COMUNICATO STAMPA
Modena, 23 novembre 2023
OPERA: GIUSEPPE VERDI “IL TROVATORE”
Il celebre titolo della ‘trilogia popolare’ di Verdi, in scena in un nuovo allestimento firmato dal modenese Stefano Monti.
Va in scena venerdì primo dicembre 2023 alle 20 e domenica 3 alle 15.30 per la stagione lirica al Teatro Comunale Pavarotti-Freni Il trovatore di Giuseppe Verdi in un nuovo allestimento in coproduzione fra Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Azienda Teatro del Giglio di Lucca e Fondazione Teatro Goldoni di Livorno.
L’opera sarà diretta da Matteo Beltrami con la regia e costumi di Stefano Monti, scene di Stefano Monti e Allegra Bernacchioni, luci di Fiammetta Baldiserri e ombre di Teatro Gioco Vita.
Il cast è formato da Ernesto Petti (Il Conte di Luna), Chiara Isotton (Leonora), Anna Maria Chiuri (Azucena), Angelo Villari (Manrico), Giovanni Battista Parodi (Ferrando), Ilaria Alida Quilico (Ines), Andrea Galli (Ruiz), Domenico Apollonio (Un vecchio zingaro) e Lorenzo Sivelli (Un messo).
Le masse artistiche saranno quelle dell’Orchestra Filarmonica Italiana e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati.
Giovedì 30 novembre alle 18 presso il Ridotto del Teatro, il musicologo Piero Mioli presenterà Il trovatore in occasione di Invito all’Opera, gli incontri di presentazione dei titoli della stagione lirica organizzati in collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi. L’accesso alla sala (fino ad esaurimento posti) è da via Goldoni 1.
L’opera delle opere, la sintesi più deflagrante e avvincente del melodramma italiano, Il trovatore è un paradigma del genio di Giuseppe Verdi che, vibrante, pieno di energia, giovane e determinato, si affacciava sul panorama musicale italiano ed europeo in pieno fervore romantico. La passioni travolgenti e la trama avvincente che uniscono tragicamente lo zingaro Manrico, la madre Azucena, la nobile Leonora e il Conte di Luna, fra castelli, palazzi, monti e foreste della Spagna medioevale, fu tratta da El Trovador di Antonio García Gutiérrez e tradotta in libretto da Salvadore Cammarano. L’opera debuttò con intramontato successo nel 1853 al Teatro Apollo di Roma e fu adattata da Verdi in versione francese due anni più tardi per il Théâtre des Italiens di Parigi.
“Viviamo un momento della storia dove i tanti segnali sembrano parlarci di un’umanità sull’orlo della catastrofe – spiega Stefano Monti in merito alla concezione dello spettacolo – tra guerre, disastri climatici, pandemie: è qualcosa che fa parte di un sentire comune. Da una apocalisse all’altra: c’è forse un’apocalisse più grande di quella legata agli eventi della storia che ci sovrastano? Sì, quella dei singoli individui quando gli istinti di morte prevalgono su quelli di vita. Verdi scriveva a Clara Maffei: ‘Dicono che questa opera sia troppo triste, che vi siano troppi morti, ma infine nella vita non è tutto morte’. Questo sentire implica una forte teatralità, severa, rigorosa, senza concessioni a un certo folclore e gravida di una concezione metafisica che apra al confronto e al pensiero dello spettatore senza imporgli letture tradizionali, ma anche appiattite sul presente. Nel momento in cui la storia viene attualizzata, inserendola in uno spazio non suo ma nostro, la sua eternità viene spezzata”.
Biglietti, 24-60€ salvo riduzioni. Biglietti online, presso la biglietteria del Teatro, o telefonando allo 059 2033010. Info www.teatrocomunalemodena.it.
Alessandro Roveri
Ufficio Stampa
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