Guadine: ztl e disagi

TORRENTE RENARA: oasi da tutelare e valorizzare
Anziani di Guadine: “Siamo agli arresti domiciliari. Non si vede più nessuno”
MASSA – Sulla situazione che si è venuta a creare a Guadine e lungo la via Bassa
Tambura intervengono il format politico “Tra la gente” e il comitato “Una
montagna da salvare”. “Avevamo già sollevato forti dubbi sulla Ztl temporanea
per i weekend estivi per raggiungere il torrente Renara – spiega Stefano Pucci di
Tra la gente – e pensato all’istituzione di un bus navetta che potesse portare i
turisti e i residenti a visitare le pozze delle Guadine senza bloccare il transito
degli abitanti dei paesi a monte. Per la sosta delle auto, sarebbe stato possibile
ripulire dai rovi l’area in prossimità della zona “Molino” per organizzare un
parcheggio vicino a Gronda. Sarebbe stata la miglior soluzione senza arrecare
danno né ai visitatori né ai residenti”.
Rimasti inascoltati, l’amministrazione ha deciso di continuare con la scelta a
costo zero, creando i disagi che poi si sono concretizzati con file di auto
parcheggiate in via Bassa Tambura e via XIII Giugno, intralciando il traffico
veicolare. “In via Bassa Tambura – interviene il comitato in una nota – si è reso
necessario istituire addirittura un senso unico alternato per consentire al
traffico di defluire tra le due file di auto in sosta lateralmente alla strada. Quello
che è stato vietato in via Alta Tambura, dal bivio a Gronda, ovvero il divieto di
sosta, è autorizzato senza batter ciglio in via Bassa Tambura, dalla segheria di
Poggio Piastrone fino al monumento ai caduti, a Forno. Chiaro che la gente che
va al fiume da qualche parte deve parcheggiare e, avendo istituito una Ztl e un
divieto sosta senza alternative (in genere questi provvedimenti si applicano
realizzando punti sosta alternativi) è stato creato un caos senza precedenti.
Basta recarsi a Forno o verso i paesi della Valle dei Canali un sabato pomeriggio
per rendersene conto. Da non sottovalutare il fatto che molte persone hanno
rinunciato al fiume proprio per questi motivi. Inoltre – prosegue il comitato – i
residenti delle Guadine si sentono agli “arresti domiciliari”: non vedono più
nemmeno i loro familiari in maniera libera, quando vogliono e possono. Un’
anziana (è un esempio) si trova in difficoltà perchè per ricevere i parenti deve
recarsi con la propria auto a Ponte di Forno, traghettarli fino alle Guadine e
riaccompagnarli. Insomma, limitare la libertà di movimento ci sembra una cosa
grave. A monte di Guadine ci sono piazzali che consentirebbero la realizzazione
di un ampio parcheggio per oltre un centinaio di auto: soluzione che avrebbe
dato un senso alla Ztl a Guadine e al divieto lungo tutta la strada. Auspichiamo
che questa sia la prima e ultima estate gestita in questa maniera. E’ importante
stabilire la sicurezza ma è altrettanto importante ascoltare chi quei luoghi li vive
e sa proporre suggerimenti utili per un giusto equilibrio”. Qualcuno ricorda le
polle di Malbacco, a cui il Renara non nulla da invidiare: “Il comune di Seravezza
ha istituito un bus navetta gratuito e degli spazi sosta a pagamento – concludono

i due gruppi -: basta saper copiare. L’oasi del torrente Renara è un punto di
riferimento turistico , basterebbe saper sfruttare questa possibilità e
trasformarla in risorsa e aprire ai visitatori, non certo con un posto di blocco che
“blocca” qualsiasi ispirazione vacanziera”. Il fiume racconta la storia del nostro
territorio, ogni pozza ha un nome legato a episodi che riportano a tradizioni
popolari: “Come comitato – conclude – abbiamo svolto una ricerca storica su
ogni pozza naturale, nella cultura della gente apuana, con l’obiettivo di creare
un percorso emozionale turistico, aprire ai visitatori valorizzando la storia, la
cultura e le tradizioni di quell’oasi verde che deve decollare, per favorire la
rinascita della nostra città. Pozze testimoni dell’eccidio nazifascista delle
Guadine del 24 agosto 1944, acque che si tinsero di rosso e che raccontano una
Memoria da salvaguardare”.

Ufficio stampa Taraeditoria&Comunicazione

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