Non aprire la porta del disordine. Il libro di Pierfranco Bruni sul filosofo del poeta folle
Miriam Katiaka
Cosa è il disordine? È un non ordine reale, ovvero una visione che va dal caos alla confusione in una stanza o in uno spazio, o una metafora che affolla la folla dei pensieri? Un groviglio!? Potrebbe diventare una fenomenologia dalla quale parte un viaggio verso la follia?
Gli interrogativi si muovono sotto l’onda del vento che gioca al canto del giorno. Di ordine si vive e di disordine si muore. O viceversa? È questo il labirinto nel quale abita il Pierfranco Bruni di «DisordinataMente» (Pellegrini).
Un libro che è fiume e lago, mare e ruscello, cascata e temporale. Bisogna sapersi destreggiare tra le acque della filosofia che conduce alla letteratura e viceversa, ma bisogna sempre fare i conti con la follia e la follia non nasce nella mente, ma nella vita. Mente e vita sono un percorso, un intreccio, una dialettica? Tutto in uno. O due in uno?
Vivere non è capire: ci dice Pierfranco Bruni. Si può appartenere a un tempo lungo e non si comprende abbastanza come si può appartenere ad una vita breve e comprendere tutto: ancora Pierfranco Bruni.
Bisogna convivere con il disordine per entrare nel pensiero perché non è detto che il pensiero abbia una logica. Tutt’altro. Perché si crede che il pensiero e il pensare siano la stessa provvisoria esistenza tra l’età lunga e l’età breve.
Ebbene, Pierfranco Bruni inventa un reale cercando un vero. È un libro, nella prestigiosa collana Zaffiri, non solo da leggere rileggendolo, ma da meditare per meditarsi. Non aprire la porta del disordine. Il libro di Pierfranco Bruni sul filosofo del poeta folle è straordinario.