Il concetto di resilienza, intesa come capacità di rialzarsi coraggiosamente dopo una caduta per rimettersi in gioco, prende vita proprio tra i sentieri del Giardino storico che tra delizie e acquedotti, accoglie turisti provenienti da tutto il mondo.
Due sono le declinazioni di resilienza che riguardano da vicino il presente della Kolymbethra: la prima fa riferimento alla natura e si manifesta nella potenza degli alberi secolari, strappati dall’abbandono e oggi nuovamente liberi, rigogliosi e fecondi. C’è poi il secondo aspetto della resilienza del Giardino che riguarda la “rinascita” di alcuni volontari attraverso il valore del lavoro e dell’impegno.
Dal 2014 infatti grazie alla collaborazione con l’UEPE di Agrigento, per gli imputati in regime di messa alla prova, è possibile svolgere negli spazi verdi della Kolymbethra lavori di pubblica utilità. Tra aranceti, limoneti e ulivi secolari, prendono vita storie di rinascita.
Federica Salvo responsabile del Giardino della Kolymbethra si sofferma sull’aspetto inclusivo e accogliente del giardino:
“Questo luogo promuove e accoglie attività rivolte al miglioramento del singolo individuo ma anche della collettività. Basti pensare che per gli imputati di reati di minor allarme sociale, è consentito, attraverso la misura della c.d. messa alla prova, di poter sospendere il processo e di poter estinguere il reato per cui si procede. Oltre ai benefici di natura strettamente legale, per i volontari vi sono altri vantaggi importanti: fra tutti la possibilità di vivere a stretto contatto con una realtà virtuosa, in una cornice sana in cui poter trovare un legame importante con la natura e creare possibili relazioni sociali».
“A poche settimane dalla nomina di Agrigento Capitale della Cultura 2025, sono ancora più soddisfatta che sia proprio la Kolymbethra l’epilogo della terza stagione” – commenta Deborah Annolino, ideatrice del progetto. E aggiunge: “Questo bene naturalistico, tutelato per le sue bellezze uniche e la sua storia, dal Fondo per l’Ambiente Italiano, rientra nel ventaglio delle storie di resilienza, in quanto offre la visione di un futuro migliore, all’insegna della sostenibilità. Così come il format AD Maiora intende dare un contributo attivo nel panorama dell’informazione offrendo storie dal taglio costruttivo, allo stesso modo il giardino dell’antica Akragas e attuale Agrigento, intende promuovere il miglioramento della collettività e possiamo dire che ci riesce concretamente”.