Giornata mondiale della filosofia con Albert Camus della Solfanelli di Pierfranco Bruni 

Marilena Cavallo 

Nella Giornata Mondiale della filosofia non posso non  porre l’attenzione su un autore e un libro, del quale mi sono già occupata di recente. Si tratta di Albert Camus. Il testo riguarda «Camus. In solitudine d’esilio» di Pierfranco Bruni edito da Solfanelli (pp. 136, euro 11.00) nella prestigiosa collana Micromega. Cosa c’è di nuovo in questo libro su Camus? 

C’è da dire che Albert Camus abita l’esistenza tra il vissuto e il pensato. Ma cosa è una esistenza? Lungo tutto il viaggio non si può dare una risposta unica e definitiva. Certo è che non è una storia e non è storia. È un pensiero che incontra il «dritto e il rovescio» delle vite che abbiamo attraversato tra il sole e la tempesta. Entriamo nelle emozioni che incrociano la nostra frammentarietà in un tempo di catastrofi. Se non dovessimo toccare con consapevolezza la catastrofe verremmo sopraffatti dalle macerie e dalle rovine che lasciamo sulle orme dei nostri passi. L’ombra dei passi è l’ombra dei giorni. Di tutti i giorni che abbiamo perso e che mai più riavremo. Che mai più recupereremo. Avrebbe senso recuperare ciò che non possiamo più avere come un tempo lo abbiamo conosciuto?

     Camus ha stretto il necessario e l’assoluto nella visione della rivolta e ponendosi davanti a uno specchio ha sconfitto la storia a vantaggio del mistero, perché il destino altro non è che dissolvenza del caos. Un pellegrinaggio che conduce, tra l’oblio e il tutto, a un desiderio d’amore e in cui la conoscenza e la memoria sono dei pilastri indispensabili.

     Questo libro nasce non solo da una lettura comparata sulla produzione di Camus, ma da una profonda empatia con un’opera magistrale che resta riferimento di un’epoca contraddittoria e in disgregazione che segna un passaggio inevitabile tra tradizione e pensiero in rivolta. 

Si arricchisce di una appendice su alcuni autori francesi tra i quali coraggiosamente compaiono Robert Brasillach e Boris Vian. Due poeti e pensatori che sembrano appartenere a formazioni filosofiche e letterarie diverse ma che appartengono a quella cultura dell’umanesimo alla quale lo stesso Camus ha fatto spesso riferimento.

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