Il Concerto di fine anno al Maggio Musicale Fiorentino
Sabato 31 dicembre 2022 alle ore 18 il maestro Daniele Gatti alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio della Sala Mehta per il tradizionale Concerto di Fine Anno, che chiude il 2022 e il Festival d’Autunno con l’esecuzione della celeberrima Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Lenneke Ruiten, Eleonora Filipponi, Maximilian Schmitt e Luca Pisaroni, sono i quattro solisti impegnati nell’esecuzione dell’Ode alla gioia di Friedrich Schiller che chiude la maestosa sinfonia
Firenze, 29 dicembre 2022 – Il direttore principale del Maggio Daniele Gatti, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio della Sala Mehta sabato 31 dicembre, ore 18, per il tradizionale Concerto di Fine Anno. In cartellone una delle composizioni sinfoniche più note di sempre, la Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, composta da Ludwig van Beethoven tra il 1822 e il 1824 dopo esser rimasto molto colpito dal profondo messaggio di libertà e fratellanza contenuto nei versi di Ode alla Gioia di Friedrich Schiller, da cui trasse ispirazione per la sua Sinfonia.
Insieme al maestro Gatti, protagonisti della serata, assieme al Coro e all’Orchestra sono anche i quattro solisti che danno voce, assieme al Coro al messaggio universale di fratellanza nel movimento finale: Lenneke Ruiten, che torna al Maggio dopo il concerto sinfonico del 10 aprile 2022 diretto da Sir Mark Elder; Eleonora Filipponi, che torna sul palcoscenico fiorentino a distanza di poche settimane dal concerto tenuto dal direttore emerito Zubin Mehta lo scorso 19 ottobre; Maximilian Schmitt, protagonista anche lui al fianco del maestro Mehta nel Concerto per Firenze del 2 luglio 2021 in cui fu sempre eseguita la “Nona” e Luca Pisaroni, che torna al Maggio a distanza di ben 14 anni dall’ultima concerto, tenuto nel maggio 2008 e diretto dal maestro Riccardo Muti.
Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.
Al termine del Concerto nel Foyer della platea è prevista una cena di gala per circa 200 persone, vale a dire una parte del pubblico che ha deciso di trascorrere la serata di festa dell’ultimo dell’anno al Maggio acquistando un “pacchetto premium” con la poltrona in sala e la cena. A questo proposito il Maggio informa che per poter predisporre l’allestimento della cena e la sistemazione all’esterno di uno spazio in sicurezza per i fuochi d’artificio, l’ingresso del pubblico in teatro avverrà dagli accessi del Bar dalle ore 16.30 e dalle 17 dalla biglietteria ma non dall’ingresso principale della platea della Sala Grande come d’abitudine. L’uscita dopo il concerto, per il pubblico che non si fermerà a cena, sarà sempre dalle porte della Caffetteria. Anche il parcheggio per le automobili subirà notevoli limitazioni nella disponibilità dei posti e si darà naturalmente la precedenza alle vetture per il trasporto dei disabili.
Il concerto del 31 dicembre vede dunque protagonisti, accanto al maestro Daniele Gatti, dei solisti Lenneke Ruiten, Eleonora Filipponi, Maximilian Schmitt e Luca Pisaroni che con il Coro offrono la loro voce per modellare” l’Inno alla Gioia” con il suo messaggio universale di fratellanza che chiude la Sinfonia.
Lenneke Ruiten è una delle voci più stimate e apprezzate degli ultimi anni: dopo aver studiato al Conservatorio dell’Aia e all’Accademia Teatrale di Monaco ha vinto numerosi premi, tra cui quello del “Concorso internazionale Hertogenbosch”. Nei primi 10 anni della sua carriera si è concentrata principalmente sulle esibizioni concertistiche: insieme al maestro John Eliot Gardiner ha affrontato diverse tournée con la English Baroque Orchestra e il Monteverdi Choir, eseguendo i Vespri di Monteverdi, le cantate soliste di Bach (Jauchzet Gott in allen Landen e Weichet nur, betrübte Schatten) e la Messa in si minore. Nel 2019 ha cantato il suo primo Requiem di Verdi con Gardiner durante il Festival Saint Denis di Parigi.
È una presenza stabile su numerosi palcoscenici internazionali nei ruoli mozartiani di Konstanze (Il ratto dal serraglio), Pamina (Die Zauberflöte), Susanna (Le nozze di Figaro), Fiordiligi (Così fan tutte) e Donna Anna (Don Giovanni), oltre a Almirena (Rinaldo), Ophélie, Xenia, Iphigénie (Iphigénie en Tauride) e Lucia (Lucia di Lammermoor).
Al suo fianco Eleonora Filipponi: dopo gli studi al ISSM Claudio Monteverdi di Cremona inizia a esibirsi con regolarità su alcuni dei principali palcoscenici italiani, interpretando numerosi ruoli come Flora in Traviata, Mamma Lucia in Cavalleria Rusticana, Carmen nell’omonima opera di Georges Bizet, articolando il suo repertorio da Mozart fino a Puccini. Dal 2020 comincia a collaborare con il gruppo Madrigalisti Estensi, diretti da Michele Gaddi, e interpreta La Ninfa nello spettacolo Guerrieri et Amorosi a Modena; si esibisce al Teatro Comunale di Modena nel Concerto per Luciano Pavarotti e, nello stesso teatro, debutta come Seconda Strega in Dido and Aeneas. Nel 2021 vince il 2° premio al VI Concorso Internazionale “Vano Visioli” (edizione online); debutta il ruolo di Clarina ne La cambiale di matrimonio di Rossini al Teatro Grande di Brescia. Il mezzosoprano tornerà inoltre sulle scene fiorentine in occasione del concerto di fine anno del 31 dicembre sotto la direzione del direttore principale Daniele Gatti.
Il tenore è Maximilian Schmitt, che torna al Maggio a distanza di un anno e mezzo dal suo ultimo spettacolo: ha maturato la sua prima esperienza teatrale come membro dell’Opera Studio di Monaco prima di unirsi all’ensemble del Teatro Nazionale di Mannheim per quattro anni nel 2008, dove è stato ascoltato in numerosi ruoli importanti. Nel 2012 ha debuttato all’Opera di Amsterdam come Tamino diretto da Marc Albrecht. Nel 2016, Maximilian Schmitt ha fatto il suo debutto come Idomeneo in un altro importante ruolo di Mozart, questa volta all’Opéra du Rhin di Strasburgo. Subito dopo, è apparso per la prima volta all’Opera di Stato di Vienna come Don Ottavio. Il momento clou e la conclusione della stagione 16/17 è stato il suo debutto alla Scala di Milano nel ruolo di Pedrillo nel Ratto dal serraglio di Mozart diretto da Zubin Mehta. Nel 2019 ha debuttato nel ruolo di Max nel Freischütz di Weber al Teatro Aalto di Essen in una nuova produzione di Tatjana Gürbaca e potrebbe essere ascoltato come Obadjah/Elias in una nuova produzione di Calixto Bieito al Theater an der Wien. Maximilian Schmitt è ospite fisso sui principali palchi concertistici internazionali. Il suo vasto repertorio spazia da Monteverdi e Mozart a Mendelssohn, Elgar, Mahler e Britten.
Un altro ritorno al Maggio è quello del basso Luca Pisaroni: ha iniziato la sua formazione musicale presso il «Conservatorio Giuseppe Verdi» di Milano per poi continuare gli studi per un anno a Buenos Aires con Renato Sassola e Rozita Zozulya, e poi a New York.
Dopo la sua formazione musicale debutta nel ruolo del protagonista ne Le Nozze di Figaro di Mozart a Klagenfurt am Wörthersee, nel 2001. Nello stesso anno gli fu conferita la medaglia Eberhard-Wächter come miglior «Esordiente della stagione» all’Opera di Stato di Vienna. Ha interpretato il ruolo di Masetto, al Festival di Salisburgo del 2002, nel Don Giovanni di Mozart. Queste prime apparizioni gli hanno permesso di ottenere scritture in tutto il mondo per l’interpretazione delle principali opere mozartiane. Da allora ha cantato nei maggiori teatri e festival operistici in Europa e in America. Nel 2002 ha debuttato al Whitsun Baroque Festival con la Messa di Nelson di Haydn e al Salzburg Summer Festival, nel ruolo di Masetto in Don Giovanni, dove da allora è una presenza fissa in cartellone. Oltre a questi ruoli, Pisaroni ha anche un vasto numero di altri personaggi al suo attivo. Questi comprendono ruoli di Mozart come Publio (La Clemenza di Tito) cantato al Festival di Salisburgo, al Festival di Aix-en-Provence e alla Metropolitan Opera. Ha poi vestito i panni di Leporello in Don Giovanni al Teatro Real di Madrid e all’Opéra Bastille, e quindi nuovamente Figaro all’Opera di Santa Fe e al Met. Al Théâtre des Champs-Elysées si è esibito nel ruolo di Papageno in Die Zauberflöte. Ha cantato anche il ruolo di Guglielmo (Così fan tutte) all’Opera olandese, al Glyndebourne Festival Opera e alla Salzburg Mozart Week.
Successivamente è stato Alidoro ne La Cenerentola a Santiago del Cile, e, nel 2012, ha interpretato il ruolo del protagonista in Maometto II alla Santa Fe Opera, presentando la prima mondiale della nuova edizione critica, preparata da Philip Gossett, dall’edizione del 1820. Le sue interpretazioni dei ruoli di Handel come Tiridate in Radamisto alla Houston Opera, di Achilla in Giulio Cesare al l’Opera Colorado e quello di Melisso in Alcina gli sono valsi il plagio del pubblico e della critica internazionale.
La scheda:
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125
Ultima creatura sinfonica beethoveniana, la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 “Corale” segnò un punto di non ritorno nella storia della musica; dopo la Nona nessun compositore poté più cimentarsi nel genere senza fare i conti con quel modello di arte insuperabile lasciato in eredità dal Maestro di Bonn. La genesi dell’ultima sinfonia di Beethoven parte da lontano, da quando, nel 1793, l’autore espresse il desiderio di voler mettere in musica l’Ode alla gioia di Friedrich Schiller. Il messaggio di libertà e fratellanza contenuto nei versi dell’ode si sedimentò nella mente del giovane compositore tanto che nel 1795 compose un lied, Gegenliebe, in cui compare allo stato embrionale quella melodia che in seguito avrebbe preso forma definitiva nell’Inno alla gioia della Sinfonia n. 9. Analogie ancora più evidenti si ritrovano anni dopo nella Fantasia corale op. 80, una sorta di laboratorio preparatorio della Nona Sinfonia alla cui composizione Beethoven si dedicò dal 1822 ai primi mesi del 1824. Il debutto – al Theater an der Wien il 7 maggio 1824 – fu preceduto da prove estenuanti, rese ancor più difficili dal fatto che a dirigere fosse Beethoven stesso, ormai completamente sordo e non più in grado di guidare l’orchestra. Tuttavia questo non inficiò il successo della sua ultima sinfonia, che da subito fu salutata come un capolavoro assoluto. Quale cartina di tornasole, la Sinfonia n. 9 compendia infatti tutte le conquiste musicali maturate negli anni da Beethoven: dalla libertà di forma – con il quarto movimento in cui per la prima volta nella cornice sinfonica la musica strumentale cede il passo alla voce umana – all’uso magistrale della variazione e del contrappunto, dalle affinità tematiche che si rincorrono nell’opera dando un senso di ciclicità e unitarietà alla partitura, fino al messaggio universale di fratellanza cantato dai solisti e dal coro nel movimento finale.
La locandina:
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra su testo di Friedrich Schiller
Allegro ma non troppo, un poco maestoso / Molto vivace. Presto /
Adagio molto e cantabile. Andantino. Adagio / Finale: Presto. Recitativo.
Allegro assai. Allegro assai vivace (alla Marcia). Andante maestoso.
Adagio ma non troppo ma divoto. Allegro energico e sempre ben marcato.
Allegro ma non tanto. Presto. Prestissimo
Direttore Daniele Gatti
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Soprano Lenneke Ruiten
Mezzosoprano Eleonora Filipponi
Tenore Maximilian Schmitt
Basso Luca Pisaroni
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Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Si ringrazia Intesa Sanpaolo per il sostegno.
Prezzi:
Settore D: 40€ – Settore C: 70€ – Settore B: 120€ – Settore A: 180€
Con cena (220€) : Settore D: 260€ – Settore C: 290€ – Settore B: 340€ – Settore A: 400€