Camus di Pierfranco Bruni è uno scrittore innovativo e fuori dagli schemi consueti 

È solitudine ed esilio. Il viaggio di Albert Camus nella storia culturale di Pierfranco Bruni si articola proprio su questi due pilastri che si registrano come segni metafisici e come dimensione onirica. Proprio un bel libro il «Camus in solitudine d’esilio», Solfanelli editore, di Pierfranco Bruni. È un intreccio tra letteratura, filosofia e vita. 

L’esperienza letteraria di Pierfranco Bruni è fondamentale. Sembra raccontare il senso vero di Camus tra i suoi romanzi e il senso del tragico che campeggia nel suo esistere. In Camus Bruni recupera soprattutto Dostoevskij e con esso il sottosuolo che conduce a tutta il mondo del Novecento. 

Sfiora appena la polemica con Sartre ma pone in evidenza un Camus oltre le ideologie e soprattutto agli antipodi del marxismo anche se all’inizio guardava con attenzione. Non gli interessa l’intellettuale organico. Ma la libertà della cultura. Infatti Bruni lo pone al centro di una problematica eretica. Un Camus eretico è completamente una chiave di lettura significativa. 

Capitoli veloci in una comparazione stretta tra Camus e lo stesso Bruni. Un libro di spessore. Di forte spessore. È pubblicato nella collana Micromega nella quale Bruni ha già pubblicato un testo su Dante e il suo recente Kafka che si lega «empaticamente» proprio a questo Camus. 

In fondo Kafka e Camus si potrebbero leggere come un unico percorso. Anzi consiglierei di leggerli insieme per trovare una chiave di lettura unica.  Dalla poesia alla filosofia Pierfranco Bruni percorre un tracciato zambranoano di alto valore linguistico e tematico. Insimma il Camus di Pierfranco Bruni è uno scrittore innovativo e fuori dagli schemi consueti.

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