DONNE E LAVORO filanda di Forno a Pontremoli

Otto marzo dedicato al lavoro delle donne, diritti e autodeterminazione.  “A lavorev el filo” ( Lavoravo il filo) oppure “Ass’ cantev, ass’ cantev sempr” (Si cantava, si cantava sempre) , con queste frasi pronunciate   dalle ultime filatrici possiamo veramente riprendere il  filo della memoria con la ex filanda di Forno, la fabbrica di cotone di fine Ottocento.     

Torna a richiesta il libro “Le donne della memoria – la memoria delle donne – Racconti, testimonianze e narrazioni delle filatrici del Cotonificio ligure di Forno” di Angela Maria Fruzzetti  (Tara editoria)  che sarà presentato in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna in programma  sabato 9 marzo alle 16,00 a Pontremoli, organizzato dall’Anpi di Pontremoli “Laura Seghettini” e dalla Spi Cgil Lega Lunigiana. “Diritti, parità, pace, democrazia, libertà per tutte, per tutti”  è lo slogan che contraddistingue la giornata  che si terrà  presso la sede dello Spi Cgil in via Cavour a Pontremoli. Porterà il saluto  Ennio Spinetti Spi Cgil Lunigiana. Introduce Caterina Rapetti dell’Anpi Pontremoli. Dialoga con la scrittrice, Barbara Giorgi. Le conclusioni sono affidate a Patrizia Bernieri segretaria generale Spi Cgil Massa Carrara. Saranno presenti l’editore Daniele Tarantino e la regista Francesca Corchia. Il libro è corredato di un docu-film  con le testimonianze delle ultime filatrici di Forno che lavorarono fino al 1942, quando la fabbrica chiuse i battenti nella disperazione delle donne e divenne magazzino  della Marina militare di Spezia per essere poi bombardata dai tedeschi nel luglio 1944, dopo la strage di Forno del 13 giugno 1944.  “La filanda ci dava il pane – raccontano le anziane filatrici  ripercorrendo quel periodo in cui, dai primi anni del Novecento fino alla fine del Trenta, l’economia dell’intero paese  fu prevalentemente  in mano alle donne. Attraverso il lavoro (anche se sfruttate) le ragazze dell’epoca afferrarono il filo dell’emancipazione, lottando per i loro diritti di donne, madri  e lavoratrici. Tante le storie e ognuna meriterebbe uno spazio a se proprio per il grande apporto  dato alla lotta per  la conquista dei diritti e, in seguito, alla lotta di Resistenza durante  la seconda guerra mondiale. Il lavoro alla filanda s’intreccia con la lotta per la sopravvivenza della popolazione  nel 1944/45 quando le giovani donne intrapresero i viaggi della fame  oltre l’Appennino, svuotando le cassapanche dei loro corredi (dote delle giovani fanciulle accumulata grazie al lavoro in fabbrica)  e riempiendole, pressandole  di farina di castagne (si tagliava a scaglie come il formaggio).”Il libro  che ripresenterò  in altre occasioni – conclude Fruzzetti – oltre che ad aprire una straordinaria pagina di storia dedicata al lavoro femminile, vuole essere anche uno stimolo  per invitare l’amministrazione comunale  di Massa a mettere mano alla Filanda di Forno, monumento che racconta  la grande epopea dell’emancipazione femminile attraverso il lavoro e la fine di un sogno con  il bombardamento dell’estate  di 80 anni fa. La filanda è un museo che deve tornare a vivere, anche attraverso la voce e i gesti delle ultime lavoratrici”. Il cotonificio ligure di Forno iniziò l’attività nel 1891  e dopo pochi anni vedeva occupate circa mille persone, in prevalenza femminile. 

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *