Un libro “svela” Laudomia Bonanni giornalista poco conosciuta. 1232 “pezzi” sui giornali italiani e stranieri, con tante sorprese

 

 

Un libro “svela” Laudomia Bonanni giornalista poco conosciuta. 1232 “pezzi” sui giornali italiani e stranieri, con tante sorprese.

di Domenico Logozzo *

L’AQUILA – “Sono state aperte le finestre più serrate della vita della scrittrice Laudomia Bonanni per nuove rivelazioni”. Così la storica casa editrice Carabba di Lanciano, annuncia l’uscita del libro “Antologia Sommersa”, ultimo imponente lavoro (354 pagine con la catalogazione di ben 1232 scritti) dello studioso Gianfranco Giustizieri, il maggiore esperto e divulgatore della vastissima produzione bonanniana. Ci racconta una Bonanni poco conosciuta. Con rigorosi e illuminanti riscontri. Preziosissimo contributo per nuovi approfondimenti “tra la memoria storica ed il futuro letterario”, sottolinea l’editore. Ma vediamo quali “finestre” in particolare sono state aperte da Giustizieri. “L’obiettivo principale del libro – ci spiega – è far conoscere un altro aspetto della Bonanni scrittrice di romanzi: la giornalista impegnata in grandi quotidiani e riviste tramite elzeviri di terza pagina, inchieste, note di costume e tanto altro. E’ una Bonanni poco conosciuta e studiata, eppure ci troviamo di fronte a 1232 “pezzi” sparsi su giornali di tutta Italia e fuori confine. E’ il confronto o per meglio dire l’osmosi tra i suoi libri e la scrittura breve. Per questo li ho catalogati, pochi sono sfuggiti e ho riportato integralmente, anche con successive varianti, una sessantina sconosciuti perché mai ripubblicati. Raggruppati per aree tematiche ci rivelano molto dell’Italia del ‘900 e toccano argomenti che possiamo considerare attuali ancora oggi.

C’è ancora tanto altro di nascosto da pubblicare?

Un mio carissimo amico, Pietro Zullino, giornalista famoso e fraterno amico della Bonanni, scriveva sempre che della scrittrice aquilana non si finirebbe mai di parlare nello scandagliare i diversi aspetti della sua opera e del suo pensiero, pensiero anche filosofico che in un celebre saggio avvicinò a Sartre. Poi c’è la donna che ho sempre appellato “senza tempo” per la capacità di essere sempre avanti e moltissimi elzeviri, ma soprattutto le interviste concesse, fanno capire. Forse ciò che ancora è da mettere in luce sono gli anni che vanno dal 1939 al 1945, pochi scritti brevi, due inediti ancora nel cassetto.

Ma quanto sono attuali gli scritti della Bonanni?

Direi moltissimo, indico solo alcuni argomenti: l’educazione dei ragazzi, la famiglia intesa in un significato molto ampio, il ruolo della donna, le droghe, i temi ecologici, la mancanza di senso civico nelle nostre città d’arte e … potrei continuare con tantissimi altri esempi. Poi i suoi racconti e le descrizioni dei multiformi aspetti della vita, dei fatti, degli ambienti.

Con competenza e pazienza certosina lei ha letto e catalogato ben 1232 scritti. Quanto tempo c’è voluto per mettere in ordine il materiale ritrovato nell’imponente archivio bonanniano e poi scrivere il libro?

Dapprima il ritrovamento del possibile tra lasciti, cataloghi, biblioteche, emeroteche, sedi di quotidiani, indicazioni e commercio dell’antiquariato. Poi lettura integrale del ritrovato e infine scrittura. La catalogazione e la stesura del libro circa tre anni, la ricerca … senza tempo.

A quale fascia di lettori si rivolge?

Direi a tutti coloro che amano l’ottima scrittura giornalistica, ai curiosi lettori che vogliono apprezzare il valore dell’elzeviro di terza nei quotidiani, a chi vuole approfondire la conoscenza della scrittura bonanniana.

Quali scritti l’hanno maggiormente colpita?

Amo molto i reportage dalle città visitate come inviata, le descrizioni delle stagioni romane, alcune figure femminili tra cui primeggia una zingara minorenne conosciuta nella sua esperienza presso i Tribunali per minori.

In questo libro lei si sofferma su Laudomia Bonanni giornalista. Tante belle pagine di buon giornalismo. Lezioni di una giornalista libera. Da leggere e rileggere. Come l’intervista a Giorgio La Pira, pubblicata dal Giornale d’Italia, che lei opportunamente ripropone. Perché è importante questa intervista?

Direi importante e attuale. Era il 1955 e il quotidiano “Il Giornale d’Italia” portava avanti una campagna non proprio favorevole al sindaco di Firenze. Decise di inviare la Bonanni per una serie di interviste dalle quali La Pira ne uscì come la direzione del quotidiano non si aspettava, tanto da concludere con un editoriale non firmato ma sicuramente dello stesso direttore con alcuni interrogativi verso lo stesso sindaco. Ciò a dimostrazione dell’onestà intellettuale della scrittrice/giornalista. Inoltre non dimentichiamo che Giorgio La Pira è stato molto ricordato in questo periodo in occasione della commemorazione per l’uccisione di Aldo Moro, considerato come il maggior ispiratore dello statista italiano.

Quale era il rapporto della Bonanni con il mondo del giornalismo? C’era qualche giornalista che lei apprezzava particolarmente?

Un riferimento al suo carattere severo e riservato è d’obbligo. Non aveva molte amicizie consolidate nel mondo del giornalismo e della letteratura in generale, i maggiori consensi si colgono in chi scrisse di lei per i suoi romanzi. Ma tre nomi fraterni li posso sicuramente fare, due per la letteratura, uno per il giornalismo: Maria Bellonci, Alba de Céspedes, Ferdinando Giannessi.

Lei ha letto in tre anni decine di giornali e centinaia di articoli. Un tuffo nel passato. Che giudizio si sente di dare del giornalismo di oggi, raffrontandolo con quello di ieri?

Credo che non possa esserci paragone per me accanito lettore di giornali e riviste. Quando prendo in mano i “lenzuoloni” di una volta, tutta un’altra aria con spazi che ora non esistono più o sono mortificati. Intendo la terza pagina che comparve per la prima volta proprio su “Il Giornale d’Italia” nel 1902 diretto da Alberto Bergamini, se ricordo bene. Giornalisti/scrittori, scrittori/giornalisti, impegnati nel contatto diretto con i lettori. Poi una selezione più severa delle notizie, con un controllo direzionale che poco lasciava all’improvvisazione. Probabilmente la formazione sul campo dell’arte della scrittura è molto cambiata. Appunto arte, molti la posseggono ma le notizie si sovrappongono in tempi di velocità spaziale per cui non c’è tempo di …

Su Laudomia Bonanni c’è stato un lungo ed ingiusto oblio. Se si sono riaccesi i riflettori su questa grande scrittrice, grande merito è proprio di Gianfranco Giustizieri. Quando gli chiediamo come è nata questa sua grande attenzione, o meglio passione, per la produzione letteraria della letterata aquilana ci risponde: “Qui non svelo, è tutto nel Prologo del libro”. E dà appuntamento alla presentazione ufficiale in programma per venerdì 28 settembre alle ore 17 a L’Aquila (Auditorium Elio Serecchi BPER, via Pescara 2). Previsti gli interventi di Raffaele Marola, presidente del Premio L’Aquila BPER; Stefania Pezzopane, presidente giuria Premio L’Aquila BPER. Relatori lo scrittore Renato Minore e la giornalista Maria Rosaria La Morgia, che ha scritto la prefazione e che dialogherà con l’autore Gianfranco Giustizieri. Letture dell’attrice Eva Martelli, con gli intermezzi musicali Porta Napoli Ensemble. Coordinerà Walter Capezzali, presidente della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi.

Un evento culturale e storico ad alto livello, dunque, che non mancherà di fornire ulteriori spunti di riflessione sulla straordinaria produzione della scrittrice/giornalista, considerata a giusta ragione tra “le penne più illustri del XX secolo”. E Gianfranco Giustizieri certamente ci dirà altro ancora, perché, come sosteneva Pietro Zullino “della scrittrice aquilana non si finirebbe mai di parlare”. Tante altre “chicche”, come lo studioso aquilano definisce solitamente le scoperte interessanti che fa durante le sue attente ricerche. Rarità come la foto di copertina.

Una originale cartolina di auguri. “Raffigura con un’ironia arguta e affettuosa un importante e conosciuto direttore di giornali del ‘900: Giuseppe Longo. Giornalista, scrittore e poeta dai numerosi incarichi editoriali, il Longo conseguì nel 1976 il Premio Estense per il libro “Italia dove”. Per l’occasione la Bonanni inviò un biglietto di felicitazioni a cui Longo rispose con una curiosa cartolina dipinta dal pittore Mario Vellani-Marchi che lo ritraeva circondato da un notevole numero di quotidiani, dalle copertine dei suoi libri e dalla firma di personalità della cultura italiana. La cartolina è datata 24 settembre 1976 e affettuosamente la Bonanni la conservò senza distruggerla come avvenne per gran parte delle “sue memorie”, segnale di gratitudine per un uomo che fu il suo direttore al Giornale dell’Emilia e a Il Resto del Carlino”.

*già Caporedattore TGR Rai

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ANTOLOGIA SOMMERSA” di Gianfranco Giustizieri. Catalogazione di 1232 scritti di Laudomia Bonanni su giornali e riviste: emozioni, appunti, note, sottolineature, scoperte, interviste, elzeviri e racconti. Prefazione di Maria Rosaria La Morgia. Editrice Carabba. Collana Storia e documenti.Pagine 354. Euro 22,00.

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