Serena conduce operaclassica eco italiano

Ufficio Stampa                                                                                                                                                                                                                            14/11/2023

Dal 19 al 26 novembre, Fondazione Arena presenta Il Parlatore eterno, breve gemma buffa di Ponchielli, accostato a Il Tabarro, intenso esperimento verista di Puccini

DUE OPERE IN UN’UNICA SERA, FRA RISATE E PASSIONI

A VERONA GLI ATTI UNICI DI PONCHIELLI E PUCCINI

Quattro recite al Teatro Filarmonico: Gianna Fratta dirige un cast internazionale.

Per la prima volta in scena le due nuove produzioni di Fondazione Arena, nate in streaming.

E da domani al via le vendite dei nuovi abbonamenti 2024

Il Parlatore eterno di Amilcare Ponchielli

Il Tabarro di Giacomo Puccini

Domenica 19 novembre ore 15.30

Mercoledì 22 novembre ore 19.00

Venerdì 24 novembre ore 20.00

Domenica 26 novembre ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

Due rarità per la Stagione Lirica 2023 al Filarmonico, produzioni nate in streaming e al loro primo debutto in scena. Il Tabarro completa il trittico pucciniano, proposto da Fondazione Arena insieme a titoli mai rappresentati a Verona. La vicenda di passione e delitto in un triangolo amoroso sulla Senna di inizio ‘900 è preceduta dal breve “scherzo” di Ponchielli, un tour de force per il buffo mattatore protagonista de Il Parlatore eterno.

Nella primavera 2021, a teatri chiusi per le misure contro la pandemia, queste due gemme dell’opera sono state trasmesse sulla web tv e sui social di Fondazione Arena, coinvolgendo migliaia di spettatori. Entrambe erano, e sono tuttora, delle rarità a Verona, pronte a debuttare per la prima volta per il pubblico in sala dal 19 al 26 novembre. Mai rappresentato infatti è il primo lavoro, a firma di Amilcare Ponchielli: Il Parlatore eterno (1873) è il suo unico esperimento buffo, nato per il teatro di Lecco grazie al librettista Ghislanzoni, quasi per esorcizzare la pressione che il compositore sentiva dopo il successo dei suoi Promessi sposi (ambizioni e speranze sarebbero collimate solo anni dopo con la celeberrima La Gioconda). Altrettanto sperimentale è il tragico Il Tabarro (1913-1916), il primo dei tre atti unici con cui Puccini cercava di rinnovarsi, scritto e condotto con occhio e prosa teatrale, quasi cinematografica, su libretto del veronese Adami: con gli altri due pannelli sarebbe stato rappresentato ne il Trittico: anche gli atti unici Gianni Schicchi e Suor Angelica si sono visti a Verona negli ultimi anni, accostati a titoli inediti. Il cammino verso l’integrale pucciniana procederà con l’annunciata La Rondine nel 2024, anno del centenario del maestro lucchese.

Un cast internazionale salirà, quindi, sul palcoscenico del Teatro Filarmonico. A dominare la brillante mezzora di Ponchielli sarà Biagio Pizzuti, baritono buffo avvezzo anche al repertorio serio, qui nei panni del protagonista Lelio Cinguetta, instancabile e adorabile logorroico che conquisterà l’amore. Attorno a lui si muoveranno l’amata Susetta di Grazia Montanari, servitù e gendarmi, impersonati da Maurizio Pantò, Francesca Cucuzza, Sonia Bianchetti, Salvatore Schiano Di Cola e Francesco Azzolini. Lo spettacolo è firmato da Stefano Trespidi, con scene di Filippo Tonon e luci di Paolo Mazzon che ammiccano alla prima assoluta dell’opera.

Dopo l’intervallo, tramonti lividi e tinte noir invaderanno la scena per Il Tabarro: nel povero e duro commercio che si muove lentamente come i barconi sulla Senna, scricchiola l’unione fra Michele (Gevorg Hakobyan) e Giorgetta (interpretata da Marta Torbidoni 19/11 e Alessandra Di Giorgio 22, 24, 26/11). Dopo lutti e incomprensioni, il cuore di lei batterà di nuovo per Luigi (Samuele Simoncini) che lavora proprio per Michele: una storia d’amore che vive di passione e incontri clandestini, in un’atmosfera ad alto tasso di tensione ed erotismo. Un nero tabarro celerà il terribile delitto con cui si conclude la vicenda, la più “verista” di tutto Puccini, che aderendo apparentemente agli stili in voga in Italia, in realtà rimane allineato alle più importanti avanguardie europee ed americane dell’epoca per ricreare un proletariato credibile e pullulante di vita. A dar vita a queste figure saranno Rossana Rinaldi (la Frugola), Davide Procaccini e Saverio Fiore (il Talpa e il Tinca), e le voci di Matteo Macchioni, Grazia Montanari, Dario Righetti. Lo spettacolo vede alla regia Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, con le scene impostate al realismo di Leila Fteita, i costumi di Silvia Bonetti e le luci di Paolo Mazzon.

Il Coro preparato da Roberto Gabbiani sarà impegnato anche in scena, con i Tecnici di Fondazione Arena e l’Orchestra guidata da Gianna Fratta, direttrice già apprezzata al suo debutto veronese per l’inaugurazione 2022. Dopo la prima di domenica 19 novembre alle 15.30, questo dittico fra risate e lacrime replicherà mercoledì 22 alle 19, venerdì 24 alle 20 e domenica 26 novembre alle 15.30.

Biglietti disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico

«Presentiamo questi due titoli con orgoglio ed entusiasmo – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena perché possiamo finalmente condividere col pubblico in sala questi tesori nati e allestiti dalle nostre maestranze artistiche e tecniche in tempi difficili. A 150 anni dal suo debutto, lo “scherzo” di Ponchielli è alla prima esecuzione da parte di una fondazione lirico-sinfonica, seguito dal magnifico Tabarro, tassello fondamentale dell’opera e del nostro omaggio a Puccini, che proseguirà nel suo centenario 2024».

«Sono felice di tornare a Verona e di far parte di questo progetto – prosegue il Maestro Gianna Fratta – che accosta due titoli così diversi da valorizzarne al massimo le caratteristiche. Quanto lo scherzo comico di Ponchielli guarda al passato della tradizione italiana e all’intermezzo del Settecento, tanto Puccini guarda al futuro, anche in una storia verista, con un’orchestrazione meravigliosa e una stringatezza avvincente».

«Il Parlatore eterno di Ponchielli – illustra il regista Stefano Trespidi è un’autentica rarità, un gioiello perfettamente godibile anche oggi, con un protagonista attorno al quale si sviluppa una situazione corale. Il nostro allestimento vuole unire con eleganza e un tocco surreale i caratteri della commedia dell’arte e il mondo della commedia borghese».

Conclude il regista Paolo Gavazzeni: «con Piero Maranghi raccontiamo Tabarro in tutta la sua potenza drammatica e musicale. Chissà cosa avrebbe scritto Puccini se non fosse scomparso così presto… già in quest’opera ci sono già tutta la continuità e l’immediatezza di un film noir, personaggi e vicende moderni, che anticipano scelte e atmosfere di Hitchcock, Linch e altri maestri del cinema».

Arena Young. Parallele alla Stagione Lirica 2023 sono le iniziative rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Fra queste, l’Anteprima riservata a studenti e giovani che si terrà venerdì 17 novembre alle 16. Dopo il debutto, proseguirà anche la rassegna Ritorno a teatro, un percorso di avvicinamento all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona. Il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali in cartellone per la Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico, con tariffe speciali e con l’opportunità di partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo, un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, che avrà luogo in Sala Maffeiana a cura di Fondazione Arena. Per Il Parlatore eterno/Il Tabarrosarà possibile partecipare al Preludio mercoledì 22 alle ore 18 e venerdì 24 novembre alle ore 19. Informazioni e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933.

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Stagione 2024, nuovi abbonamenti. Apre domani, mercoledì 15 novembre, fino ad esaurimento della disponibilità, la vendita dei nuovi abbonamenti della Stagione d’Opera e Balletto e della Stagione Sinfonica al Teatro Filarmonico. I prezzi degli abbonamenti della Stagione d’Opera e Balletto vanno da 84 a 318 euro in base al settore prescelto, mentre gli abbonamenti per la Stagione Sinfonica vanno da 73 a 182 euro. Oltre agli abbonamenti tradizionali si segnalano le tre formule carnet che permettono di costruire una propria agenda di appuntamenti con gli spettacoli proposti da Fondazione Arena al Teatro Filarmonico: infatti, superando la modalità del turno e del posto fisso, il carnet (3 ingressi per l’Opera; 4 ingressi per la Sinfonica) permette di scegliere trasversalmente tra tutte le recite in programma e di utilizzare i tagliandi uno per volta o globalmente, per una o più serate, risparmiando così sull’acquisto del singolo biglietto. Infine è proposta anche l’opzione mista Venerdì in Platea: 8 spettacoli fra opere e concerti da 169 a 243 euro.

In esclusiva per gli abbonati, sono compresi due spettacoli dell’Arena Opera Festival 2024. Nell’abbonamento alla Stagione d’Opera e Balletto c’è una recita della storica Aida che rievoca la prima areniana del 1913 (22 agosto), mentre chi si abbona alla Stagione Sinfonica ha inclusa la serata-evento dedicata alla IX Sinfonia di Beethoven (11 agosto). Per coloro che sceglieranno il maxi-abbonamento Opera + Sinfonica, è previsto in omaggio un biglietto di Poltronissima Gold per uno dei due eventi sopracitati. Infine, gli abbonati al Teatro Filarmonico avranno diritto ad una tariffa speciale (circa il 30% di sconto) per l’acquisto di un biglietto per il 101° Arena di Verona Opera Festival 2024, già in vendita sul sito www.arena.it.

Fondazione Arena di Verona ringrazia BCC di Verona e Vicenza e Metinvest – Saving Lives, per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA

Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO

Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

www.arena.it

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Domenica 19 novembre · ore 15.30

Mercoledì 22 novembre · ore 19.00

Venerdì 24 novembre · ore 20.00

Domenica 26 novembre · ore 15.30

IL PARLATORE ETERNO Scherzo comico in un atto di Amilcare Ponchielli

Libretto di Antonio Ghislanzoni. Edizione a cura di Angelo Rusconi

Regia Stefano Trespidi · Scene Filippo Tonon Luci· Paolo Mazzon

Lelio Cinguetta Biagio Pizzuti

Susetta Grazia Montanari · DottorNespola Maurizio Pantò · Aspasia Francesca Cucuzza ·

Sandrina Sonia Bianchetti · Egidio Salvatore Schiano Di Cola · Caporale dei gendarmi Francesco Azzolini

IL TABARRO Opera in un atto di Giacomo Puccini

Libretto di Giuseppe Adami

Regia Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi · Scene Leila Fteita · Costumi Silvia Bonetti · Luci Paolo Mazzon

Michele Gevorg Hakobyan

Giorgetta Marta Torbidoni 19/11 / Alessandra di Giorgio 22, 24, 26/11

Luigi Samuele Simoncini

Il Tinca Saverio Fiore · IlTalpa Davide Procaccini · LaFrugola Rossana Rinaldi ·

Venditore di canzonette/ Secondo amante Matteo Macchioni ·

Prima amante/ Voce di sopranino Grazia Montanari · Voceditenorino Dario Righetti

Direttore Gianna Fratta

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Roberto Gabbiani

Allestimento della Fondazione Arena di Verona

Tempi di spettacolo: Il Parlatore eterno 25’ circa – intervallo – Il Tabarro 55’ circa

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PREZZI BIGLIETTI singoli 

   LIRICA Platea            LIRICA 1^Galleria                LIRICA 2^Galleria            SINFONICA Posto unico numerato

INTERO                                               € 64,00                      € 41,00                                 € 30,00                             € 26,00

RIDOTTO                                           € 54,00                      € 34,00                                 € 25,00                             € 22,00

RIDOTTO OVER 65                         € 44,00                      € 28,00                                 € 20,00                             € 17,00

RIDOTTO UNDER 30                      € 24,00                      € 15,00                                 € 11,00                             € 10,00

PREZZI NUOVI CARNET

CARNET LIRICA 3 INGRESSI (turno B pomeridiano e turno D serale)

INTERO                                           Platea € 165,00                                                       1^ e 2^ Galleria € 105,00

CARNET SINFONICA 3 INGRESSI (turno A serale)                                        6 INGRESSI (turno A serale)

INTERO                                            Posto unico numerato € 66,00                         Posto unico numerato € 132,00

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45  –  Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo  –  Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it – Call center (+39) 0458005151 – www.arena.it – Punti vendita TicketOne.it

IL PARLATORE ETERNO

Note di regia

di Stefano Trespidi

Il Parlatore eterno, unica opera buffa di Ponchielli, nasce come un esperimento di creatività comica, dall’intesa tra il celebre compositore lombardo e lo scapigliato Ghislanzoni. La trama è molto semplice: un uomo irrompe nella casa della propria amata per imporle di fatto un matrimonio. Il come questo intreccio venga dipanato è la chiave di interesse: il protagonista Lelio Cinguetta è un logorroico emotivo, uno stalker antesignano, una persona che non ascolta nessuno e che prende le persone per sfinimento. È un uomo solo. Questa sua solitudine interiore è potenziata dal carattere frizzante e ilare della breve opera. Alla fine, i parenti, la comunità richiamata dalle grida e dal frastuono, il gendarme e l’amata Susetta velocizzano i preparativi per il matrimonio purché il suddetto Lelio la smetta di parlare una volta per tutte.

Il virtuosismo canoro e recitativo del protagonista, in scena per tutto lo scherzo comico, fa pensare ad una anticipazione delle avanguardie storiche di primo Novecento che a breve lasceranno spazio al surrealismo e ad una nuova forma di creatività. In questo spettacolo il personaggio è infatti un uomo pieno di manie e tic nervosi, un (im)probabile dandy ottocentesco pieno di insicurezze e di ansie. Ama Susetta, ragazza brillante per la quale Lelio prova una spasmodica gelosia ai limiti della paranoia. I genitori di lei, Nespola e Aspasia, svegliati all’improvviso dal sonno dal folle protagonista dal quale sono totalmente soggiogati, vengono caratterizzati come fossero un ponte di passaggio dalla maschera della Commedia dell’Arte alla commedia borghese tipicamente ottocentesca: il loro carattere comico caratterizzato ben si lega con la tematica “da salotto” della promessa di matrimonio.

Il concetto di ‘maschera’ è preminente anche nel Coro, qui inteso come megafono di insofferenza dei protagonisti borghesi nei riguardi di Lelio e delle sue smanie continue. La maschera che lo contraddistingue è una citazione della moda coeva della bambola tipicamente immacolata, per sottolineare la purezza un po’ naif del risvolto drammaturgico.

Tutti gli aspetti sopra richiamati sono elementi cardine della impostazione registica dello spettacolo: la nevrosi di Lelio, la sottomissione di nespola e Aspasia, la leggerezza della brillante Susetta saranno restituiti dall’azione scenica.

Alla fine Lelio giura che, una volta sposato, cesserà di parlare una volta per tutte. È a questo punto che i parenti tutti si affrettano ad organizzare con eleganza un matrimonio raffazzonato così da accontentare il petulante uomo e, tra petali di fiori, lanci di riso e foto di prammatica, una volta esaurito il rito nuziale al quale partecipano tutti con fervore, troviamo Lelio imbavagliato e costretto, finalmente, ad un perpetuo silenzio.

La scena unica immaginata è pulita ed organizzata su due livelli, proprio per consentire libertà di movimenti alla frenesia del protagonista e sorprese continue.

La prima rappresentazione avvenne a Lecco nel 1873, l’ambientazione scelta oscilla tra una realtà effettiva richiamata in parte dagli oggetti di scena e dai costumi ed una scenografia che richiama il carattere surreale sopra descritto.

La ritmata vis comica de Il Parlatore eterno, che strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, fa da voluto contrasto con la vicenda ferale e sanguigna di stampo verista che lo segue e accompagna, Il Tabarro di Giacomo Puccini. Importante è sottolineare che il musicista toscano ebbe proprio Amilcare Ponchielli quale maestro di composizione al Conservatorio di Milano.

IL TABARRO

Note di regia

di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi

La penultima opera di Giacomo Puccini, Il Tabarro (1918)

Gli elementi visivi che compongono la cifra stilistica dell’opera sono a nostro avviso il lento ed inesorabile scorrere delle Senna, sottolineato dal tempo ternario scelto da Puccini per tutta l’opera, un cielo increspato dalle nuvole dal rosso del tramonto al blue della notte, in netta contrapposizione con l’azione drammatica contraddistinta da un crescendo di emozioni fino alla tragica conclusione dell’opera.

Quindi da una parte l’inesorabilità del tempo e della natura e dall’altra l’agire dell’uomo.

Puccini inizia l’opera al tramonto, Il calore soffocante di una giornata di lavoro che volge al termine e che lascia spazio ai pensieri, alle malinconie e alle passioni notturne.

Puccini dipinge un mondo desolato nell’anima e nel corpo, uno squarcio di società che fatica ogni giorno a guadagnarsi un tozzo di pane. Il calore del sole aumenta la fatica. La periferia di un luogo accentua la povertà, abiti da lavoro e facce stanche caratterizzano i personaggi che compongono l’opera.

Ma non c’è solo la povertà, c’è la consapevolezza di non poter cambiare il proprio destino, l’accettazione del proprio stato di infelicità, quell’infelicità che rende soli e disperati.

Unico raggio di sole è qualche ricordo di bei momenti andati.

Per Il Tabarro il mondo è quello della letteratura e del cinema noir francese, dei personaggi disperati, dei delitti indicibili, dei precipizi umani, creati dalla fervida penna di Simenon.

Il teatro che guarda avanti e prelude il noir cinematografico.

Con Tabarro constatiamo l’evoluzione di un compositore grande e complesso e che ci aiuta a comprendere quanto sia lungo il viaggio che il musicista compie in un trentennio artistico così ricco di capolavori. Un percorso che troverà, di lì a poco, la sua acme nelle battute iniziali di Turandot, quelle battute in cui non esistono più ciprie, sartine, gheisce e dive, quelle battute in cui, per magia, troviamo l’ispirazione di tutta la colonna sonora del genere thriller, da Alfred Hitchcock a David Linch.

L’assenza di una melodia vera e propria compensata da un’estrema densità drammatica.

Il tradimento di una donna. Luigi muore ammazzato in pieno spirito Verista.

Per Tabarro l’allestimento è stilizzato: un barcone in primo piano, un molo e un fondale con retroproiezioni, in secondo piano, ambientato nel 1940.

Amiamo il teatro che non dimentica il nostro passato e la nostra tradizione, il teatro che valorizza sempre la maestria dei laboratori di scene e costumi, dove in Italia hanno la loro massima espressione per capacità, inventiva e maestria; amiamo un modo antico di fare teatro, senza perdere attrattiva verso il pubblico contemporaneo.

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