Serena conduce operaclassica eco italiano

EMMANUEL PAHUD, TREVOR PINNOCK,

JONATHAN MANSON AL TEATRO REGIO DI PARMA

Prima data italiana del tour 2024 per i tre virtuosi, che interpretano pagine di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica 2024 realizzata da Società dei Concerti di Parma.

Teatro Regio di Parma

domenica 3 marzo 2024, ore 20.30

Tre grandi interpreti internazionali in un programma interamente dedicato al barocco tedesco: per la loro prima data italiana del tour 2024, Emmanuel Pahud al flauto, Trevor Pinnock al clavicembalo, Jonathan Manson al violoncello sono i protagonisti domenica 3 marzo 2024, ore 20.30 al Teatro Regio di Parma per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica 2024 realizzata da Società dei Concerti di Parma.

Il programma ci immerge in un viaggio nel barocco tedesco tra ‘600 e ‘700, alternando sonate, suite e fantasie di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann. Protagonista delle tre sonate di Bach in programma (due con basso continuo, BWV 1034 e BWV 1035, e una con clavicembalo obbligato, BWV 1030) è il flauto traverso, strumento molto in voga all’inizio del Settecento, al quale il compositore dedicò diversi lavori, affascinato dalle sue potenzialità espressive e dinamiche. Ancora il flauto protagonista con la Fantasia in fa diesis minore di Telemann, mentre completano il programma due capisaldi del repertorio bachiano: la Fantasia cromatica e fuga in fa diesis minore BWV 903 per clavicembalo e la celebre Suite in sol maggiore BWV 1007 per violoncello solo.

Un’occasione unica, dunque, per ascoltare questo affascinante repertorio eseguito da tre virtuosi eccezionali: un sodalizio artistico di lunga data che si affianca a straordinarie carriere individuali, dense di importanti progetti musicali e prestigiose collaborazioni.

Primo flauto dei Berliner Philharmoniker dall’età di ventidue anni, Emmanuel Pahud è rinomato in tutto il mondo per la sua prodigiosa carriera. Vastissimo il suo repertorio, che spazia dal barocco a nuovi lavori appositamente commissionati, con oltre 40 incisioni discografiche all’attivo: la sua collaborazione con EMI/Warner Classics, di cui è artista esclusivo, si sta rivelando come il più significativo contributo alla musica per flauto finora registrata. Jonathan Manson vanta un’intensa carriera sia al violoncello che alla viola da gamba. Per dieci anni è stato primo violoncello dell’Orchestra Barocca di Amsterdam, con cui ha eseguito e registrato più di 150 cantate di Bach. Tra le tante collaborazioni, si segnala quella con Yo-Yo Ma, con cui ha inciso il Concerto per due violoncelli di Vivaldi. È stato tra i fondatori dell’ensemble di viole Phantasm, che ha effettuato tournée in tutto il mondo e ha inciso più di venti registrazioni pluripremiate. Rinomato in tutto il mondo come clavicembalista e direttore d’orchestra, Trevor Pinnock, con la sua lunga carriera, è riconosciuto come pioniere di un vero e proprio revival della musica antica. Ha fondato l’English Concert, di cui è stato direttore artistico dal 1972 al 2003, celebre per le sue innovative esecuzioni su strumenti d’epoca. Le sue incisioni di Corelli, Bach, Händel, Scarlatti, Rameau, Haydn, Mozart, Poulenc sono considerate un punto di riferimento nell’interpretazione del repertorio per clavicembalo.

NOTE AL PROGRAMMA

di Giuseppe Martini

 

Come per riccioli, scarpe, giustacuori, cioccolata, parasole, pendole, trumeau e quasi tutte le altre mode dell’epoca, anche per il boom europeo del flauto a inizio Settecento bisogna girarsi verso la corte di Luigi XIV, dove il modello traverso aveva soppiantato quello diritto e da lì il suo inarrestabile percorso, anche se volendo ascoltarlo in una città tedesca di quegli anni si poteva sperare sì e no in una messa o in una Passione o in un’aria vocale da Kaffeehaus altrimenti, se non si era un nobile o non si aveva accesso alle corti, concerti e sonate erano tabù. Era in questi ambienti che si lavorava alla sperimentazione sul flauto traverso: che era diverso da quello di oggi, aveva una sola chiave sul mi bemolle, un diapason più basso, suoni di diversa opacità e grazie all’incavo conico produceva suoni fondamentali più puri e armonici più evanescenti, cioè il contrario del traverso moderno. In compenso proiettava meno volume sonoro del flauto diritto, ma era più espressivo e più flessibile nella gradazione dinamica.

Forse per questo attraeva così tanto Bach, che nel periodo in cui faceva il Kapellmeister a Köthen, cioè fra 1717 e 1723, gli aveva dedicato una partita a solo, quattro sonate con basso continuo e un paio con clavicembalo obbligato (cioè concertante) forse scritte per il flautista Johann Heinrich Freytag. Fra quelle a cembalo obbligato la BWV 1030 era in origine per oboe, e mostra in effetti una dolcezza ampia e bucolica, anche quando nell’Allegro finale gli strumenti sono trascinati in un baldanzoso dialogo, mentre quelle con il continuo appaiono una, la BWV 1034, un omaggio allo stylus ecclesiasticus, e l’altra una specie di “Europe dansante”, francese nell’Adagio d’impronta improvvisativa e nell’Allegro su ritmo di rigaudon provenzale, a cui seguono una siciliana e una polonaise – ma questa sonata forse fu scritta più tardi per Federico I di Prussia, gran suonatore di traversiere, o per il suo flautista Michael Gabriel Fredersdorf. In generale però Bach non scriveva per il traverso in modo troppo virtuosistico, a differenza di Telemann che nelle dodici Fantasie amburghesi del 1732-33 ha sciorinato un’enciclopedia di danze alla moda e possibilità tecniche del flauto, ma senza perdere di vista una specie di bellezza surreale.

Anche la celebre prima Suite per violoncello di Bach è un campionario di difficoltà tecniche, anche la non meno celebre Fantasia cromatica BVW 903 è virtuosistica e labirintica. Nella Suite la geometria di polifonie, ritmi, melodie, imitazioni, mutazioni, scale, ornamentazioni converte il soliloquio in una severità morale che fa sembrare velleitari gli approcci sensuali della sarabanda e i saltelli delle altre danze. La Fantasia cromatica e fuga è invece un dramma a cielo aperto, con un recitativo che spalanca un abisso di passaggi per semitoni talmente avveniristico per quegli anni, siano gli anni di Köthen o dopo è la stessa cosa, che la fuga appare alla fine come un consolatorio ritorno all’ordine.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Biglietti da €5,00 a €35,00; riduzioni under30 e abbonati Società dei Concerti

Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it

ORARI DI APERTURA da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00 e un’ora e mezza prima dello spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora precedente lo spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi. Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili online su teatroregioparma.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.

PARTNER E SPONSOR

La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partner Chiesi. Main sponsor Iren, Barilla. Partner Crédit Agricole. Sponsor GloveICT, Drill Pac, CePIM, Grasselli, Parmalat, GHC, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Metronotte, Parmacotto, Amoretti. Con il contributo di Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Ascom Parma Confcommercio, Camera di Commercio Parma, Fondazione Monteparma. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io ci sto!”. Partner artistici Conservatorio “Arrigo Boito”, Coro del Teatro Regio di Parma. Partner istituzionali La Toscanini, Fondazione Teatro Comunale di Bologna. La Stagione Concertistica è realizzata da Società dei Concerti di Parma, con il sostegno di Chiesi, in collaborazione con Casa della Musica. Wine partner Oinoe. Fair Play Partner Zebre Radio Ufficiale Radio Monte Carlo.Sostenitori tecnici De Simoni, Teamwork, Graphital. Il Teatro Regio di Parma aderisce a Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture, Italiafestival.

Parma, 14 febbraio 2024

Paolo Maier

Responsabile Comunicazione istituzionale, Ufficio Stampa, Archivio

Teatro Regio di Parma strada Garibaldi, 16/A, 43121 Parma – Italia

Tel. +39 0521 203969
p.maier@teatroregioparma.it

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Teatro Regio di Parma

domenica 3 marzo 2024, ore 20.30

Flauto EMMANUEL PAHUD

Violoncello TREVOR PINNOCK

Clavicembalo JONATHAN MANSON

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata per flauto traverso e continuo, in mi minore, BWV 1034

Adagio ma non tanto – Allegro – Andante – Allegro

Fantasia cromatica e fuga per clavicembalo, in re minore, BWV 903

Georg Philipp Telemann (1681-1757)

Fantasia per flauto traverso n. 10, in fa diesis minore, TWV 40:11

A tempo giusto – Presto – Moderato

Johann Sebastian Bach

Sonata per flauto traverso e clavicembalo obbligato, in si minore, BWV 1030

Andante – Largo e dolce – Presto – Allegro

Suite per violoncello solo n. 1, in sol maggiore, BWV 1007
Prélude – Allemande – Courante – Sarabande – Menuet I – Menuet II – Gigue

Sonata per flauto traverso e continuo, in mi maggiore, BWV 1035

Adagio ma non tanto – Allegro – Siciliano – Allegro assai

STAGIONE CONCERTISTICA 2024

Teatro Regio di Parma

venerdì 26 gennaio 2024, ore 20.30

TRIO DI PARMA

Violino Ivan Rabaglia Violoncello Enrico Bronzi

Pianoforte Alberto Miodini

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

Direttore DIEGO CERETTA

Musiche di Ludwig Van Beethoven, Antonin Dvorák

lunedì 19 febbraio 2024, ore 20.30

QUARTETTO INDACO

Violino ELEONORA MATSUNO, IDA DI VITA

Viola JAMIANG SANTI Violoncello COSIMO CAROVANI

Pianoforte ALESSANDRO TAVERNA

Musiche di Johannes Brahms

domenica 3 marzo 2024, ore 20.30

Flauto EMMANUEL PAHUD

Clavicembalo TREVOR PINNOCK

Violoncello JONATHAN MANSON

Musiche di Johann Sebastian Bach, Georg Philipp Telemann

lunedì 18 marzo 2024, ore 20.30

Pianoforte MICHAIL PLETNËV

Musiche di Frédéric Chopin, Alexander Scrjabin

lunedì 22 aprile 2024, ore 20.30

Pianoforte ANDREA LUCCHESINI

Musiche di Ludwig Van Beethoven,

Robert Schumann, Franz Liszt

domenica 26 maggio 2024, ore 17.30

Chitarra BERTA ROJAS

In occasione del Paganini Guitar Festival

note al programma di Giuseppe Martini

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata per flauto traverso e continuo, in mi minore, BWV 1034

Adagio ma non tanto – Allegro – Andante – Allegro

Fantasia cromatica e fuga per clavicembalo, in re minore, BWV 903

Georg Philipp Telemann (1681-1757)

Fantasia per flauto traverso n. 10, in fa diesis minore, TWV 40:11

A tempo giusto – Presto – Moderato

Johann Sebastian Bach

Sonata per flauto traverso e clavicembalo obbligato, in si minore, BWV 1030

Andante – Largo e dolce – Presto – Allegro

Suite per violoncello solo n. 1, in sol maggiore, BWV 1007
Prélude – Allemande – Courante – Sarabande – Menuet I – Menuet II – Gigue

Sonata per flauto traverso e continuo, in mi maggiore, BWV 1035

Adagio ma non tanto – Allegro – Siciliano – Allegro assai

Come per riccioli, scarpe, giustacuori, cioccolata, parasole, pendole, trumeau e quasi tutte le altre mode dell’epoca, anche per il boom europeo del flauto a inizio Settecento bisogna girarsi verso la corte di Luigi XIV, dove il modello traverso aveva soppiantato quello diritto e da lì il suo inarrestabile percorso, anche se volendo ascoltarlo in una città tedesca di quegli anni si poteva sperare sì e no in una messa o in una Passione o in un’aria vocale da Kaffeehaus altrimenti, se non si era un nobile o non si aveva accesso alle corti, concerti e sonate erano tabù. Era in questi ambienti che si lavorava alla sperimentazione sul flauto traverso: che era diverso da quello di oggi, aveva una sola chiave sul mi bemolle, un diapason più basso, suoni di diversa opacità e grazie all’incavo conico produceva suoni fondamentali più puri e armonici più evanescenti, cioè il contrario del traverso moderno. In compenso proiettava meno volume sonoro del flauto diritto, ma era più espressivo e più flessibile nella gradazione dinamica.

Forse per questo attraeva così tanto Bach, che nel periodo in cui faceva il Kapellmeister a Köthen, cioè fra 1717 e 1723, gli aveva dedicato una partita a solo, quattro sonate con basso continuo e un paio con clavicembalo obbligato (cioè concertante) forse scritte per il flautista Johann Heinrich Freytag. Fra quelle a cembalo obbligato la BWV 1030 era in origine per oboe, e mostra in effetti una dolcezza ampia e bucolica, anche quando nell’Allegro finale gli strumenti sono trascinati in un baldanzoso dialogo, mentre quelle con il continuo appaiono una, la BWV 1034, un omaggio allo stylus ecclesiasticus, e l’altra una specie di “Europe dansante”, francese nell’Adagio d’impronta improvvisativa e nell’Allegro su ritmo di rigaudon provenzale, a cui seguono una siciliana e una polonaise – ma questa sonata forse fu scritta più tardi per Federico I di Prussia, gran suonatore di traversiere, o per il suo flautista Michael Gabriel Fredersdorf. In generale però Bach non scriveva per il traverso in modo troppo virtuosistico, a differenza di Telemann che nelle dodici Fantasie amburghesi del 1732-33 ha sciorinato un’enciclopedia di danze alla moda e possibilità tecniche del flauto, ma senza perdere di vista una specie di bellezza surreale.

Anche la celebre prima Suite per violoncello di Bach è un campionario di difficoltà tecniche, anche la non meno celebre Fantasia cromatica BVW 903 è virtuosistica e labirintica. Nella Suite la geometria di polifonie, ritmi, melodie, imitazioni, mutazioni, scale, ornamentazioni converte il soliloquio in una severità morale che fa sembrare velleitari gli approcci sensuali della sarabanda e i saltelli delle altre danze. La Fantasia cromatica e fuga è invece un dramma a cielo aperto, con un recitativo che spalanca un abisso di passaggi per semitoni talmente avveniristico per quegli anni, siano gli anni di Köthen o dopo è la stessa cosa, che la fuga appare alla fine come un consolatorio ritorno all’ordine.

Giuseppe Martini

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