Addio a Mario Vargas Llosa, gigante della letteratura mondiale

Carlo Di Stanislao

«Il romanzo è finzione, è menzogna, eppure ci dice più della verità di mille saggi.» – Mario Vargas Llosa

Lutto nel mondo della cultura. Si è spento a Lima, domenica 13 aprile 2025, lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la Letteratura nel 2010 e membro dell’Académie française, all’età di 89 anni. A darne l’annuncio è stato il figlio maggiore Álvaro, con un messaggio condiviso sui social e firmato anche dai fratelli Gonzalo e Morgana: “È con profonda tristezza che annunciamo che nostro padre è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace.”

Negli ultimi mesi si erano moltiplicate le voci sul peggioramento delle sue condizioni di salute, mentre Vargas Llosa era tornato a vivere nella capitale peruviana. “È alla vigilia dei 90 anni, un’età in cui bisogna ridurre un po’ l’intensità delle proprie attività”, aveva dichiarato lo stesso Álvaro lo scorso ottobre, senza entrare nei dettagli della malattia. Durante la pandemia da Covid, lo scrittore aveva già affrontato un lungo ricovero ospedaliero.

Una vita tra letteratura e impegno civile
Autore prolifico e figura centrale della narrativa latinoamericana, Vargas Llosa aveva ricevuto il Nobel per aver raccontato la “cartografia delle strutture del potere” e per aver saputo descrivere con lucidità “la resistenza, la rivolta e la sconfitta dell’individuo”. Primo scrittore peruviano a ricevere il più prestigioso riconoscimento letterario mondiale, ha attraversato con la sua opera le trasformazioni storiche, sociali e culturali del Novecento e del nostro secolo.

Intellettuale impegnato, non ha mai separato il ruolo dello scrittore da quello del cittadino, partecipando attivamente alla vita politica del suo Paese e del mondo ispanico, fino a candidarsi alla presidenza del Perù nel 1990.

L’eredità di un romanziere totale
Per Vargas Llosa, il romanzo era il genere letterario per eccellenza: “Solo il romanzo può beneficiare dell’intera esperienza umana”, sosteneva, seguendo le orme di Flaubert, suo maestro ideale. La sua vasta produzione, pubblicata in Italia da Einaudi, comprende capolavori come «La città e i cani»«La guerra della fine del mondo»«La zia Julia e lo scribacchino»«Conversazione nella «Catedral»» e «La festa del Caprone», fino ai più recenti «Crocevia» e «Le dedico il mio silenzio» (2024).

Romanzi, saggi, racconti e articoli: ogni pagina firmata da Vargas Llosa è una testimonianza profonda dell’essere umano, delle sue contraddizioni e dei suoi sogni. Con la sua scomparsa, il mondo perde una voce colta, ironica, appassionata. Ma il suo lascito continuerà a parlarci, a interrogarci, a commuoverci.

Mario Vargas Llosa resterà, come i grandi, vivo nelle parole che ha scritto.

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