Serena conduce operaclassica eco italiano

Festival di Carnevale del Maggio Musicale Fiorentino

 

Lunedì 27 febbraio 2023 alle ore 20 al Teatro Goldoni di Firenze, il maestro Giovanni Antonini alla guida della Theresia Orchestra

L’Orchestra è formata esclusivamente da giovani sotto ai 28 anni e che specializzata nel repertorio classico su strumenti d’epoca

In cartellone un programma interamente rivolto alle composizioni di Ludwig van Beethoven; il violino solista è Dmitri Smirnov.

 

 

Firenze, 24 febbraio 2023 – Continua la ricca programmazione sinfonica nell’ambito del Festival di Carnevale del Maggiolunedì 27 febbraio alle ore 20 il maestro Giovanni Antonini, alla testa della Theresia Orchestra, entrambi al loro debutto al Maggio, sul podio del Teatro Goldoni per un concerto sinfonico interamente dedicato alle composizioni del grande Ludwig van Beethoven. Apre il concerto Egmont, ouverture in fa minore, op. 84, scritta dal genio di Bonn come parte delle musiche di scena per una ripresa dell’Egmont di Goethe all’Hofburgtheater di Vienna; segue il Concerto in re maggiore op. 61 per violino e orchestra, composta nell’autunno del 1806 e tenuta a battesimo dal celebre violinista Franz Clement al Theater an der Wien il 23 dicembre di quello stesso anno: al fianco del maestro Antonini, nel corso dell’esecuzione del Concerto in re maggiore,il violinista  Dmitri Smirnov.

Chiude la serata la celebre Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93, che debuttò nel 1814 al Burgtheater dopo che venne presentata ‘in anteprima’ all’Arciduca Rodolfo nella sua residenza privata.

Il concerto di lunedì, che segue l’esibizione del 26 febbraio al Teatro Zandonai di Rovereto, segna per la Theresia Orchestra una delle due serate conclusive delle celebrazioni per il suo decimo anniversario: “Theresia Orchestra celebra il decimo anniversario dalla sua nascita”, ha affermato Mario Martinoli, direttore artistico di Theresia Orchestra e Founder e Co-Chair di ICONS, sponsor dell’Orchestra. “Da allora, molti giovani musicisti hanno avuto l’opportunità di approfondire le loro conoscenze professionali e artistiche con artisti di fama internazionale e di esibirsi su prestigiosi palcoscenici in diversi Paesi europei. Per l’occasione è stato scelto un programma interamente costruito su tre capolavori di Beethoven, un traguardo della capacità esecutiva dell’orchestra”.

Theresia Orchestra è una delle principali orchestre giovanili internazionali specializzata nel repertorio classico su strumenti d’epoca. Formata da giovani musicisti di età inferiore a 28 anni provenienti da oltre 40 Paesi diversi e membri delle principali istituzioni accademiche di formazione musicale in Europa. Si riunisce più volte all’anno sotto la guida di artisti di fama internazionale, esibendosi in prestigiosi teatri e festival in tutta Europa.  L’orchestra offre ai suoi partecipanti specifici programmi di formazione per l’acquisizione di nuove competenze professionali e promuove attivamente la diffusione della musica classica presso le nuove generazioni favorendo l’integrazione e il dialogo interculturale. Nel 2022 Theresia ha avviato un progetto di collaborazione a lungo termine con la casa discografica tedesca CPO per la realizzazione e la pubblicazione di una serie CD con musiche di Mattheson, Kraus, Eichner, Cimarosa, Traetta, Witt e altri autori. Nello stesso anno, Theresia è entrata a far parte del gruppo delle principali orchestre giovanili europee cofinanziate dalla Commissione Europea, insieme alla EUYO (European Union Youth Orchestra) ed ad altri progetti di formazione orchestrale giovanile.

Alla guida dell’Orchestra il maestro Giovanni Antonini: si perfeziona presso il Centre de Musique Ancienne di Ginevra. È tra i fondatori dell’ensemble “Il Giardino Armonico” che dirige dal 1989 e con il quale ha tenuto concerti in tutto il mondo. Ha collaborato con artisti di fama internazionale quali Cecilia Bartoli, Giuliano Carmignola, Isabelle Faust, Sol Ga- betta e Giovanni Sollima. È direttore ospite principale della Kammerorchester Basel e della Mozarteum Orchester di Salisburgo e viene regolarmente invitato come direttore ospite presso prestigiose orchestre quali: Berliner Philharmoniker, Concertgebouworkest di Amsterdam, London Symphony, Chicago Symphony e la Tonhalle Orchester di Zurigo. Ha diretto numerose produzioni operistiche al Teatro alla Scala di Milano, al Theater an der Wien, al Festival di Salisburgo e al Teatro dell’Opera di Zurigo. Ha inciso per le etichette discografiche come Teldec, Decca, Sony BMG, Naïve, Harmonia Mundi e Alpha Classics. Giovanni Antonini è inoltre Direttore artistico del Festival Wratislavia Cantans di Breslavia.

Al suo fianco, nel corso del Concerto in re maggiore op. 61 per violino e orchestra, Dmitri Smirnov: ha studiato alla Scuola Musicale Speciale del Conservatorio di San Pietroburgo e successivamente al Conservatorio di Losanna con Pavel Vernikov e all’Accademia Musicale di Basilea con Rainer Schmidt. Vincitore di premi e riconoscimenti internazionali quali la “ARD International Music Competition” e la “Menuhin International Competition for Young Violinists”, nonostante la giovane età si è esibito nelle più importanti sale da concerto del mondo, come la Carnegie Hall di New York, la Wigmore Hall di Londra, la Nikkei Hall di Toyko e la Konzerthaus di Berlino. Ha interpretato come solista i concerti di Haydn, Mozart, Mendelssohn, Schumann, Nielsen, Bartók, Prokof ’ev, Stravinskij, Šostakovič, Bernstein e Lloyd Webber al fianco di celebri orchestre fra cui la Mariinsky Theatre Orchestra di San Pietroburgo e la Chamber Orchestra di Mosca.

 

La scheda:

Ludwig van Beethoven

Egmont, ouverture in fa minore op. 84 

Nel 1809 Beethoven fu chiamato a scrivere le musiche di scena per una ripresa dell’Egmont di Goethe all’Hofburgtheater di Vienna. Protagonista del dramma goethiano era il conte di Egmont, il valoroso condottiero fiammingo che lottò fino alla morte per combattere la repressione spagnola nelle Fiandre nel XVI secolo. Il progetto entusiasmò subito Beethoven che lavorò alle musiche di scena dal 1809 al 1810 realizzando un’ouverture e nove numeri che seguono i punti salienti della vicenda. Del resto le opere di Goethe erano in perfetta consonanza con i suoi ideali e soprattutto quel soggetto, che poneva in primo piano temi a lui molto cari come la lotta dell’eroe contro la tirannia e l’esaltazione della libertà. L’ouverture articolata in due sezioni contrastati, una in tempo lento e una in tempo mosso, rispetta i principi della forma sonata. L’introduzione si apre con un accordo a piena orchestra da cui emerge una frase lirica e implorante affidata ai fiati mentre l’Allegro è un concentrato di energia propulsiva in cui gli archi sono protagonisti con continui crescendo. Concluso il confronto serrato tra i temi, l’ouverture si chiude con una fanfara gioiosa che sigla il trionfo degli ideali di libertà per cui l’eroe ha combattuto con coraggio fino alla fine.

Concerto in re maggiore op. 61 per violino e orchestra

Nel corso della sua carriera Beethoven si dedicò assai di rado alle composizioni per violino e orchestra; così, a parte le due Romanze op. 40 e op. 50, il Concerto in re maggiore op. 61 rappresenta non solo la sua opera somma nel genere ma anche l’unico concerto scritto per questo strumento. L’occasione fu fornita dalla conoscenza del violinista Franz Clement, noto virtuoso del tempo, direttore del Theater an der Wien, nonché dedicatario e primo interprete dell’opera. La partitura, iniziata nell’autunno del 1806, fu pronta in poche settimane e il 23 dicembre di quello stesso anno fu tenuta a battesimo da Clement al Theater an der Wien, suscitando pareri discordanti. L’iniziale diffidenza nei confronti di quest’opera – che nei decenni seguenti troverà la sua meritata affermazione – fu dettata dalla sua natura poco virtuosistica. A differenza di altri concerti per violino e orchestra, dove il solista fa bella mostra delle proprie capacità con virtuosismi di ogni sorta sulle quattro corde, il Concerto op. 61 di Beethoven è invece improntato a una scrittura elegante e cantabile che poco concede al virtuosismo puro. Anche il rapporto dialettico tra solista e orchestra risente di questa scelta poiché risulta privo di forti contrapposizioni timbriche e dinamiche e non si risolve, come ci si aspetterebbe, con il prevalere esclusivo del solista sull’orchestra ma con un dialogo complice tra le parti.

Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93

La composizione della Sinfonia n. 8 impegnò Beethoven nei mesi estivi del 1812, un tempo relativamente breve per lui, anche se i numerosi schizzi e abbozzi dell’opera restituiscono la misura del lavoro minuzioso operato dal compositore per eliminare ogni orpello superfluo dalla sua nuova creazione. Dopo una prima esecuzione privata nella residenza dell’arciduca Rodolfo, la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 debuttò nel 1814 al Burgtheater di Vienna senza suscitare, tuttavia, il consueto entusiasmo di critica e pubblico. Rispetto alle sorelle maggiori quella ‘piccola sinfonia’, come la definiva lo stesso autore, aveva infatti caratteristiche inusuali: dimensioni ridotte, leggerezza di spirito e un apparente ritorno a sonorità e forme settecentesche che lasciarono dubbiosi gli ascoltatori. Dei quattro movimenti i più curiosi sono indubbiamente quelli centrali. Tra l’Allegro di apertura e il gioviale Rondò finale Beethoven incastona due movimenti a sorpresa: un Allegretto al posto dell’Adagio, una sorta divertimento che sottolinea maggiormente il carattere gioioso dell’opera, e un Minuetto in sostituzione dello Scherzo, dove la sinfonia indossa abiti volutamente retrò muovendosi pomposamente a passo dell’antica danza.

La locandina:

LUDWIG VAN BEETHOVEN

Egmont, ouverture in fa minore op. 84

Concerto in re maggiore op. 61

per violino e orchestra

Allegro ma non troppo / Larghetto / Rondò. Allegro

Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93

Allegro vivace e con brio / Allegretto scherzando / Tempo di Menuetto / Allegro vivace

Direttore

Giovanni Antonini

Violino

Dmitry Smirnov

Theresia Orchestra

 

 

Prezzi:

Visibilità limitata  15€; Settore II  20€; Settore I  40€

Durata complessiva: 2 ore circa con intervallo

 

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