Serena conduce operaclassica eco italiano

Festival di Carnevale del Maggio

 

Domenica 12 febbraio alle ore 20, in Sala Grande, il maestro Zubin Mehta torna sul podio del Maggio per “La traviata”, di Giuseppe Verdi,

con la regia di Davide Livermore.

Aida Garifullina nel ruolo di Violetta; Francesco Meli come Alfredo Germont; Plácido Domingo nel ruolo di Giorgio Germont;

Joseph Dahdah come Gastone e Ana Victória Pitts nei panni di Flora.

 

 

Firenze, 10 febbraio 2023 – Il Festival di Carnevale del Maggio, continua la sua programmazione: domenica 12 gennaio alle ore 20 a breve distanza dalla prima del Doktor Faust (sempre con la regia di Livermore) andata in scena martedì 7 febbraio, in Sala Grande va in scena un’altra importante première: La traviata, opera fra le più celebri ed eseguite al mondo, capolavoro di Giuseppe Verdi, che torna al Maggio a distanza di poco più di un anno dagli spettacoli del settembre 2021. Sul podio, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, il maestro Zubin Mehtaal suo primo appuntamento nel Festival di Carnevale; la regia è di Davide Livermore, ripresa in questa occasione da Stefania Grazioli: si tratta per l’appunto dell’allestimento di grandissimo successo del settembre 2021 che (ri)porta Violetta, Alfredo, Flora, Giorgio Germont e il resto del cast nella Parigi dei tumulti giovanili del 1968.

La compagnia di canto è formata da Aida Garifullina nel ruolo della protagonista, Violetta; Francesco Meli, che torna al Maggio dopo le recite del Don Carlo di dicembre, riprende invece il ruolo di Alfredo; il grande Plácido Domingo, anche lui fra i protagonisti della produzione del settembre 2021, torna nei panni del padre di Alfredo, Giorgio Germont (ruolo che sarà sostenuto da George Petean nella recita del 22 febbraio); Joseph Dahdah, in questi giorni impegnato nelle recite del Doktor Faust, è Gastone, Visconte di Letorières; Ana Victória Pitts è invece Flora, l’amica di Violetta; Caterina Meldolesi interpreta Annina, la cameriera della protagonista mentre il ruolo del Barone di Douphol, il protettore di Violetta, è ripreso da Francesco Samuele Venuti. I ruoli de Il marchese d’Obigny e del Dottor Grenvil sono interpretati da due talenti dell’Accademia, Matteo Mancini e Volodomyr Morozov; chiudono il cast tre Artisti del Coro del Maggio: Davide Ciarrocchi nel ruolo di Giuseppe, un servo di Violetta; Lisandro Guinis nei panni di Un commissionario e Egidio Massimo Naccarato come Un domestico di Flora.

L’ensemble tecnico è il medesimo della produzione del 2021: le scene sono curate da Giò Forma, i costumi da Mariana Fracasso mentre reparto luci e video sono firmati rispettivamente da Antonio Castro (riprese in quest’occasione da Andrea Locorotondo) e D-wok.

Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Altre tre le recite in programma: il 15, il 17 e il 22 febbraio, sempre alle ore 20. I biglietti sono in progressivo, rapido esaurimento.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 22/02/2023 è offerta al pubblico con uno sconto del 50% del prezzo sui biglietti di ogni settore.

Si ringrazia Intesa Sanpaolo per il sostegno

 

La registrazione dello spettacolo del 2021 è sempre disponibile per l’acquisto o il noleggio sulla piattaforma Its Art.

Continuano, prima di ogni recita, le presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio della spettacolo. Venerdì 10 febbraio alle ore 17.30, nel Foyer della Sala Mehta, per il ciclo “Prima le parole, poi la musica”, il musicologo Paolo Gallarati presenta l’opera al pubblico.

Torna dunque sulle scene fiorentine, a distanza di poco più di un anno, uno dei più grandi capolavori verdiani e in generale della musica mondiale: La traviata, che da anni resta in assoluto fra i titoli operistici più rappresentati in assoluto a livello internazionale nelle stagioni liriche dei teatri. L’opera – su libretto di Francesco Maria Piave – fa parte della cosiddetta “Trilogia popolare” del genio di Busseto, insieme ad altri due capolavori come Rigoletto (in scena al Maggio nell’ottobre 2021 proprio con la regia di Davide Livermore, per la direzione di Riccardo Frizza) e Il trovatore (titolo inaugurale dell’appena concluso Festival d’Autunno diretto dal maestro Zubin Mehta per la regia di Cesare Lievi). Basata sul romanzo di Alexandre Dumas (figlio) La Dame aux camélias, debuttò nel marzo del 1853 al Teatro La Fenice senza toccare il successo sperato da Verdi, anche a causa dei temi trattati che nella società della metà del XIX secolo erano ancora considerati scabrosi e scottanti. L’opera, inoltre, subì delle pesanti revisioni, veri e propri stravolgimenti di trama, da parte della censura: quando debuttò a Firenze nel settembre del 1854 fu rivisto addirittura il titolo, trasformato da La traviata in un più morigerato Violetta.

Verdi stesso, parlando in una lettera inviata all’amico Vincenzo Luccardi, ebbe da dire “Han fatto la Traviata pura ed innocente. Tante grazie! Così han guastato tutte le posizioni, tutti i caratteri! Se nella notte splendesse il sole non ci sarebbe più notte. Insomma: non capiscono nulla.”

Era dunque cristallino che in Italia, con La traviata, Verdi avesse affrontato un tema quasi proibito, suscitando uno scandalo vero e proprio e parlando quasi per la prima volta (perlopiù ambientando il suo lavoro in un periodo a lui contemporaneo) della prostituzione, toccando dei veri e propri tasti dolenti per la biogotta società ottocentesca italiana.

Finalmente di ritorno sul ‘suo’ podio il Direttore emerito a vita Zubin Mehta, che de La traviata, e del repertorio verdiano in generale, è uno dei più autorevoli interpreti al mondo: il maestro ha debuttato a Firenze nel 1964 proprio con quest’opera, affrontandola nuovamente nel 2000, nel 2001 in tour a Tokyo con il Maggio e nel 2015. Innumerevoli le altre volte nel in cui Mehta ha diretto l’opera nel corso della sua prestigiosa carriera, collezionando un totale di oltre di 70 recite complessive: tra queste la celebre messa in scena in diretta televisiva del giugno 2000, diffusa in 125 Paesi con la regia di Giuseppe Patroni Griffi nei luoghi, le ore, gli spostamenti in cui si svolge la trama.

Al Maggio, sin dal 1929, il capolavoro di Giuseppe Verdi è stato messo in cartellone 32 volte per più di 180 rappresentazioni, di cui l’ultima, naturalmente, a settembre 2021, accolta con grande entusiasmo sia dal pubblico che da la critica, che a più riprese ha definito la direzione dell’opera da parte di Zubin Mehta come forse la più bella e intensa fra quelle dirette in carriera (e sulle scene fiorentine) dal maestro.

La regia, ripresa da Stefania Grazioli, è di Davide Livermore, accolta con altrettanto calore da pubblico e stampa, che ne ha lodato la cura nei dettagli e l’intrigante lettura dell’opera. Parlando di quelli che sono i tratti più caratteristici della narrazione verdiana e sul perché sia stata scelta la Parigi del 1968 per ambientarla, Livermore ha sottolineato quanto lo spirito rivoluzionario dell’amore sia il fulcro dell’opera e della redenzione che Violetta affronta nello sviluppo della trama: “Non per provocare – dice Livermore – ma per raccontare più da vicino questa storia, per sviluppare la ricchezza e la modernità del capolavoro verdiano e anche lo scandalo che creò nella società di allora, nel 1853. Ciò nel rispetto totale, parola per parola, nota per nota, del libretto e della partitura. Anche l’amore tra Violetta e Alfredo è altrettanto forte e rivoluzionario” continua il regista “è quello di una giovane e bellissima prostituta, Violetta, che grazie a esso intraprende un vero e proprio percorso di redenzione personale”.

Parlando di quello che riguarda la messa in scena dello spettacolo, Livermore ha inoltre evidenziato come sia importante tenere a mente il concetto, l’assioma anzi, che un’opera e l’arte in generale sono proprio questo; arte, e non documentari storici: “Io ho cercato, per quanto riguarda la recitazione, di dare un taglio molto cinematografico allo spettacolo: abbiamo voluto rispettare ogni nodo narrativo dell’opera; il corridoio dell’albergo che vediamo nel primo atto è una sorta di ‘limbo’, dove vediamo passare delle anime che in parte hanno contribuito alla vita o alla morte della stessa Violetta. Altrettanto importante è, visivamente, notare come la’aspetto di questo albergo decada man mano che la narrazione dello spettacolo prosegue; come se il lento logorarsi della scenografia si muovesse di pari passo con la malattia di Violetta, che la porterà poi alla morte, circondatata infine da un ambiente che da un antico splendore si è dunque trasformato in un luogo degradato e quasi avverso”.

Nel ruolo di Violetta, la protagonista dell’opera, Aida Garifullina, al suo debutto sulle scene del Maggio in un ruolo affrontato già più volte nel corso della carriera dal soprano; al suo fianco Francesco Meli che torna a vestire i panni di Alfredo, dopo il grande successo ottenuto nelle recite del settembre 2021: “Alfredo, in questa particolare produzione, è un giovane della Parigi sessantottina, che vuol vivere la sua vita in modo spericolato ma, davanti, si ritrova una figura come Violetta che è altrettanto ‘spericolata e libera’: entrambi sono in parte vittime dei loro anni e dell’ipocrisia che permeava quel particolare spicchio storico, evidenziata dal profondo contrasto che si trova fra i movimenti giovanili e la adulta e vecchia classe. Sono, in modo assolutamente simile al concetto che c’è alla base di Traviata, segnati entrambi da un destino che è già scritto.” Per Francesco Meli è il terzo titolo verdiano in pochio mesi al Maggio, dopo i successi ottenuti con Ernani Don Carlo, opera che ha concluso Festival d’Autunno; e ancora a marzo è protagonista nel ruolo di Don Josè in Carmen, sempre diretta dal maestro Mehta, ultima tappa operistica del Festival di Carnevale.

Nel ruolo del padre di Alfredo, Giorgio Germont, una delle leggende della scena internazionale: Plácido Domingo, che come Francesco Meli torna anche lui a riprendere il medesimo ruolo del settembre 2021. Domingo, fra i più importanti ed amati interpreti dell’ultimo mezzo secolo ed oltre, torna al Maggio dopo le applauditissime recite de I due Foscari, andate in scena nel corso dell’84º Festival del Maggio Musicale.

Nella recita del 22 febbraio il ruolo di Germont padre è invece sostenuto da George Petean, di ritorno sulle scene del Maggio dopo Siberia di Umberto Giordano, andata in scena nel luglio 2021 con la direzione di Gianandrea Noseda per la regia di Roberto Andò.

Joseph Dahdah, da poco formatosi all’Accademia del Maggio e ormai ‘di casa’ nelle produzioni del Teatro, interpreta Gastone, Visconte di Letorières, mentre è sempre impegnato, in questi giorni, nel doppio ruolo del Der Herzog von Parma/Soldat nel Doktor Faust di Ferruccio Busoni.

Un altro ex talento dell’Accademia, Ana Victória Pitts, interpreta Flora, l’amica di Violetta, personaggio da lei interpretato a più riprese in carriera e anche qui al Maggio, tra cui l’edizione del settembre 2018 con la direzione di Fabio Luisi per la regia di Francesco Micheli. Altri due ex artisti dell’Accademia, e veri ‘esperti’ dell’opera avendola affrontata a più riprese in carriera, interpretano rispettivamente Annina, la cameriera di Violetta e il Barone di Duphol, il suo protettore: Caterina Meldolesi e Francesco Samuele Venuti.

Sempre dell’Accademia sono Matteo Mancini e Volodomyr Morozov, che vestono i panni di de Il marchese d’Obigny e del Dottor Grenvil; chiudono il cast tre Artisti del Coro del Maggio: Davide Ciarrocchi nel ruolo di Giuseppe, un servo di Violetta; Lisandro Guinis nei panni di Un commissionario e Egidio Massimo Naccarato come Un domestico di Flora.

 

La locandina:

LA TRAVIATA

Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave

Musica di Giuseppe Verdi

Edizione: Edwin F. Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida

Allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta

Regia Davide Livermore

Ripresa da Stefania Grazioli

Scene Giò Forma

Costumi Mariana Fracasso

Luci Antonio Castro

Riprese da Andrea Locorotondo

Video D-wok

Violetta Valéry  Aida Garifullina

Alfredo Germont  Francesco Meli

Giorgio Germont, suo padre  Plácido Domingo / George Petean (22)

Flora Bervoix  Ana Victória Pitts

Annina  Caterina Meldolesi

Gastone, Visconte di Létorières  Joseph Dahdah

Barone Douphol  Francesco Samuele Venuti

Marchese d’Obigny  Matteo Mancini

Dottor Grenvil  Volodymyr Morozov

Giuseppe  Davide Ciarrocchi

Un domestico   Egidio Massimo Naccarato

Commissionario  Lisandro Guinis

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Figuranti speciali Desiré Lilliane Banco, Elena Barsotti, Ilaria Brandaglia, Hanna Carolina Braus, Enrica Gualtieri, Françoise Magne Fokou, Maya Quattrini, Livia Risso, Jane Tayar, Ayumi Uemura, Andrea Bassi, Fabrizio Casagrande, Leonardo Cirri, Giuliano Del Taglia, Emanuele Marchetti, Leonardo Paoli, Federico Vazzola

Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze

 

Prezzi:

Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 50€

Palchi B: 80€ – Palchi A: 150€

Platea 4: 80€ – Platea 3: 110€ – Platea 2: 150€ – Platea 1: 200€

interpreti 

 

Firenze, Settembre 2014. Il Maestro Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze.
Florence, September 2014. The Maestro Zubin Mehta conducts the Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Florence Opera Theatre.

foto di scena 2021

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