenica 10 luglio ore 18

Direttore | Juraj Valčuha
Trombone | Jörgen van Rijen ♭
Programma
Jean Sibelius, Les Océanides, poema sinfonico, op. 73
James MacMillan, Concerto per Trombone
Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 5 in do minore, op. 67
♭per la prima volta al Teatro di San Carlo
Orchestra del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo | SERIE CREMISI
sabato 9 aprile 2022, ore 20:00 – S – CREMISI – VII

L’Orchestra del Teatro di San Carlo guidata da Juraj Valčuha è protagonista del nuovo appuntamento della Stagione Sinfonica 21/22 in programma domenica 10 luglio alle ore 18.
Il concerto, che segue quello di apertura del 70° Festival di Ravello, è interamente dedicato a Richard Wagner e vede in locandina il Preludio del primo atto di Die Meistersinger von Nürnberg, Preludio e Morte di Isotta da Tristan und Isolde, Incantesimo del Venerdì Santo da Parsifal, Mormorio della Foresta da Siegfried e l’Ouverture di Tannhäuser.

Richard Wagner, creatore dell’Opera nazionale tedesca del pieno Ottocento (Lipsia 1813-Venezia 1883), teorizzò e creò un’opera d’arte nuova che nelle sue intenzioni doveva essere totale, autentica, tedesca, universale, in altre parole un’“opera d’arte dell’avvenire”.
A tale scopo il compositore tentò di trasformare la struttura del melodramma in un impressionante dipinto sinfonico, in cui la melodia cantata doveva sottostare alla supremazia della musica, mortificando il virtuosismo e il primato dei cantanti per convergere invece sul primato della direzione. Per Wagner le pagine puramente strumentali delle sue opere, Preludi o Ouverture, contribuiscono prioritariamente a delineare l’atmosfera sonora attraverso i Grunthemen, motivi drammatici-melodici-musicali che rappresentano vicende, singoli personaggi, pensieri, idee, situazioni drammatiche.
Un intero universo è già in queste sezioni di apertura ai rispettivi drammi, dall’overture del Tannhäuser al Preludio dei Meistersinger, dal Preludio, Morte di Isotta del Tristan und Isolde, all’ Incantesimo del Venerdì Santo del Parsifal.

Direttore | Juraj Valčuha
Trombone | Jörgen van Rijen ♭
Programma
Jean Sibelius, Les Océanides, poema sinfonico, op. 73
James MacMillan, Concerto per Trombone
Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 5 in do minore, op. 67
♭per la prima volta al Teatro di San Carlo
Orchestra del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo | SERIE CREMISI
sabato 9 aprile 2022, ore 20:00 – S – CREMISI – VII

Dalla guida all’ascolto del programma di sala
Di Giuseppina Crescenzo
I Preludi di Richard Wagner, una chiave per entrare nei suoi drammi e opere in musica
Se nel suo significato originario, il Preludio indicava a partire dal 1500 una sezione introduttiva di un componimento in musica ad uso di strumenti solisti, durante il Seicento esso diventerà una musica d’arte autonoma applicata ad uno strumento, soprattutto da tasti, e poi quest’uso sarà amplificato, perdendo il suo carattere d’improvvisazione, nella sua forma orchestrale durante il periodo del Romanticismo. A questo percorso lineare nel campo strumentale si aggiunge nella storia del melodramma la sempre più avvertita necessità di far precedere un’opera in musica da una sorta di preludio che ne anticipi i contenuti o l’atmosfera – “Sinfonia avanti l’opera” in Italia, “Ouverture” in Francia. Quale fu la funzione dei Preludi strumentali nell’universo compositivo di Richard Wagner, creatore dell’Opera nazionale tedesca del pieno Ottocento (Lipsia 1813-Venezia 1883), ossia di colui che teorizzò e creò un’opera d’arte nuova che nelle sue intenzioni doveva essere totale, autentica, tedesca, universale, in altre parole un’“opera d’arte dell’avvenire”? A tale scopo il compositore tentò di trasformare la struttura del melodramma in un impressionante dipinto sinfonico, in cui la melodia cantata, espressione e suono di un Gedicht, doveva sottostare alla supremazia della musica, mortificando il virtuosismo e il primato dei cantanti per convergere invece sul primato della direzione. Caratteristica, questa, molto considerata dal direttore di questo concerto, Juraj Valčuha, che ha sempre fornito sue personali interpretazioni profonde e personali delle partiture da lui dirette nei lunghi anni alla testa dell’Orchestra del Teatro di San Carlo.
Per Wagner le pagine puramente strumentali delle sue opere, Preludi o Ouverture, contribuiscono prioritariamente a delineare l’atmosfera sonora attraverso i Grunthemen, motivi drammatici-melodici-musicali che rappresentano vicende, singoli personaggi, pensieri, idee, situazioni drammatiche. Un intero universo è già in queste sezioni di apertura ai rispettivi drammi, dall’overture del Tannhäuser al Preludio dei Meistersinger, dal Preludio, Morte di Isotta del Tristan und Isolde , all’ Incantesimo del Venerdì Santo del Parsifal, e naturalmente delle varie parti evocative dell’ Anello del Nibelungo. Soltanto nella primavera del 1862, sedici anni dopo il primo abbozzo del testo, Wagner cominciò a comporre la partitura di Meistersinger der Nurnberg, lavoro che durò poi altri cinque anni e si concluse con la prima esecuzione al teatro di corte di Monaco di Baviera il 31 giugno 1868. Maestosa e solenne, e allo stesso modo tenera e commovente, è il Preludio di quest’opera molto simbolica nella concezione wagneriana del recupero di un passato storico-artistico glorioso per la Germania. Sono impiegati quattro temi che si alternano e poi si sovrappongono in parte in un sapiente gioco contrappuntistico. Il primo tema, nella sua austerità rigorosa, raffigura la categoria dei “maestri cantori” con le loro regole. Segue un tema leggero ed evanescente cantato dal flauto, che esprime la nascita dell’amore tra Eva e Walther. Un terzo tema, che torna all’austera atmosfera del primo, disegna la bandiera simbolo dell’ordine dei cantori. Infine – e si noterà il contrasto e costante ritorno tra due atmosfere diverse evocate – appare il motivo dell’amore dichiarato tra i giovani eroi della storia, sostenuto dagli archi al completo, che corrisponde alla melodia del canto presentato da Walther al concorso. Già in Tristan Wagner aveva riscoperto la duttilità del contrappunto in funzione drammaturgica. Anche nei Maestri cantori si serve di quella tecnica compositiva con maestria, e non senza un tocco di umorismo, per esprimere i due sentimenti contrastanti di tutta l’opera: il conservatorismo austero dei maestri cantori e l’amore giovane che deve vincere. Wagner completò il testo di Tannhäuser nell’agosto 1843, ma passarono ancora due anni fino alla prima dell’opera che ebbe luogo al Teatro di corte di Dresda il 19 ottobre 1845. In seguito Wagner continuò a modificare la partitura, soprattutto quando nel 1861 l’opera fu presentata a Parigi: per venire incontro ai gusti del pubblico francese, il compositore aggiunse il Baccanale, un balletto che fa da transizione tra l’Ouverture e l’inizio dell’opera. L’Ouverture è divenuta una pagina autonoma molto eseguita. come la precedente Ouverture del Vascello fantasma è costruita su due temi. Il primo tema, maestoso con la solennità del corale, è quello che corrisponde al “Coro dei Pellegrini”, presentato prima dal clarinetto, fagotto e corno. I contrasti dinamici creano un potente effetto drammatico. La seconda parte dell’Ouverture è dominata dal tema di Venere, costruito cromaticamente per sottolineare l’erotismo e la seduzione simboleggiata da quel personaggio. Infine giunge trionfale l’inno di Tannhäuser, suonato da tutta l’orchestra nella tonaltà di Si maggiore, esposto due volte. Un ultimo motivo legato all’atmosfera sensuale della seconda parte, è declamato dal clarinetto, prima del ritorno del “coro dei Pellegrini”. Nella versione parigina questo ritorno del tema “sacro” è eliminato per poter restare nell’atmosfera orgiastica del successivo Baccanale, ma la sua presenza è perfetta nell’Ouverture perché chiude ciclicamente l’intera visione dell’opera com’era previsto per questa forma strumentale di apertura di un dramma. Questa visione si può riassumere nel contrasto ancestrale tra “Amor sacro” (spirituale) e “Amor profano” (carnale). La conclusione della redenzione attraverso il sacrificio, cardine nel pensiero wagneriano, è perfettamente riportata nel finale di questa straordinaria Ouverture. Le vicende personali s’intrecciano con quelle delle sue opere soprattutto durante il periodo trascorso da Wagner con la moglie a Zurigo, città dove una forte relazione amorosa lo condizionò a tal punto da sospendere la composizione della Tetralogia, già avanzata, per scrivere di getto il suo dramma più legato all’amore: Tristan und Isolde. Il 10 giugno 1865 nel teatro di corte di Monaco di Baviera ebbe luogo la prima di questa azione musicale in tre atti, uno dei capolavori più ammirati di tutta la storia dell’opera e in generale della musica occidentale. Nel Preludio i due motivi fondamentali sono esposti fin dall’inizio: il primo motivo, discendente, è affidato ai violoncelli mentre il secondo motivo, ascendente, è mormorato piano dagli oboi. Il brano si apre col famoso accordo dissonante chiamato in seguito “Tristan Akkord” (L’accordo del Tristano), studiatissimo da importanti musicologi. Come ha scritto Quirino Principe: “L’avventura armonica per eccellenza nella storia della musica, quasi un’avventura nel soprannaturale, è l’inizio del preludio al I atto (le prime 4 misure), in cui il motivo della rassegnazion (Ergebung- Motiv) e il motivo del filtro d’amore (Liebestrankmotiv) si uniscono organicamente. cerniera tra i due è il terribile Tristan-Akkord . Se il Tristan-Akkord , com’è giusto e desiderabile, resterà per sempre misterioso, proprio il mistero è il suo significato ultimo. come tutti i misteri, esso si sottrae alla dura legge del prima e del poi, rimane sospeso, è al di fuori del tempo. La stessa struttura di Tristan und Isolde nega la temporalità….”. Altri temi chiave di questo Preludio sono: il tema dello sguardo eil tema del filtro. Il filtro è un filtro d’amore ma è e anche il filtro di morte, la liberazione attraverso la morte. L’opposizione dei temi, delle tonalità (la minore/la maggiore), le nuance (piano/ forte), i ritmi lungo/breve della dinamica, il crescendo/decrescendo in questo pezzo dimostrano l’utilizzo di tutto un complesso linguaggio cromatico che costituisce il più incredibile vortice mai scritto prima di passare al primo atto, percorrendo tutta la gamma dei sentimenti dal parossismo febbrile alla soluzione finale. Altrettanto ambiziosa e forse imprudente era stata la decisione di Wagner di utilizzare, oltre al Preludio, anche la scena clou della “morte di Isotta” come brano autonomo da concerto: si tratta del momento più conosciuto di tutta l’opera ma proposto senza la cantante: invece la fusione del canto con la musica “pura” giunge nella morte e trasfigurazione di Isotta alla pura estasi.  La Tetralogia ossia le tre giornate e il Prologo dell’Anello del Nibelungo, fu completata tra il 1848 e il 1874 e si rivelò presto un progetto di smisurata ambizione: più di 15 ore di musica in totale, concepite più ancora di qualsiasi altra opera wagneriana come opera totale, una fusione inaudita della musica e della parola. Bisogna essere ben consci di tutto questo quando si presentano come brani da concerto i soli Preludi e altre parti sinfoniche estratte da queste partiture smisurate.
Il Prologo della serie, L’oro del Reno fu presentato per la prima volta il 22 settembre 1869 al teatro di corte di Monaco per volontà del finanziatore Ludwig di Baviera, ma contro la volontà dell’autore. Il Preludio, dominato da un accordo di Mibemolle maggiore, ci trasporta immediatamente sul fondo del fiume dove inizia la lotta per il possesso dell’oro. I legni e gli altri fiati fanno intendere il motivo del Reno, mentre un gioco di modulazioni descrive il sovrapporsi delle onde del fiume evocato dagli strumenti a corda. Si passa dalle sonorità più gravi a quelle più acute, come se a poco a poco il mondo iniziasse ad animarsi in vista dell’inizio di tutto il racconto.
La Valkiria.prevede proprio all’inizio la famosa scena della cavalcata delle valchirie, che si fermano per lanciare il loro caratteristico grido di guerra, su un motivo ascendente unico, Il ritmo ternario e l’ infinita varietà di colori orchestrali sono sufficienti a evocare la loro bruciante presenza fin dal Preludio.
La seconda giornata della tetralogia, Sigfried, ebbe la sua prima nell’agosto 1876 durante il primo festival di Bayreuth. Dopo vari avvenimenti, nella seconda scena del secondo atto l’eroe Sigfrido, scortato dalla nano Mime, si appresta ad affrontare il dragone Fafner Mentre la foresta si sveglia intorno a lui, il giovane eroe evoca con nostalgia la propria infanzia, sognando i genitori che non ha mai conosciuto (gli strumenti a corda imitano il rumore delle foglie). Il tempo sembra sospeso nella tonalità di Mi maggiore mentre si eleva il canto di un uccello al quale Sigfrido tenta maldestramente di rispondere prima di fare  risentire il canto del suo cuore. L’orchestra sola non può certo dare l’idea del lirismo che in questo momento la voce del tenore, sovrapposta all’orchestra assume nell’opera, ma in ogni caso la tavolozza timbrica dell’orchestra, con i cambi ritmici continui, riesce a ricostruire l’atmosfera epica della vicenda.
Gotterdammerung, terza e ultima giornata presentata a Bayreuth nel 1876, è un’opera assai diversa nella sua struttura dalle precedenti, innanzi tutto perché più lunga e poi per essere costituita a sua volta da un Prologo e tre atti, come se ripetesse al suo interno l’intera struttura della Tetralogia. In questa struttura è fondamentale il viaggio di Sigfrido, la cui parte musicale è formata da due estratti ben distinti del Prologo:. i due temi dominano la prima parte, quella di Brunilde e quello di Sigfrido. Il primo disegno melodico esprime la sensualità attraverso le calde sonorità degli strumenti a corda, mentre quello di Sigfrido è molto impetuoso. Il giovane è ormai un guerriero e suonando il suo corno inizierà il viaggio fino ai bordi del Reno, evocato dal disegno ondulante già presentato nel Preludio del primo episodio della Tetralogia: e così il cerchio si chiude. Dopo che Sigfrido muore per mano di Hagen, cantanto per l’ultima volta il suo messaggio d’amore per Brunilde, e poi il suo cadavere è portato via processionalmente mentre l’orchestra intona una drammatica marcia funebre composta sui temi principali delle sue avventure: l’amore, la spada e così via.
Parsifal, l’ultima opera di Wagner, ebbe una lunga gestazione. Il compositore scoprì le leggende del Graal già nel 1845 ma attese comunque fino al 1857 per elaborare quei primi temi. Il libretto definitivo fu terminato nel 1877 e soltanto il 26 luglio 1882, durante il secondo festival di Bayireuth, avvenne il debutto di quest’opera scenica solenne e sacra. Fin dal Preludio del primo atto il compositore lascia intravedere il conflitto essenziale del dramma, quello della fede: .alcuni temi si distaccano nettamente, quello dolcissimo della Cena; il tema del Graal, dichiarato dagli ottoni prima di essere ripreso dai legni e poi quattro note delineano il disegno della santa lancia perduta da Anfortas. Nella versione operistica quest’ultimo tema serve a collegare direttamente il Preludio al primo atto, mentre nella versione sinfonica Wagner ha costruito un’apposita conclusione, che rafforza la impressione di solennità misteriosa ma anche di dolore di questa pagina che resta senza dubbio una delle più affascinanti dell’universo sonoro wagneriano.
Spostandoci nel terzo atto dell’opera, Gurnemans, uno degli anziani cavalieri del Graal, ha appena battezzato Parsifal, che a sua volta in seguito battezzerà Kundry. .Gurnemans sta spiegando alla giovane Parsifal meravigliato come il giorno in cui si commemora la Passione del Salvatore, l’intera natura rinverdisce sotto l’effetto delle lacrime dei peccatori che si pentono. L’incantesimo del venerdi santo .è un istante di una serenità meravigliosa, di una rara elevazione spirituale e poetica, che riesce nell’esecuzione in concerto a mantenere il suo incomparabile potere evocativo.

Teatro di San Carlo
domenica 10 luglio 2022, ore 18:00

JURAJ VALČUHA

Direttore | Juraj Valčuha

Programma
Richard Wagner,    Die Meistersinger von Nürnberg (I maestri cantori di Norimberga), Preludio atto I
Tristan und Isolde (Tristano e Isotta) – Preludio,  Isoldes Tod (La morte di Isotta)
Parsifal – Karfreitagszauber (Incantesimo del Venerdì Santo)
Sigfried – Walderrauschen (Mormorio della foresta)
Tannhäuser– ouverture

Orchestra del Teatro di San Carlo

Rossana Russo,
Responsabile della comunicazione creativa e strategica e relazioni con la Stampa
r.russo@teatrosancarlo.it
cell 3357431980

Giulia Romito, Comunicazione e Stampa
g.romito@teatrosancarlo.it 0817972301

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