Serena conduce operaclassica eco italiano

Ufficio Stampa                                                                                                                                                                 19/01/2023

 

Gli abbonati crescono del 50% rispetto al 2022: apre Mozart, in scena dal 22 al 29 gennaio

LE NOZZE DI FIGARO INAUGURA LA STAGIONE LIRICA 2023 AL TEATRO FILARMONICO

Il capolavoro di Mozart, combinazione perfetta di divertimento e profondità, commedia sociale e umana, torna a Verona in un nuovo allestimento firmato da Ivan Stefanutti con giovani voci di talento dirette da Francesco Ommassini

Le Nozze di Figaro

di Wolfgang Amadeus Mozart

Domenica 22 gennaio ore 15.30

Mercoledì 25 gennaio ore 19.00

Venerdì 27 gennaio ore 20.00

Domenica 29 gennaio ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

 

L’inaugurazione della Stagione Lirica 2023 della Fondazione Arena di Verona è affidata al genio di Salisburgo e alla sua commedia più brillante e rivoluzionaria: tra inganni, sorrisi, agnizioni ed equivoci, l’amore trionfa sulle barriere sociali ne Le Nozze di Figaro, titolo compreso nelle iniziative della rassegna Mozart a Verona, che nelle sue quattro recite al Teatro Filarmonico abbraccia inoltre il compleanno esatto del compositore.

Primo titolo della collaborazione fra Mozart e Lorenzo Da Ponte, Le Nozze di Figaro (1786) affronta un soggetto estremamente moderno e ardito per i suoi tempi: il terzo stato sfida la nobiltà e rivendica con astuzia la propria libertà in nome dell’amore. Per una trama coraggiosa, serviva una forma musicale altrettanto innovativa: il trentenne compositore fece tesoro della grande tradizione buffa italiana per piegarla ad una gamma espressiva inedita e profonda, rendendo i personaggi credibili e palpitanti di vita.

Così la commedia illuminista di Beaumarchais rivive nei versi di Da Ponte e nelle note immortali di Mozart, approdando sulle scene veronesi per l’inaugurazione del 2023. Al Teatro Filarmonico, Le Nozze di Figaro è fra i titoli più amati sin dal 1979, cui sono seguite altre tre produzioni, fino a questo allestimento, proveniente dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine, a completamento delle tre opere Mozart-Da Ponte proposte da Fondazione Arena nel 2019 (Don Giovanni) e 2021 (Così fan tutte). Si alzerà il sipario di fronte ad un pubblico che torna a vivere il proprio teatro: la Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico registra infatti un aumento di oltre il 50% nel numero di abbonati. Inoltre, sono disponibili nuove formule di esplorazione dell’offerta artistica della Fondazione con carnet a tariffe speciali per 3, 6 o 9 date a scelta.

La produzione che debutta, lineare, coerente, vivace e rispettosa della drammaturgia musicale originaria è firmata dall’esperto Ivan Stefanutti, coadiuvato per regia e scene da Filippo Tadolini, da Stefano Nicolao ai costumi storici, con le luci di Claudio Schmid. Il ‘700 sivigliano rivive in ampi saloni, con porte e fughe labirintiche quanto il giardino notturno dove tutti, mascherati e smascherati, si ritroveranno al culmine della folle giornata.

Il cast, alle prese con i ritmi frizzanti del teatro dapontiano e della non facile vocalità mozartiana, è popolato di voci giovani ma già affermate nel panorama lirico nazionale e internazionale, di cui molte al debutto veronese: Figaro è interpretato da Giulio Mastrototaro, e la sua promessa Susanna da Sara Blanch. Il Conte e la Contessa sono rispettivamente Alessandro Luongo e Gilda Fiume, mentre Cherubino, massimo esempio di ruolo en travesti, da Chiara Tirotta. Don Bartolo e Marcellina sono Salvatore Salvaggio e Rosa Bove, mentre il maestro Basilio e il giudice Curzio sono affidati a Didier Pieri e Matteo Macchioni. Completano il cast la Barbarina di Elisabetta Zizzo e il giardiniere Antonio di Nicolò Ceriani, con le areniane Emanuela Schenale e Tiziana RealdiniOrchestra e Coro di Fondazione Arena sono diretti dal maestro Francesco Ommassini, che approfondisce la propria esplorazione mozartiana con la sua commedia più ricca di spassosi colpi di scena e insieme di profonda e vera umanità.

«Con questa produzione si compie una delle molte proposte artistiche di questi cinque anni – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona.Sono particolarmente felice del cast proposto, che unisce artisti affermati con molti giovani di talento, seguendo gli stessi principi che mi hanno guidato con la Dirigenza di Fondazione Arena tanto al Filarmonico quanto al Festival in anfiteatro. Mozart avrebbe compiuto gli anni il 27 gennaio: lo festeggiamo e lo omaggiamo con questa produzione e con lo spettacolo Mozart e Salieri pensato per le scuole nella rassegna Arena Young. Entrambi gli appuntamenti fanno parte di uno sguardo più ampio, quello di tutta la città di Verona per celebrare il genio di Salisburgo, passato in queste terre 253 anni fa. La sua musica, e quest’opera in particolare, di profondità e complessità straordinarie, appare semplice, universale, comprensibile a tutti: un dono raro che contraddistingue i veri grandi maestri come lui».

Le Nozze di Figaro vanno in scena domenica 22 gennaio (alle 15.30) e replica mercoledì 25 gennaio (alle 19), venerdì 27 gennaio (alle 20) e domenica 29 gennaio (alle 15.30). Si ricorda che per l’accesso agli spettacoli non è più obbligatoria la presentazione di certificazione verde né l’uso di mascherina. I biglietti sono disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico

Fondazione Arena di Verona desidera ringraziare BCC di Verona e Vicenza, per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

La vicenda. Figaro e Susanna, entrambi al servizio del Conte d’Almaviva, stanno per sposarsi. Nonostante l’illuminato padrone abbia abolito lo ius primae noctis, non nasconde l’appetito per la promessa sposa del proprio barbiere/factotum. La contessa Rosina lo sa e pianifica con Susanna un modo per gabbare il marito, da cui non riceve attenzioni da troppo tempo. A complicare la vicenda si aggiungono il paggio Cherubino, in piena tempesta emotiva e ormonale, don Bartolo con Marcellina, da tempo bramosi di vendetta contro Figaro, il pettegolo maestro di musica don Basilio e molti equivoci avvincenti e spassosi. Tutto culminerà nel giardino dei conti, al chiaro di luna, la sera stessa delle nozze, sciogliendo tutti i sorprendenti nodi di questa folle giornata.

Insieme alla Stagione Lirica 2023 inizia anche il calendario delle iniziative di Arena Young, rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Fra queste c’è la richiestissima Anteprima scuole, lo spettacolo riservato a studenti e giovani venerdì 20 gennaio alle 16. Dopo la première, prosegue la rassegna Ritorno a teatro, un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona, il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali in cartellone per la Stagione Artistica 2022 al Teatro Filarmonico, con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo: un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, che avrà luogo nella prestigiosa Sala Maffeiana. Per Le Nozze di Figaro è possibile partecipare al Preludio mercoledì 25 alle 18.00 e venerdì 27 gennaio alle 19.00.

Informazioni e prenotazioni: Ufficio Formazione scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933.

 

 

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

 

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

 

Punti vendita TicketOne.it

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

www.arena.it

 

informazioni

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939

ufficio.stampa@arenadiverona.itwww.arena.it

 

 

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Domenica 22 gennaio · ore 15.30 turno A

Mercoledì 25 gennaio · ore 19.00 turno C

Venerdì 27 gennaio · ore 20.00 turno D

Domenica 29 gennaio · ore 15.30 turno B

 

Le Nozze di Figaro

Opera buffa in quattro atti KV 492 di Wolfgang Amadeus Mozart

Libretto di Lorenzo Da Ponte

Editore Baerenreiter Verlag, Kassel

Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

Direttore Francesco Ommassini

Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti

Assistente a regia e scene Filippo Tadolini

Assistente ai costumi Stefano Nicolao

Luci Claudio Schmid

Figaro Giulio Mastrototaro

Susanna Sara Blanch

Il Conte d’Almaviva Alessandro Luongo

La Contessa d’Almaviva Gilda Fiume

Cherubino Chiara Tirotta

Marcellina Rosa Bove

Don Bartolo Salvatore Salvaggio

Don Basilio Didier Pieri

Don Curzio Matteo Macchioni

Barbarina Elisabetta Zizzo

Antonio Nicolò Ceriani

Due contadine Emanuela Schenale, Tiziana Realdini

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Ulisse Trabacchin

Allestimento Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine

 

 

Tempi di spettacolo:

Atto I 45’ circa – intervallo – Atto II 45’ circa – intervallo – Atti III e IV 75’ circa

FRANCESCO OMMASSINI

Direttore d’orchestra

 

Nato a Venezia, Francesco Ommassini compie gli studi musicali di violino e composizione nella sua città diplomandosi con il massimo dei voti e la lode. Dopo essersi perfezionato nelle maggiori accademie internazionali (Hochschule di Vienna, Accademia Chigiana di Siena, Scuola di Musica di Fiesole) intraprende presto una brillante carriera concertistica che lo portato esibirsi nelle più prestigiose sale da concerto e per i maggiori Festival internazionali (Musikverein di Vienna, Lincoln Center di New York, Sydney Opera House, Philarmonie a Berlino, Festival di Salisburgo, Mostly Mozart ecc).

Dal 1996 ricopre il ruolo di primo violino dei secondi presso l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona; l’essere parte di uno dei più̀ importanti teatri lirici al mondo e il contatto e la collaborazione con i maggiori direttori del nostro tempo stimolano il desiderio di affrontare lo studio della direzione d’orchestra; tra questi, l’incontro con Donato Renzetti, con il quale studia diplomandosi presso l’Accademia Musicale Pescarese. Dal suo debutto nel 2012 al teatro di Ferrara con Rigoletto di Verdi la sua carriera lo porta ad esibirsi sia in campo lirico che sinfonico in importanti teatri e festival (Teatro San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Filarmonico di Verona, Lirico di Cagliari, Bellini di Catania, Abbado di Ferrara, Comunale di Treviso, Alighieri di Ravenna, Teatro di Bergamo, Brescia, Como, Pavia, Cremona per OperaLombardia). Dal 2014 al 2019 è Direttore Musicale dell’orchestra Regionale del Veneto Filarmonia Veneta.

Tra i recenti impegni si segnalano: la presenza nel prestigioso cartellone del Settembre dell’Accademia a Verona; la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera Zenobia in Palmira di Paisiello a Napoli nell’ambito delle celebrazioni per i 200 anni dalla morte de compositore (produzione incisa su cd); La Pietra del paragone di Rossini al Teatro Lirico di Cagliari nel fortunato spettacolo di Barberio Corsetti; Il Viaggio a Reims e L’Italiana in Algeri di Rossini, Madama Butterfly di Puccini al Filarmonico di Verona; L’Elisir d’Amore di Donizetti per la Rete Lirica delle Marche; una nuova produzione di La Traviata di Verdi nei teatri di Ferrara, Treviso e Rovigo; una serie di concerti sinfonici al Teatro Olimpico di Vicenza e al Bellini di Catania; un concerto dedicato a Mercadante al Teatro San Carlo di Napoli; la Petite messe solennelle di Rossini alla Basilica di San Zeno a Verona; il concerto conclusivo della rassegna Bellini Renaissance con l’orchestra Sinfonica Siciliana; Don Pasquale di Donizetti al Teatro Lirico di Cagliari; il concerto inaugurale al Luglio Musicale Trapanese, le due nuove produzioni di Così fan tutte di Mozart a Verona e di Don Checco di Nicola De Giosa a Torino per il Regio Opera Festival.

Torna al Teatro Filarmonico per la Stagione Artistica 2022 dirigendo Rigoletto, il quarto appuntamento sinfonico e la nuova produzione de La Gioconda di Ponchielli.

IVAN STEFANUTTI

Regista, scenografo e costumista

 

Dopo una lunga collaborazione con Sylvano Bussotti, agli inizi degli anni novanta del XX secolo, Ivan Stefanutti inizia a firmare le sue regie. La sua attività è molto intensa nell’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio (Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore, Aida, Nabucco di Verdi, Norma di Bellini, La Bohéme, Tosca di Puccini, Cavalleria rusticana diMascagni, Andrea Chénier di Giordano, Lohengrin di Wagner, Adriana Lecouvreur di Cilea, L’Elisir d’amore di Donizetti, Carmen di Bizet) ai titoli meno frequentati (La Damnation de Faust di Berlioz, Manon di Massenet, Evgenij Onegin di Čaikovskij, La Battaglia di Legnano, Un ballo in maschera di Verdi, Les Contes d’Hoffmann di Offenbach, Orfeo ed Euridice di Gluck, L’Amico Fritz, I Rantzau, Lodoletta di Mascagni, La Fanciulla del West di G.Puccini, Le Convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti, I quatro rusteghi di Wolf-Ferrari), all’opera contemporanea (Bach Haus di Dall’Ongaro, Lontano dagli occhi di Ferrero, Il Gatto con gli stivali di Tutino).

Disegna allestimenti per i più diversi palcoscenici: dal gigantesco teatro all’aperto allestito dal Teatro dell’Opera di Roma a Villa Borghese, al piccolo, ma prezioso Teatro dell’Opera di Montecarlo. Alcuni suoi spettacoli tornano periodicamente in scena, come La Bohème, in pochi anni vista in oltre 28 teatri e ancora in programmazione, o Andrea Chénier, andato in scena la prima volta nel 1996 e tuttora in repertorio.

Parallelamente si avvicina al teatro leggero, al musical ed all’operetta. Lo vediamo a Trieste al Festival dell’Operetta con Il Conte di Lussemburgo e La Vedova allegra di Lehár, Rose-Marie di Friml e Stothart, al Teatro Massimo di Palermo con Orfeo all’inferno di Offenbach (presentato in una nuova edizione nel 2003 a Trieste) e al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia con Candide di Bernstein (riallestito al Teatro Carlo Felice di Genova nel 2004). Nel 2000 è la volta di L’uomo è fumator… Stasera Milly, rievocazione affettuosa di vita e musiche della celebre soubrette. Nell’estate 2001 mette in scena l’opera rock Metropolis con Ruocco e Angiolillo, Poli, Voghera (nel 2003 in una nuova versione in due atti, ampliata). Segue la commedia-concerto Verdi al Tettuccio con Enrico Beruschi, Melologo comico su testi di Stefano Benni al Teatro dell’Opera di Roma, nel 2004 Signora in rosso con Gianfranco D’Angelo, nel 2006 il musical In bocca al lupo con il Quartetto G e Lupo Alberto su testi di Silver e AA Fornari. Per il balletto cura l’allestimento di Petrouchka di Stravinsky, e La Creazione del bue blu, con musiche di Milhaud al Teatro Regio di Torino entrambi con la coreografia di Castello e Il Pranzo di Pedini e Pinocchio burattino senza fili di Bennato, con le coreografie di Ronda per il Teatro Sociale e la Fabula Saltica di Rovigo (la tournèe è iniziata nel 2003 e dopo più di 250 recite lo spettacolo è ancora in scena). Nel 2006 va in scena Histoire du soldat di Stravinsky con La Fabula Saltica. Nel 2011 inaugura la stagione del Teatro dell’Opera di Stato di Ungheria a Budapest con un nuovo allestimento di Simon Boccanegra di Verdi.

Per il cinema firma le scene ed i costumi del film Maggio musicale di Gregoretti. Nel Maggio 2004 dirige un attore d’eccezione, Plácido Domingo ne Le Donne di Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago. Nel 2014 e nel 2018 la rivista inglese The Scenographer gli dedica due numeri monografici, sul suo lavoro di regista e scenografo e sulla sua attività di costumista.

Dal libro Il formaggio e i vermi di Ginzburg viene tratta l’opera lirica Menocchio di R.Miani che mette in scena al Mittelfest nel 2016. Nel giugno 2017, al Teatro Olimpico di Vicenza cura la regia del vivaldiano La Gloria e Himeneo con I Solisti Veneti. Debutta negli Stati Uniti con La fanciulla del west a Charlotte, OperaCarolina nella primavera 2017 ed in settembre al New York City Opera. Lo spettacolo è stato ripreso in Italia in altri 6 Teatri nella stagione 2017/18. Nel 2019 una nuova incursione nel Musical con i costumi di Singin’ in the rain. Lo stesso anno segna il suo ritorno negli Stati Uniti con una nuova produzione dell’opera Macbeth di Verdi. Segue una nuova produzione di Tosca di Puccini.

Dopo l’inevitabile pausa che ferma tutto il mondo dello spettacolo, nel 2021 la sua attività riprende firmando regia, scene e costumi per un nuovo Il Barbiere di Siviglia di Rossini per l’AsLiCo, in coproduzione con Shanghai Conservatory of Music e Opera Lombardia; e una nuova edizione de La Traviata per il Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con altri teatri italiani. Contemporaneamente disegna i costumi per il Musical Pretty Woman.

Il 2022 si apre con la produzione di Le Nozze di Figaro di Mozart per Udine, allestimento ripreso per l’inaugurazione della Stagione Lirica 2023 al Teatro Filarmonico di Verona.

CLAUDIO SCHMID

Light designer

 

Laureato in Architettura a Venezia nel 1985 Claudio Schmid si avvicina al teatro di prosa in qualità di tecnico luci per poi firmare le luci di numerose produzioni del Teatro Stabile di prosa del F.V.G.

Dal 1996 al 2015 realizza le luci per molte produzioni del Teatro Lirico G. Verdi di Trieste sia per le Stagioni Liriche che per il Festival Internazionale dell’Operetta.

Collabora con Francesco Bellotto, Hennings Brockhaus, Luciano Cannito, Giulio Ciabatti, Paul Curran, Francesco Esposito, GianLuigi Gelmetti, Ivo Guerra, J.Franconi Lee, Gino Landi, Lorenzo Mariani, Maurizio Nichetti, Leo Nucci, Alessio Pizzech, Manfred Schweigkofler, Ivan Stefanutti, Federico Tiezzi, Stefano Vizioli nei principali teatri  d’opera italiani.

All’estero è invitato alle Choregies d’Orange, all’Opera di Santa Cruz de Tenerife, all’ Opera di Oviedo, all’Opera di Marseille, all’ Orchard Hall, allo Showa Theatre e al Nissay Theatre di Tokyo, al Biwako Hall di Otsu Osaka, al Teatro Olimpia di Atene, all’Hungarian State Opera di Budapest, all’ABAO-OLBE di Bilbao, al Teatro della Maestranza di Siviglia e al Teatro Muzical Nao Leonard in Galati, Romania.

Nel 2023 cura le luci di Le Nozze di Figaro per l’inaugurazione della Stagione Lirica di Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.

Vortici sociali e labirinti di passione

Considerazioni e appunti su Le Nozze di Figaro di Ivan Stefanutti

 

Tutto in una giornata, una strana giornata. Una mattinata che inizia con la misurazione di una stanza. Figaro si illude di aver tutto sotto controllo come se fosse possibile contenere la vita tra quattro mura. In questo caso le misure hanno poca importanza. Sono le porte a determinare tutto.

Le stanze possono diventare prigioni con dentro altre stanze dove nascondere amanti e giocattoli. E purtroppo, qualche volta, l’unico modo per uscire è buttarsi dalla finestra.

Il labirinto è una struttura, solitamente di vaste dimensioni, costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita. E il palazzo si rivela tale con i suoi passaggi e corridoi intricatissimi, architettonicamente e moralmente. A Palazzo Almaviva ci si infila in percorsi che ad un certo punto presentano inaspettate biforcazioni o brusche frenate… e porte sbarrate. Posizionarsi dietro una porta, in una cabina armadio, sotto un tavolo o dietro ad una poltrona, non impedisce di essere scoperti.

Le bugie hanno le gambe corte e, più si elaborano e si ritoccano, più si complicano le vite.

Il susseguirsi rapido, e perlopiù affannoso, di azioni e fatti, impegni e problemi, pensieri e immaginazioni, intrecciano e ingarbugliano i destini tra i protagonisti. E la luce del giorno non ci aiuta ad essere lucidi, anzi a volte abbaglia e non permette di vedere chiaro.

Si continua a passare da una stanza all’altra sempre cercando di portare a termine un proprio piano. Certi piani sono apparentemente redatti solo per interesse o per attrazione fisica.

Alcune persone si rivelano diverse da quello che erano apparse in precedenza. Sia per carattere, intenzioni, o per nascita. La nobiltà del Conte non è certo una garanzia di rettitudine né di buoni propositi. Se pensiamo com’era nel capitolo precedente, quando cercava di conquistare Rosina.

L’opera di Mozart Le Nozze di Figaro riprende l’omonima commedia di Beaumarchais che è la seconda parte di una trilogia dedicata a Figaro. Dobbiamo tenere presente anche la trama della prima parte della trilogia, cioè Il Barbiere di Siviglia. In quella commedia abbiamo conosciuto per la prima volta i personaggi che ritroviamo sviluppati nelle Nozze.

Sono passati solo tre anni dal matrimonio di Rosina con il Conte. E tutti e due hanno cambiato umore. Non è certo la continuazione di un “…e tutti vissero contenti”.

A tutto questo aggiungiamo altri particolari intrecci: come nuove pretese e conti da regolare che inaspettatamente si rivelano essere storie parallele di bimbi scomparsi e poi ritrovati; oppure nemici che diventano genitori.  O ancora, anziane corteggiatrici che rischiano di essere delle nuove Giocaste che civettano con il proprio figlio senza saperlo. Anche le età complicano con i loro impulsi irrefrenabili: troviamo piccoli amorini ambigui in preda a tempeste ormonali. Sentiamo fruscio di gonnelle, ma non sono sempre indossate da ragazze. E naturalmente, come se non bastasse, ci sono parenti impiccioni e alcolisti.

Quando fatti, fenomeni s’incrociano, s’intersecano, interferiscono reciprocamente si forma una traiettoria di molte tattiche che, seguendo movimenti a spirale, convergono in un punto.

Un vortice che si scioglie solo in un altro labirinto, quello verde, classico e notturno, con sussurri tra le fronde. Anche noi dobbiamo seguire attentamente le parole e le azioni. La velocità con cui si susseguono questi movimenti quasi rotatori ci invitano a rincorrerli in giardino. Un vero e proprio precipizio verso trappole e chiarimenti, tra ombrose siepi e raggi lunari. E tutto questo in una sola giornata.

Alla fine la vera domanda che ci si pone è: che fine hanno fatto i sentimenti?

Non ci sono storie di innamorati nobili e sincere. Sono vortici, strategie, rivelazioni, brame, desiderio di rivalsa. Un ritratto crudo dell’aristocrazia e un evidente nuovo punto di vista della società. I cosiddetti “servi” risultano essere gli eroi positivi. Non sono più sottomessi esecutori degli ordini impartiti dal “padrone”, ma attenti risolutori. Sanno decodificare ordini ambigui che nascondono subdole insidie. Non ascoltano né guardano passivamente. È il secolo dei lumi e Mozart ce lo racconta preziosamente in tutte le sue opere mature.

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