Serena conduce operaclassica eco italiano

Una storia senza tempo di amicizia e di amore, di sogni e di speranze, ovvero di vita umana quella messa in musica da Puccini in LA BOHÈME dove si fondono musica e poesia

UN NUOVO ALLESTIMENTO PER LA REGIA DI MASSIMO GASPARON AFFIDATO ALLA DIREZIONE DI MICHELANGELO MAZZA

LA BOHEME  DEBUTTA SUL PALCOSCENICO DEL GRAN TEATRO ALL’APERTO SABATO 20 LUGLIO E SARÀ IN SCENA AL 70° FESTIVAL PUCCINI  PER QUATTRO RAPPRESENTAZIONI

Una NUOVA PRODUZIONE per quello che è uno dei titoli d’opera tra i più popolari  e che da 128 anni  commuove spettatori di tutto il mondo.   

La Bohème di Giacomo Puccini non ha mai smesso di  colpire il cuore dell’ascoltatore; pagine musicali in cui si fondono grande  lirismo e assoluta poesia per  raccontare la gioventù, i sogni  di  giovani  animati da ideali dell’arte e proiettati verso la vita, quella vita fatta di sogni, sogni che duri colpi del destino  possono interrompere freddamente rivelando il dolore umano. L’allestimento del 70° Festival Puccini di Torre del Lago porta la firma di Massimo Gasparon che per questa nuova Bohème ha ideato scene e costumi e ne cura la regia “Ho inteso sfuggire alla prevedibilità del realismo che ha relegato troppo spesso la Bohème nei cliché dell’effetto povertà parigina  dell’Ottocento. Nella mia ricerca di messa in scena  non sono mai stato pienamente convinto né da un approccio registico filologico, che non riesce a dare a pieno la sensazione di vera giovinezza,

irresponsabile, insolente e spensierata che percorre  tutti i protagonisti né da un forzato attualismo che cerca di collocare l’azione in un altro momento storico, cercando di eludere i veri nodi drammaturgici dell’opera

L’ambientazione pertanto è quella di un mondo ideale di giovani intellettuali, la scena è dominata da una gigantesca soffitta al centro del palcoscenico, una mansarda ideale, astratta, razionale, candida;  i protagonisti  indossano bei costumi, non abiti dimessi e trascurati e Mimi stessa non è  solo una brava  ragazza senza alcun cedimento in malizia o civetteria, ma ritrova  quell’aria consapevolmente seducente che hanno tutte le protagoniste del romanzo di Henry Murger. E i quattro ragazzi che frequentano il Cafè Momus non sono solo dei poveracci scriteriati, quanto invece fini intellettuali.

La giovinezza,  le sue passioni, il vivere intensamente la vita è quello che vedremo in scena nelle interpretazioni di  quattro giovani amici Rodolfo, Ivan Ayon Rivas, Marcello Alessandro Luongo  Schaunard  Gianluca Failla, Colline Adolfo Corrado, e dei loro amori, con le  due giovani protagoniste, Mimì Carolina Lopez Moreno  e Musetta, Sara Cortolezzis.

Sul fonte musicale alla testa di Orchestra e Coro del Festival Puccini, fa il suo debutto a Torre del Lago Michelangelo Mazza:  “In  Bohème è particolarmente commovente l’ossessiva presenza del tema di Mimì nel quarto atto, ogni volta che ella compare: è come se, prima della morte, il compositore volesse rimarcare tutto l’amore che prova per la protagonista. Nonostante la tragedia, devo però dire che ogni volta che affronto La Bohème mi sembra di ringiovanire: per me, la bellezza di questa musica è una cura”.  Completano il cast Benoit  Stefano Marchisio, Alcindoro  Italo Proferisce, Parpignol  Saverio Pugliese Sergente dei Doganieri – Italo Proferisce Un Doganiere  Alessandro Ceccarini. Coreografia  Gheorghe Iancu;  Disegno video – Matteo Letizi

Il Coro del Festival Puccini è diretto da Roberto Ardigò, Il Coro delle voci bianche è istruito da Viviana Apicella.

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