Comunicato stampa – Bari 2023 Palazzo della Provincia

Palazzo della Provincia, sala del Colonnato, negli orari di apertura della Pinacoteca, mostra personale “Art in Music” dipinti e colonne sonore di Pasquale Colucci a cura di Patrick Djivas e Shou Kobayashi, dal 7 luglio al 5 agosto 2023

 

Forme e colori con suoni che richiamano le atmosfere sonore orientali grazie a melodie esotiche, suoni accattivanti, forti, dirompenti, rilassanti e dolci allo stesso tempo. I quadri sono un’esplosione di gioia con richiami all’arte giapponese.

Shou Kobayashi (critico d’arte)

 

I quadri di Pasquale Colucci sono un’organizzazione di colori, di forme e di tutta una serie di elementi paragonabili alla musica. Infatti come possiamo definire la musica? Proprio come un’organizzazione di forme, colori ed elementi, solo che al posto del colore c’è il suono, al posto degli elementi ci sono le note, e così via. E’ un discorso che scorre su binari paralleli. Raramente un pittore riesce ad esprimersi in musica. Ci sono musicisti che si interessano alla pittura, però Pasquale lo fa in un modo particolare, perché la pittura per lui non è solo una piccola parte della sua vita, non è paragonabile ad un hobby, ma è diventata una vera professione, un qualcosa che riempie la sua vita e quella di tante persone, perché guardando le sue opere riesce sempre a toccare le corde giuste. Io non sono un grande intenditore di arte però quando guardo un quadro di Pasquale ho sempre sensazioni positive, riesce a smuovere l’organizzazione del mio cervello, questa cosa mi sembra molto bella.  Un giorno abbiamo avuto un’idea insieme, anche perché ci conosciamo da tantissimi anni. Allora mi è venuto in mente di chiedergli: »La musica che componi da tanti anni perché non l’applichiamo assieme a questi quadri che tu stai facendo? Adesso che è diventato il tuo mestiere primario, la cosa può rendere ancora meglio». E fu così che Pasquale ha cominciato a scrivere musica ispirandosi ai suoi quadri, magari ad uno in particolare. Allora abbiamo anche avuto modo di dare una forma e soprattutto un titolo a questa situazione che è “Art in Music”. E’ molto chiaro ed evidente come significato, e dipinge molto bene la figura di Pasquale Colucci oggi. Il suo essere musicista pittore oppure pittore musicista: non si capisce bene quale dei due prenda il sopravvento sull’altro. Personalmente amo moltissimo la sua pittura e mi fa piacere ascoltare la sua musica che a volte è rilassante, a volte è più dura, ma anche intrigante. Ed è la colonna sonora perfetta dei suoi quadri che sono proprio rilassanti, intriganti e duri allo stesso tempo. Non so come faccia, ma è bello così.

Patrick Djivas (compositore e musicista della Premiata Forneria Marconi PFM)

 

Nato nel 1975 a Cosenza e cresciuto nella provincia ad Oriolo, Pasquale Colucci già in tenera età spazia tra diverse forme creative: disegno, pittura e musica. Incoraggiato dalla madre, che in passato si era occupata a lungo di tessitura e ricamo, «gioca» e disegna su carta sin da prima dell’asilo, sviluppando poi l’arte del dipingere mentre per la terza segue le orme del padre che suonava il corno francese. Inizia sin da piccolo anche con le percussioni (rullante e timpani) facendo parte della banda Città di Oriolo dove resta per sei anni fino al diploma di maturità, facendo oltre 40 date in ogni periodo estivo, per lo più tra Basilicata e Calabria, mentre l’incontro con la chitarra avviene durante l’adolescenza. Successivamente al diploma di maturità come analista contabile, si trasferisce a Milano dove completa a pieni voti nel ’98 il percorso formativo in chitarra jazz nella scuola di musica moderna CPM Music Institute, frequentando diverse materie tra cui Armonia avanzata. Ha studiato con molti professionisti tra cui Bebo Ferra, Danilo Minotti, Roberto Cipelli, Donato Begotti, Pete La Pietra, Nicoletta Caselli, Demo Morselli, Diego Michelon, Dino D’Autorio, Thierry Zins, Gabriele Fersini, Gigi Cifarelli e altri, facendo contemporaneamente diverse esperienze lavorative, tra cui percorsi di computer grafica ed uno stage in Mediaset a Cologno Monzese sul finire degli anni novanta. Ha inoltre studiato home recording con l’amico Patrick Djivas, produttore e bassista della Premiata Forneria Marconi (P.F.M.), tuttora mentore e supervisore delle musiche di Art in Music. All’aprile 1994 risale il suo primo testo, iniziando così la produzione di poesie e canzoni, quest’ultime interpretate dalle prime band di cui fece parte, mentre nel ’99 iniziò ad utilizzare la tecnica di registrazione come opera d’arte. Dopo i sette anni a Milano, torna al sud vivendo tra Oriolo e Bari ed inizia un’intensa produzione che comprende opere pittoriche, musicali, fotografiche e di web design, frequentando maestri e botteghe d’arte soprattutto in Puglia e sviluppando, in anni di ricerca, il suo personale stile pittorico corroborato dal coevo periodo di viaggi all’estero, durante i quali visita i principali musei d’arte e scopre altre diverse culture. Dopo intensi anni di collettive, il 2010 vede l’esordio delle mostre personali: in pochi anni arriva ad esporre le sue opere in molte altre città anche estere, sia in personali che collettive. Con le esposizioni all’estero troviamo un Colucci che ha già sviluppato un suo stile, un suo marchio di fabbrica, ottenendo diversi riconoscimenti nel mondo dell’arte. Alcune sue opere oggi sono presenti in archivi di musei, collezioni private italiane e straniere, “storicizzato” in vari cataloghi d’arte associati ad eventi in cui ha partecipato: New York, Miami e Londra, curate da Vittorio Sgarbi, Edimburgo, Montecarlo, Parigi e non solo. Il successo espositivo comprova la peculiarità del suo stile pittorico che unisce musica e natura, i due grandi amori di Colucci.

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