LXXXV Festival del Maggio Musicale Fiorentino
Ultimo appuntamento in programma nell’ambito dell’85° Festival del Maggio: giovedì 13 luglio 2023 alle ore 20, in Sala Mehta, il maestro Andrea Battistoni, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio: in cartellone i “Carmina Burana” di Carl Orff.
Sul palco le voci soliste di Mariia Kokareva, Jayoung Lee e Francesco Samuele Venuti.
Posto unico 20€
Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3
La prova generale del concerto del 12 luglio alle ore 20 sarà eccezionalmente aperta al pubblico, con biglietti a 5€, posto unico
Firenze, 10 luglio 2023 – Dopo quasi tre mesi di serrata programmazione, l’85esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino giunge al suo ultimo appuntamento in programma: giovedì 13 luglio alle ore 20 in Sala Mehta, una fra le più celebri composizioni del XX secolo, i Carmina Burana di Carl Orff. Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio, il maestro Andrea Battistoni, dalla solida e importante carriera internazionale che torna al Maggio dopo le recite di Madama Butterfly del luglio 2015. Voci della serata due talenti dell’Accademia del Maggio, il soprano Mariia Kokareva e il baritono Francesco Samuele Venuti, ai quali si aggiunge il controtenore Jayoung Lee allievo del Conservatorio Cherubini di Firenze.
Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini, il maestro del Coro di Voci Bianche è Sara Matteucci. Posto unico 20€; il Concerto verrà poi trasmesso in differita da Rai Radio3.
Il concerto del 13 luglio risulta esaurito in ogni posto e data l’elevata richiesta da parte del pubblico, il Maggio ha dunque deciso di aprire la prova di mercoledì 12 luglio, alle ore 20, proponendola al prezzo di 5€, posto unico.
Fra le più note composizioni del ‘900, i Carmina Burana, scritti da Carl Orff tra il 1935 e l’anno successivo, sono una cantata scenica ispirata da 24 poemi tra quelli trovati nella raccolta medievale omonima del XII secolo. L’opera è strutturata in un prologo, cinque parti e un finale: il Prologo, Fortuna imperatrix mundi («Fortuna, imperatrice del mondo»), nel quale è presente la celeberrima O Fortuna; la prima parte, Primo vere («In primavera»), in cui si celebra l’aspetto lieto della primavera, la seconda parte: Uf dem Anger («Nel prato»), nel quale compaiono brani in antico alto tedesco; la terza parte: In taberna («All’osteria»), comprendente brani ispirati dalla vita sregolata dei clerici vagantes, il gioco d’azzardo, il buon bere e il ben mangiare; la quarta parte, Cour d’amours («La corte d’amore»), che contiene brani che inneggiano all’amore; la quinta parte, Blanziflor et Helena («Biancofiore ed Elena»), che segna la conclusione della parte precedente e il finale, Fortuna imperatrix mundi, che ripete il brano iniziale.
Si chiude quindi l’85°Festival del Maggio Musicale Fiorentino, dopo quasi tre mesi di programmazione che, nonostante il delicato momento per il Teatro, ha visto in cartellone tre importanti rappresentazioni liriche e undici concerti sinfonici, a cui si aggiungono i due concerti fuori cartellone (“L’ultimo libro della giungla” con l’Orchestra dei Ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole, il 6 e la Filarmonica Rossini il 7) tenuti nei primi giorni di luglio e la partecipazione dei professori d’Orchestra al concerto dei The Who dello scorso 17 giugno al Firenze Rocks. Una programmazione accolta con grande calore sia dal pubblico che dalla critica, a partire dal concerto inaugurale del 22 aprile diretto dal maestro Daniele Gatti, alla speciale anteprima del Don Giovanni (opera inaugurale del Festival) riservata al pubblico sotto i 30 anni del 26 aprile, che ha visto la Sala Grande gremita da un giovane pubblico entusiasta nell’assistere al capolavoro mozartiano diretto dal direttore emerito a vita Zubin Mehta. Grande successo anche per gli altri due titoli lirici che hanno caratterizzato le settimane del Festival: dall’Otello con la regia di Valerio Binasco, sempre diretto dal maestro Mehta, al Falstaff, diretto da Daniele Gatti con la regia di Sven-Eric Bechtolf. Infine, l’importante ciclo sinfonico dei tre concerti con le sei sinfonie di Čajkovskij, diretti dal maestro Gatti.
Il concerto:
Il nome di Carl Orff, compositore tedesco classe 1895, è legato indissolubilmente alla sua opera più celebre ed eseguita: i Carmina Burana, cantata scenica per soli, coro e orchestra. Composti tra il 1935 e il 1936, i Carmina Burana si basano su una serie di testi medievali di argomento profano tratti dall’omonima raccolta di canti goliardici (in latino, antico tedesco e provenzale) del XIII secolo conservata nell’Abbazia di Benediktbeuren. Orff, appassionato di cultura classica, era attratto dalle sonorità della lingua latina e con l’aiuto del latinista e archivista Michel Hofmann scelse ventiquattro testi della silloge da mettere in musica. Sono molteplici gli argomenti trattati nei Carmina Burana che il compositore traduce in una sequenza di brani di immediata suggestione: la sorte beffarda e padrona del destino degli uomini, la natura con la sua esplosione di bellezza e colori in primavera, l’amore sensuale, le gioie del vino e del gioco. L’opera si articola in un Prologo, Fortuna imperatrix mundi (aperto dal celebre coro “O Fortuna”), cinque parti – Primo Vere (Primavera); Uf dem Anger (Nel prato); In taberna (In taverna); Cour d’amours (Corti d’amore); Blanziflor et Helena (Biancofiore ed Elena) – e un Finale con la ripresa della prima parte del Prologo, il coro iniziale “O Fortuna”, che sottolinea il ruolo primario della dea pagana al cui capriccioso arbitrio sono legati i destini di tutti gli uomini. Come in una galleria di immagini dai colori vividi, Orff ricrea brano dopo brano tutta la ricchezza visionaria dei testi medievali, luci e ombre, spiritualità e superstizione, piaceri terreni e paura dell’ignoto, attraverso una scrittura corale essenzialmente omofonica, priva di complicazioni contrappuntistiche e sorretta da iterazioni di moduli ritmici arcaici ed elementari affidati all’orchestra che suscitano istintivamente il coinvolgimento dell’ascoltatore.
La scheda:
CARL ORFF
Carmina Burana
Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae
comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis
per soli, coro, coro di voci bianche e orchestra
Fortuna Imperatrix Mundi / I. Primo vere / Uf dem Anger / II. In taberna / III. Cour d’amours / Blanziflor et Helena / Fortuna Imperatrix Mundi
Direttore Andrea Battistoni
Soprano Mariia Kokareva
Controtenore Jayoung Lee
Baritono Francesco Samuele Venuti
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Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Maestro del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
Sara Matteucci
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