Ufficio Stampa 06/08/2019
CARMINA BURANA
di Carl Orff
Arena di Verona
Domenica 11 agosto – ore 21.45
Direttore: Ezio Bosso
Solisti: Ruth Iniesta, Raffaele Pe, Mario Cassi
Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona
Carmina Burana all’Arena di Verona, 2014 ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
Domenica 11 agosto il grande affresco di poesia medievale in musica risuonerà per la terza volta tra le antiche pietre areniane per festeggiare l’atteso debutto del Maestro Ezio Bosso sul più grande e antico palco lirico del mondo in una stagione che ogni giorno si arricchisce di importanti presenze internazionali. Protagonisti della serata l’Orchestra areniana, le voci del Soprano Ruth Iniesta, del Controtenore Raffaele Pe e del Baritono Mario Cassi, il Coro diretto da Vito Lombardi e il doppio Coro di voci bianche – con oltre 60 bambini – A.d’A.MUS diretto da Marco Tonini e A.LI.VE diretto da Paolo Facincani.
Repertorio tra i più trascinanti ed evocativi del panorama classico, trasversalmente divulgato da cinema e televisione tanto da essere molto noto anche al grande pubblico nei suoi momenti di maggiore potenza espressiva, i Carmina Burana furono presentati la prima volta in Arena con indiscusso successo nel 2014 e 2015 e tornano oggi in stagione con l’apporto fondamentale del Maestro Ezio Bosso nel suo attesissimo e lungamente preparato debutto in Arena.
I 24 brani musicati da Orff, prevalentemente in latino, alcuni in alto tedesco antico ed uno in provenzale, sono tratti da una raccolta di testi poetici medievali dell’XI e XII secolo ritrovati nel monastero bavarese di Benediktbeuern, nei pressi di Bad Tölz in Baviera, e tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del Tredicesimo secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus: da qui il termine Carmina Burana, introdotto nel 1847 dallo studioso Johann Andreas Schmeller in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Dunque un testo che ben rispecchia la nascita dello spirito poliglotta e internazionalista del Medio Evo Imperiale e Bizantino all’uscita dai primi oscuri secoli dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, e dunque perfetto per intrecciarsi al pensiero di Bosso sempre volto a sottolineare la capacità della musica, sin dal suo farsi, di superare le barriere linguistiche e non solo; ed impeccabile anche per il pubblico profondamente internazionale dell’estate veronese, vero melting pot di infinite nazionalità unite dal comune desiderio di musica e spettacolo. Ma anche un testo musicale magniloquente, perfetto per lo scenario imponente dell’Arena che conduce naturalmente la cantata scenica ad una dimensione di grandiosità che solo la magnificenza dell’Anfiteatro riesce a raggiungere.
Reduce dal trionfo del programma musicale da lui ideato Che Storia è la Musica a giugno su Rai3, dagli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, nonché dai successi di critica e pubblico, che lo hanno visto alla testa delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all’Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, Ezio Bosso è oggi sicuramente un nome consolidato ma al contempo fresco e polarizzante, capace di stimolare un ascolto nuovo e mai di routine.
La Sovrintendente Cecilia Gasdia dichiara: «Abbiamo iniziato a pensare al Maestro Bosso già per la scorsa edizione ma problemi di calendario ci hanno impedito di realizzare il progetto. Per l’Arena, il cui Festival è nato nel 1913 e che da sempre ha come obiettivo quello di diffondere la cultura e l’amore per l’opera, è importante proseguire la propria vocazione garantendo la presenza di un indiscusso artista, i cui successi sul podio sono sotto gli occhi di tutti, e che è al contempo un grandissimo divulgatore, capace di ampliare il pubblico della classica in uno dei momenti storici più difficili per essa. E poi vogliamo iniziare a portare nomi nuovi su questo palco, nomi freschi, di appeal internazionale e nazionale, nomi che segnino anche un cambio di passo: l’invito a Bosso fa parte di questo percorso di attenzione al contesto internazionale e italiano. E poi ci piace che Bologna e l’Emilia gli vogliano bene e gli riservino lo stesso affetto che storicamente rivolgono all’Arena di Verona».
Il Maestro Ezio Bosso, che rimarrà a Verona per almeno 10 giorni prima del debutto in ossequio alla sua filosofia di creare innanzitutto un rapporto amicale, sereno e produttivo con le orchestre con cui lavora, ricorda: «Quando mi ha chiamato la signora Gasdia per confermarmi questo immenso onore mi ha detto una frase che racchiude tutto: “Quando ci parliamo noi musicisti le cose succedono”. Ed è proprio così, e la partitura di Orff ne è un esempio, capace di inventare un suono di una parola antica. Un suono non ancora scoperto ma che diventa quel suono. Capace di essere inclusivo, didattico, propedeutico di ogni disciplina. E poi Un Inno alla vita in tutte le sue forme. Allo stesso tempo una partitura talmente immediata da restare su quel precipizio del non essere esplorata per troppa bellezza. A questo mi dedicherò con tutte le mie forze con tutti i miei compagni di viaggio: a questo rispetto e allo scavare insieme come in quei canti che da terra, parlando di vita, sapore, amore, fratellanza, portano a toccare il cielo e a guardarlo meglio. Perché l’Arena di Verona non ha paragoni ed è innegabile: è il palcoscenico dei sogni di tutti i direttori e cantanti e musicisti. E a volte dei loro genitori. È il palcoscenico dei sogni di amanti della musica e degli innamorati. Andare all’Arena è un gesto ricco di commozione, che fa la storia di chi c’è potuto essere e non è solo andare a un concerto, se ci pensate. Una responsabilità ancora più evidente per me, anche se la metto sempre in ogni cosa che faccio. E tanti veronesi lo sanno perché lo dissi senza remore nei miei concerti passati, è il sogno della mia mamma (e anche del mio papà). Perché Verona l’ha protetta negli anni della guerra. Quello che dissi fu: “se non ci fosse Verona, non sarei nato”. E l’Arena fu il primo regalo che potei fare insieme a mia sorella ai nostri genitori: farla tornare ad andare all’Arena dove non era potuta andare in quegli anni.
E questo credo dica tutto, soprattutto la gratitudine che ci sarà in ogni gesto da direttore – e non solo – che vedrete in quei giorni. Quindi Grazie ancora Verona e grazie signora Gasdia e grazie Arena. Perché Verona è l’Arena e l’Arena è Verona. È proprio vero, i musicisti quando fanno tra di loro, esaudiscono desideri senza tempo».
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Ezio Bosso e i Carmina Burana
Mi piace debuttare sul magnifico palco areniano e sul suo impegnativo podio con Carmina Burana perché ne condivido, almeno in parte, lo stravagante destino: opera figlia di un lavoro filologico pioneristico e di un impegno didattico altrettanto pioneristico, ha avuto, sia per puro caso ma anche per puro merito artistico, una storia davvero pop, se è vero che O Fortuna è l’incipit di tanti concerti Metal, primo fra tutti il mitologico Ozzy così, nei preconcetti di molti, esso è diventato “opera leggerina”. E così, come i miei fratelli Carmina, io ho fatto studi classici, ho lavorato come musicista solo in orchestre classiche, ho composto solo secondo canone e infine giunto a concretizzare la mia vocazione primigenia, la direzione, ho diretto solo orchestre di tradizione sul grande repertorio di tradizione, ma dato che ho tanto pubblico, nel fondo per alcuni “sono un po’ pop”. Quasi fosse un’offesa. Dimenticando e ignorando che il ruolo di un uomo di cultura è proprio quello di rendere popolare i tesori della storia e confondendo la missione di tutti i grandi musicisti con un genere (di tutto rispetto) ma io sono soggetto noioso e quindi parliamo di loro: Carmina sono il frutto più famoso di un uomo che dedicò tutta la sua vita alla riscoperta dell’antico, partendo dall’italianissimo Monteverdi, con una ricerca di scavo profonda, archeologica in metafora, strettamente filologica, e d’altro canto a quella che chiamava la sua “cava”, fucina didattico-pedagogica e luogo di sperimentazione e creatività.
Mi ci ritrovo: lavoro, studio, ricerca unite a divulgazione e “insegnare imparando”, docente che cresce interagendo con gli studenti, col pubblico. La riscoperta dell’antico, da Monteverdi al Barocco fino a Catullo e al latino, come ispirazione per il nuovo, per creare un suono, un’idea che non sarà mai l’originale, ma che è poetica precisa e soprattutto creare un’immaginario collettivo, così reale e irreale al contempo: questa la forza di Orff che ancora oggi convince e che cercherò di onorare per noi in Arena sfruttando, come amava Orff, i dettagli, l’acustica di una sala immensa e aperta che però aiuta i pianissimo, magicamente. E poi alla fine quei Clerici Vagantes, studenti seri che amano la parte sanguigna della vita, ricordano la vita che più amo, quella dell’orchestra: studiosi musici, che vagano insieme per portare il frutto del loro studio e che terminato il pesante lavoro, godono insieme di una vita errabonda, comunitaria e internazionalista prima ancora che il termine nascesse. I Clerici Vagantes siamo noi tutti stasera e insieme celebriamo la vita, la musica e la fortuna!
Ezio Bosso
EZIO BOSSO
Direttore d’orchestra
Direttore stabile e Artistico della StradivariFestival Chamber Orchestra, Sony Classical International Artist dal 2016, Ezio Bosso viene nominato Steinway Artist a febbraio 2018. È inoltre Testimone e Ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado, diretta dalla figlia Alessandra: una conferma dell’impegno didattico e sociale del maestro Bosso, che dunque si sviluppa non solo nella sua intensa attività di divulgazione, sempre ribadita anche nell’attività concertistica, nell’impegno costante ad aprire, dove possibile, tutte le prove orchestrali o cameristiche – primo direttore a farlo – e nelle sue lezioni aperte a tutti, ma anche nell’attività svolta con Opera Pia Barolo e Medicina a Misura di Donna a Torino. Inoltre a gennaio 2019 è protagonista sul podio dell’evento Grazie Claudio per i 5 anni dalla scomparsa di Abbado, alla guida di una compagine di grandi musicisti abbadiani provenienti da tutto il mondo e a giugno 2019 con il programma di Rai3 Che Storia è la Musica ha rivoluzio
MARIO CASSI
Baritono
Mario Cassi vince il “Toti Dal Monte” a Treviso e il premio Zarzuela al Concorso “Operalia” nel 2003. Seguono impegni nei maggiori teatri italiani ed europei, collaborando con direttori quali Riccardo Muti, Daniel Oren, Stefano Montanari, Roberto Abbado, Michele Mariotti, Giovanni Antonini, Donato Renzetti, Christophe Rousset e con registi quali Pier Luigi Pizzi, Damiano Michieletto, Irina Brook, Micha van Hoecke, Louis Erlo, David McVicar, Carlos Saura.
Interpreta, come Dottor Malatesta, Don Pasquale di Donizetti con Riccardo Muti a Ravenna e poi in tournée in Europa e Russia; L’Italiana in Algeri di Rossini a Bologna e Pesaro; Figaro ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini a Pesaro, Valencia, Madrid, Napoli, Buenos Aires, Firenze, Barcellona, Tel Aviv e Roma; Silvio in Pagliacci alla Scala di Milano, Toulouse e Dresda; Belcore ne L’Elisir d’amore di Donizetti a Nizza, Palermo, Napoli, Firenze, Vienna, Parigi, Monaco; I Due Figaro di Mercadante a Ravenna e in tournée a Salisburgo, Madrid e Buenos Aires; La Favorite di Donizetti a Bergamo; Lord Guglielmo Cecil in Maria Stuarda di Donizetti a Macerata; Marcello ne La Bohème di Puccini a Birmingham e Milano; Patrocle in Iphigénie en Aulide di Gluck con Riccardo Muti a Roma; Il Califfo di Bagdad di Manuel Garcia a Granada, Madrid e Barcellona; Carmina Burana di Orff a Bari, Piacenza, Modena e Parma; Il Viaggio a Reims di Rossini ad Amsterdam ; Madama Butterfly di Puccini a Bari; Lucia di Lammermoor di Donizetti a Piacenza e Parma; Figaro ne Le Nozze di Figaro di Mozart a Vienna.
Particolarmente intensa la sua collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie di Liegi dove interpreta Il Matrimonio segreto di Cimarosa; Maria Stuarda; La Bohème; Le Nozze di Figaro, Il Flauto Magico e Don Giovanni di Mozart; L’Italiana in Algeri di Rossini; La Favorite; La Traviata e Il Trovatore di Verdi.
Tra gli impegni più recenti troviamo: Don Pasquale a Düsseldorf; Il Barbiere di Siviglia a Trieste e Monte-Carlo; Lucia di Lammermoor a Tel Aviv e Cagliari; Così fan tutte e Le nozze di Figaro di Mozart a Dresda; L’Elisir d’Amore a Tblisi, Firenze e Vienna; La Bohème a Napoli; Don Giovanni a Colonia.
Debutta al Teatro Filarmonico di Verona nel 2013 nel ruolo del Dottor Malatesta in Don Pasquale.
All’Arena di Verona prende parte al Gala della lirica 2013 condotto da Antonella Clerici. Vi ritorna nel 2015 per cantare nel Gala Lo spettacolo sta per iniziare condotto da Paolo Bonolis, per interpretare Figaro ne Il Barbiere di Siviglia e per partecipare a Carmina Burana di Orff; nel 2018 veste ancora una volta i panni di Figaro ne Il Barbiere di Siviglia.
Torna per il Festival areniano 2019 per Carmina Burana.
Ruth Iniesta
Soprano
Ruth Iniesta debutta nel 2012 al Teatro de la Zarzuela di Madrid.
Nel 2015 è insignita dei prestigiosi “Premio Lírico Campoamor” come cantante rivelazione e Premio “Codalario” come migliore nuova artista.
Da allora è invitata regolarmente in teatri e festival come il Teatro Real e l’Auditorio Nacional de Música di Madrid, Gran Teatro del Liceu di Barcellona, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Comunale di Bologna, la Staatskapelle di Berlino, la Konzerthaus di Berlino, lavorando con gli artisti Juanjo Mena, Pablo Heras-Casado, Michele Mariotti, Victor Pablo Pérez, Kevin Farrel, Emilio Sagi, Willy Decker, Damiano Micheletto, Rosetta Cucchi.
Il suo repertorio operistico e di zarzuela include: L’Elisir d’amore e Don Pasquale di Donizetti, Werther di Massenet, Falstaff di Verdi, La Vida breve di Falla, Il Viaggio a Reims e La Donna del lago di Rossini, Les Pêcheurs de perles di Bizet, La del Manojo de Rosas, Doña Francisquita, Luna del miel en El Cairo, El Diablo en el Poder, El Huésped del Sevillano.
Tra i recenti appuntamenti: Lucia in Lucia di Lammermoor e Musetta ne La Bohème a Bologna con la direzione di Michele Mariotti, Madama Cortese ne Il Viaggio a Reims al Liceu di Barcellona e al Musikverein di Vienna, Glauce in Medea di Cherubini al Festival di Wexford, Susanna ne Le Nozze di Figaro a Palma di Maiorca, Donna Anna in Don Giovanni di Mozart al Teatro Comunale di Bologna, Gilda in Rigoletto di Verdi al Teatro Massimo di Palermo, al Regio di Torino e al Maggio Musicale Fiorentino, I Puritani di Bellini e Carmen di Bizet al Teatro Verdi di Trieste, Nannetta in Falstaff al Teatro Real di Madrid.
Debutta al Teatro Filarmonico come Norina nell’edizione di Don Pasquale della Stagione lirica 2018-2019.
All’Arena di Verona debutta nel 2018, interpretando Micaela e Frasquita in Carmen di Bizet, Liù in Turandot di Puccini e Rosina ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini.
Torna per il Festival areniano 2019 come Micaela in Carmen e per i Carmina Burana di Orff.
RAFFAELE PE
Controtenore
Raffaele Pe è oggi tra i controtenori più apprezzati.
La sua voce abbraccia un vasto repertorio che spazia dal Recitar Cantando, all’opera settecentesca, fino alla musica contemporanea. Nato a Lodi, inizia gli studi di canto e organo a sei anni come corista della Cappella Musicale del Duomo di Lodi, e continua il suo apprendimento a Londra e a Bologna con Fernando Opa Cordeiro.
Recentemente debutta a Vienna con Orlando di Händel al Theater an der Wien, a Venezia al Teatro La Fenice con Orlando furioso di Vivaldi, all’Opera di Firenze con Didone abbandonata di Vinci e al Glyndebourne Opera Festival come protagonista di Ipermestra di Cavalli.
Tra le produzioni di rilievo al suo attivo anche Orfeo in Orfeo di Porpora al debutto al Festival della Valle d’Itria), Nerone in Agrippina di Händel al The Grange Opera Festival UK con Academy of Ancient Music, Rinaldo di Händel con Accademia Bizantina e Oberon in A Midsummer Night’s Dream di Britten al Teatro Ponchielli di Cremona. Della scorsa stagione è anche il debutto al Concertgebouw di Amsterdam nella Passio di Gaetano Veneziano diretta da Antonio Florio e alla Philharmonie di Berlino per il lancio del suo primo disco solista The Medici Castrato.
Negli Stati Uniti è protagonista della prima in tempi moderni di Veremonda, l’amazzone di Aragona di Cavalli allo Spoleto Festival USA.
Collabora con alcuni dei maggiori direttori della scena internazionale, quali Jordi Savall, William Christie, Sir John Eliot Gardiner, Nicholas McGegan, Jean-Christophe Spinosi, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Diego Fasolis, Alessandro De Marchi, Antonio Florio.
In uscita il suo secondo disco solista dedicato all’opera italiana intitolato Giulio Cesare. A Baroque Hero, con l’accompagnamento dall’ensemble barocco da lui fondato La Lira di Orfeo.
All’Arena di Verona debutta nel 2014 con Carmina Burana di Orff, titolo che interpreta anche nel 2015 e che torna a cantare per il Festival areniano 2019.