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Comunicato Stampa

Arcadi Volodos chiude il Festival Pianistico

Domani, mercoledì 3 maggio

 

Arcadi Volodos è il protagonista dell’ultimo appuntamento del Festival Pianistico, domani, mercoledì 3 maggio alle ore 20.

Già apprezzato per la sua esibizione nella prima edizione del festival, tornerà infatti ad esibirsi al Teatro di San Carlo in un programma che prevede l’esecuzione di 12 dei 28 componimenti inclusi in Musica Callada del compositore e pianista spagnolo Federico Mompou; a seguire Poemi, Preludi e Sonate di Aleksandr Skrjabin e la Ballata n.2 in si minore, S.171 di Franz Liszt.

 

Classe 1972, Arcadi Volodos comincia i suoi studi musicali con lezioni di Canto e di Direzione Orchestrale, dal 1987 studierà poi Pianoforte al Conservatorio di San Pietroburgo, perfezionandosi in seguito a Mosca, Parigi e Madrid. Sin dal debutto a New York nel 1996, Volodos ha lavorato con le maggiori orchestre tra cui Berliner Philharmoniker, Israel Philharmonic, Philharmonia Orchestra di Londra, New York Philharmonic, Münchner Philharmoniker, Royal Concertgebouw, Staatskapelle Dresden, Orchestre de Paris, Leipzig Gewandhausorchester, Tonhalle-Orchester Zürich, Boston e Chicago Symphony. Numerose le collaborazioni con i più importanti direttori tra cui Myung-Whun Chung, Lorin Maazel, Valery Gergiev, James Levine, Zubin Mehta, Seiji Ozawa, Jukka-Pekka Saraste, Paavo Järvi, Christoph Eschenbach, Semyon Bychkov e Riccardo Chailly. I recital per pianoforte sono sempre stati al centro della vita artistica di Volodos, il suo repertorio include i grandi classici della tradizione pianistica tra cui Schubert, Schumann, Brahms, Beethoven, Liszt, Rachmaninov, Skrjabin, Prokofʼev e Ravel, assieme a opere meno note di Mompou, Lecuona e de Falla. Nella sua carriera è stato insignito del Gramophone Award (1999) e dell’Edison Classical Award (2020).

 

Il programma si apre con l’esecuzione di 12 pezzi tratti da Musica Callada, una delle più importanti opere di Federico Mompou, che conta 28 componimenti per pianoforte raccolti in 4 libri.  A seguire la Ballata n.2 in Si minore, S.171 di Franz Liszt, composta nel 1853 a Weimar.  Conclude il concerto, una serie di componimenti del pianista e compositore russo Aleksandr Skrjabin.

 

 

Guida all’ascolto

A cura di Pier Paolo Di Martino

 

Federico Mompou      

Música callada            

Fu da un verso del Cántico espiritual (1583) di Giovanni della Croce, poeta e mistico spagnolo del siglo de oro, che Federico Mompou derivò il titolo Música callada (Musica silenziosa) per suoi quattro quaderni di pezzi pianistici, pubblicati fra il 1951 e il 1967. Evocato da Vázquez Montalbán nel suo romanzo-capolavoro Il pianista, Mompou visse per lungo tempo nellʼanimatissima Parigi del primo dopoguerra, per poi tonare a vivere – dopo lʼinvasione tedesca – nella Spagna franchista, ma in una condizione abbastanza appartata. Le sembianze spoglie, essenziali con cui si presentano i ventotto brani di Música callada rivelano un musicista finissimo, impregnato di cultura simbolista, grande ammiratore di Chopin, dellʼultimo Fauré e di Debussy, le cui ombre lontane si avvertono di tanto in tanto: pensati per esecuzioni private, questi pezzi intendono esprimere lʼidea quasi paradossale di una musica che deve farsi «voce stessa del silenzio». Come lo stesso Mompou spiegò: «Questa musica non conosce né vento né luce. È un leggero

battito del cuore. Essa è silenzio perché il suo ascolto è interiore. La sua emozione è segreta e non prende forma sonora che nelle risonanze sotto la grande volta fredda della nostra solitudine».

Franz Liszt

Ballata n. 2 in si minore, S. 171

La Seconda Ballata op. 16, scritta tra il 1852 e il 1853, appartiene a un gruppo di opere pianistiche (la Ballata n. 1, la Dante Sonata e la quasi contemporanea Sonata nella stessa tonalità), che gravitano intorno al nodo di una possibile rigenerazione delle forme sonatistiche beethoveniane. Liszt si rifà evidentemente alle Ballate di Chopin

– primi esempi di un nuovo genere strumentale che sarebbe stato coltivato poi anche da Thalberg, Brahms, Franck e Fauré – e alla loro forma “poetico-narrativa”, per giungere a un personalissimo ripensamento delle strutture classiche. Pur essendo priva di titolo e di riferimenti chiaramente esplicitati dallʼautore, la Ballata, secondo una tradizione esegetica lungamente accreditata, sarebbe ispirata al mito del tragico amore fra Ero, sacerdotessa di Afrodite, e Leandro. In un impianto nel quale si intravedono lʼesposizione, lo sviluppo e la ripresa della forma-sonata classica, ma con unʼarticolazione interna molto complessa, si innestano i quattro temi corrispondenti ai personaggi del mito – quello iniziale di Leandro col mare in tempesta; quelli di Ero e di Afrodite, cui fa seguito lʼira di Poseidone che farà annegare Leandro, reo di avere sfidato le sue onde.

Aleksandr Skrjabin

Étude in fa diesis minore, op. 8 n. 2

Étude in si bemolle minore, op. 8 n. 11

Prélude in mi bemolle minore, op. 11 n. 14

Prélude in si maggiore, op. 16 n.

 Prélude in mi bemolle minore, op. 16 n. 4

 Prélude in si maggiore, op. 22 n. 3

Prélude in si bemolle minore, op. 37 n. 1

Deux Poèmes, op. 63

Poème, op. 71 n. 2

Danse, op. 73 n. 2

Sonata n. 10, op. 70

Vers la flamme, op. 72

«Del mio modo di suonare non volle dir nulla, forse per gentilezza. Disse invece che dovevo diventare una persona colta. Cʼerano, disse, molti pianisti, ma pochi di loro erano persone colte». Così ricordava il proprio incontro con Skrjabin (avvenuto nel 1914), Vladimir Horowitz, colpito dal consiglio che si sentì rivolgere. In effetti gli stimoli culturali, letterari (Merežkovskij, Maeterlinck e i simbolisti francesi), filosofici (Fichte, Schopenhauer, Nietzsche, le dottrine teosofiche) ed estetici (la wagneriana Gesamtkunstwerk), ebbero un peso decisivo nella definizione della poetica irrazionalistica di Skrjabin, protesa verso un nuovo ordine spirituale, impregnato di misticismo. I tredici pezzi in programma riassumono gran parte del percorso di Skrjabin, partendo da una scelta degli Studi op. 8 (1894) e dei Preludi op. 11, 16, 22 (1895-1897) e op. 37 (1903), nei quali appare assimilata e rielaborata in termini decadenti la lezione di Chopin, passando poi alle textures pianistiche fatte non più di compiuti disegni melodici ma di aloni armonici, figurazioni aforistiche, grumi e macchie accordali: quelle che ritroviamo appunto nelle ultime composizioni a partire dalle “immagini fuggitive” dei due Poèmes op. 63 e op. 71 del 1913, e della Danse op. 73 n. 2 del 1914. Nella Sonata n. 10 op. 70 del 1913, lʼultima scritta da Skrjabin, che la definì «gioiosa, luminosa, silvestre, una sonata di insetti», lʼimpianto classico è come condensato (ma non dissolto) in un unico movimento, mentre lʼordine tonale è superato in nome della tecnica del “centro sonoro”, con un accordo per quarte che funge da principio generatore. Una concezione che sostanzia anche i tratti visionari e palingenetici di Vers la flamme, del 1914, ultima pagina pianistica di dimensioni rilevanti compiuta da Skrjabin, lungo crescendo che evoca profeticamente la fine della terra in una spaventosa fiamma distruttiva.

 

Teatro di San Carlo
mercoledì 3 maggio 2023, ore 20:00

 

ARCADI VOLODOS

Pianoforte | Arcadi Volodos

Programma      

Federico Mompou

Música callada

  1. Primer cuaderno – I. Angelico
  2. Primer cuaderno – II. Lent
  3. Cuarto cuaderno – XXVII. Lento molto
  4. Cuarto cuaderno – XXIV. Moderato
  5. Cuarto cuaderno – XXV. (untitled)
  6. Segundo cuaderno – XI. Allegretto
  7. Segundo cuaderno – XV. Lento-plaintif
  8. Cuarto cuaderno – XXII. Molto lento e tranquilo
  9. Segundo cuaderno – XVI. Calme
  10. Primer cuaderno – VI. Lento
  11. Tercer cuaderno – XXI. Lento
  12. Cuarto cuaderno -XXVIII. Lento

 

Franz Liszt, Ballata n. 2 in Si minore, S. 171

 

Alexander Scriabin

Еtude No. 2 in F-sharp minor, op. 8

Еtude No. 11 in B-flat minor, op. 8

Prelude No. 14 in E-flat minor, op. 11

Prelude No. 1 in B major, op. 16

Prelude No. 4 in E-flat minor, op. 16

Prelude No. 3 in B major, op. 22

Prelude No. 1 in B-flat minor, op. 37

Poème No. 1- Masque, op. 63

Poème No. 2 – Étrangeté, op. 63

Poème No. 2 op. 71

Danse No. 2 – Flammes Sombres, op. 73

Sonata No. 10, op. 70

Vers la flamme, op. 72

 

 

 

 

 

 

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Responsabile della comunicazione creativa e strategica e relazioni con la Stampa

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photo: Marco Borggreve

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