di Domenico Maceri
La situazione dei migranti: luci da Pittsburgh, ombre nel resto del paese
“Non rifiutiamo nessun tipo di immigrazione…. vogliamo creare il luogo più sicuro e accogliente in America”. Queste le parole di Ed Gainey, sindaco di Pittsburgh, Pennsylvania, aggiungendo che non importa il modo in cui i migranti siano entrati in America. Il benvenuto di Gainey sorprende alla luce di tante pressioni negative espresse sui migranti da Donald Trump e dai repubblicani. In tempi recenti però anche leader di alto profilo del Partito Democratico hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione al confine col Messico.
Il benvenuto di Gainey si deve in grande misura al calo demografico di Pittsburgh e al bisogno di lavoratori delle aziende. La popolazione di Pittsburgh si aggira sui 300 mila abitanti ma negli ultimi anni è scesa del 1,3 percento. Il calo sarebbe stato del 2,7 percento senza l’arrivo di immigrati che formano il 9 percento della popolazione attuale. Con la disoccupazione ai minimi storici le compagnie della città soffrono di carenza di lavoratori che impediscono di fornire servizi ai loro clienti. Per affrontare questa situazione il sindaco aveva recentemente messo in atto preparativi con la Croce Rossa e altre agenzie caritatevoli per dare il benvenuto a gruppi di migranti che dovevano arrivare dal confine col Messico. Sfortunatamente per Gainey nessuno si è presentato. L’idea di estendere il tappeto rosso ai migranti era già stata messa in pratica due anni fa dal predecessore di Gainey, Bill Peduto, anche lui democratico. Infatti durante l’amministrazione di Peduto Pittsburgh era stata nominata una delle 18 comunità in America per la sua ospitalità ai migranti.
La situazione di Pittsburgh è anche prevalente in tutta la zona della Pennsylvania del sudovest ma anche di città del Midwest come Detroit, Michigan, Dayton Ohio ed altre dove il calo demografico ha creato uno squilibrio fra una popolazione anziana e giovani e allo stesso ha generato una scarsità di lavoratori. Questa situazione ha spinto la città di Topeka nel Kansas a offrire 15 mila dollari a migranti con documenti legali per trasferirsi lì. Il programma “Choose Topeka” (Scegliete Topeka) richiede che i nuovi arrivati affittino o comprino case in città e abbiano un lavoro con 50 mila dollari lordi di reddito. I fondi per il programma vengono metà dal comune e l’altra metà dalle aziende di Topeka.
Queste città accoglienti ai migranti contrastano con altre metropoli che solo poco tempo fa accettavano nuovi arrivati mandati da stati conservatori come la Florida e il Texas ma recentemente hanno cambiato idea. Negli ultimi mesi, per esempio, la Città di New York, sotto la guida del sindaco Eric Adams, ha risentito dei costi eccessivi per i migranti, lamentando gli aiuti limitatissimi del governo federale. Dopo avere protestato ad alta voce Adams è riuscito a convincere Joe Biden ad offrire Temporary Protective Status (Status di Protezione Temporanea) ai migranti del Venezuela che apre loro la porta al permesso di lavoro. Beneficia 200 mila individui, 60 mila dei quali residenti a New York. Una boccata di ossigeno al bilancio della Grande Mela perché oltre a fornire lavoratori alle aziende vuol dire che potranno mantenersi economicamente.
La situazione al confine col Messico si è però aggravata e adesso oltre ai repubblicani anche voci di leader democratici hanno espresso la loro preoccupazione.Un sondaggio della Cbs ci informa che l’immigrazione è la seconda questione di importanza dopo l’economia. La governatrice democratica dell’Arizona Katie Hobbs ha firmato un ordine esecutivo per inviare membri della National Guard statale ad appoggiare la Guardia della Frontiera federale.
Biden riconosce che la questione dell’immigrazione potrebbe essere dannosa alla sua rielezione. Quindi ha poche scelte eccetto di spostarsi a destra. La sua richiesta di 105 miliardi di dollari alla legislatura di due mesi fa include fondi per l’Ucraina, Israele, Taiwan ma anche per la sicurezza al confine. Il Senato la sta considerando ma i repubblicani spingeranno per misure sull’immigrazione che echeggiano l’aspra politica di Trump. Il Congressional Latino Caucus, che include parlamentari e senatori ispanici, ha già espresso le sue riserve. Il Senato è in vacanza di questi giorni ma anche un probabile compromesso all’inizio del 2024 avrebbe vita difficile alla Camera dove l’ex presidente può contare sul supporto quasi unanime della maggioranza repubblicana. Risolvere la tragica situazione dei migranti non fa parte della strategia repubblicana che guadagnano politicamente dalla paura creata dai nuovi arrivati. Il linguaggio apocalittico di Trump che ha recentemente classificato i migranti come “un’invasione militare” con “droga, criminali e terroristi…. che si impossessano delle città” americane ha suonato l’allarme. L’ex presidente ha persino echeggiato Adolf Hitler quando ha detto che i migranti “avvelenano il sangue” del Paese. Il sindaco di Pittsburgh la vede in maniera più realistica con il suo benvenuto ai migranti. Forse altri sindaci alzeranno la voce ma in questo clima politico sembra improbabile.
Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
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