Regina, imperatrice ed infine santa: Adelaide di Borgogna

 

 

Regina, imperatrice ed infine santa: Adelaide di Borgogna

(Rossini Opera Festival 2023)

Lotario II (re d’Italia dal  945 al 950) muore in giovane età lasciando vedova Adelaide, figlia di Rodolfo di Borgogna.

Berengario II marchese d’Ivrea – nelle cui mani era già da tempo il governo del regno – riesce a farsi eleggere quale successore. Su di lui, però, grava il sospetto di aver provocato quella morte improvvisa. Cerca perciò di legittimare il proprio potere e di neutralizzare le rivendicazioni di Adelaide e dei suoi sostenitori, imponendo a quest’ultima di sposare il proprio figlio Adalberto.

Per sottrarsi alla persecuzione del nuovo re, Adelaide si rifugia nella fortezza di Canossa dove viene protetta da Attone (Iroldo nel libretto) .

Non riuscendo a resistere all’assedio, chiede l’intervento di  Ottone I il Grande, Imperatore di Germania, offrendosi come sua sposa e cedendogli i diritti a lei spettanti. Ottone libera Adelaide, la sposa e la porta con sé in  Germania (sarà in seguito venerata come santa dalla Chiesa cattolica il 16 dicembre). 

E’ la trama di Adelaide di Borgogna, nuova produzione del Rossini Opera Festival 2023, firmata dal regista Arnaud Bernard che – grazie all’aiuto di validi collaboratori (Alessandro Camera per le scene, Maria Carla Ricotti per i costumi, Fiammetta Baldiserri per le luci) e con la consueta cura quasi maniacale di dettagli, scene e controscene – ricorre al cd ‘teatro nel teatro’, la sovrapposizione delle vicende private degli interpreti con quelle rappresentate, accostando un allestimento tradizionale con belle scene dipinte all’antica («un’arte che purtroppo si sta perdendo») alal vita frenetica dietro le quinte.

Il pubblico ha premiato lo spettacolo, rappresentato, al pari degli altri, presso la Vitifrigo Arena: lunghi applausi per tutti i cantanti, peraltro impegnati in un doppio ruolo, con senso dell’umorismo e un pizzico di autocritica, dalle camicie sgargianti alle pose drammatiche, come ha scritto l’Ansa: Olga Peretyatko (Adelaide), Pearduhi Abrahamyan (nel ruolo en travesti di Ottone), Riccardo Fassi (Berengario), René Barbera (Adelberto), e inoltre Paola Leoci (Eurice), Valery Makarov (Iroldo) e Antonio Mandrillo (Ernesto).

Sinceri consensi sono stati indirizzati anche alla direzione di Enrico Lombardi (che ha sostituito il M° Francesco Lanzillotta, infortunato a seguito di incidente stradale), alla testa dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e del Coro del Teatro Ventidio Basso, preparato da Giovanni Farina.

Le prossime repliche si terranno il 19 e 22 agosto p.v.

Commissionata dall’impresario Pietro Cartoni del Teatro Argentina di Roma agli inizi di ottobre 1817, l’opera fu musicata da Rossini che era nel bel mezzo della sua avventura napoletana, chiamato da Domenico Barbaja per presentare i suoi lavori sulla piazza musicale più prestigiosa d’Italia, il Teatro San Carlo (1815 – 1822).

Firmato da Giovanni Schmidt (che aveva già scritto per lui Elisabetta regina d’Inghilterra e Armida) il libretto contiene alcune inesattezze: l’azione inizia nel 947, quando in realtà Lotario morì nel 950; inoltre si dice che la fortezza di Canossa si trova presso il lago di Garda, mentre  è sull’Appennino reggiano.

L’opera andò in scena il 27 dicembre 1817 inaugurandone la stagione di Carnevale del teatro romano. Affidata a una compagnia di canto molto modesta con Elisabetta Manfredini nel ruolo del titolo e basata su un libretto che non stimolò la creatività del Compositore, non ebbe gran successo.

In tempi moderni è stata ripresa poche volte in forma scenica: nel 1984 al Festival della Valle d’Itria con Mariella Devia, nel 1988 nella  Salle Pleyel di Parigi (protagonisti la Devia, Ernesto Palacio e Martine Dupuy, diretti da Alberto Zedda). 

La prima rappresentazione in forma scenica al Rossini Opera Festival avvenne nel 2022  (con Daniela Barcellona, Jessica Pratt  e Nicola Ulivieri)  in occasione delle celebrazioni dei 150 dell’Unità d’Italia.

Paola Cecchini

 

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