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Cult Lab Torino organizza il ciclo di incontri per i vent’anni de Il Giornale dell’Architettura, fondato da Carlo Olmo nel novembre 2002. Sette incontri (con cadenza mensile da gennaio a luglio 2023) che intendono tracciare uno stato dell’arte della cultura architettonica e urbana oggi e ripercorrere le trasformazioni principali intercorse in questo lasso di tempo, nonché delinearne le traiettorie future. A distanza di 20 anni, in un panorama caratterizzato da grande frammentazione e proliferazione d’informazioni la cui qualità è spesso inversamente proporzionale alla quantità, ripercorriamo con molti dei protagonisti della fondazione del Giornale alcune delle principali trasformazioni nell’ambito dell’interpretazione dell’architettura, delle culture del progetto e della città, dei mercati, del design. Il nutrito programma prevede di mettere intorno a un tavolo, attraverso dibattiti informali, coloro che hanno contribuito alla nascita della testata, confrontati a coloro che attualmente ne hanno ricevuto il testimone e a rilevanti protagonisti della scena culturale, accademica e professionale nazionale. Tutti i 7 incontri saranno inoltre trasmessi in streaming (con acquisizione di crediti formativi professionali), grazie a una nuova collaborazione con la piattaforma Smart Ark Academy.
Programma degli incontri: I primi 20 anni de “Il Giornale dell’Architettura” |
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24 gennaio Ancora riviste? L’architettura tra interpretazioni e comunicazione Luca Gibello e la redazione dialogano con Mercedes Daguerre, direttrice della rivista svizzera Archi e Carlo Olmo, fondatore de Il Giornale dell’Architettura
Che ruolo ha oggi una rivista di architettura? Come rapportare i tempi lunghi dell’interpretazione, della lettura critica e del lavoro redazionale con quelli istantanei dell’informazione mordi e fuggi, della comunicazione attraverso i social network? Quali rapporti stabilire con il «popolo della rete»? L’incontro, sotto forma di tavola rotonda, tenterà di rispondere a tali questioni, confrontando differenti approcci intellettuali e generazionali. |
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21 febbraio Autorialità e star system Luigi Bartolomei dialoga con Sergio Pace, Bruno Pedretti e Cino Zucchi
È ancora il tempo delle archistar, o è sempre tempo di archistar? Da un lato le modalità di produzione dell’architettura (dal progetto alla realizzazione) premiano la coralità delle competenze; dall’altro anche le istanze di partecipazione riconoscono le competenze e i diritti delle comunità locali nel collaborare all’evoluzione nella forma dei luoghi. Da queste istanze il campo d’azione del progettista risulta precisato, definito. Tuttavia l’architetto resta all’origine della forma dell’abitare, in una condizione che appare sostanzialmente demiurgica. Ma ancora, che rapporto ha l’autore con l’artefatto che egli produce? Fin dove egli ne esercita autonomamente il controllo? E infine: archistar come risultato dell’immagine dell’architettura o dell’architetto? Una serata per tentare di capire se siamo in un tempo di svolta o solo di una nuova declinazione di un mito antico. |
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